Intervista a Dario Porrozine e Massacro Toys

Intervista a Dario di Porrozine e Massacro Toys

Chiacchierata con Dario della fanzine DIY Porrozine e Massacro Toys

Fondatore della fanzine devota al punk e al metal estremo che esce ogni morte di papa, abbiamo il grande piacere di fare quattro chiacchiere con Dario che con Porrozine ha fatto scuola, grazie al suo stile unico e ad una “militanza” che va avanti dagli anni ‘90! Ultimamente si è preso dentro con il progetto Massacro Toys, ma ne parliamo tra un po’…

Radio Punk: Ciao Dario e benvenuto, raccontaci un po’ di te prima e di Porrozine poi. Quando sei stato folgorato dalla fiamma del punk hc e del metal? Oltre a Porrozine che altri progetti hai avuto?

Dario: Aho! Che ti dico di me? Ho 45 anni di cui 30 passati a bestemmiare e millantare nel giro DIY, non mangio animali da una vita, non ho mai avuto la patente, compro vestiti solo quando quelli vecchi si disintegrano, ho una figlia adolescente che fa il cazzo che le pare, un cane e un gatto che sono dei magnacci, non rispondo al telefono tranne che ai corrieri quando devono consegnarmi un pacco, ho il terrore/ribrezzo per le divise, non reggo più l’alcool e le canne e mi piacciono le cose che costano un paio di euro… Porrozine nasce nel 1992 dopo aver visto delle fanzine nel CSOA della mia città durante un concerto dei Church Of Violence… o dei Korzus… o degli Agent 86… nel giro di poche settimane entrai in contatto con mezzo mondo hardcore/thrash/death/black, i francobolli riciclati divennero il mio pane quotidiano e la cassetta postale dei miei genitori iniziò ad ESPLODERE di demo, dischi e fanzine. Nell’esistenza di ogni punk/hc-kid/metalhead c’è un prima e un dopo, la mia illuminazione avvenne nel 1990 quando trovai una cassetta degli Iron Maiden nello zaino (il fratello di un amico la mise lì per sbaglio) e la scalata fu rapidissima, così rapida che qualche mese dopo l’ascolto di The Number Of The Beast ero già a Roma per un concerto degli Irons, e poi a Modena per i Metallica (e i Negazione), e poi a Milano per gli Anthrax, e poi di nuovo a Roma per i Cannibal Corpse e cosivvia… a 13-14 anni avevo già girato l’Italia e visto gruppi disumani. E no, i miei non lo sapevano, ma ero un genio del male e la sfangavo quasi sempre con balle incredibili mancando giusto 24-36 ore anche se dovevo spararmi 3000km di viaggio fra andata e ritorno, quella classica era “dormo da un amico”. Quando lo racconto, è immancabile il “come facevi con i soldi?”… e ogni volta maledico chi inventò il web… perché all’epoca tiravo su una quantità spropositata di pecunia doppiando videocassette di concerti metal -che acquistavo a mia volta tramite gli annunci presenti nelle riviste di settore- e vendendo foto inedite di “artisti” famosi… l’ho già scritto da qualche parte… negli anni ’90, i magazine metal pubblicavano quasi sempre le stesse foto perciò vedere i propri “idoli” in situazioni (a)normali era una roba dell’altro mondo, idem per i video… Mai avuto altri progetti legati al punk/hc/metal oltre Porrozine, ho sempre usato questo nome anche per la distro, l’etichetta e l’organizzazione di concerti, tranne per un breve periodo in cui scrivevo Underground Guerrilla per le grafiche e, in tempi preistorici, Boorish Autoproduzioni per la stampa di magliette.

Radio Punk: …da poco hai tirato fuori questo progetto, Massacro Toys, raccontaci un po’, che diavolo ti è saltato in mente?

