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Palermo Hardcore parte 1

The Golden Age (2005 – 2008)

C’è stato un periodo, a metà degli anni duemila, in cui la scena punk hardcore di Palermo è stata una delle principali, più interessanti ed attive di tutta l’Italia. Non che negli anni precedenti o in quelli immediatamente successivi la situazione fosse “morta” o non ci fossero band valide, ma è in questo lasso di tempo, all’incirca dal 2005 al 2008 (anno più, anno meno), che si raggiunse l’apice di un certo fermento musicale e culturale. Anni in cui sono davvero tante le band in città, tutte validissime, e tantissime le persone che si avvicinano a questo genere, a questa realtà, che si appassionano, contribuendo alla crescita di una delle scene migliori nel territorio nazionale. Da realtà isolata, vuoi per la posizione geografica vuoi per la mancanza di posti dove suonare, Palermo è infatti diventata un punto di riferimento anche per le altre band italiane e non.

Prima di entrare nel vivo di queste pagine va detto, però, che non sono di certo io la persona più adatta per parlare di quegli anni, poiché non li ho vissuti o meglio sono arrivato un po’ dopo, quando ancora comunque la scena era rigogliosa e molto attiva. Ho visto il mio primo concerto punk hardcore il 25 aprile 2009 all’ExKarcere, dal vivo gli Impact e tre band palermitane il cui nome ricorrerà più volte in queste pagine: Rats Riot, Feccia Tricolore e Senza Tregua.

Questo vuole quindi essere un tributo, un omaggio agli anni migliori della scena punk hardcore della mia città, soprattutto per far conoscere nei vari aspetti una realtà troppo spesso ignorata e tenuta poco in considerazione. Un breve ritratto di quegli anni, incentrato non tanto su storie di personaggi, aneddoti, ma sulle band, i dischi, i concerti, i posti occupati, i locali, le etichette e tutto ciò che racchiude l’età d’oro dell’hardcore a Palermo.

Ritengo che per iniziare questo viaggio sia interessante partire da un disco uscito all’inizio dell’arco di tempo preso in esame, ma senza voler avere per questo un approccio meramente cronologico. E come introduzione penso sia molto significativa l’incipit con il quale Joel, uno dei tanti ragazzi della scena e admin di Punk4free, recensiva il primo lavoro in studio dei LxExAxRxNx nel novembre del 2006: “Finalmente in sta merda di sito un gruppo di Palermo, siori e siore ho l’onere nonché l’onore di recensire il primo album dei LxExAxRxNx, “First Lesson”. Coloro che stanno riportando in auge la compianta scena hardcore palermitana, come la fenice che risorge dalle ceneri questo ottimo gruppo (insieme ai Burst Up ed ai ormai ex Sonny Corleone) ha riportato la musica che conta nella capitale del regno delle due Sicilie.”

Partiamo quindi proprio da loro. I LxExAxRxNx sono tra le band che nonostante i pochi anni di attività hanno lasciato di più il segno in quegli anni e poi successivamente, a Palermo e non solo. La band (Alberto alla voce, Cimino e Marco alle chitarre, Ivan al basso e Giorgio alla batteria) nasce nel 2005 e proprio in quell’anno esce il primo lavoro, “First Lesson”, in formato cd-r.

L’anno successivo sarà invece pubblicato, grazie all’aiuto di svariate etichette da tutto il mondo, in formato 7”: 500 copie vinile nero e 500 copie vinile rosso. La copertina, molto emblematica, è opera di Michele Ink4riot, (che tornerà nuovamente in queste pagine) poi noto al grande pubblico con il nome di Zerocalcare. “First Lession” è uno dei migliori 7” uscito in quegli anni, una mina pazzesca, fastcore all’ennesima potenza e alla massima velocità. Pezzi che non raggiungono il minuto di durata, riff micidiali, indovinatissimi, testi in inglese e tupa tupa violentissimo.

Tutte le tracce sono meravigliose, tra le mie preferite sicuramente “8 bit fight”, “You skate/ we feel hate” e riuscitissime anche le cover di “Tough guy” dei Beastie Boys e “Seeing red” dei Minor Threat. In seguito i LxExAxRxNx fecero uscire tre split con altrettante band. Da citare sicuramente quello del 2008 con gli americani Common Enemy, anche in questo lavoro ci sono un sacco di pezzi memorabili, divenuti classici della band: da “It’s time to learn” a “We hate mosh parts” passando per l’iconica “DIY”.

