Recensione: Heute Nebel – Servi
“Tutti i servi del re ce l’hanno con me!”
Corde di chitarra torte e ritorte come spaghetti di ferro, un po’ di coretti da classica band punk rock mischiati a urla collettive, composizione che rasenta toni aggressivi ma orecchiabili ed al contempo da spazio anche all’alternative rock più graffiante ed incattivito. Questi sono gli Heute Nebel (qualcuno mi dia delucidazioni: significa “nebbia odierna” in tedesco?), un trio di ragazzi dediti a mischiare punk, nebbia ferrarese e noise rock. Tengono fede al loro credo: diretti e senza fronzoli, in gran parte dell’EP (magari qualche schitarrata qua e là, ma si può sorvolare, mica possono essere tutti cloni dei Discharge).
Sguazzando nella melma di Facebook ho individuato la loro pagina ed ho scoperto un paio di cose interessanti: si autodefiniscono “punkautorato (a scarsa visibilità) [dalla pianura]” ed hanno suonato sugli stessi palchi (centri sociali ed altri spazi militanti, cosa molto apprezzata) di creature molto considerate nel panorama italiano come gli Intothebaobab, gli Affluente, i CGB e gli Antidigos.
Passiamo un po’ alle tracce contenute. In “(In)Azione” apprezziamo il fatto che i nostri eroi tentino di dare una spallata all’ascoltatore (“Forse la soluzione è nell’azione”) e di farlo alzare dalla poltrona in cui si finisce per sprofondare e trasformare in una comoda tomba per individui ancora vivi. Personalmente è il pezzo che ho preferito del lavoro.
“Necrosi” invece è abbastanza spinto sullo stoner punk, “Tutti i servi” è costellato di belle prove strumentali e di liriche simpaticamente feroci ed “acabissime” (“mamma portami via dall’impero della gendarmeria/mamma portami via dall’impero della polizia”). “Poltiglia” è la più vicina al canonico punk un po’ adolescenziale. “Necessità” ha un’impronta anti-consumista molto forte, rallenta e cala in aggressività rispetto al resto del disco, un po’ di noise qua e là e un po’ di lavorio sugli strumenti, per richiamare l’attenzione dei più interessati alla tecnica.
Summa e giudizio del sottoscritto: per essere il primo EP di questi cantautori alternative punk è un buon lavoro, orecchiabile e godibile (certo, non raggiunge livelli eccezionali, tipo tracce da boom immediato, ma è una bella introduzione nei confronti del futuro che li spetta), che sa farsi valere attraverso le cinque tracce ed è riuscito a destarmi una certa curiosità nei confronti del futuro del terzetto. Che la nebbia li tuteli!
Recensione a cura di Alessio Ecoretti