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Intervista ai La Armada!

Chiacchierata con i La Armada!

Per la seconda volta tornano in Europa i La Armada, band hardcore-metal di Chicago con membri della Repubblica Dominicana e per l’occasione abbiamo deciso di fargli qualche domanda. Il tour ha inizio il 12 luglio e il 4,7 e 8 agosto suoneranno anche in Italia.

RADIO PUNK: Ciao e benvenuti a Radio Punk. Per iniziare potreste presentarvi brevemente ai nostri lettori?
La Armada: Ciao Radio Punk. Siamo Paùl Rivera (chitarra) e Mani Marte (basso) dei La Armada. Siamo una band hardcore punk formata nella Repubblica Dominicana nel 2001 e viviamo a Chicago, USA da 10 anni. Ci siamo spostati qui per riuscire ad essere in tour per tutto l’anno. Siamo davvero entusiasti di andare in Europa per un tour prolungato.

RP: Il vostro secondo tour europeo è ormai alle porte e ci piacerebbe sapere quali sono le vostre aspettative rispetto al primo.
LA: Nel primo c’erano soltanto 4 date, ma sono stati 4 live molto belli. Abbiamo suonato al Punk Rock Holiday in Slovenia, coi Propagandhi in Germania ed una volta con i Pears in Austria. Nonostante sia stato breve abbiamo notato la passione del pubblico, quindi ci aspettiamo di continuare a vedere quanto siano entusiaste le persone nei confronti della musica dal vivo.
Penso che ciò che ci aspettiamo maggiormente sia di creare buoni legami e relazioni, di divertirci, ma oltre a questo, le aspettative riguardano noi stessi. Ci aspettiamo di esibirci ad un livello elevato e di far impazzire il pubblico. Siamo molto orgogliosi del nostro spettacolo e siamo entusiasti di condividerlo con l’Europa.
Essendo in una band e visitando posti nuovi, si deve imparare a gestire le proprie aspettative. Puoi suonare ad un grande evento ma farlo per primo quando ancora non c’è nessuno, la sera successiva possiamo suonare ad un evento piccolo in un bar con 30 persone che però si rivela fantastico. L’unica cosa che possiamo controllare è il nostro livello di preparazione e la qualità dei concerti che organizziamo. L’aspettativa è andare lì e dare il meglio di noi.

RP: Siete una band che ha suonato in molte parti del mondo e con gruppi come Propaghandhi, Iron Chic, Satanic Surfers e Sick of it all; quali sono i concerti che vi son rimasti più impressi nel cuore?
LA: Siamo fortunati. Abbiamo formato la band nella Repubblica Dominicana quando avevamo circa 12/13 anni e sognavamo di suonare con questi gruppi, quindi ci sono molti concerti che rimangono impressi nei nostri cuori. Penso che alcuni dei nostri preferiti siano quando abbiamo fatto da spalla ai Propagandhi a Chicago in un posto famoso chiamato “The Metro” perché sembrava che le persone che supportano i nostri concerti in città fossero davvero orgogliose di vederci fare un così grande passo avanti. Poi, suonare coi Sick Of It All all’Irving Plaza a New York, perché lì c’è una grande comunità dominicana e molti amici che sono cresciuti con noi erano lì, ed anche loro erano orgogliosi di vederci suonare in un posto leggendario con una band altrettanto leggendaria.
Inoltre, i concerti che facciamo nella Repubblica Dominicana. Siamo tornati lì soltanto 2 volte negli ultimi 4 anni ed è sempre incredibile. Ricongiungersi con vecchi amici, seguaci e vedere tutte le persone nuove che supportano ciò che facciamo e magari ne traggono ispirazione, è una sensazione unica.

RP: Quali differenze, positive e negative, avete notato tra i live in USA e quelli in Europa?
LA: Beh, molte. In Europa le due principali differenze sono che l’ospitalità è decisamente migliore e il pubblico è molto più appassionato e di mente aperta per quanto riguarda la musica. In Europa un promotore o una location ci tengono a farti avere del cibo buono e sano, negli Stati Uniti devi trovarti un posto da solo e molte volte sei fortunato se ricevi delle patatine. In Europa vedi le persone ai festival che passeggiano in gruppo mentre cantano le loro canzoni preferite tutti insieme, entusiasti di vedere le loro band preferite. Negli Stati Uniti, le band sono date per scontate, forse perché le puoi vedere a qualsiasi altro festival o concerto. Abbiamo percepito la differenza fin da subito.

RP: Il vostro ultimo album, Anti-Colonial vol 1, è uscito ormai da un anno, siete soddisfatti del successo che ha avuto?
LA: Dipende da che tipo di “successo” si intende. Musicalmente, lo riteniamo di successo perché abbiamo fatto un grande salto di qualità nelle canzoni e nella produzione. Alla fine, è questo il successo che conta di più. Quanto riusciamo a migliorare. Siamo soddisfatti delle opportunità che ci ha portato, ci ha permesso di andare in tour con alcune delle nostre band preferite. Tuttavia, ora abbiamo voglia di fare di più e creare musica migliore. Quindi in un certo senso, il successo ha vita breve.

RP: Quali sono gli argomenti trattati in questo disco e ritenete abbia qualcosa in più rispetto ai primi due album?
LA: Ci sono sicuramente delle affinità. Parliamo molto di neo-colonialismo – che per noi è il modo in cui i paesi e le multinazionali influenzano le società, gli individui e l’ambiente. Speriamo che i testi siano migliori e più intelligenti, ma più facili da assimilare, questo era l’obiettivo praticamente. Abbiamo la nostra opinione, ma in fondo spetta agli ascoltatori decidere se l’abbiamo raggiunto.

RP: Grazie mille per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. Se avete qualche ultima cosa da dire prima del tour potete cogliere l’occasione adesso.
LA: Non vediamo l’ora condividere la nostra musica con il pubblico in Italia e in tutta l’Europa. Speriamo che troverete del tempo per venire ai concerti e vedere qualcosa di diverso, stiamo provando ad aggiungere qualcosa di nuovo al genere, non ripetere ciò che è già stato fatto. Venite a condividerlo con noi!

Intervista di Burzucco
Traduzione di Alessia Baraldo 

Usciti in Europa grazie alla bresciana Epidemic Records, arriveranno nel nostro Paese per tre eventi imperdibili, non perdeteli!:
4 Agosto, Vicenza @ Osteria al Castello
7 Agosto, Cesena @ Magazzino Parallelo
8 Agosto, Brescia @ Festa di Radio Onda d’Urto, Tenda Blu