i migliori album punk del 2024

I migliori album punk del 2024

I migliori album punk del 2024 scelti dalla nostra redazione e da voi con il sondaggio

Il 2024 è finito lasciandoci come ogni anno delle splendide uscite, alla faccia di chi dice che il punk è morto! Infatti nonostante molta gente abbia smesso di ascoltare dischi nuovi, pensando che il tutto si sia esaurito anni o decenni fa, possiamo tranquillamente dimostrarvi con questo articolo e con i mensili Diyno Mixtape che escono ancora nuovi e interessanti album, sia nelle contaminazioni musicali che nelle tematiche sociali e politiche, proposti molto spesso da band ed etichette che conservano un forte spirito DIY colmo di passione e dedizione. Insomma, lo spirito continua…

L’articolo è strutturato in più parti:

  • troverete prima i nostri preferiti. Noterete subito che spaziano tra più sottogeneri e sottoculture perché, come forse già saprete, la nostra redazione è composta da più persone con gusti differenti, ma unite dallo stesso spirito! 
  • successivamente vi elencheremo gli album più votati da voi nel sondaggio. Avete votato in tantissimx e vi ringraziamo molto! Come sempre abbiamo scelto di non fare classifiche, proprio per uscire dalla logica della competizione ai fini di supportare le band, le etichette e i loro ottimi lavori.
  • ci sarà una terza parte in cui parleremo brevemente delle nostre produzioni. Volevamo dar risalto a dischi a cui siamo molto legati e che in virtù del fatto che abbiamo pubblicato reputiamo validi, ma senza avere un conflitto d’interessi mettendoli tra i nostri preferiti. Chiaramente se li abbiamo prodotti sono indubbiamente tra i preferiti, ma essendo oltre una etichetta anche una webzine, ci faceva piacere dare risalto anche ad altri dischi prodotti da altre etichette.
  • L’ultima parte vedrà come protagonista la nostra playlist del 2024 in cui potrete ascoltare, conoscere e riscoprire alcune delle migliori canzoni selezionate da noi dell’anno appena trascorso.

Buona lettura e vi consigliamo vivamente di curiosare e ascoltare tutto!


I nostri album preferiti: i migliori album punk del 2024 secondo la redazione di Radio Punk

Amyl And The Sniffers – Cartoon Darkness (LP 12” Rough Trade / CD B2B Records)

Chiariamo subito una cosa: siamo di parte, amiamo alla follia Amyl and the Sniffers e, dopo l’ascolto dei singoli, abbiamo atteso questo disco con grande ansia! “Cartoon Darkness”, registrato nel famigerato 606 Studio di dave Grohl, mantiene la stessa anima punk e anticonformista che ha caratterizzato tutti i lavori precedenti della band australiana, ma cambia leggermente i toni con l’aggiunta nella tracklist di diverse tracce più soft come “Big Dreams” e “Bailing On Me”. Ovviamente non mancano canzoni che sono delle vere e proprie molotov incendiarie come ad esempio “It’s Mine”, “Jerkin’” e “Motorbike Song”. Nel complesso il disco è davvero stupendo, il suono ruvido e fuzz della chitarra ci fa letteralmente impazzire e anche basso e batteria non sono da meno, con il loro mood grezzo e d’impatto. L’alternanza tra pezzi veloci e quelli più chill crea un percorso davvero piacevole e unico. Infine è impossibile non fare menzione alla inconfondibile voce di Amyl la cui personalità sprizza da tutti i pori scuotendoti nell’animo, questo grazie anche ai testi che ancora una volta affrontano temi sociali e di attualità ma con un taglio positivo e pieno di energia, che sembra volerci dire di non mollare e di reagire, sempre. Insomma, questo album ci piace alla follia, si è capito?!


