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Intervista ai Plakkaggio

Chiacchierata con i Plakkaggio, band di Colleferro che ha da poco pubblicato l’album “Verso La Vetta”

Hellnation e Time to Kill hanno da pochissimo sfornato in vinile e CD il nuovo attesissimo album “Verso la vetta” dei Plakkaggio, band dedita ad una miscela esplosiva di punk, oi, metal, hardcore e al culto estremo di montagna, Sarcofago e Venom. Vediamo che ha da dirci la ormai già leggendaria band di Colleferro!

Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti! Più che una band ormai siete un collettivo, raccontateci un po’ la storia di questo collettivo, in che contesto, tempi e luoghi, vi formate e come vi evolvete fino ai nostri giorni.

Plakkaggio: Ciao a tutti e intanto vi ringraziamo per l’intervista!
La nostra storia è come quella di tanti altri…Come Plakkaggio HC abbiamo iniziato a fare le prime prove nella Primavera del 2004, in una saletta sperduta nei boschi come la tradizione Black Metal Oi! insegna e abbiamo deciso di suonare come trio, ispirati da alcuni dei nostri gruppi preferiti come Venom e Sodom. Siamo rimasti in tre per circa 10 anni, escluso un periodo iniziale dove ha suonato con noi anche il nostro amico Lord Uras alla seconda chitarra, registrando insieme il nostro unico Demo-CDr “Liar” uscito nell’ottobre 2004.
Il vero “concetto” di Collettivo è collocabile nel tempo a circa 5 anni fa, perché per noi sono cambiate alcune cose fondamentali, come il trasferimento di Chris in pianta stabile a Milano, il quale ha avuto anche un grande erede (Agosto 2022) di nome Alexander The Great, in onore alla canzone degli Iron Maiden. Tutto questo ha ovviamente portato delle difficoltà logistiche, ma fortunatamente ci ha aiutato un altro nostro amico, il quale gestisce la saletta dove proviamo attualmente, per cui è venuto tutto in maniera abbastanza fluida e semplice; dove non riesce a suonare Chris suona Francesco e viceversa; invece, dove riescono lo fanno entrambi alternandosi al basso. Tradotto è come avere due bassisti in formazione! Già che c’eravamo e dato che il nostro nuovo album “Verso La Vetta” è rigonfio di armonizzazioni, assoli e doppie chitarre “metalliche”, alla seconda chitarra Infernale abbiamo preso anche Valerio, facente già parte della formazione dei 666. Lo sappiamo che sembra un gran caos, ma in questa maniera possiamo suonare in power-trio come facevano i Venom, in quattro come i Metallica, in cinque come i Death Angel, o anche in sei come gli Iron Maiden di oggi. Per completezza aggiungiamo anche che al doppio pedale c’è Valerio che ha preso il posto di Alessandro (Lord Ceciroth) dal 7” CDG in poi. In ogni caso l’importante è suonare! Questo è il nostro Collettivo e chiunque ruoti intorno a questo “discorso” è in primis un amico, perché i rapporti umani vengono prima di qualsiasi altra cosa.

Radio Punk: l’album nuovo, visto dal vivo a Bologna, è già nel cuore dei kids ed è stato accolto alla grande. C’è un motivo per cui ci avete messo 7 anni a regalarci un nuovo disco mannaggiavvoi? Scherzi a parte, mi piace molto la naturale linea evolutiva dei vostri dischi, è come se creassero una sorta di percorso. Ci spiegate un po’ il concept di “Verso La Vetta” e in che periodo è stato partorito?

