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Intervista a Damiano Costantini

Chiacchierata con Damiano Costantini di Nutty Print, Timebomb Records, Bomber 80

Attivo da anni nella scena skin e punk, Damiano Costantini ha suonato e fatto parte di tantissime realtà e progetti. Per fare qualche esempio, è stato chitarrista in Colonna Infame, Payback, Dead End Street, Strength Approach. Parlando dei progetti attuali, ora suona la chitarra coi fiorentini Bomber 80 e si occupa di Nutty Print, serigrafia DIY con tanto di negozio online, e dell’etichetta Timebomb Records. Insomma, un vero e proprio pilastro della scena!

Radio Punk: Ciao Damiano e grazie di essere qui. Raccontaci un po’, quando sei entrato in contatto col mondo del punk hardcore, dell’oi! e del DIY. Come ti sei “inserito” inizialmente nella scena?

Damiano: allora, diciamo che tutto è cominciato in prima media (1990). Il cugino più grande del mio compagno di banco ascoltava molto heavy metal e cominciò a passarci le prime cassettine. Metallica, Iron Maiden, Black Sabbath, i classici insomma. Da lì in poi cominciai ad appassionarmi non solo all’aspetto musicale ma anche a tutto l’immaginario che gli ruotava intorno. Cominciai a comprare in edicola riviste di settore come H/M, Metal Shock e molte altre. Mi facevo mettere da parte le poche copie che arrivavano in edicola e le divoravo, andandomi a leggere qualsiasi cosa, articoli, recensioni, interviste, live report… Per anni ho continuato a seguire la scena metal senza però andare ai live, vista la giovane età.
Cominciai a frequentare  i negozi di dischi vicino casa, assieme a pochissimi amici strani come me, in cerca di cd usati da poter comprare per poche lire oppure da affittare per poterli poi riversare in cassetta. In quel periodo ascoltavamo un po’ di tutto, dai Motorhead agli Entombed, passando per Skid Row e Sex Pistols. Insomma, tutto quello che consideravamo estremo e diverso ci piaceva e ci attirava.
Arrivato al liceo entrai in contatto con una realtà ancora più affascinante, fatta di occupazioni, centri sociali, manifestazioni e tanta musica. La ricerca appunto di una musica più impegnata e ricca di contenuti mi fece avvicinare al punk hardcore. E da quel momento cambiò veramente tutto. Cominciai a frequentare assiduamente i tanti centri sociali di Roma, (tra tutti con particolare affetto ricordo Torre Maura, L’hai visto quinto ed il Forte Prenestino), conobbi tante realtà attivissime nell’organizzazione di concerti e nel circuito delle autoproduzioni. Il sabato pomeriggio, con gli amici di sempre, andavamo in giro per negozi di dischi, come Disfunzioni Musicali o la Banda Bonnot, successivamente Hellnation del mitico Roberto Gagliardi, secondo padre e figura chiave nella mia crescita personale.
In quegli anni fondammo i Terminale Zero, influenzati da band storiche come Impact, Negazione, Wretched… Durammo poco, il tempo di due o tre live, poi entrai a suonare la chitarra con i Bierkampf, gruppo Oi! Col quale ho militato per un bel po’, cominciando anche a scrivere molte canzoni. Nel frattempo avevo mollato scuola, a casa non c’ero mai, mi appoggiavo un po’ qua e un po’ là e sbarcavo il lunario facendo lavoretti saltuari di manovalanza o traslochi. In quel periodo i Colonna Infame stavano cercando chitarra e basso per ritirare su la band dopo la dipartita dei gemelli. Visto che uscivo spesso con Mauro, batterista e fraterno amico, mi proposi e da li a breve cominciammo a provare.
Quando conobbi Paolo Petralia mi si aprì un altro mondo. Paolo aveva una cultura musicale enorme, la sua etichetta SOA Records era attiva già da tanto e rimasi folgorato ancora di più dal mondo delle autoproduzioni e del DIY. Coi Colonna cominciai a girare l’Italia per concerti, cosa che mi diede l’opportunità di stringere amicizie che durano ancora oggi. Fu un periodo incredibile. Dopo un 7” split con gli amici DUAP di Roma provammo a scrivere qualcosa di nuovo, ma ci incartammo e perdemmo la voglia di progredire, così decidemmo di lasciar perdere. Da lì a poco entrai a suonare con gli Strength Approach. Con loro cominciò un altro bellissimo periodo, fatto di lunghi tour in giro per l’Europa, cosa che mi diede l’opportunità di visitare tanti paesi e conoscere una marea di ragazzi e ragazze che come noi si dedicavano con passione al punk/hc. Dopo un po’ dovetti lasciare la band. Le mie esigenze lavorative diventavano sempre più pressanti e non potevo permettermi prolungate assenze. Era già da un po’ che avevo in mente di formare un gruppo HC in stile Agnostic Front / Cro Mags e approfittai del momento di inattività per tirare su i Payback. Chiamai solo amici stretti, quelli coi quali già uscivo tutti i giorni, per capirci. In 13 anni di attività abbiamo fatto uscire 4 dischi e una raccolta, abbiamo girato tutta l’Italia e gran parte dell’Europa. Ci siamo divertiti come dei cretini e quando ci siamo resi conto che la sacra fiamma del punk hardcore si stava affievolendo abbiamo deciso di smettere. Da dieci anni ormai vivo in Toscana e qui ho avuto modo di mettere in piedi il progetto Nutty Print, una serigrafia artigianale che potesse essere di riferimento per le band del circuito punk hc. Susseguentemente è nato il Nutty Store, un sito dove si possono trovare t-shirt, libri, dischi e dove le band hanno a disposizione uno spazio per potersi far conoscere e vendere il loro merchandise. Anche musicalmente non mi sono fermato: prima ho dato vita ai Dead End Street, band streetpunk, con all’attivo tre 7” e successivamente entrando a far parte dei Bomber 80 di Firenze, band nella quale ancora milito.
Ci sarebbe tanto da dire, non ho parlato di Downtown, negozio di dischi che provai ad aprire con la liquidazione di un lavoro a tempo indeterminato e che durò meno di due anni. Non ho parlato delle tante esperienze lavorative che ho avuto a Roma nel campo musicale, dal Traffic all’Init, senza contare la fondamentale collaborazione con Kick Agency.  La SFL con la quale abbiamo organizzato negli anni tantissimi eventi….insomma, tanta roba. 

