Anarcholocaust vol. VI: in grind we crust!
Che siamo una webzine e delle persone alquanto versatili e aperte lo avrete capito, dai, in fondo in questi anni abbiamo spaziato dallo ska punk all’oi!, dall’hardcore vecchia scuola al punk rock 1-2-3-4 di matrice ramonesiana e chi più ne ha più ne metta. L’unica costante, fuori da ogni dubbio, è stata quella di dare maggior spazio possibile a band underground e impegnate in battaglie sociali e politiche contro il fascismo, il razzismo e il sessismo. E di questo ne siamo assolutamente fieri.
Tornando a noi, ci siamo dimostrati piuttosto aperti. Difatti il report di oggi va a raccontarvi quell’accozzaglia di degrado (quello bello) e musica estrema che è stata la sesta edizione dell’Anarcholocaust.
Raggiungiamo lo Spazio Anarchico Libera Officina di Modena e facciamo un breve “tour”del posto. Non molto grande certo, ma utilizzato bene e con murales e striscioni anarchici di pregevole fattura; e poi uno spazio liberato avrà sempre il nostro supporto.
Apriamo la “baracca” ed esponiamo la nostra distro, portata negli zainetti in giro per le seconde classi dei treni regionali. Ci posizioniamo con le nostre auto-produzioni, libri, vinili, CD, cassette e quant’altro vicini alla distro di Bologna Punx e qui, ringraziamo Lara degli IntoTheBaobab che ci ha tenuto compagnia per tutta la serata.
Ci fiondiamo in zona palco e vediamo che i Bleeding hanno già cominciato. La band di Asti non suona spesso – purtroppo – dunque ci teniamo a gustarci tutto il live. Il loro è un punk vecchia scuola, grezzo, senza fronzoli ma decisamente interessante. Ci sono piaciuti parecchio, complimenti!
Tocca poi ai Motron, gruppo di Varese che vanta all’interno della formazione membri di band come Kontatto, Campus Sterminii, Miseria, Green River Killer e Pioggia Nera. Molto energici sul palco ci regalano un set di tutto rispetto, con ritmiche al fulmicotone che danno grande lustro ai loro pezzi infarciti di crust, raw punk, d-beat e riff di motorheadiana ispirazione. Altro gruppo assolutamente interessante!
Successivamente, dopo svariati birroni da mezzo, è l’ora degli Haemophagus da Palermo, band che tra mille peripezie riesce ancora ad essere sul pezzo. Si presentano sguinzagliando ai presenti tutta la loro violenza sonora. Infatti il loro è un grindcore/death metal di grande sostanza che ricorda molto band come Repulsion in primis e poi Autopsy e i leggendari Agathocles. Nostra modesta opinione, hanno spaccato!
Tornando in zona distro scambiamo due chiacchiere con super Mongy, della crew del fest che ci comunica che i Totalickers non suoneranno stasera. Gran peccato, gli spagnoli erano una band che in tanti attendevano al varco, vabbè, sarà per la prossima!
Consci del fatto che ormai un fest, per essere tale deve avere almeno un gruppo che “pacca”, ci lanciamo sotto palco a fare bordello perché è giunta l’ora della band che un po’ tutti attendevano. I Cyness. Il gruppo tedesco, on the road da una valanga di tempo, fa tremare il Libera, grazie ad un tiro fenomenale e un impatto a dir poco devastante. Accordature basse, blast-beat, tupa-tupa, riff sparati a velocità supersonica e Loffi, il cantante che si diverte tuffandosi sul pubblico e scatenando il macello. Questo in sintesi è ciò che ci hanno regalato. Band splendida e ringraziamo anche Loffi con cui ci siamo intrattenuti in una lunga e interessante chiacchierata.
Finita l’esibizione guardiamo l’ora e ci rendiamo conto che mancano ancora due gruppi. Facciamo spallucce e ci dirigiamo fingendo sobrietà al bancone per abbeverarci.
A questo punto iniziano i Grog. I pirati de noantri tengono in piedi quei pochi rimasugli di civiltà che rimangono. Con l’aggiunta della seconda chitarra hanno creato un vero e proprio muro del suono e il loro d-beat è reso ancora più tetro e violento dalle voci che alternano urla strazianti a stili vocali più tipici del grindcore. Grandiosi tutti e cinque i Grog, lunga vita ai pirati!
A questo punto, sono più o meno le 4 o le 5 – e chi si ricorda? – e cominciano i masters of porn-grind, i 2 Minuta Dreka! Sotto palco c’è ancora gente carica e infatti la band non si risparmia e demolisce, definitivamente, i timpani ancora funzionanti. Grindcore violentissimo, velocissimo, urlatissimo. Nabbomba! C’è poco da dire di fronte a certe esibizioni, andate a vederli se vi capita, sono esperienze uniche!
Arrivati qua, raccogliamo le ultime forze e dopo un giro di saluti piuttosto faticoso, sbaracchiamo la distro e ci dirigiamo verso casa.
Speriamo con tutto il cuore e il fegato che vi sia piaciuta questa nostra incursione nel mondo dell’hardcore più estremo e infettato dal death metal. Noi ci siamo divertiti e pure parecchio e ci teniamo a ringraziare il Libera, Mongy e l’Anarcholocaust, le band e tutti e tutte voi che siete venuti a salutarci. Ce ne torniamo con qualche neurone in meno e qualche new entry nella distro (contattateci a info@radiopunk.it per la lista intera). E’ stata una figata, ma non temete, torneremo presto a varcare lidi finora sconosciuti! In grind we crust!