Plakkaggio: Essenzialmente non esiste un motivo reale e sensato sul perché sia trascorso tutto questo tempo, ma ragionandoci meglio, hanno giocato sicuramente un ruolo alcune situazioni tra le quali come la nascita e prematura morte dei 666, che ci ha assorbito molto tempo (tra prove, registrazioni e concerti), il trasferimento di Chris a Milano e ovviamente la situazione dell’emergenza pandemica. Poi siamo anche un gruppo che cerca di rifarsi il più possibile ai Metallica e ai loro lunghi tempi di gestazione dei nuovi album!
Tornando alle tematiche del disco: è un omaggio alla montagna e intrinsecamente al Black Metal, che rimangono tra le nostre principali passioni, nonché al gruppo escursionistico “Europangea” creato da Gabriele qualche anno fa, che tra di noi è il maggior appassionato di tutto quello che concerne il discorso legato all’alpinismo.
Detto questo, non possiamo considerarlo un concept nel termine stretto della parola, perché i testi dell’album variano e riescono ad affrontare anche tematiche scollegate tra di loro. Metaforicamente potrebbe rappresentare l’intento di dare il nostro meglio in ogni situazione, specialmente in quelle più difficili da affrontare, che potrebbero apparire impossibili. Le insidie della natura, nella vita reale, sono paragonate agli imprevisti in cui ci imbattiamo giornalmente in ambito lavorativo oppure nella vita privata, come ad esempio gli affetti personali e le incertezze economiche. La probabilità che accada qualcosa di storto è sempre dietro l’angolo e l’unica certezza concreta nella vita è la morte.
Non a caso l’album comincia con l’intro di “Verso La Vetta” che rappresenta la “quiete”, lo stesso è predominato dalla Celesta (un particolare strumento idiofono a percussione, il quale potrebbe ricorda lo xilofono) che rappresenta anche la gioia, per poi partire come una tempesta furiosa (grazie anche al massiccio uso del doppio pedale) che potrebbe essere vista come la preparazione fisica e psico-mentale per affrontare il maltempo e le innumerevoli difficoltà. Allo stesso tempo potrebbe essere interpretata come un traguardo da raggiungere. Il disco si conclude con la traccia “Oltre La Vetta”, un inno a dare sempre il massimo per tutti durante il nostro percorso, e che questo sia di ispirazione ad altri, secondo la giusta via della solidarietà e dell’impegno personale e nei confronti della nostra comunità. Negli ultimi secondi di questo brano abbiamo deciso di ricordare (ovviamente come tributo) il noto alpinista Italiano Daniele Nardi che purtroppo ci ha lasciati (insieme al suo compagno di spedizione) nel febbraio 2019, durante il tentativo di “affrontare” il massiccio Nanga Parbat per “aprire” una nuova via lungo lo Sperone Mummery. Questo sogno da coronare rimane uno dei più grandi per quanto concerne questa iconica passione. La sua idea e il suo piano vennero considerati folli da molte persone, ma nonostante tutte le avversità e al fatto che andasse contro l’opinione generale, questa suo “folle” desiderio ci ha segnato e ispirato. Quello che si ascolta in quel piccolo stralcio è stato ripreso da un suo vecchio video su YouTube, dove lui se la prende in maniera “colorita” contro i suoi compagni di cordata. Ci è parso un modo leggiadro per omaggiarlo senza dover forzatamente entrare nei fatti della tragedia.

Radio Punk: punk, oi! e metal hanno diversi modi di affrontare le tematiche sociali, voi unite queste sottoculture, la domanda da un milione di euri è: quanto è importante per voi l’aspetto politico e quello DIY sia nella prassi quotidiana che come Plakkaggio?

Plakkaggio: Il “fai da te” è stata la scintilla primordiale per la nascita e per lo sviluppo della maggior parte delle sottoculture giovanili, che siano esse Metal, Punk, Skinhead, Darkwave, Neofolk, o comunque legate agli ambienti alternativi (definizione sin troppo generica, peraltro). Quindi crediamo che sia stato e sia ancora un fattore importante, anzi fondamentale. Sia con i Plakkaggio, che con gli altri gruppi con i quali abbiamo suonato, siamo entrati a far parte di questo mondo proprio stampando i nostri “lavori” con il DIY e con l’aiuto e il supporto di varie realtà co-produttive, con etichette e persone che non smetteremo mai di ringraziare per la fiducia e per il tempo che ci hanno donato. Inoltre, abbiamo sempre frequentato e continuiamo a farlo (non solo suonando come band), luoghi dove l’etica DIY è ben radicata e salda. Non per questo però ci sentiamo di boicottare situazioni che non rientrano nell’ottica DIY, come un evento fondamentale quale l’uscita di un nuovo disco degli Iron Maiden o un loro concerto, che visti gli immensi numeri non possono essere gestite in questa maniera (purtroppo! Su questo però supportiamo il mitico Paul Di’Anno, ultimo reduce della battaglia DIY maideniana insieme a Blaze Bayley e Dennis Stratton).
Il fattore “politico”, non prettamente legato al discorso istituzionale e/o extra-parlamentare, è sito nella maggior parte delle scelte di vita che una persona decide di attuare. Giusto per fare degli esempi semplici e pratici: la scelta di come nutrirsi e dove prendere i prodotti alimentari, scegliere di utilizzare un mezzo di locomozione al posto di un altro, andare a vedere un concerto in un luogo invece di un altro (idem per suonare), applicare determinati prezzi al merchandising, scegliere come far uscire i dischi (esempio DIY) e con chi, scegliere le proprie amicizie, scegliere di guardare un film oppure di non farlo. Come avrete notato il temine ampio “politica” potrebbe essere inserito in vari contesti, e quello musicale non deve essere da meno.

