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Intervista a Gli Ultimi

Chiacchierata con gli ultimi, band street punk romana che ha appena pubblicato il nuovo album “Sine Metu”.

Attiva dal 2008, la band street punk romana ha all’attivo diverse uscite e moltissimi live alle spalle. Da pochissimo, il 9 ottobre per la precisione, è uscito “Sine Metu”, il loro ultimo album, pubblicato in LP e CD per Hellnation e Time To Kill Records. Carne al fuoco ce n’è tanta, via con l’intervista!

Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti su sta cosa che si chiama Radio Punk ma una radio non è! Ho ascoltato in loop il nuovo “Sine Metu” e prima ancora ho riascoltato tutto tutto tutto quello che avete fatto. Raccontateci un po’, dal vostro punto di vista, cos’ha “Sine Metu” in più o in meno rispetto ai vostri lavori precedenti, come nasce e in che contesto questo lavoro? In sintesi, uno/una passa su internet e scopre che è uscito “Sine Metu”. Che gli dite, perchè dovrebbe ascoltarlo, parlategli con il cuore in mano, raccontategli cosa è “Sine Metu” e cosa rappresenta per voi…

Gli Ultimi: Ciao a voi e grazie per averci dedicato questo spazio. Ogni opera ha una storia a se stante, nasce e cresce in un determinato contesto e da determinati spaccati di vita che viviamo in quel preciso periodo. “Sine Metu” come facilmente si può immaginare dalla copertina con la fenice che risorge dalle fiamme non lascia spazio all’immaginazione; è un disco di “rinascita” dopo un lungo periodo lontano dai palchi e dalla sala prove. La nuova formazione e la ritrovata voglia di dire la nostra, a modo nostro, hanno dato vita a queste 12 tracce che, in modo del tutto naturale, ci siamo trovati a scrivere secondo quelle sonorità più ruvide da cui tutti nasciamo.

Radio Punk: Rimanendo un po’ in ambito musicale/biografico, cosa pensate sia cambiato rispetto a quando avete iniziato? Cosa direste al voi ragazzini degli inizi e che consigliereste invece ai/alle giovani punx/skins che si approcciano in questi tempi?

Gli Ultimi: Giusto pochi giorni fa ci siamo chiesti quale fosse stato il primo disco ascoltato, a volte anche per caso, che ci ha avvicinati al punk, prima come musica, poi come sottocultura per poi aprire la vista a tutto ciò che gira intorno a questo mondo. Crescendo ognuno di noi ha poi sviluppato i propri gusti ma esiste sempre un fil rouge che accomuna la musica che esce dalle nostre casse. Oggi come oggi rimane forse più difficile far arrivare alle orecchie dei più giovani una musica che non sia mainstream ma in questo noi cerchiamo di fare il nostro. Guardando indietro nel tempo non possiamo che essere felici del percorso che abbiamo fatto e non vorremmo mai cambiare le nostre esperienze con nulla al mondo. Ai noi stessi seduti sul muretto sarebbe solo da dire “bravi, farete un buon lavoro!”. Non ci consideriamo dei modelli o dei maestri di vita e alle nuove generazioni potremmo solo consigliare di seguire i loro istinti e “Sine metu”, senza paura, lottare per le proprie idee.

Radio Punk: si chiede spesso alle band di parlare del lato musicale e artistico, però vorremmo saperne di più anche sulle persone che animano Gli Ultimi. Chi siete, che fate, (dove andate, un fiorino!)

Gli Ultimi: Siamo 4 “ragazzetti” che girano insieme da sempre, da prima di “Street Punk” e che ancora oggi hanno la voglia di gridare nei microfoni contro tutto quello che non ci piace e di raccontare le nostre storie. Fuori dalla sala siamo 4 amici che condividono un po’ di tutto oltre la musica, dalla tavola ai motori, dal whisky all’inchiostro sotto pelle, insomma ci piace passare il tempo libero insieme. Nella quotidianità ognuno di noi combatte con il proprio lavoro ma sempre con la consapevolezza che questa grande famiglia allargata sta lì, sempre e comunque.

