Barbera & Champagne – Essi Vero – Recensione
Eccoci qua, oggi ci spostiamo nella Capitale per parlare dell’ultimo lavoro dei Barbera & Champagne, oi! band all’attivo dal 2013 comprendente membri di storiche band altrettanto romane quali Automatica Aggregazione e FAVL. L’album si intitola “Essi Vero”, ed è stato registrato presso Hombre Lobo Studio e prodotto da Hellnation, con la partecipazione di Pat Atho (Gli Ultimi, Automatica Aggregazione, Divergenza, ecc).
Inizio dicendo che la copertina mi garba molto, questa grafica “antica” si intona perfettamente a quello che è l’intro del disco (“Barbera e Champagne” del grande Gaber), ugualmente azzeccato (ancora) e piacevole da sentire. Devo dire davvero un’ottima mossa!
Ma ecco che questo clima cordiale viene stroncato dalla prima traccia (che dà il nome all’album) “Essi Vero”: dal ritmo veloce e cattivo ‘che picchia’: è una critica verso l’influenza che hanno i social e la tecnologia sulla società (nessuno escluso, a mio avviso), tema ripreso ‘da un’altra angolatura’ anche dalla traccia successiva, “Strade Vuote”: un punto a favore per entrambe le tracce.
“Gattabuia” e “Nel Mio Inferno” ci proiettano verso la parte centrale dell’album, più tranquilla rispetto alla parte iniziale, e dal tono malinconico che fa riflettere; bella e orecchiabile la parte di chitarra della seconda.
Una canzone per me di rilievo, probabilmente la mia preferita dell’album, è “Federico”, musica e testo intrisi di forte rabbia e dolore, un grido per colui che è stato vittima di un abuso ingiustificato, per non dimenticare mai. Stupenda e toccante.
Con la precedente “Take Away” insieme a “Luminarie” e “Un Giorno Credi” il ritmo si fa gradualmente più vivace, passando da un rock ballabile a un punk-rock bello carico.
Restiamo sul punk-rock-oi! (alè) con “Borderline”, una canzone che, musicalmente e testualmente, inizia in modo cazzuto per poi lasciarsi andare a un tono più leggero e speranzoso, in attesa di tempi migliori dopo quelli più cupi.
Ed eccoci che “Non Sei Più Uno Skinhead” ci accompagna alla fine del disco: le persone cambiano, ma perché criticarle per questo?
Anche loro sono un po’ cambiati (stilisticamente parlando), questo lavoro è più quieto rispetto agli altri precedenti, ma non che sia una connotazione negativa, anzi!
Bravi ragazzi! Daje!
VOTO ALBUM: 8
Recensione di Chiara Piva

