Un’altra occasione persa di tenere chiusa la bocca
Un fumoso botta e risposta al cospetto del Grande Tribunale del Punk
Tagliamoci i capelli come dicono loro. L’ho visto in quel documentario. Io in quella rivista. Bello questo giubbotto di pelle. L’ho comprato su Amazon. Stato merdoso, stato assassino. Prestami l’accendino. Ho i segni delle carte tatuati sulle falangi. Ascolta i Descendents, loro tatuaggi non ne hanno. Ascolta i NOFX, Fat Mike va in giro vestito da donna. Però non sono ricchione. Troppa esposizione, troppe band, troppe etichette, poca gente. Troppi festival coi grandi nomi. E i gruppi locali? E i locali per i gruppi? Le situazioni vanno inventate! Occupazione! Assemblea. Non siamo d’accordo.
Me ne vado, d’altra parte anche gli Assalti Frontali hanno firmato per una major. Sì ma poi sono tornati sui loro passi. Duane Peters invece no. Come Michale Graves. Perché, cos’hanno fatto? Come cos’hanno fatto?! Votano Trump! Ah beh, però la musica è bella. E poi stanno in America, mica qui. Qui avevamo i Finley ai concerti di Alleanza Nazionale. Ah beh, però facevano schifo, erano dei venduti. D’altra parte non puoi sempre suonare alla sagra della porchetta, a certi livelli. Sì, ma è grazie alla sagra della porchetta che io ho conosciuto le Porno Riviste e sono arrivato al punk. Silenzio imbarazzante.
Sì, è proprio così, quando discutevamo se fosse più punk Avril Lavigne o i Blink 182. Gli squat erano a Milano, e noi potevamo andare solo alle feste di paese, coi Derozer e i Totale Apatia. Wow, dice il ragazzo con il rastino fino al culo, c’ero anche io quella volta! Ed eravamo ragazzini, e ai concerti ci portavano i nostri genitori. Ora siamo genitori e portiamo i nostri bambini ai concerti. Con le cuffie però. Ovviamente.
E al concerto degli Agnostic Front mio figlio aveva la maglietta dei Ramones, e il tuo no. Sì, ma il mio ballava di più. Il mio canta Gotta Go. E il mio Scuffletown. Il mio canta anche E Se Ci Diranno di Tenco, però la versione rifatta dai Dalton. Però col lockdown anche loro hanno fatto concerti acustici. E in streaming. Venduti! Mettevano l’indirizzo paypal per le donazioni!(1) D’ora in poi non li ascolterò più! Credo che piangeranno.
Credo che aver la cantina piena di dischi invenduti voglia dire essere integro e coerente. Per me vuol dire avere meno spazio per pensare a crescere. Pensala come vuoi. Ci sono tante di quelle etichette coi gruppi di merda, una più o una meno. Questa qui sono tutti gruppetti pop punk adolescenziali. Quest’altra hanno fatto pure dei dischi hip hop, ma si può? Questi sono troppo esterofili.
E gliel’ho detto sai? Gli ho fatto un commento sotto al post. Ah, non potevi limitarti a startene zitto e a scorrere al post successivo? No perché così almeno loro lo sanno. Credo che piangeranno. Cos’hai portato a casa? Niente, ma è libertà di espressione. Un commento, wow. Non te l’ho detto? Ho scritto un commento anche sotto al podcast di quello lì che fa i soldi col punk. Credo che piangerà pure lui. Non potevi chiedergli se non gli sembra disonesto fare soldi così, sempre che soldi ne faccia? No, no, non me ne frega un cazzo, sono cattivo, faccio piangere le persone. O forse le fai ridere. Una risata vi seppellirà!
Sei ancora fermo alle contestazioni del ’77? No, preferisco gli anni ’80, il Virus, l’hardcore italiano. Hai ragione, periodo bellissimo per l’autoproduzione, per le fanzine, per l’aggregazione dal basso, per il mutuo appoggio, ingenuo forse ma sincero. No, non me ne frega un cazzo di tutte queste cazzate, ma vuoi mettere che colonna sonora che c’era?
Colonna sonora: Motosega – Punk Pros
Daniele Ridolfi – T.A.C. Records
(1) Nota: non è vero. E’ una libertà che si è preso l’autore per la continuità del testo.
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