Punk rock holiday 1.9 pennywise fat mike

Punk Rock Holiday 1.9: il paradiso del punk rock

Mellonball, unicorni e tanta buona musica: benvenuti al PRH 1.9

È sempre uno dei momenti più attesi dell’anno: arrivare a Tolmin, scendere nella valle e iniziare i cinque giorni in uno dei festival più belli d’Europa. Ed è sempre una grande emozione tornare a casa e cercare le parole per descrivere questo Punk Rock Holiday, il piccolo paradiso per punk.

Per chi non lo sapesse, il Punk Rock Holiday è il festival che si tiene ogni anno ad Agosto a Tolmin, piccolo paese della Slovenia non lontano da Caporetto e il confine con l’Italia. Ogni anno la line-up è da urlo e le attività che circondano il fest aumentano, rendendolo davvero un’oasi felice per tutti gli amanti del punk rock.

Giorno 0

Anche quest’anno non si scherza e dunque partiamo subito con il primo giorno – in quello che è considerato il warm up show – che vede sul main stage Templeton Pek, Not on Tour e Pulley, oltre che a delle band slovene e croate davvero in gamba come i mitici Golliwog, band hardcore punk sempre sul pezzo. Il mio cuore però va tutto ai Not On Tour che, oltre ad essere una band energica e dai ritmi incalzanti, sono anche delle persone squisite. Superlative le hit Therapy e Daddy da Growing Pains e Flip.

Divertenti e al fulmicotone anche gli headliner della serata, gli americani Pulley, i quali mancavano dall’Europa da molto tempo ma non hanno di certo perso grinta e voglia di picchiare duro con il loro punk rock.

Non può mancare naturalmente l’acoustic set allo stand degli American Socks, che presenta un’altra band israeliana, gli Useless ID. una band che è sempre un gran piacere rivedere e riascoltare, anche in questa forma.

Giorno 1 

Probabilmente è proprio il martedì il giorno che aspettavo di più in questa edizione 2019. Dopo un bel bagno al fiume – ragazzi vi giuro che recuperate dieci anni di vita – si aprono le danze al Beach Stage con i Goodbye Blue Monday. Si continua per tutto il pomeriggio fino a raggiungere la tripletta finale con Ants, Blowfuse e La Armada. Tre band dai suoni e dalla provenienza diversa ma che riescono ad infiammare il palco come pochi! Un saluto particolare ai Blowfuse che riescono a mischiare energia e melodia in modo incredibile. Speriamo di vederci ancora nel pogo!

Passando al main stage, la bomba viene sganciata con i The Bennies per poi passare a Useless ID, Good Riddance, Frank Turner e gli intramontabili Descendents. Devo dire che devo ancora riprendermi da una scaletta simile! Purtroppo non mi godo i The Bennies, folgorante band australiana, causa fame e cibo ma torno di corsa per gli Useless ID, gruppo punk rock israeliano già ospite del PRH nelle precedenti edizioni, che, dopo un bellissimo set acustico, ci regala anche un coinvolgente live elettrico.

Immensi e pieni di energia come sempre anche i Good Riddance che presentano anche il nuovo album Thoughts and Prayers. E mentre cadono le prime gocce di pioggia c’è anche il tempo per un acoustic set dei Not On Tour che, se possibile, mi esalta ancora di più!

A proposito di esaltazione, Frank Turner and The Sleeping Souls sanno davvero cosa vuol dire coinvolgere il pubblico. Mischiando punk, cantautorato, folk e tanta ma tanta energia, Frank e la sua band hanno regalato un’ora di puro spettacolo e alti livelli di musica, riuscendo a convincere anche i più scettici probabilmente.

Così, ancora con tanta emozione, mentre la pioggia aumenta sempre più, è arrivato il momento dei leggendari Descendents. E chissenefrega dell’acqua, la band di Milo ci spara una canzone dietro l’altra, ad una velocità ancora impressionante e tra tuoni e fulmini si salta comunque fino allo sfinimento. Le canzoni ci sono tutte: Suburban Home, Everything Sux, I’m The One, Myage, I Don’t Want to Grow Up… Immensi, davvero.

Giorno 2

Arriviamo stanchi ma felici al giorno tre che vede un altro bel gruppo di band, sia in main stage sia in beach stage. Alcuni nomi? The Dopamines, Call me Malcolm sul beach stage e Less Than Jake, Sick of it All, Pennywise. Inutile dire che si inizia a ballare al pomeriggio e si finisce solo a note inoltrata – complici anche I ragazzi di American Socks e il loro dj-set.