Radio Punk: Ormai sono anni che ti dai da fare in un modo o nell’altro e hai girato un po’ dappertutto. Che differenze ci sono ora, rispetto a quando hai cominciato? E quali sono le città che più ti hanno colpito in Italia o all’estero? Ce n’è una di cui invidi qualcosa?

Damiano: rispetto a 25 anni fa sono cambiate molte cose, ad esempio prima quando si andava a suonare fuori avevamo il furgone pieno di mappe e guide cartacee, oggi col gps vai d’appertutto senza fatica. Lo stesso vale per la comunicazione, dalle lettere e le telefonate da casa alle mail, whatsapp ed i social…tutto è più veloce e semplice, la tecnologia come si suol dire ha ridotto le distanze ed i tempi. Questa è sicuramente una cosa positiva, ma può anche essere un’arma a doppio taglio. Il passaggio dal contatto fisico e visivo con un vinile al click su una cartella rischia di sminuire e ridurre alla semplice fruizione fine a se stessa tutto il lavoro, la passione e l’urgenza tipica del punk. Il messaggio che viene veicolato dalla musica passa in secondo piano e rischiamo anche noi di assuefarci a questa logica che sminuisce il messaggio controculturale ed alternativo alla massa che è proprio della nostra musica.
Riguardo le varie realtà in giro per il mondo, credo che ogni città, ogni paese ed ogni provincia ha una sua storia, modellata col tempo nel conflitto tra la tradizione popolare e le urgenze di cambiamento delle sottoculture e dei movimenti giovanili. Ho sempre cercato di rispettare ogni scena locale con la quale venivo a contatto ed imparare dalle esperienze altrui. Nascere e crescere in una grande città come Roma, così piena di attrattive e spazi di socialità, dà a molti la falsa convinzione che il mondo finisca fuori il raccordo anulare. Mi ritengo molto fortunato ad essere cresciuto in un ambiente così ricco di persone valide e capaci e non mi sento di invidiare nessuna scena in particolare perchè, in un modo o nell’altro, mi sento parte integrante di ognuna di esse.

Radio Punk: Tempo fa leggevamo di situazioni e rimborsi spesa per le band grotteschi e ridicoli, tanto che c’era chi aveva buttato l’idea di raccoglierle in un libro! Qual è la situazione più assurda in cui ti sei trovato e quale invece la migliore?