Chain Cult –  Harm Reduction (La Vida Es Un Mus | LP 12″)

Dalla caotica e affascinante Atene tornano i Chain Cult, uno dei gruppi punk più interessanti degli ultimi tempi. Le sonorità malinconiche e angoscianti tipiche del post punk incontrano la carica e la rabbia punk creando una miscela molto personale e che fa spiccare questo gruppo fra i tanti del genere. “Harm Reduction” arriva dopo un full length e altri lavori come ep, demo e split, capolavori che avevano alzato a mille le nostre aspettative. Che dire, non siamo rimasti delusi nemmeno un secondo, 8 tracce una più bella dell’altra caratterizzate da riff limpidi e malinconici – senza rinunciare a qualche parte più sporca e punk – sostenuti da basso e batteria che mantengono alto il ritmo. Anche il cantato pulito, che riesce a collocarsi egregiamente tra i due mood valorizzandoli, gioca un ruolo importante nel progetto con temi introspettivi ma allo stesso tempo sociali e politici. Un lavoro veramente pazzesco, adatto soprattutto a chi ama farsi trasportare dalle fredde tonalità autunnali del post punk ma allo stesso tempo non vuole scivolare nello sconforto e nella pura malinconia reagendo con determinazione!


The Chisel – What A Fucking Nightmare (Pure Noise Records | CD/LP 12”)

Disco molto atteso dietro le quinte di Radio Punk, prevedevamo di riservare uno spazio in un Diyno Mixtape per parlarne, una volta uscito il disco ecco confermate le nostre previsioni, insomma, eccoci qua a parlare di questo gran disco! I Chisel ci sono sempre piaciuti per il loro punk diretto, martellante, politico, urlato e pieno di gaso… questa ultima opera li ritrova in una forma perfetta. Le tracce scivolano veloci una dopo l’altra, un perfetto mix di street punk, sudore, oi!, birra, un po’ di hardcore e sangue. Il tema generale è ben sintetizzato dal titolo, una sintesi di ciò che può essere la vita di tutti i giorni, a fucking nightmare!
Non l’avete ancora ascoltato? Recuperatelo subito!


Dead Pioneers – S/T (Hassle Records | LP 12”)

E se i primi punk fossero stati i nativi americani? E’ quello che sostiene la traccia 2 di questo incredibile album, uscito l’anno scorso e ora ristampato da Hassle Records, in cui hardcore punk e spoken word si uniscono creando qualcosa di unico, complesso e innovativo. Gregg Deal, performer artistico e voce della band, canta o recita su un sottofondo musicale inconfondibilmente punk parole che pesano come macigni contro la società capitalista che alimenta razzismo, omofobia, transfobia, classismo e abilismo. Parole cariche di amara ironia contro i pregiudizi sui nativi americani, visti o come i cattivi di turno dei vecchi film western o come pittoreschi, ingenui e selvaggi: sono un “cattivo indiano” perché mi chiamo Gregg e non Aquila Rossa, non parlo un inglese sgrammaticato e non indosso perline. Parole che colpiscono come slogan sbattendo in faccia verità innegabili: nessuno è illegale su una terra rubata, il capitalismo può esistere solo se c’è una classe povera, nessuno possiede nulla e la morte è reale. Parole che un tempo suonavano come una cupa maledizione ma erano solo un vederci lungo: ve l’avevamo detto che la sete di potere e la cupidigia avrebbero distrutto il mondo. E lo stanno già facendo.


Goulamas’K – Sempre Aquí (DIY | CD)

Non era scontato, per questo nuovo album dei Goulamas’K, eguagliare l’altissimo livello dei suoi predecessori, soprattutto di quel capolavoro che è “Luna Roja”, del 2021. E non era nemmeno facile evitare di cadere nell’autocelebrativo, visto che esce in occasione dei 25 anni di attività della band portabandiera del punk occitano. Eppure la storica formazione, ormai rodata con i recenti arrivi in line-up, si guadagna a mani basse un posto nell’Olimpo dei migliori album dell’anno restando fedele a se stessa, con le radici ben piantate nella tradizione e nel territorio locale, ma aprendosi ad abbracciare la modernità e l’internazionalismo con un disco che guarda dritto al futuro. Strumenti antichi e nuovi, e la voce che si fa strumento con parole assonanti e idiomi che si sovrappongono, ritmi che spaziano dallo ska all’hip hop, privilegiando stavolta le suggestioni reggae, senza perdere l’energia travolgente caratteristica della band che dà il meglio di sé dal vivo (visti l’estate scorsa in Francia, devastanti!). “Sempre Aquí” è un viaggio che ispira pace e felicità, spirito di rivolta per le ingiustizie e amore per le cose che ci fanno stare bene, fiducia in un futuro che possiamo sognare, con la consapevolezza di poter cambiare il mondo se sapremo essere la sabbia nell’ingranaggio. Un viaggio a colori caldi e pastosi verso terre lontane da cui però, con in tasca nuovi suoni e nuove parole, si torna sempre, immancabilmente, a casa.


