Derozer – Passaggio a Nordest – Recensione

Scrivere dei Derozer non è mai facile.  Significa scrivere di una band con cui sei cresciuto e che è cresciuta con te, che ti ha fatto divertire e nei cui testi, in qualche modo, ti riconosci sempre: che si tratti di una sbronza, di serate passate a ridere con gli amici, di delusioni o di un amore finito, i Derozer hanno sempre avuto la colonna sonora giusta per ogni momento.
E PASSAGGIO A NORDEST, questo il titolo dell’album, lo dimostra alla  grande.
In un periodo in cui è difficile trovare il proprio  spazio o emergere  suonando musica di nicchia come può essere il punk oggi; in un periodo in cui è difficile far fruttare i propri sforzi o essere credibili; in un periodo in cui non avere più 18 anni ma 30 o 40 o 50 ed andare ai concerti punk o fare musica sembra non avere più senso, arrivano loro, i Derozer, con un album che è un raggio di sole in mezzo a questo mondo così grigio.
E brani come IO CREDO IN TE, CAMMINERÒ DA SOLO e VECCHIO PUNK, trio di apertura al disco, esprimono perfettamente questo pensiero.
Sono brani che suonano come una pacca sulla spalla, un appoggio, una spinta a non perdere la propria essenza ma avere il coraggio di essere sé stessi noncuranti di giudizi e derisioni.
Una menzione speciale va proprio ai testi, evolutisi di pari passo con la band: la maturità artistica si vede infatti in particolar modo nei testi, forse un po’ meno nello stile e nel sound che sono rimasti più o meno gli stessi che ben conosciamo.
E a proposito di testi, il disco non manca di riprendere anche tematiche attuali e sofferte come IL CUORE DEL MARE e UNA GIORNATA NON BASTA, rispettivamente riguardanti le stragi di migranti e la falsità di coloro che si fanno paladini del ricordo di un avvenimento o tematica solamente una giornata all’anno.
Notevole anche PASSAGGIO A NORDEST, che, non a caso, è anche il titolo dell’album.
I Derozer sono tornati e sono tornati in grande stile: il disco è genuino, travolgente e nonostante i 13 anni passati dalla loro ultima fatica, la carica e l’energia sono fortissime. ZOMBIE, il brano di chiusura, nonché il mio preferito, è il classico  esempio di come un testo possa essere un capolavoro:  “Ma il tempo è galantuomo, guarisce le ferite ma nulla al mondo potrà mai guarire la cicatrice che invecchierà con me insieme ai tatuaggi per ricordarmi sempre che non sei qui con me.”
TRACKLIST CON VOTI:
1.Io Credo in te: 8
2.Camminerò da Solo: 8
3.Vecchio Punk: 8
4.La Vita è una Corsa: 7
5.Il Cuore del Mare: 8
6.Una Giornata Non Basta: 8
7.Passaggio a Nordest: 8
8.La Notte: 6
9.Blogger: 6
10.Zombie: 10

VOTO ALBUM: 8

Recensito da V.P.
Tradotto da E.C.