“Un rifugio oltre confine, colpito nel sonno. È stato abbattuto il Molino di Lugano.”
Il Molino di Lugano è stato sgomberato: due parole sulla vicenda e su quello che rappresenta
Soltanto pochi giorni fa, non troppo distante dalle spaventevoli dogane poste sulla linea di terra che separa l’Italia dalla Svizzera, a Lugano, è stato circondato ed abbattuto in piena notte il CSOA Molino.
Quel rifugio oltre confine che storicamente accoglieva e creava legami con noi vicini di casa, è stato brutalmente colpito nel sonno.
Non troppo velocemente la notizia si è sparsa in giro al di là del circondario. Durante il pomeriggio di sabato 29 Maggio un corteo cittadino ed una serie di eventi sparsi tra le piazze di Lugano, città-vetrina del Canton Ticino, facevano fortemente risuonare la voce di quella storica autogestione, simbolo di una parte ampia della Svizzera che a fatica nel tempo è riuscita ad espandersi dal basso.
Il Molino c’era riuscito.
Negli anni qualsiasi band delle nostre scene da nord a sud dello stivale è sempre riuscita a raggiungere i contatti dei ragazzi di quel posto per poter organizzare almeno una data dei propri rocamboleschi tour in giro per l’Europa o soltanto dell’ Italia. Era quel concerto fuori porta che piaceva un po’ a tutti.
Era un punto di riferimento. Era un luogo d’aggregazione valido dove qualsiasi rigida barriera e logica intransigente, spesso caratteristica di quei territori d’oltralpe veniva abbattuta e scavalcata, dando spazio a visioni ampie, libere, antirazziste, antifasciste, artistiche e musicali.
Nella serata di quel sabato lo stesso gruppo di manifestanti, tra i quali vi erano vecchi e nuovi occupanti ed autonomi dello spazio libero Molino, sono stati bloccati non lontano da lì durante un atto dimostrativo svolto all’interno di un altro edificio abbandonato.
Nel mentre, il municipio di Lugano ed il corpo di polizia appoggiato da squadre di altri cantoni ha lanciato in piena notte camion, ruspe, operai e furgoni in direzione dell’ex macello per procedere senza alcun avviso o controllo preventivo al totale abbattimento dell’edificio.
Avendo vissuto questi ultimi due anni e un po’ in città lì a Lugano, ed avendo negli anni conosciuto il Molino, anche da vicino direi per questioni personali, ho davvero sentito molto questa faccenda. Nella notte ho personalmente ricevuto un msg da un compagno alle 02:33 che diceva: ‘Turi, lo stanno demolendo :(‘.
E’ un disastro. Una biblioteca, due sale concerti, un cinema, un bar, una cucina, una palestra, un cortile. Tutto è stato tirato giù sotto macerie e mattoni senza nessun metodo.
Siamo soliti, noi del punk, dell’hardcore, vivere sgomberi degli spazi occupati, liberati, autogestiti, attraverso dinamiche assurde ma solitamente allungate a livello periodico: avvisi, proteste, pressioni sul posto, ragazzi sui tetti, mattoni, finestre Murate, difesa e contro attacco, ma quasi mai se non mai così velocemente abbiamo assistito all’abbattimento di una realtà come questa.
Il Molino non c’è più. Il Molino aveva un potere: quello dell’alternativa. Dell’unione. Era uno spiraglio. Un luogo di cultura. Un luogo d’altronde anche rumoroso.
Magari scarico perché sprovvisto di ricambio generazionale purtroppo, ma di sicuro vivo.
Negli ultimi due giorni sono saltate fuori le vere dinamiche della faccenda ed il Municipio come il sindaco leghista di Lugano sono adesso sotto attacco con una serie di fari accesi da diverse direzioni addosso. L’ordine di abbattimento giungeva perché organizzato in precedenza al contrario di come detto durante la notte dove si cercava di tirar fuori una spiegazione fin troppo fragile: “abbiamo agito perché gli animi si stavano scaldando ed è stato attaccato un altro edificio” – così era stata chiusa la nottata -.
Massimo supporto ai ragazzi del Molino adesso, alla popolazione ticinese che per fortuna ha risposto bene, accogliendo i compagni stranita e sconfortata dall’atto e dall’accaduto.
Sabato scorso è stato in strada un altro corteo. Centinaia di persone hanno colorato e calpestato le strade di Lugano per supportare l’autogestione in risposta alle azioni del Municipio. Una piccola vittoria.
Adesso rimane solo una profonda amarezza e tanta tristezza. Ma mai perdere la forza.
Articolo a cura di xturix
Come radio punk, esprimiamo totale solidarietà ai compagni e le compagne del Molino di Lugano.

foto del Mulino abbattuto dalle ruspe
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