Damiano: quando sei in giro a suonare ti può capitare di tutto. Personalmente ne ricordo molte di situazioni allucinanti, come quella volta che vedemmo l’organizzatore della serata portato via in manette dalla polizia, oppure quando un altro organizzatore si presentò dicendo “Benvenuti, vi dico subito che stasera non verrà nessuno perchè in città mi odiano tutti” ed infatti suonammo davanti al barista… Ma quello che ricordo con maggiore affetto è sicuramente un live in Germania in un locale che non menzionerò, quando a fine serata il proprietario passò per i tavoli col cappello a raccogliere spicci per poi rovesciarceli davanti agli occhi con lo sguardo più candido di questo mondo… Per concludere ci offrì anche un liquore all’aglio che ci provocò non pochi problemi nel proseguo del tour. 

Radio Punk: Hai suonato in band che hanno lasciato il segno in moltissimi kids. C’è ancora qualche sfizio che vorresti toglierti, qualche sogno nel cassetto? Cosa ascolti solitamente, solo punk e sottogeneri oppure ascolti anche altro? 

Damiano: no, sinceramente mi ritengo fortunato per tutto quello che ho auto modo di fare in questi anni, mi tengo stretti tutti i miei ricordi e ne vado fiero. Cerco di essere aggiornato sulle nuove produzioni, punk Oi! e hardcore, ascolto sempre con immenso piacere i grandi classici, ma allo stesso tempo anche tanta altra roba, metal, new wave, blues… Dipende dalla giornata.

Radio Punk: Con Timebomb Records sono uscite delle cose fichissime ultimamente, ad esempio i Dromspell, che abbiamo anche citato nei dischi del 2020, e la compilation tributo ai Nabat. Ti va di parlarci di questa e delle prossime cose che hai in cantiere sia con Timebomb che con Nutty Print? 

Damiano: Timebomb Records è un progetto nato parallelamente a Nutty Print / Nutty Store. Mi è sempre piaciuto fare uscire dischi di altre band e con Timebomb ho provato e sto provando a fare una cosa un po’ più seria. Inizialmente ho contribuito alle coproduzioni di dischi come “Qui ed ora” dei NOFU e “Goin’ Mental” dei Rake Off. Poi con Robertò abbiamo fatto uscire la ristampa del demo dei DUAP, al quale sono da sempre molto affezionato. Successivamente ho fatto “La morte chiama” degli IENA di Firenze assieme a Paolo Petralia/SOA RECORDS. Poi è stato il turno dei Maleducazione Alcolica con “Chiacchiere da bar”, del nuovo 7″ dei Sempre Peggio “Anni Buttati” e di “Barbarie Futura” dei Dromspell. Ora è uscito il tributo ai Nabat, un lavoro che ha richiesto parecchio tempo e molto impegno. Mettere assieme dieci band da tutto il mondo non è stato facile, ma ad oggi posso dire che sono veramente felicissimo. Ho conosciuto tantissime persone fantastiche, tutte le band si sono impegnate molto per contribuire alla riuscita del disco e vi posso assicurare che in questo periodo non è stata una cosa semplice neanche per loro. Però il risultato è eccezionale, ne vado fiero.
Penso sia la prima volta che tanti gruppi stranieri partecipino ad un tributo per un gruppo punk italiano.

Radio Punk: Com’è lavorare / vivere con il DIY e quali consigli daresti a chi decide di lanciarsi nell’avventura di aprire un’etichetta, distro, negozio, serigrafia? 

Damiano: diciamo che la serigrafia mi dà la possibilità di monetizzare e di realizzare tutti i progetti che gli gravitano intorno. Lavoro con tante realtà diverse, palestre, locali, cooperative… Anche se l’osso duro rimangono sempre le band. DIY può voler dire molte cose. Per quanto mi riguarda è l’insegnamento più bello che mi ha lasciato il punk, la capacità di realizzare ciò di cui hai bisogno, contando solo sulle tue forze ed il tuo ingegno. Ora che tutto è fermo, che non ci sono più concerti ed i posti sono chiusi, le cose lavorativamente parlando non vanno così bene. Però ogni giorno cerco di inventarmi qualcosa, cerco di non stare mai con le mani in mano e spero che si possa tornare presto ad una situazione di “normalità”, se possiamo dire così, non solo per me, ma per tutte le persone che in questo lungo periodo hanno sofferto.
Non credo di poter dare grossi consigli, se non quelli classici e scontati: siate curiosi, date il massimo per quello in cui credete e non mollate. 

Radio Punk: Fai praticamente di tutto: suoni, fai serigrafia, ti occupi del negozio, produci musica… Non so dove trovi il tempo, sei a dir poco ammirevole. Hai qualche altro hobby o passione? E invece, c’è qualcosa che se avessi più tempo vorresti fare o imparare?