Dario: A me il lavoro fa schifo, da tempo cerco di vivere facendo solo cose che mi piacciono. Con Massacro Toys sono finalmente riuscito ad unire tutte le mie passioni, ovvero la musica ed i film di merda, la grafica ed i giocattoli… mi sono sempre piaciuti i bootleg ed i giocattoli tarocchi, ma solo verso novembre/dicembre del 2021 mi è venuto in mente di provare a farne uno. Con carta, cartoncini, colla, grafica, stampa ho una certa dimestichezza quindi è stato facile creare i packaging, anche se le prime uscite sono una mezza chiavica (solo dopo una scarica di tutorial e spiando altri bootleggari ho capito come farli per bene… roba da far invidia a Super7). Una volta compreso come fare le confezioni ho iniziato ad assemblare, modificare, dipingere, creare, distruggere oggetti vari da ricollegare a film o gruppi che mi piacciono… più ridicolo è l’oggetto, più divertente è realizzarlo. Non fosse stato per un paio di amici infossati con le stampanti 3D che mi hanno ricordato che i materiali bruciati sono un tantino dannosi per la salute -ed io faccio tutto nella stanza in cui dormo che è già satura di fumo, colla spray e bombolette assortite- ne avrei presa una al volo… non l’ho fatto, però la mia fissazione del momento è quella. Fortunatamente ci sono altri metodi per creare oggetti o action figure. Il giro dei bootleg esiste da diversi anni, è una scena molto simile a quella hc/punk, nel mondo ci sono un botto di persone che sfornano cazzate a raffica e alcune ci campano pure alla grande. Comunque la cosa più soddisfacente, come ti dicevo, è che riesco ad unire in un unico progetto, il mio amore per la musica, i film, la grafica ed i giocattoli, se così vogliamo chiamarli.

Radio Punk: Com’è la situazione punk diy spazi sociali etichette distro ecc a Messina? Com’era una volta e più in generale, c’era una città/zona che vedevi con ammirazione e in cui scappavi spesso  volentieri per concerti o iniziative?

Dario: A Messina saremo rimasti una decina (e sto esagerando) ad ascoltare ancora punk/hardcore… chi c’era tempo fa, adesso sta impicciato chi con la droga, chi con la famiglia, chi con l’alcool, chi con il lavoro. In passato, sin dagli anni ’80, ad ondate, ci sono state situazioni incredibili, quelle che ricordo con più fomento sono le occupazioni di una ventina di anni fa con il nome Olimpia 47, posto in cui chiamammo centinaia & centinaia di gruppi e organizzammo robe assurde (pensa ad una qualunque band di quel periodo del giro DIY e sicuramente ci avrà suonato). Poi ci furono festival come il B(r)each Fest ed il Coll’Hardcore, roba davvero folle per il sud Italia, e fino ad una decina di anni fa, organizzavo in un posto prendendolo in affitto, però gli scazzi hanno preso il sopravvento e ci ho tolto mani dopo tot concerti. La mia “città hardcore” preferita era la Torino a cavallo fra gli anni ’90 ed il 2000… fra gruppi, squat, iniziative, attitudine, era una bomba.

Radio Punk: Il tuo stile senza peli sulla lingua ha fatto scuola, senza fare nomi per carità, c’è qualcosa che ti infastidisce particolarmente della scena attuale? 

Dario: Mi stanno sul cazzo i fanatici-monotematici-infognati che parlano solo tramite slogan e frasi fatte, roba che forse non andava bene negli anni ’80, figurati adesso. Mi sta sul cazzo chi chiama “prodotto” una qualunque cosa uscita nel giro DIY, mi sta sul cazzo chi specula sul punk/HC, mi sta sul cazzo la brutta gente insomma.

Radio Punk: nel tempo hai fatto anche diverse co-produzioni, è un aspetto che ti piace quello della distro/etichetta? Ti piacerebbe in futuro dedicarti ad esso e magari fare una produzione di un disco vera e propria?

Dario: Abito in una città in cui non si organizza nulla da una vita… quando ho smesso di farlo in prima persona il giro è morto del tutto (sembro uno sborone dimmerda, ma ti sto raccontando ciò che è successo), quindi ho smollato etichetta e distro perché mandarle avanti soltanto online mi annoiava da morire, e anche portarmi appresso –in treno- 4 trolley pieni di dischi cominciava  a diventare faticoso. Nonostante tramite la primissima incarnazione del sito vendessi così tanta roba da potermi permettere coproduzioni a raffica (quando era usuale fare 1000/1500 copie) e anche di pagare le bollette, no, non lo farei di nuovo.

Radio Punk: Parlaci della fanzine, come pensi si sia evoluta nel tempo? C’è qualcosa che guardando al passato ai primi numeri dici “ommioddio che ho combinato!” e qualcosa che ancora vorresti migliorare? Che consigli daresti a chi si cimenta per la prima volta nella sua realizzazione? Qual è per te l’aspetto più difficile e quale quello che ti piace di più del fare una fanza? 