Compagni di diversi concerti sia a Palermo che in giro per lo stivale sono i Burst Up, band attiva tra il 2003 e il 2008, tra le prime a proporre powerviolence, influenzato soprattutto da band come Spazz e Charles Bronson. La line up, composta da Ivan alla voce, Roberto alla chitarra, Riccardo al basso e Giovanni alla batteria, mette a segno due lavori in studio: il cdr “Pure faster armageddon” nel 2005 e in seguito l’interessantissimo split in vinile 12” con i milanesi Thrash Brigade.

Stop and go fulminei, basso distorto, drumming martellante, voci urlate che si alternano perfettamente compongono la ricetta vincente dei Burst Up. “Meg is wanted”, “Burn asshole Burn!”, “Sweet pill”, “Backstreet terror”, alcune delle migliori schegge impazzite presenti nei lavori in studio della band. Di recente la band è tornata in pista per alcuni live, come nel 2013 e nel 2019 in occasione della seconda edizione del Pazzao Fest all’ExKarcere di spalla agli olandesi volanti Vitamin X.

Proseguendo con l’hardcore più veloce e violento come non citare gli Elopram di Totò Thrasher alla voce, accompagnato da Vicio alla chitarra, Max al basso e Corro alla batteria. Autori di un solo disco (uno dei migliori a mio avviso di quegli anni), lo split del 2008 con i catanesi Scholars. Chi ascolta per la prima volta questo album può pensare che siano due le voci, i cantanti nella band; in realtà non è così poiché Totò alternava voce growl con quella scream molto urlata e sguaiata. Un mix pazzesco che unito a degli ottimi riff di chitarra rende ogni pezzo davvero coinvolgente. Delle e vere proprie bombe tracce come “Aracnofobia”, “Tatò till trash”, la mitologica “Fatica” e “Odio le tue azioni”, secondo me il loro miglior pezzo. Dalle ceneri degli Elopram nacquero poi gli ANF, tuttora in attività.

Spostandoci sull’hardcore più classico ecco i F.U.G., la band punk hardcore più longeva in città, attivi sin dal 1999. Sostanzialmente da sempre in formazione power trio: Ecumenicus alla chitarra e voce, Giugi al basso e voce e Giacomazzi alla batteria, a parte un periodo in cui si aggiunse Bizio (Semprefreski, Kali Yuga e altre band) alla voce. Il sound dei F.U.G. è molto diretto, pochi fronzoli, pochi accordi ma ben distorti, ritmi incalzanti, punk hardcore d’impatto influenzato soprattutto dalla scena americana degli anni ‘80.

La band fece uscire già un primo 7’ nel 2001, ma è in quegli anni che vengono pubblicati il primo full lenght e un secondo ep. “Can I have your skull?” del 2005 già a partire dalla copertina realizzata da Marco Failla (Balatonizer) è un disco che prende, coinvolge, fa venire di pogare a più non posso. Anthemici e ormai classici della band sono pezzi come “Stinkin’ hippies” ed “Heavy metal rules”. Molto valido anche il 7’’ successivo, uscito nel 2008 dal titolo Sumus Animalia, ancora più veloce e “ramonesiano” se vogliamo.

L’ultimo lavoro invece è successivo, lo split del 2010 in vinile 12” con un’altra band punk hc palermitana, i Soviet Nuns, nati sul finire di quegli anni, con all’interno Corrado alla voce, Roberto alla chitarra, Ivan al basso (poi sostituito da Andrea), Fulvio alla batteria, tornati qualche anno fa in una veste post punk/new wave molto interessante.

Hardcore diretto, aggressivo, ma dal sound dinamico e mai banale, a metà tra gli ultimi Turning Point e soprattutto gli Have Heart, caratterizzava i Values Intact, band straight edge nata dalle ceneri dei No way out, la prima band sxe in città, all’inizio dei duemila. La band, formata da Jovy – voce, Marco – chitarra, Giax – chitarra, Andrea – basso, Turi – batteria (che sostituirà Marco G.), nasce nel 2003 e si scioglie qualche anno dopo, nel 2008. La discografia della band è molto ricca e presenta diversi EP, sia in cd che in vinile 7’’, split con altre band e un full lenght. Il primo lavoro  in studio si intitola “Hope of freedom”: un EP pubblicato nel 2003 che mostra già un sound dal forte impatto, delle ottime capacità musicali e l’importanza dei testi, del messaggio che la band vuole lanciare pezzo dopo pezzo.