Una parola sola, anzi due: Bro Hymn. Per chi è già stato al PRH e ha visto i Pennywise sa cosa significa il finale del loro set con questa canzone, una vera e propria invasione di palco. Potevamo tirarci indietro? Ovvio che no!

Sempre in grandissima forma anche i padrini del NY Hardcore, i Sick of it All, freschi del nuovo album mentre i Less Than Jack aprono ai balli e allo ska che trascina anche il più immobile dei partecipanti.

Giorno 3

Non c’è niente di più bello per riprendersi da un party notturno di un bagno sul fiume. Ed è proprio così che inizia la mia quarta giornata di fest! Devo dire che sono più curiosa delle band sul beach stage che del main, visto la presenza di due band con voce femminile, For I Am e CF98 e altre due band che spaccano i timpani con il loro punk rock: Straightline e Much The Same. Per chi non li conoscesse, è d’obbligo andare su qualunque piattaforma di streaming e ascoltarli!

Il main stage invece vede Dave House – che mi perdo sempre causa cibo – i Booze & Glory, Iron Reagan, Ignite e i NoFx. Che dire, inaspettatamente i NoFx sono in grandissima forma e tra uno scherzo e l’altro – compreso il tagliare una maglietta giudicata troppo hippy – tirano fuori dei pezzoni classici che fan sempre la felicità dei presenti. Al di là di ogni polemica, i NoFx rimangono una band che sa divertirsi sul palco e soprattutto sa far divertire con un’ironia unica.

E alla fine poteva mancare un altro dj set in spiaggia? A ritmo di punk, ska e hardcore tutti in riva al fiume a muovere i piedini

Giorno 4

Ed è così che si arriva all’ultimo giorno che porta sul main stage Cigar, Pears, Pup, Teenage Bottlerocket e Propagandhi. Prima di ciò è il giorno del relax in spiaggia, tra un tuffo, incidenti con unicorni, drink a non finire e band da ricordare: Krang, Sidewalk Surfers e Hit the Switch.

Gran sorpresa per me i Cigar, che non avevo mai ascoltato con attenzione, mentre è sempre un gran piacere rivedere sia i Pears sia i Teenage Bottlerocket, con un super guest: Milo, figlio di Ray Bottlerocket. Entrambe le band sono travolgenti e portano ad alti livelli il classico punk rock.

E mentre scorrono via le ultime note dei Propagandhi, si sa già dove si andrà a finire: ad aspettare l’alba sul fiume cantando insieme ai Pigs Parlament e il loro karaoke. Uno dei momenti sicuramente più attesi e divertenti dell’intero fest!

Se ho deciso di spendere poche parole sulle band non è perché non meritassero, anzi, tutte, dalla prima all’ultima meritano ascolto e supporto continuo, per portare avanti la musica e lo spirito del punk rock, chi da trent’anni, chi da poco. E in ogni caso, il punk non è fatto per stare fermi, dunque uscite e andate a cercare dalla prima all’ultima delle band che hanno calcato il palco del PRH.

Ciò che voglio però fare è dedicare il mio pensiero a tutto ciò che gira intorno al Punk Rock Holiday. A partire da chi lo organizza e da tutti coloro che ci lavorano e lo rendono possibile: grazie, grazie di cuore! È impossibile non parlare della qualità e della cura con cui viene gestita l’area del festival, dalle colazioni al mattino fino all’ultimo drink la sera. Non si può poi non citare tutti coloro che portano i loro prodotti e stand al fest, a tutti coloro che macinano chilometri per venire in questo angolo di Slovenia, ai colleghi della press room, a tutti coloro che anno dopo anno ritrovo e con cui è sempre bello bere, parlare e divertirsi. E soprattutto è impossibile non parlare dell’atmosfera del festival, con quell’aria rilassata e di gioia, come un ritrovo di famiglia ingrandito all’insegna del divertimento e dello spirito del punk rock. Tutti i sing-along, tutte le file al bar dove si incontrano nuovi amici, quando ci si abbraccia nel pogo, quando con le ultime energie si balla ancora quell’ultima canzone…

Il Punk Rock Holiday è sempre stato per me, dal primo anno, la mia vacanza ideale, un piccolo angolo magico in cui divertirsi, sentirsi sicuri e ascoltare fino allo sfinimento la più bella musica del mondo.

Grazie ancora al PRH e see ya in the pit!

A voi la fotogallery a cura di Francesco Dose: