Bellaria Igea Marina: Pennywise, Sick Of It All, A Wilhelm Scream, Iron Reagan, Methedrine – 3 luglio 2018

Macchinata carica da Cesena, e si parte in direzione Beky Bay. Il concerto inizia molto presto (19.15!) per cui cerchiamo di ottimizzare i tempi al massimo per non perdere nessuna band. Come ben tutti ormai sappiamo in concerti del genere non si riesce proprio ad andare al risparmio in quanto a cibo e bere, quindi come l’ esperienza insegna mi procaccio un buon crescione da gustare durante il viaggio e faccio un simpatico fondo di birrette da far girare in macchina. Arriviamo al posto molto presto, e ci mettiamo due secondi a trovare parcheggio. La location è proprio quella che ti puoi aspettare per un concerto punk hardcore del genere nella riviera Romagnola, palco sulla spiaggia e regaz in costume che giocano a beach volley. Al contrario, però ,il posto risulta un pò sgradevole sotto alcuni punti di vista non da poco. Una volta entrati non si poteva più uscire fino al termine del concerto. Il merchandise delle band era stato messo fuori dal locale (che senso ha se poi non ti fanno più uscire?!). E come previsto, all’interno è tutto carissimo (una bottiglietta d’acqua 3€!), ed aprono pure ogni borsa come se fosse la frontiera del Messico, quindi gran pacco. Entriamo e stanno gia suonando i Methedrine, band con membri di Upset Noise, Daltonic Out Cry, Ant Abusers, Eu’s Arse e A New Scar. Il loro sound è un Hc tirato con qualche influenza thrash metal. Verso fine live fanno anche un paio di cover proprio degli Upset noise, una delle quali, “Hardcore”, mentre dell’altra non ricordo il titolo, purtroppo.
Tempo del cambio palco ed è la volta degli Iron Reagan. Ahimè non cè ancora molta gente visto l’orario, ma con le loro sfuriate thrash e powerviolence, tra cui 5 canzoni in 3 minuti e “A skull of maggots” dei Cannibal Corpse, riescono a trasmettere la mina giusta per far scattare diversi circle pit (inevitabili ad un loro live). È la terza volta che li vedo e sono sempre una garanzia.
I nuvoloni neri minacciano qualcosa di brutto e la gente comincia a preoccuparsi. Ora sta agli A Wilhelm Scream che fanno per la maggiore pezzi vecchi di “Career Suicide” e “Ruiner”, i 2 album migliori secondo me. Durante il live mi ritrovo a parlare del più e del meno con Tony Foresta (cantante Iron Reagan) il quale mi offre pur una birra e del whiskey. Si lamenta anche lui delle scelte e della gestione del posto, soprattutto sulla faccenda del merchandise all’ esterno, giustamente, e totalmente senza senso. Tornando al concerto, siamo davanti agli A Wilhelm Scream, uno dei gruppi tecnicamente più tirati nell’ ambito punk rock/ hardcore melodico: gran presenza scenica e i chitarristi e il bassista si muovono come dei matti, per cui, tanta roba, niente da dire. Chiusura concerto con “The king is dead”, una mina.
Ora i Sick Of It All, pubblico mega carico, la formazione è sempre l’originale, ed anche loro fanno molti pezzi vecchi. Proprio a metà live comincia a scendere il diluvio che spezza un po’ il pubblico. I più carichi e temerari rimangono nel pit con la pioggia, ma altra gente corre a cercare riparo. Io rimango lì finchè riesco, poi comincia a piovere sul serio, allora vado a ripararmi anche io sotto la tettoia del bar. I SOIA comunque, che ti piacciano o meno, live non sbagliano mai.
E adesso i tanto acclamati Pennywise, che si fanno attendere un po’ ma poi cominciano subito belli carichi con “fight till you die” e comincia il delirio. Anche loro vanno molto sui classiconi, molti dei quali avrei preferito non facessero, come ad esempio “stand by me”; piuttosto, non mi sarebbe dispiaciuto sentire più pezzi dell’ ultimo album “Never gonna die”, tra l’ altro niente male, ma di quest’ ultimo fanno solamente la hit “live while you can”. La pioggia smette e ricomincia ma il pubblico non si fa intimorire. Ad un certo punto suonano un filone di cover quali, una dei Bad Religion di cui non ricordo il titolo, “wild in the streets” dei Circle Jerks, e quando l’hanno nominata speravo tanto fosse uno scherzo ma l’ hanno fatto davvero, “Tnt” degli Ac/Dc. Musicalmente perfetti, niente da dire, suono potente e d’impatto. Byron dietro i fusti è sempre una macchina e Fletcher ha una chitarra che svernicia. Il concerto si conclude con “Bro hymn” a dilungare in versione tupa tupa, e spazio poi al dj set Punk Rock. Tempo di fare i saluti e si ritorna in quel di Cesena. Tirando le somme, gran bel concerto, tutte le band hanno spaccato il culo, gran suoni per tutte le bands, peccato per la maledetta pioggia, e per la gestione della location.

Live report di Matteo Giunchi