Radio Punk: in “Sine Metu” mi sono piaciuti oltre alla musica molto i testi, che sono rimasti secondo me all’altezza dei precedenti lavori. Si parla di diritti, di storie, di politica, di strada e quartiere e lo fate con una genuinità e una scelta delle parole che ti entrano in testa, le puoi cantare e risultano chiare e dirette ma per nulla banali. Scrivere i testi è la parte più difficile nella stesura di un disco o per voi è piuttosto naturale? Qual è la parte più complicata quando fate uscire un disco? 

Gli ultimi: La scrittura dei testi per noi è una parte importantissima. È una fase meticolosa ma tutto sommato è un processo personale che viene sempre naturale perché è una roba che c’hai dentro e in qualche modo devi buttarla fuori. La cosa veramente tosta nel tirare fuori un disco è tutta la parte di arrangiamento in sala prove, registrazione e poi di mix che, sommando queste fasi, può durare anni. Questo è un processo collettivo in cui bisogna far confluire le idee, magari diverse, in una sintesi che convinca tutta la band, prendendo tante piccole decisioni concertate. È un lavoro di continuo scambio e mediazione ed è li che viene fuori l’affiatamento di un gruppo e la volontà di avere un progetto condiviso che vada oltre la visione del singolo.

Radio Punk: Domanda a bruciapelo: che responso avete avuto da amici/parenti/conoscenti/’zines/ecc? Ci sono state critiche positive o negative che vi hanno colpito o si sono limitati tutti a un paraculissimo “bella regà”? 

Gli Ultimi: I nostri compari del collettivo Plakkaggio non ci perdoneranno mai il pezzo ska!
Per il resto ci ha fatto molto piacere sentire che molti hanno accostato “Sine Metu” a “Storie da un posto qualunque”, che è un disco a cui di solito chi ci segue da un po’ è molto legato.

Radio Punk: Parlando un po’ di politica e DIY, che ruolo hanno nel vostro progetto? Quale futuro vedete per spazi sociali, circuito autoproduzioni e scena punk?

Gli Ultimi: Come individui e band siamo cresciuti con una mentalità improntata al DIY.
Dai nostri primi passi al Muerto Studio autogestito di Manziana ai primi dischi con Gli Ultimi, ma anche con le altre band in cui abbiamo militato, il nostro approccio è sempre stato di fare le cose bene, senza mai abbassare l’asticella avendo la scusa che sei da solo a fare quello che stai facendo. Questo approccio nel nostro circuito in alcuni casi è venuto a mancare e certe volte abbiamo visto alcune band, coproduttori, fanzine, affrontare il DIY con un livello di impegno minimo, perché “più di tanto, dove voi andà!” Per fortuna però ci sono un sacco di eccezioni che dimostrano il contrario. Voi di Radio Punk ne siete un esempio come, restando in tema di ‘zine, poteva essere anni fa “Lamette” per dirne una, che nella sua versione cartacea aveva una estrema cura del dettaglio.

Radio Punk: Troppo buoni, grazie di cuore del complimento! Tornando a noi… i due singoli “Tutto Sbagliato” e “Favole” sono una bomba a mio avviso. Il video di “Favole” è stato realizzato da Zerocalcare e in altre vostre interviste se n’è parlato ampiamente e ne ha parlato lo stesso Michele. Vorremmo farvi una domanda diversa perciò, ovvero se c’è qualcosa che vi ha “insegnato” o che vi ha lasciato Zerocalcare e che avete fatto vostro e se viceversa pensate di aver dato qualcosa, umanamente o artisticamente voi a lui. In soldoni, cosa pensate abbia lasciato ad entrambi questa collaborazione?

Gli Ultimi: Finalmente una domanda diversa riguarda il rapporto con Zercocalcare! A parte tutto è stato sicuramente edificante per tutti, abbiamo imparato la gestazione di un qualcosa che non sia prettamente musicale, la genesi le tempistiche e le problematiche. Ogni volta che ci siamo confrontati con Michele le idee su come realizzare il video sono sempre state comuni quindi condivise in maniera molto naturale. E’ stato un po’ come parlare la stessa lingua ma con mezzi diversi. Lui disegnando, noi con la musica.

Radio Punk: Raccontateci un po’, com’è ora e com’era una volta la scena romana? C’è una scena in Italia o all’estero che ammirate? 