Radio Punk: La regia ci chiede insistentemente di domandarvi che cosa avete contro gli ombrelli e che cosa contro lo ska…

Plakkaggio: Molto semplice, gli ombrelli sono ingombranti e facili da smarrire. In generale chi va in montagna non li utilizza, bisogna mantenere una dignità alpinistica sempre, attrezzandosi con i cappucci. I soldi sperperati in ombrelli, che andrebbero ricomprati ogni qual volta vadano perduti, si potrebbero investire su CD e Vinili degli Abruptum, tipo “Obscuritatem Advoco Amplectere Me” (2 tracce che durano 51 minuti) o “In Umbra Malitiae Ambulabo, In Aeternum In Triumpho Tenebrarum (unica traccia di 1 ora). Gli stessi Abruptum potrebbero essere utilizzati nelle “istallazioni artistiche” per le strade delle città, al posto degli insulsi ombrelli. Inoltre, sempre i famigerati Abruptum, potrebbero essere utilizzati nei DJ set pre e post concerti ed eventi di vario tipo, piuttosto che far ascoltare la noiosa musica Ska o Reggae. Provate a immaginare la solenne potenza dei “rantoli” e lamenti lancinanti di IT (R.I.P., era la mente suprema degli Abrutpum) e i suoni malsani di Evil “Morgan” (che dirige anche la baracca dei Marduk). Sarebbe tutto perfetto, come vivere in un incubo!

Radio Punk: Oltre al punk, oi, hardcore e metal, generi che è palese che amate, ascoltate anche altri generi? Se sì, vi piacerebbe avventurarvi in un progetto musicale diverso?

Plakkaggio: Si, abbiamo ascoltato e ascoltiamo anche altri generi musicali oltre quelli già da voi citati come i Litfiba, i Diaframma, i Joy Division, i Bauhaus, il Prog Rock italiano (Museo Rosenbach, Alphataurus, Locanda Delle Fate), musica classica e ovviamente molti stili musicali affini/vicini al Punk e Metal. Questo parlando in linea generale senza entrare troppo nei nostri gusti musicali, intendo di ogni membro del Collettivo Plakkaggio, altrimenti dovremmo stilare un elenco di 666 band…A proposito del “numero della bestia” come ben saprete ascoltiamo anche gli amati & odiati 883. Comunque, l’unica certezza è che nessuno di noi ascolta i Dream Theater

Radio Punk: Ad un vostro concerto sottopalco si possono trovare punk, skin e metallari, proprio perché avete questa bellissima caratteristica di piacere a più sottoculture. Secondo noi è una cosa molto rara. Come vedete la scena di oggi? Credete ci sia unità tra le sottoculture o pensate che manchi un po’ di supporto reciproco?