Gurs – Gerran Bizi Gara (Symphony of Destruction | LP 12″)

Per le persone più attente, storicamente parlando, il nome della band rimanderà immediatamente al tristemente famoso campo di internamento francese ai piedi dei Pirenei, Gurs appunto. La band sceglie questo nome per ricordare le vittime della repressione politica e della discriminazione razziale e decide di rafforzare il connotato politico antifascista di questo disco attraverso il titolo, che significa “Viviamo in guerra” in basco, con le tematiche delle canzoni, cantate in spagnolo e in basco, unitamente all’immaginario suggerito dalla meravigliosa copertina di Aritz Aranburu. Musicalmente parliamo di 8 canzoni post-punk con influenze hardcore e vagamente oi! che ricordano la nuova ondata francese di band come Syndrome 81, Bleakness, Cran ma anche di band come i greci Chain Cult. Brani diretti, cupi, con un basso dal sound maestoso e queste linee di chitarra che ti entrano in testa e ti avvolgono come una nebbia gelida. La grandezza di questo disco e di questa band è che nonostante le numerose reference, mantengono uno stile unico, originale e personale distinguendosi da chiunque altro. “Gerran Bizi Gara” per quel che ci riguarda è già tra i dischi dell’anno!

Per chi volesse approfondire meglio la storia del nome della band vi consigliamo questo articolo di DIY Conspiracy.


the Hope Conspiracy – Tools of Oppression/Rule by Deception (Deathwish Inc. | LP 12″ / CD)

Questo disco entra di corsa nel Diyno mensile, aspettato fino all’ultimo secondo con trepidazione non ha assolutamente deluso le aspettative. La storica band di Boston ha raccolto in 10 tracce tutta la rabbia hardcore che poteva e ha pubblicato un disco che lascia senza fiato, come era intuibile dai singoli già usciti nei mesi passati (ad esempio “The West is Dead”). Il disco si apre con pochi accordi decisi, una batteria martellante, una sirena da il via e boom: si è travolti nel vortice! Traccia dopo traccia testi di denuncia e di rabbia si accompagnano all’hardcore di ottima qualità. Non manca davvero nulla. Da ascoltare a ripetizione!


Hot Water Music – Vows (End Hits Records (EU), Equal Vision Records (US) | CD, LP 12″)

Il nuovo disco degli Hot Water Music arriva per il loro 30esimo compleanno. Per questo disco il gruppo della Florida ha deciso di coinvolgere molte delle amicizie costruite negli anni. Molti dei brani prevedono infatti collaborazioni (ad esempio la traccia di chiusura del disco con the Interrupters). Nonostante molti voci si sostituiscano a quella di Chuck Ragan lo spirito del gruppo è ben presente in tutte le tracce. L’impronta post-hardcore classica del gruppo si riconosce e si sente, senza finire mai però in auto-celebrazione. Un disco che non annoia, un ottimo prodotto di qualità ma questo non stupisce, in 30 anni questi ragazzi qualche cosa l’hanno imparata!


High Vis – Guided Tour (Dais Records | LP 12”, CD / Flatspot Records | Cassetta)

La copertina essenziale, British e working class ci introduce in quello che è il concept generale del disco: il mondo descritto dal punto di vista degli High Vis è grigio, umido, puzza di birra stantia e sudore ma nonostante questo non riesce a sopprimere la voglia di reagire. Questo immaginario emerge in modo cristallino grazie alle sonorità punk hardcore intrise prepotentemente di britpop, indie rock e moderno post punk, con qualche accenno di elettronica. Un mix del tutto personale che ormai contraddistingue la band di Londra al suo terzo album. La voce urlata e rabbiosa si contrappone al cupo binomio di basso e batteria, e alla malinconica melodia della linea di chitarra. Non mancano, inoltre, sperimentazioni musicali che danno vita a dei veri capolavori come Mind’s A Lie. In questo tour tracciato dalla sequenza delle canzoni, ci si sente guidati come se fossimo su una nave in mare aperto cullati dalle onde.
Un album impregnato di rabbia, malinconia e senso di sconfitta tipica dei tanti che lottano quotidianamente per avere un’esistenza decente. Siamo davanti ad uno dei dischi dell’anno!


