Radio Punk editoriale 3 – Ottobre 2020
Radio Punk Editoriale 3 : Avresti potuto scaricare Spotify, invece stai ascoltando un vinile
Per questo editoriale abbiamo pensato di confrontarci tra noi riguardo un argomento molto attuale: l’utilizzo di piattaforme online per l’ascolto di musica e gli impatti che può avere sui supporti ‘storici’ tipo dischi o cassette. Da una parte c’è la possibilità di accedere gratuitamente a tutta la musica che si vuole ascoltare, sperimentando artisti e generi nuovi in pochi click, dall’altra parte c’è il risultato concreto e fisico di ore di sala prove, di fatica dei gruppi, artwork e booklet vari, insomma, la soddisfazione di avere un oggetto che non è solo musica, ma si porta dietro una propria storia.
Siccome il progetto Radio Punk comprende anche l’aspetto più materiale, ovvero la gestione della nostra etichetta e distro, in questi anni abbiamo imparato a conoscere i diversi aspetti che stanno dietro all’uscita di un disco o libro fisico. Certo, abbiamo ancora un’infinità di cose da imparare, ma il mettersi in gioco in prima persona ci ha permesso di comprendere sia la fatica e la passione, sia perché in un mondo regolato dal denaro, purtroppo, la musica in formato fisico non può essere gratuita.
La nostra visione libertaria della vita ci fa scrivere decisamente controvoglia queste righe, tuttavia bisogna fare i conti con la realtà. Crediamo fermamente che la musica debba essere accessibile a tutti e non un privilegio di chi se lo può permettere, infatti qui sta il pregio di internet.
Poter accedere gratuitamente ai contenuti e ai messaggi che il punk veicola è fantastico. Per non parlare del fatto che è l’unico modo per ascoltare musica quando si è fuori casa. Piattaforme come Bandcamp, Spotify, Youtube e altre non possono essere l’unico modo di ascolto, possono però facilitare la scoperta e alimentare la curiosità.
Tra noi c’è chi si ricorda l’era analogica quando la musica era disponibile solo su vinile o cassetta, che ha poi visto l’arrivo dei CD. Allora la scoperta di nuova musica poteva avvenire sostanzialmente in due modi: la cassetta registrata dall’amico o l’acquisto casuale nel negozio di dischi facendosi ispirare dalla copertina. Va da sé che la maggior parte degli ascolti, e degli acquisti, doveva essere necessariamente mainstream, con l’eccezione di qualche chicca sporadica scovata chissà dove.
Si acquistano meno dischi? Forse, ma noi siamo orgogliosi di dire no. Fatta salva la scarsa disponibilità economica (oggi come allora), i nostri acquisti sono solo più mirati. Compriamo ciò che veramente ci interessa, magari dopo averlo ascoltato in rete.
Qui è dove subentra l’importanza della scelta individuale. Supportare con l’acquisto della copia fisica significa sostenere anche concretamente gli artisti, le band, le distro, le etichette e i loro contenuti.
Infatti, è quello che cerchiamo di fare anche noi con le nostre playlist: intrattenervi ma soprattutto farvi scoprire o riscoprire delle band facendovi venire voglia di supportarle materialmente e farvi vivere a pieno l’esperienza di quel disco; toccare la copertina, leggere i testi, ammirare le grafiche e rivivere la passione di chi l’ha inciso.
Ed è qui che è importante l’impegno di chi vive questa controcultura, ovvero usare internet in maniera propositiva e funzionale al supporto poi nella vita reale, trasmettendolo magari anche alle nuove generazioni, che utilizzano già abitualmente piattaforme digitali.
A proposito di queste, tra i vari ragionamenti che abbiamo sviluppato ci siamo soffermati sull’utilizzo in particolare di Spotify, software spesso criticato, anche da noi… Ma una scelta radicale, come quella di non utilizzarlo per nulla, ha senso se poi comunque si utilizzano altri supporti come Youtube o Bandcamp? Non utilizzandolo non perdiamo un’occasione per supportare, anche minimamente, un gruppo che per sua scelta ha deciso di caricare dei brani sulla piattaforma? Sono domande che rimangono aperte anche per noi.
E quindi?
Ci dispiace, non troverete la risposta a “Spotify sì, Spotify no nel punk” in questo editoriale. Navighiamo a vista anche noi facendo dei tentativi, proprio per questo e per il ragionamento che abbiamo fatto in questo editoriale, crediamo che il compromesso consapevole sia la scelta più giusta per noi.
Insomma… ascoltate il più possibile, siate curiosi e se potete comprate un vinile!
Se avete voglia di condividere un vostro pensiero, una vostra opinione o una vostra esperienza trovate i nostri contatti qua!