Plakkaggio: Fortunatamente con il tempo siamo riusciti a “raggiungere” e conoscere persone provenienti da diverse sottoculture, in alcuni casi si sono instaurati dei rapporti di amicizia veri e duraturi e tutto questo per noi rimane una delle maggiori soddisfazioni a livello musicale. Perché il nostro punto di riferimento principale rimangono i Venom, i quali sono stati tra i primi gruppi, insieme ai Motorhead, che sono riusciti a “radunare” un pubblico eterogeneo, specialmente sottopalco.
Le varie “scene” musicali sono cicliche come la vita, le mode e via dicendo. Hanno i loro picchi e le loro cadute e pensiamo che sia normale, specialmente in un mondo così moderno che corre veloce. Dal nostro punto di vista notiamo che ai concerti o iniziative alle quali partecipiamo, ci siano delle situazioni vive con persone davvero attive e pronte a sacrificarsi per gli altri. Ovviamente, ci sarà sempre un concerto con 30 persone, uno con 300 e uno con 3.000 e via dicendo ma per noi rimane impossibile fare un paragone quantitativo e qualitativo, perché di mezzo ci sono troppe variabili e poi non sarebbe facile fare un confronto tra le varie epoche, come gli anni ’80 e ’90. Cambiano le generazioni e i modi di vivere di alcuni ambienti, manca forse un ricambio generazionale.
Anche il discorso dell’unità dipende da questi ultimi, sicuramente ai concerti c’è un maggiore miscuglio tra persone provenienti da diverse sottoculture. Rispetto al discorso del pubblico: si riescono ad organizzare anche eventi con gruppi che suonano musica molto diversa e questo per noi è un bene, in altre nazioni accade già da tempo in maniera più assidua. Questo è un fattore positivo, migliorato rispetto a molti anni fa, basti pensare che negli anni ’80 e forse anche negli anni ’90 c’erano spesso scaramucce tra punk e metallari, stessa cosa per alcune frange di punk che non andavano molto a genio al popolo skinhead, senza tralasciare il famigerato odio tra thrashers e glamsters, tra il Metal e il Grunge, in alcuni casi addirittura tra il Black Metal e Death Metal e via discorrendo. Non era però uguale in tutte le italiane. Ci sono casi dove la situazione è rimasta invariata ma parlando nello specifico del nostro Paese, la situazione sembra migliorata.

Radio Punk: Com’è vivere a Colleferro? C’è scena o c’è mai stata, oltre al mitologico bar impero? O essendo vicina a Roma la scena di riferimento è quella?

Plakkaggio: Colleferro è la nostra Roccaforte, anche se Chris non ci abita più da quasi cinque anni. Siamo tutti legati fortemente al posto dove siamo nati e cresciuti. Un paese alle porte di Roma dove non esisteva e non esiste tutt’ora una “scena” musicale, come viene comunemente interpretata, ma c’erano persone che si incontravano in alcuni classici luoghi di aggregazione come quelli della Piazza principale, dove sorge il sontuoso Bar Impero da voi citato (che è stato il primo ad aprire e ancora resiste negli anni), oppure Piazza Gobetti rinominata Piazza Turibbos (dove nascono i Los Turibbos), giardinetti, Pub & Bar. Questo perché non essendoci i quartieri come nelle metropoli, ci si aggregava in questi posti. Poi da questi “incontri” c’erano scambi di cassette, cd masterizzati, vinili e VHS, ci si organizzava per andare ai concerti (a Roma, appunto) oppure capitava di organizzare qualche concerto proprio a Colleferro, per quanto di rado, dove suonavano quasi sempre gruppi del posto o dei paesi limitrofi.
Sicuramente tutte queste vicende, che comunque pensiamo siano affini a quelle di altre persone che hanno vissuto esperienze simili alle nostre, ci hanno spronato ad impegnarci sempre di più e a creare a modo nostro una sorta di “stile musicale” che potremmo definire (in maniera azzardata) personale e speriamo il più distinguibile possibile. Come fecero al loro tempi gli Immortal creando il Mondo immaginario di Blashyrkh (Mighty Ravendark), che rimangono sempre un nostro punto di riferimento imprescindibile. Per tutti questi motivi ci teniamo a specificare che siamo di Colleferro e non di Roma ma lo diciamo non in maniera dispregiativa nei confronti della Capitale. Parliamo più che altro rivolgendoci al passato perché alcuni concetti di “aggregazione” sono mutati di molto, diventando più virtuali.
Poi ovviamente siamo sempre andati a Roma per vedere concerti, uscire in generale, manifestazioni, suonare dal vivo e anche suonare insieme ad altre persone (ad esempio The 80’s, La Furia, etc.), andare per negozi di dischi come Disfunzioni Musicali, Messaggerie Musicali, Hellnation, Radiation e molti altri, conoscere nuove persone, continuando a farlo tutt’ora.

Radio Punk: Tornando per un attimo a “Verso La Vetta”, raccontateci un po’ i dietro le quinte di questo album. Come nasce la collaborazione vostra con Time To Kill (oltre alla consolidata cordata Plakkaggio-Hellnation), grafiche, testi, suoni, line-up più che mai articolata, insomma, vogliamo sapere T U T T O !