Nel 2005 è la volta del primo full lenght, “Dear hometown”, un altro dei dischi migliori di quegli anni ed uno dei vertici compositivi del gruppo. Hardcore diretto ed energico, sfuriate velocissime rafforzate da cori incisivi e dalla voce tagliente e urlata di Jovy. Negli due anni di attività della band usciranno ben tre lavori: gli split con gli Alone (in formato CD nel 2007) e con gli americani At Half-Mast (nel 2008 in vinile 7”), e un altro Ep dal titolo “Here hearts”.

Quest’ultimo è il lavoro dei Values Intact che preferisco, un 7” in cui ogni brano ha una carica prorompente, il lavoro delle chitarre è davvero ottimo e una forte intensità pervade tutto il disco. Quella stessa intensità che caratterizzava i live della band e di cui erano intrise le liriche della band, che spaziavano dall’introspezione all’approccio positivo e alle tematiche legate allo straight edge, all’antispecismo e alla liberazione animale, umana e della Terra. “We share the hearts”, “Death can wait”, “Words as knives” sono tra i brani più rappresentativi e coinvolgenti della band.

Tra i gruppi più politicizzati sicuramente i Feccia Tricolore: Nico alla voce, Vicè alla chitarra, Andrea al basso e Piparo alla batteria (si il buon Piparino lo troverete in diverse formazioni, perché la penuria di batteristi purtroppo colpisce qualsiasi scena, qualsiasi città). La band si forma nel 2002 e realizza due lavori in studio negli anni successivi e un terzo invece molto più recente, nel 2015. Il primo full lenght è del 2006, in formato cd, e anche questa volta c’è lo zampino di Zerocalcare nella copertina, tra l’altro davvero bella.

Il gruppo propone un punk hardcore venato di oi! e con alcuni parti più cadenzate con riff thrash, cori incisivi e testi in italiano in cui vengono espresse svariate tematiche, da ciò che rappresenta il potere, all’anticapitalismo, all’azione diretta contro lo Stato e i suoi apparati repressivi. “Dignità e coerenza”, “Generazione morta”, “Potere controllo catene” sono tutti grandi classici della band, cantati a squarciagola ad ogni concerto. Due anni dopo, nel 2008, invece uno split, anch’esso uscito in cd, con i sardi A fora de arrastu. Anche qui batteria potente e precisa, voce graffiante, e altrettanti pallottole in musica sparate dalla band, da “Diserta le urne” a “Ora!”. Fatto curioso: entrambe le band, prima i Feccia Tricolore, e poi gli A fora de arrastu faranno uno split con gli Affluente.

Se ci spostiamo sull’oi! non si possono poi non citare i Senza Tregua, formatisi nel 2004 e autori di un ottimo album nel 2007. La formazione era composta da Giosuè alla voce, Claudio alla chitarra, Scopetta al basso (poi sostituito da Carlo) e Marco alla batteria. Quello dei Senza Tregua era un’oi! dalle sonorità molto aggressive ed energiche, un vero e proprio oi!core nel segno di band come i Colonna Infame Skinhead. L’unico full lenght, dal titolo omonimo e dal sound infuocato, come ben dimostrano diverse tracks quali “Fuoco alle galere”, “FN in fiamme”, “Fiamme al tricolore”, mostra tutte le caratteristiche della band: voce ruvida e gutturale, ottimi riff di chitarra, basso pulsante e batteria potente e precisa.

Tra lo street punk e l’hardcore vi erano poi gli Stesso Sporco Sangue di Claudio dei Senza Tregua, con Scopetta basso e voce, Peppe alla batteria. La line up della band vide diversi cambiamenti come l’ingresso di Simone alla voce, Alessio al basso, Matteo alla batteria, Leonardo alla seconda chitarra. E poi ancora altre sostituzioni, con l’ingresso di Maurilio alle quattro corde e Giorgio alle pelli. La band, formatasi nel 2005, pubblicò l’anno successivo l’EP “Destini Segnati”, mentre i lavori successivi sono più recenti e virano verso sonorità più vicine al crossover thrash.