Hub City Stompers – Drinking Rage (Jump Start Records | LP 12″/CD)

Con un energico colpo di coda, questo 2024 ci regala un album che non farà fatica a inserirsi tra i migliori dell’anno e che farà la gioia di chi ama ogni genere di ska. Perché questo nuovo lavoro della storica band del New Jersey, nata oltre vent’anni fa dalle ceneri degli Inspecter 7, è una piccola enciclopedia dello ska di ogni epoca, dal rocksteady al two-tone allo ska-punk, con suggestioni reggae, oi!, punk rock, hardcore, hip-hop e jazz. Testi ironici e irriverenti, attitudine skinhead, e grande esperienza e maestria nell’espressione musicale e vocale contribuiscono a fare di ognuna delle 14 tracce un potenziale singolo. Da “Won’t loose sleep”, con la splendida voce di Jenny Whiskey, di solito al sax tenore, a “All the young droogs”, reprise dissacrante della bowieana “All the young dudes”. “The short but brilliant life of Seymour Baruch”, basata sull’omonimo cortometraggio (qui il video realizzato con parti del film) diretto da Chris Nelson, compianto fratello del cantante Travis, racconta la bizzarra storia di un uomo che tenta più volte, senza successo, di porre fine alla sua vita: la paradossale morale della favola si può riassumere nel verso “when a loser tries to lose they always win” (quando un perdente prova a perdere, vince sempre). Capolavoro!


Invertebrates – Sick To Survive (Beach Impediment Records | LP 12″)

Mettiamo le cose in chiaro subito: se vi piace il caro vecchio hardcore punk anni ’80 questo album vi farà gridare al miracolo! La band di Richmond, Virginia torna dopo un paio di piccole pubblicazioni a devastarci piacevolmente i timpani, sfoderando 10 tracce tirate, velocissime, ferocissime con riff tra i migliori della classe e un basso prepotente sia a livello di giri che di suono. Grazie poi alla voce esplosiva e urlatissima che sembra scuoterti e una batteria che va a mille allora vi sembrerà di essere tornati negli anni ’80 tra Black Flag, Minor Threat e Circle Jerks. Capolavoro assoluto!


Katastrophen-Kommando – Nettikettenschwindel (Dackelton Records, Broken Silence | CD/LP 12”)

Questo titolo che sembra uno scioglilingua è in realtà una fusione tra la parola tedesca Ettikettenschwindel (letteralmente truffa dell’etichetta), che significa pubblicità ingannevole, e netiquette, il “galateo” del web. Come ben illustra anche la copertina, un’invitante torta che cela una fetta tagliata in una maniera che urterebbe anche il più flebile senso dell’ordine, questo geniale album del trio di Dortmund è dunque una spietata fotografia della società capitalista contemporanea. L’apparenza che inganna, la confezione che, volutamente e fraudolentemente, differisce dal contenuto. Così i 13 brani di allegro, leggero, divertente punk rock che a tratti sconfina nel rock’n’roll o nello ska, celano testi che affrontano argomenti seri e drammatici. Il bullismo e l’autocolpevolizzazione di chi lo subisce in “Kein Problem”. La sofferenza degli animali di allevamento in “Lasst die Sau raus”, in cui la melodia quasi infantile unita alla crudezza del testo crea un effetto straniante e straziante. L’importanza del consenso anche nei luoghi di divertimento in “Master of Spaß”: “Noi tre – su un palcoscenico come persone privilegiate di sesso maschile – vediamo come nostra particolare responsabilità quella di riflettere sul nostro ruolo e quindi anche di essere parte della creazione di spazi sicuri”, commentano Zecki, Schmalle e Dän. E non possiamo che approvare.


PET NEEDS – Intermittent Fast Living (Xtra Mile Recordings)

Giunti al terzo album, i PET NEEDS sfornano un altro disco energico e pieno di cambi di stile. La band inglese infatti continua a mescolare rock’n’roll con il punk, ballate e pezzi adrenalinici trovando una propria strada e una combinazione vincente. 11 tracce perfettamente amalgamate, dall’inizio funky e frizzante di How Are You? passando per Self-Restraint e Lucid, le due tracce più rappresentative dell’album, costruite sui giochi di voce e la perfetta sincronia della parte ritimica, fino alla melancolica Buried Together, che chiude perfettamente il disco. Insomma, un’altra grande prova per la band di Colchester.