Plakkaggio: La collaborazione con Time To Kill nasce in maniera molto semplice, conosciamo Enrico Giannone da tanti anni come cantate di leggendari gruppi brutal death metal (Undertakers, Buffalo Grillz) e insieme a Robertò volevamo provare a fare qualcosa di più professionale per il gruppo. Ci aiuta molto con l’Ufficio Stampa e in generale con il sound del nuovo disco un’etichetta legata anche al metal oltre che al punk si adatta perfettamente al nostro stile misto! Le grafiche invece sono state realizzate da Riccardo Parenti, autore delle stesse per tutti i nostri dischi e grandissimo alpinista! L’impaginazione è invece ad opera di Federica La Rude nostra grande amica con la quale è sempre un piacere lavorare. Le foto sono di Enrico Zanza, alcune scattate nei sotterranei del Forte Prenestino e alcune nei boschi di Carpineto Romano durante il video di “Valhalla“. I testi come usuale sono opera di Gabbath, che ne ha preso le redini da Fronte Del Sacco in poi, mentre il disco è stato registrato da Marco Mastrobuono e Matteo Gabbianelli ai Kick Recording Studios / Kutso Noise Home. Marco ci ha dato anche una grandissima mano come idee da inserire (la parte dei violini!) e ha suonato alcuni passaggi molto tecnici! Il suono è risultato davvero MEGAMETAL. La line-up è per 3/5 la solita: Gabriele chitarra e voce, Chris al basso, Valerio “Valhell” alla batteria, ma si sono aggiunti Francesco Fiacchi al basso (vista la distanza di Chris con Colleferro) e Valerio Marziali alla seconda chitarra, subentrato subito dopo le registrazioni per offrirvi un grande tour a doppia chitarra, finalmente!

Radio Punk: Vi piacerebbe suonare all’estero, fare tour in giro per il mondo e un giorno magari cantare in inglese? Avete mai pensato di rendere il progetto Plakkaggio un lavoro?

Plakkaggio: Quando abbiamo cominciato a suonare i testi erano in inglese e c’era anche l’intento di fare qualche data all’estero. Negli anni si è presentata qualche occasione per farlo e speriamo ce ne siano ancora, per quanto la gestione rimane sempre molto complicata, specialmente per l’impegno dei nostri lavori e dei costi per farlo, ma nella vita “mai dire mai”. Sicuramente il cantato in italiano non ci aiuta molto anche se fortunatamente i nostri album, in qualche maniera, hanno sempre girato anche fuori dallo Stivale, grazie soprattutto all’utilizzo di internet.
Dal disco “Approdo” del 2012, la scelta naturale è stata quella di utilizzare in toto la nostra madre lingua per i testi e per adesso continueremo in questa direzione, perché riusciamo ad esprimerci meglio, specialmente Gabriele (Gabbath) che ormai è l’autore indiscusso di tutti i testi. Poi rimane il fatto che siamo appassionati di Punk/Oi/HC made in Italy e che Nabat, Klasse Kriminale, Bloody Riot e Negazione rimangono ancora tra i nostri gruppi Punk/HC preferiti. Comunque, non abbiamo mai pensato di rendere i Plakkaggio un lavoro, perché abbiamo sempre avuto i nostri impieghi e con certezza possiamo dire che non sarà mai una cosa fattibile anche se non siamo assolutamente contrari alle persone che decidono di farlo e riescono a vivere con la propria musica, che purtroppo non viene sempre vista come un lavoro come tanti altri. Anzi dal nostro punto di vista dovrebbe essere anche un lavoro gratificante perché una persona riesce a fare ciò che gli piace e che sceglie di fare, non sempre percorrendo la strada più facile.

Radio Punk: Siamo ai saluti e vi ringraziamo moltissimo di questa chiacchierata. Ormai collaborate con Hellnation da un’eternità, lasciamoci in allegria come direbbe Mike Bongiorno e raccontateci qualche aneddoto legato al vostro stupendo legame con Robertò e Alessia! Grazie ancora!

Plakkaggio: (Chris) Per anni c’è stata questa gag: ogni volta che ci incontravamo mi portavano delle bustine di zucchero del bar, perché in casa non lo utilizzavo e quindi non c’era mai ahah.
Poi sia io che Roberto’ siamo molto golosi e se in tavola c’è un vassoio di dolci riusciamo a farlo fuori in poco tempo, accompagnando il tutto con Campari e Peroni. Comunque in generale quando c’è di mezzo il nostro amato Robertò c’è sempre una gag dietro l’angolo.

Credit foto: Enrico Zanza
Risposte dei Plakkaggio a cura di Gabriele e Chris

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