Gli Ultimi:  La parola “scena” vuol dire tutto e niente ultimamente. Ognuno la vede e la vive in maniera così personale che racchiuderla e standardizzarla sarebbe in ogni caso riduttivo, e questo è un bene. Noi ancor prima di frequentare Roma veniamo dalla provincia dove le dinamiche sono state comunque in scala ridotta. Penso che Roma in ambito punk stia vivendo un momento di cambiamento, di riciclo generazionale che fino a non molto tempo fa sembrava fermo. Oltre a questo c’è il consolidamento di molti gruppi che ridendo e scherzando sono in giro da più di qualche anno ed altri che si formano continuamente. Per quanto riguarda l’estero per quello che ci arriva non vivendo personalmente certe situazioni, possiamo dire che la Spagna e la Germania sono ad ora un passo avanti.

Radio Punk: una curiosità, all’estero avete del seguito? Vi interessa averne? Avete in previsione tour in giro per il mondo? O siete, come direbbe il mitico Robertò, dei “localisti”? 

Gli Ultimi: Ci è capitato in passato di fare un giro in Francia per 3 date con i Gas Attack. Memorabile. Ad ora in programma non c’è nulla all’estero ma ogni tanto nei nostri discorsi ritorna la faccenda, non lo escludiamo affatto.

RadioPunk: Pensate sia stata intensificata la repressione verso le nostre situazioni, che siano concerti negli squat, taz o concerti in situazioni più legali? In diverse occasioni dalla pandemia in poi la macchina repressiva ha cercato di impedire o ha vergognosamente multato concerti ed eventi legali e tutto. Che si può fare?

Gli Ultimi: Non crediamo che la repressione si sia intensificata negli ultimi anni, o meglio crediamo che oggi stia raccogliendo i “frutti”  di almeno vent’anni di lavoro. la pandemia per la macchina repressiva è un ottimo terreno di sperimentazione sociale, poiché la maggioranza della popolazione si sta abituando a vivere nella noia, nella solitudine, nel terrore di ammalarsi e morire. L’unica cosa che possiamo fare noi è resistere. Non rassegnarsi al fatto che è “normale” che non ci siano più concerti, iniziative e manifestazioni. Se ci abituiamo alla quotidianità che abbiamo vissuto negli ultimi due anni, è finita!

Radio Punk: Facciamoci due risate va, raccontateci l’aneddoto più bello e quello più grottesco in cui siete incappati nei vari live a cui avete suonato. Spesso su questa domanda escono storie di rimborsi spese allucinanti e prima o poi siamo certi verrà scritto un libro…

Gli Ultimi: Il tour coi Gas Attack nel 2015 ha racchiuso quanto di più orribile possono fare 9 disadattati dentro un furgone, in giro per diverse città e dentro i vari spazi in cui abbiamo suonato allora. Preferiamo raccontarvele di persona certe cose, se proprio ci tenete a saperle, altrimenti rischiamo di essere radiati dall’albo dei punk hardcorers! 

Radio Punk: Chiudiamo l’intervista in maniera diversa dal solito, vi chiediamo se c’è o ci sono cose comuni che vi appassionano, che so, un disco, una band, un libro, un film, un cibo e su cosa invece bisticciate (con amore)… Intanto vi ringraziamo e ci vediamo presto – speriamo – ad un concerto a cantare!

Gli Ultimi: Ci piace stare assieme a bere, farci delle belle mangiate e raccontare cazzate. Quando discutiamo ci chiariamo perché ormai siamo grandicelli e le questioni di principio le abbiamo sistemate o le sistemiamo al volo nel caso ce ne fosse bisogno. Grazie a voi per l’intervista. A presto!

PS: Avremmo voluto fare diverse domande su copertina, su Robertò e sull’etichetta che a sto giro non è più solo Hellnation ma è Hellnation + Time To Kill e su cosa ascolti quando non ascolti punk, ma la webzine The New Noise ci ha preceduti alla grande e vi rimandiamo a questa splendida intervista a cura del mitico Michele Giorgi

Se ti sei perso il disco, puoi ascoltarlo qui sotto. Ti consigliamo vivamente di prendere il formato fisico per supportare la band, le etichette coinvolte o la tua distro di fiducia/quartiere!

Credit foto: Enrico Zanza – “ZanzaRude”

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