Riviera – Sempre (La Tempesta Dischi, To Lose La Track | LP 12″)

È difficile descrivere a parole questo disco e il flusso delle sensazioni che ti attraversa mentre lo ascolti. I romagnoli Riviera ci fanno emozionare anche questa volta, con 9 tracce di emotivo punk rock super personale e nel loro stile ma comunque diverso rispetto ai loro precedenti lavori. “Sempre” ti prende, ti carica sul posto passeggero di una vecchia fiat degli anni 2000 e senza una meta precisa ti guida in un viaggio tra i paesaggi dorati della Romagna. O forse la meta c’è, ed è nascosta proprio dentro chi ascolta questo disco. Parlando dell’aspetto prettamente musicale, chitarra, basso e batteria riescono ad amalgamarsi insieme alla perfezione, senza sovrastarsi a vicenda creando un equilibrato mix tra melodia e carica. La tromba, particolarità della band insieme al caratteristico cantato, diventa protagonista in più canzoni quasi come una seconda voce. Lasciatevi trasportare da questo album, dalle sue sonorità e dai suoi testi introspettivi e poetici. Per noi è già culto!


Shooting Daggers – Love & Rage (New Heavy Sounds | LP 12″, CD, Cassetta)

Il trio queercore da Londra, esce con “Love & Rage”, un full length davvero pazzesco: un unico ascolto non basta, poichè non si colgono tutte le sfumature, ma riascoltandolo risulta sicuramente completo e complesso a livello di sonorità. Le forti influenze grunge anni 90′ si mescolano a post hardcore, dreampop e shoegaze creando un mix personale e unico, qualcosa che sicuramente non vi è capitato di ascoltare recentemente. L’immaginario queer e legato al mondo dello skate esce prepotentemente da tutti i pori e l’artwork lisergico, che ricorda decisamente il mondo dipinto di De Chirico, ti proietta nell’intricato turbinio di influenze e melodie proposte dalla band.
Un disco particolarmente sfaccettato e ricco di dettagli. Ascoltandolo vi sembrerà di essere protagoniste della serie animata Daria, grandissime!


Typhoid Rosie – Last Words (DIY | LP 12”)

Se avete voglia di una carica di fiducia e di positività in salsa punk rock / riot grrrl anni ’90, questo è l’album che fa per voi. La band di Brooklyn, attraverso la voce teatrale ed energica della talentuosa frontwoman Rosie Rebel, ci racconta storie a lieto fine che invitano a liberarci di relazioni tossiche, hater e vampiri energetici e a concentrarci sull’autostima e sull’amore per le persone (e gli animali) che ci vogliono bene. Ad esempio, “Something to fight for”, la storia (vera) del cane semi-paralizzato che torna a camminare quando si sente motivato. O la spettacolare “Cover it up (Fuck you, I’m so Beautiful)”, un inno alla body positivity che ci incita a vedere la bellezza nello specchio in barba ai canoni estetici imposti dalla società capitalista. La caccia alle streghe – come suggerisce il notevole artwork in stile vintage – non è mai finita, ma questo ci dà ancor più voglia di far sentire la nostra voce, dovessero essere le nostre ultime parole (da cui il titolo dell’album) prima di bruciare sul rogo!


I risultati del sondaggio sui migliori album punk del 2024: i più votati
(in ordine alfabetico)

Amyl And The Sniffers – Cartoon Darkness

Apoptosi – Verso un futuro di completa anestesia

Asfixia Social – Bleeding in the sun

Autodifesa Proletaria – Autunno Caldo

Chain Cult –  Harm Reduction

The Chisel – What a Fucking Nightmare

Cock Sparrer – Hand on Heart

Dog Park Dissidents – Magnificent bastards

High Vis – Guided Tour

Idles – TANGK

Iena – Fino Alla Morte

Klasse Kriminale – Belin, dei pazzi

LeTormenta – Le Ombre Più Buie

Lucta – Eterna Lotta 

Narkan – Sorvegliare e punire

Potere Negativo – Benvenuto all’Inferno 

Riviera – Sempre

Tenia – Anime Sconvolte

T-Rex Squad – Manifesto

Wolfbrigade – Life Knife Death


Le nostre coproduzioni, in ordine di uscita:

(Se sei interessato a una o più di queste uscite puoi avere info e ordinare qui)

  • Bobson Dugnutt – Sell Me Lies (Radio Punk, Flames Don’t Judge Records, Wrong Disk Records, Rebound Action records, Fresh Outbreak Records | 12″ LP). La band metalpunk a cavallo tra Berlino e l’Emilia-Romagna, giunge alla sua seconda uscita. Questo disco ha davvero un gran tiro, infatti è un’incredibile miscela di hardcore punk e metal con qualche tocco rock n roll, il tutto valorizzato dalla voce pazzesca del cantante, dai riff di chitarra tagliente e dalla base ritmica pestatissima e molto interessante. Il tutto impreziosito dall’artwork magistrale di Fatgomez.
  • Plankton – In Balia Delle Onde (NKTN Rehorz, Malammòre DIY, Valley Distro, Rumagna Sgroza, Radio Punk | CD). Queste nove tracce descrivono alla perfezione la band fiorentina, che miscela sapientemente la giusta dose di melodia e potenza che crea un forte impatto e gli conferisce un sound assolutamente personale. Le canzoni sono pregne di un punk hardcore vecchia scuola con un certo alone di hardcore melodico/punk rock californiano e questo ibrido si sente anche nei testi, perlopiù politici, visto il modo di affrontarli a metà tra la rabbia, l’urgenza e l’ironia. Album pazzesco, impreziosito dalla grafica magistrale di Borga (tatuatore ligure nonché membro di band quali Losers Parade, Downright).
  • Tenia – Anime Sconvolte (Annina Record, Entes Anomicos, Lanterna Pirata, Malammòre, Pattada Records, Poison Hearts, Radio Punk, SEDATION, Shove Records, Soundtown, Tifone Crew, Tuscia Clan, Wrong Disk Records | LP 12”). Il disco è una mina hardcore punk e si sente tutta l’urgenza da parte del quartetto di esprimersi in maniera rabbiosa ma allo stesso tempo andando in direzioni diverse tentando di aprirsi a varie sfumature. Un fiume in piena che risulta originale, fresco, melodico, furioso, poetico, politico e sembra scuoterti dall’apatia dei nostri giorni. Citando la frase finale di “Opinioni Rassicuranti”: “Chi pensa deve agire”. Queste 11 tracce contengono anche diverse collaborazioni come quella con Irene e Alfredo dei Narkan, il parlato di Angie, il violoncello nell’Outro di Matteo Bennici. Mentre le registrazioni sono a cura di Rec Fast Die Young di cui fa parte lo stesso batterista dei Tenia, Zacca, insieme a Riccardo Pelle Pellegrini, il mix è a cura di Francesco Borrelli, il master a cura di West West Side Music e l’artwork, semplicemente straordinario è a cura di Elena Mistrello. Grazie Tenia di questo splendido album fatto con cuore e testa e lasciateceli citare nuovamente… “Ma quanto grande è un’idea!”, è proprio caso di dirlo!
  • Gavroche / 17 Incubi – Brucia di Vita (Benefit Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali | 7”). 2 canzoni per band, entrambe di Torino, mescolate e non divise per lato, riempiono il cuore di rabbia e gioia, visto che le canzoni di questo 7” sono furiose sì, ma anche destinate al nobile scopo benefit di sostenere la cassa antirepressione delle alpi occidentali. Dal lato musicale ci troviamo di fronte ad un ottimo street punk oi! con forti influenze hardcore e dalla giusta componente melodica per quel che riguarda le tracce dei Gavroche, mentre dal lato 17 incubi, trio con membri ed ex-membri di Bull Brigade, Banda Del Rione, Youngang e S-Contro (per citarne alcune), ci ritroviamo dinnanzi ad un accaccì vecchia scuola velocissimo, aggressivo e che non lascia scampo, dove il basso è devastante nei suoni e nei riff.

Radio Punk Vol. 2024 Top Songs:

La nostra playlist con le migliori canzoni del 2024, esattamente come i nostri preferiti, attinge dai vari sottogeneri del punk ma anche dalle vostre segnalazioni di migliori album. Qui sotto potete ascoltarvi e salvarvi la nostra playlist per conoscere nuove band. Condividetela con chi volete e buon ascolto!