7Years – Lifetime – Recensione
È con grande piacere che mi accingo a recensire “Lifetime” il quarto e nuovo full lenght dei 7Years, pubblicato il 7 Luglio 2017. La band labronica, che ormai calca i palchi d’Italia, dal più modesto al più adrenalinico come quello della seconda edizione del Bay Fest, con quest’ultimo lavoro ha spiazzato tutti i suoi fan con un album decisamente più maturo e lavorato. Infatti nel disco trapelano crescita, maturità e speranza e molto presente è il tema della paternità, il brano “Punk Rock Daddy” non lascia alcun dubbio: brano semplice, veloce, tirato e spensierato.
Ma andiamo con ordine: il disco si apre alla grandissima con un bel pezzo ruggente e adrenalinico che dà il nome all’album stesso; andando un po’ avanti con l’ascolto troviamo la prima collaborazione con Hans Roofthooft (voce e chitarra dei F.O.D.) nel pezzo “DIY or DIE”, che, oltre ad essere carichissimo, non posso fare a meno di apprezzare gli intrecci e le armonizzazioni delle due voci che insieme sono perfette! Degno di nota è poi “Never Down”, il quinto pezzo del full lenght, di cui possiamo godere della seconda collaborazione con nientepopodimeno che Joey Cape (voce dei Lagwagon e chitarrista dei Me First and The Gimme Gimmes). Beh che ve lo dico a fare, questo è uno di quei brani che dal vivo è doveroso cantare a squarciagola! Nella seconda metà del disco troviamo poi anche pezzi più rilassati e rilassanti come “Coma” e “For Better or for Worse” che dà proprio un senso di apertura a tutto il lavoro, grazie anche alla presenza della tastiera che accompagna dignitosamente sia la melodia della voce sia quella della chitarra. Questo è un album che va letteralmente “bevuto” in un sorso, imperdibile per gli amanti del genere hardcore melodico di impronta californiana! In chiusura, mi sembra doveroso segnalarvi il prossimo live dei 7Years che si terrà il 30 Marzo al The Cage (LI) in apertura ai Satanic Surfer.
Voto album: 8,5
Recensione di V.R.C.
Traduzione di Anna Maria De Vincentis