Damiano: vabbè, continuo a collezionare dischi, cerco di leggere molto, pratico kick boxing a livello amatoriale, ogni tanto gioco a calcetto ed in questo periodo di continui lockdown, approfittando delle bellissime campagne e colline della zona in cui abito, con mia moglie abbiamo preso l’abitudine di fare lunghe escursioni a piedi. E poi c’è la mia piccola Livia, mia figlia che mi ricarica le batterie col suo sorriso e alla quale cerco di dedicarmi al meglio che posso.

Radio Punk: Che ne pensi dei social e della musica in streaming? Possono aiutare o stanno per lo più causando danni? Si stava meglio una volta o pensi siano solo frasi fatte?

Damiano: come dicevo prima la tecnologia ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere. Io non sono mai stato un appassionato di musica in streaming, penso sia utile poter trovare informazioni su un determinato disco in tempi veloci ed addirittura ascoltarlo in anteprima, però poi ho bisogno di averlo materialmente, altrimenti non mi lascia niente.
Credo che sia importante dare un valore alle cose, oggi più che mai. Quindi credo sia fondamentale supportare le band e le realtà DIY acquistando le loro produzioni. I negozi che promuovono musica indipendente vanno aiutati, perchè diffondono controcultura. Credo che ancora oggi siano queste le basi di tutto. Però è un parere personale, sia chiaro.

Radio Punk: …E invece riguardo webzine e fanzine: la gente legge sempre di meno, è poco curiosa e stanno invece nascendo piano piano sempre più contenuti video o podcast anche nella nostra scena. Pensi scompariranno presto i vari siti, fanzine e si muoverà tutto in questa direzione o esisteranno sempre questo tipo di contenuti scritti? E cosa ne pensi in generale di questo tipi di progetto (sia scritti che audio o video)?

Damiano: ho sempre amato le fanzine prima e le webzine poi, tanto che ancora oggi penso di essere uno dei pochi che collabora a stretto giro con queste ultime per la promozione delle nuove uscite discografiche. Ritengo fondamentale la lettura in genere, reputo i libri “oggetti sacri” alla pari dei vinili. Spero ci siano sempre persone che, proprio come fate voi, sentano la necessità di comunicare contenuti, approfondendo tematiche importanti che possono partire dall’ascolto di un disco per poi svilupparsi in temi sociali. Altri supporti, che siano audio o video, possono implementare, ma, a mio parere, non sostituire. 

Radio Punk: Siamo alla fine, ti ringraziamo ancora una volta e ti vorremmo chiedere uno sguardo al futuro. Questa pandemia, la repressione, gli sgomberi degli spazi sociali e tutta una serie di problemi economici e sociali stanno mettendo a dura prova il mondo del punk e del DIY. Come ci si può risollevare? 

Damiano: sinceramente non so cosa aspettarmi. Questo lungo periodo mi ha dato la possibilità di riflettere su tanti aspetti e credo lo stesso abbiano fatto tante altre persone. Ne usciremo cambiati, questo è sicuro. Spero solo non troppo in peggio. Economicamente il nostro paese non navigava in buone acque già da prima, la pandemia ci ha solo dato una spintarella verso il baratro. Le lacune nella sanità, nelle infrastrutture e nei servizi di base c’erano già, oggi sono solo più marcate. Mi auguro sempre che quanti di noi siano dotati di maggiore sensibilità possano fare tesoro anche dei periodi più bui, dei momenti di grande sofferenza.  Siamo una minoranza che da sempre auspica un cambiamento, una “rivoluzione”. Credo che oggi dovremmo cercare di capire il momento storico in cui viviamo, analizzarlo grazie alle nostre esperienze per poi però cercare una soluzione nuova, il più possibile libera da frasi fatte e motti vecchi di cent’anni. Se ognuno si barrica dietro le proprie convinzioni, ci saranno tanti circolini di dieci, venti persone, che si parlano addosso e si dicono quanto sono bravi, mentre il mondo continuerà a girare per il verso sbagliato.

Foto Credit: Alessandra Spaulding

I preferiti di Damiano:

Abbiamo deciso di inserire i preferiti di ogni intervistato alla fine dell’intervista. Allo scopo di conoscere qualcosa di nuovo e farsi un’idea sui gusti del nostro ospite che potrebbe stupirvi. Ci sarà spazio per album, film, libri e progetti intesi come ‘zine, programmi radio, progetti d’artigianato, collettivi, altre etichette e altro ancora. Questi i preferiti di Damiano!

Album: Cro Mags – The Age Of Quarrel
Film:: C’era una volta in America di Sergio Leone
Libro: Il pendolo di Foucault di Umberto Eco
Progetto: SOA RECORDS di Paolo Petralia. HELLNATION di Roberto Gagliardi

Reminder

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