Intervista con i Crashed Out!
Chiacchierata con la punk rock band Crashed Out
Direttamente dal Regno Unito, Radio Punk incontra gli energici Crashed Out che, con oltre vent’anni di carriera sulle spalle, stanno per pubblicare il loro settimo album.
Per i più fedeli, attualmente non ci sono date italiane in programma, ma con l’uscita di un nuovo album: chissà! Intanto, godiamoci l’intervista!
Radio Punk: Ciao! Cominciamo col dirvi che ci fa molto piacere avervi su Radio Punk e potervi intervistare. Raccontateci chi siete e da dove venite.
Crashed Out: Ciao ragazzi! Sono Chris Wright, cantante dei Crashed Out, band punkrock del nordest del Regno Unito. Sono anche un tatuatore e lavoro nella mia città natale, Jarrow, appena fuori Newcastle Tyne and Wear, dove possiedo e gestisco il Viking Tattoo Studio.
RP: Sono passati nove anni dal vostro ultimo album ufficiale. C’è un perché dietro a questa lunga pausa, sempre considerando che avete affrontato tour importanti?
CO: Wow, è davvero passato così tanto tempo? E’ vero, siamo stati molto attivi in tour durante gli anni e credo che questo sia stato un fattore importante nel non scrivere e non pubblicare nuovi album. Cercare di avere abbastanza tempo tra i concerti e le nostre occupazioni, per registrare, non è sempre facile. Inoltre il nostro ultimo batterista, Johnny, ha lasciato il gruppo circa tre anni fa per mettere su famiglia, di conseguenza abbiamo dovuto prepararci per i concerti con il nuovo batterista, Carlo.
Un’altra cosa importante da considerare è che non vogliamo tracce “riempitive” nei nostri album, forse è per questo che ci richiede un po’ più di tempo comporre, perché vogliamo dare il 100% in ogni canzone. Abbiamo circa 14 splendide nuove canzoni e mentre scrivo questo stiamo procedendo con la produzione delle demo. Quindi con un po’ di speranza, una volta che le avremo inviate e riusciremo a trovare un’etichetta decente, l’album potrebbe uscire per la fine del 2019, o inizio 2020. Comunque, è assolutamente in produzione e sono davvero impaziente di registrare e ascoltare queste nuove canzoni.
RP: Cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima pubblicazione? Rimarrete fedeli allo stile degli album precedenti o avete in serbo novità?
CO: I nuovi pezzi seguono la linea di “Crash and Burns” e “The Dirty Dozen”, piuttosto rock, con alcuni brani più lenti e altri più punk e veloci, che è ciò per cui siamo conosciuti. Come ho già accennato abbiamo un nuovo batterista che suona un genere più hard rock, questo darà una nuova dimensione all’album.
RP: Avete tre tour americani alle spalle, insieme a band molto importanti e numerosi concerti sia in UK che in Europa, partirete subito con il tour ufficiale di presentazione del nuovo album o vi prenderete una breve pausa?
CO: Beh, sì, è quello che mi piacerebbe fare. Appena l’album sarà concluso parleremo con i nostri booker e l’etichetta (qualsiasi essa sarà) e decideremo quale sarà l’opzione migliore per i tour. Ad ogni modo saremo decisamente fuori a promuovere il disco.
RP: Gli ultimi tre prodotti “Crash and Burns”, “The Dirty Dozen” e “Twenty Years Strong” sono stati tutti rilasciati dalla Randale Records, etichetta tedesca. Anche questa volta rimarrete legati alla Germania o avete cambiato produzione?
CO: Sarei felice di parlare con qualsiasi etichetta che possa offrirci un buon contratto, ma non per quanto riguarda i soldi (mai soldi in quello che facciamo ahah) bensì la promozione e la distribuzione dell’album. Idealmente, una buona etichetta in Europa e un’altra negli USA. Aspettiamo di vedere cosa succederà una volta inviate le demo, ho in mente qualche label che penso possa fare al caso nostro. Vedremo!
RP: Passiamo alla stesura vera e propria di un disco. Come nasce un vostro album? Quale processo seguite? Lavorate tutti insieme fin dalle prime note?
CO: Ok, io non so suonare nessuno strumento e non ho mai avuto la pazienza di imparare. Scrivo tantissimi testi e li tengo salvati sul computer, ne ho centinaia. Ricevo la melodia da Spin o Lee e, quando l’ho unita al testo, la proviamo fino allo sfinimento. Il nostro batterista suonerà fino a quando non avrà trovato un giro di batteria adatto alla canzone. Sia Lee che Spin scrivono la loro musica e le loro melodie e successivamente le presentano a noi nelle serate delle prove. Lee ha iniziato a scrivere, registrare e mandare le canzoni per email così, quando ci ritroviamo per provare insieme, abbiamo già tutti familiarizzato con il nuovo pezzo. Comunque niente è come essere tutti nella stessa stanza, buttare fuori idee e suonare fino a quando una canzone non funziona davvero. E’ alla vecchia maniera e il metodo migliore, secondo me!
RP: Suonate ormai da 24 anni e sicuramente sia voi che la scena musicale a cui appartenete siete cambiati e maturati. C’è qualcosa degli inizi che vi manca? E qualcosa di oggi a cui non potreste assolutamente rinunciare?
CO: E’ vero, siamo sulla scena ormai da tanto quindi posso dire che noi abbiamo sempre fatto tutto da soli, totalmente DIY (Do It Yourself). Per questo motivo in realtà niente è poi cambiato così tanto, siamo solo diventati più grassi, grigi e stempiati ahahah. Credo che oggi ci siano degli ottimi gruppi e che Internet abbia reso la comunicazione tra le band, con le etichette, i promoters ecc, molto più semplice. Inoltre, è anche più facile far ascoltare la tua musica con le stazioni radio via Internet ecc, il che è importantissimo per la scena.
RP: Siamo giunti alla fine e ai saluti. Intanto vi ringraziamo per averci concesso il vostro tempo e per essere stati con noi. Vi lasciamo questo spazio libero in cui potete dire ai nostri lettori ciò che volete. Grazie ancora e vi aspettiamo con uno show in Italia!
CO: Grazie per l’interesse nei Crashed Out e buona fortuna con Radio Punk. Abbiamo suonato in Italia in qualche occasione e abbiamo sempre avuto una bella risposta da parte del pubblico, spero di poter tornare a suonare nel vostro bel Paese.
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Saluti, Chris.