Dario: Le due cose che mi spaccano i coglioni di Porrozine sono la grafica e le recensioni… che credo siano le cose che piacciono di più a chi la legge. Riesco ad impaginarla anche 3 volte di fila, in maniera completamente diversa, per poi buttare tutto, aspettare mesi e riprovarci altre 3 volte… questo perché la fanzine non ha mai avuto un’impostazione “standard”, ogni numero è diverso dall’altro, però alla fine riesco sempre a tirare fuori qualcosa di decente. E poi le recensioni… il prossimo numero non è ancora fuori proprio per le recensioni… subito dopo l’uscita del numero 8 ho ricevuto così tanto-tanto-tanto materiale che mi sa che le abolisco e mi sparo la figura di merda. Non mi sento più in grado di “giudicare” la roba che esce, mi piacciono cose banalissime che la gente schifa, e detesto gran parte di ciò che piace allaGGente. Consigli no, però se magari si evitassero le solite domande di cui non frega un cazzo a nessuno e si approfondissero, differenziandole per ciascuna band, sarebbe una gran cosa… 

Radio Punk: Tempo fa ci siamo fatti una lunga autoanalisi in un editoriale dal titolo “Webzine e fanzine ai nostri giorni nostri: hanno ancora senso di esistere?”. Te che ne pensi? Quali leggi o suggerisci di leggere?

Dario: Senza webzine e fanzine come lo diffondi il disagio punk/hc? Tramite i social? Escludendo i concerti e le varie iniziative intendo. Una cosa che non avrei mai pensato di dire è che certe webzine, adesso, sono MILLE volte meglio di alcune fanzine che compro tutto gasato e poi butto nella libreria perché non mi hanno trasmesso un’emerita minchia, se non noia e porchiddii per i testi sgrammaticati, l’impaginazione da bimbo delle elementari, le foto sgranate ed i contenuti che… ok, aPPosto così.

Radio Punk: …E invece riguardo dirette su Twitch, podcast, video youtube ecc utilizzati a fini punk diy. Cosa ne pensi? Ultimamente nascono come funghi questo tipo di contenuti più video/audio! è una buona cosa della serie basta che si fa qualcosa oppure non sei d’accordo?

Dario: Quando faccio “cose” in casa ascolto/guardo sempre ‘ste robe… pure qui la maggior parte mi fanno bestemmiare, ma si, l’importante è fare, prima o poi si farà meglio. Mi sto sul cazzo da solo rileggendo le risposte.

Radio Punk: Cosa ne pensi di chi vuole vivere/sopravvivere di punk, diy, autoproduzioni? Chiaramente non stiamo parlando di chi ci vive lucrando selvaggiamente, ma semplicemente chi ha deciso di fare della sua passione un lavoro.

Dario: Discorso/delirio per me impossibile da affrontare per iscritto. Io, ad esempio, se facessi uscire Porrozine una volta al mese, vendendola a 5 miserabili euro, riuscirei a camparci, ma fra il dire e il fare c’è di mezzo la baraonda di stronzate quotidiane che affligge i piaceri della vita. D’accordissimo con chi cerca di campare con il punk/hardcore senza fare la sanguisuga… siamo o no contro il lavoro, il sistema, i padroni e la madonnastronza? Brutta cosa i soldi, ma ancora peggio chi recita certi slogan e “fa” il punk solo durante il fine settimana perché il resto dei giorni deve spararsi 10 ore in fabbrica. E mi domando come ascoltino musica punk/hc, senza uscire pecunia, quelli che si innalzano a duri&puri, se lo fanno solo tramite youtube o bandcamp, il loro modo di supportare la scena è alquanto discutibile..

Radio Punk: Parlando un po’ di te, che fai nella vita, che altri hobby e passioni hai, parlaci come se fossi a domenica in con la zia Mara Venier…

Dario: Mi immedesimo molto in Maccio Capatonda nel film Italiano Medio, un giorno è solo scopaaaare, l’altro potrei farti pipponi sui moscerini che spiaccichi guidando la macchina che hai comprato a rate, per la quale stai praticamente lavorando senza sosta da 10 anni e con la quale stai contribuendo a combinare ‘sto pianeta ancora più merdoso di quel che è.

Radio Punk: Chiudiamo ringraziandoti moltissimo e facendoti quest’ultima domanda prima di lasciarti ai tuoi preferiti. La politica e il DIY sappiamo benissimo che per te sono aspetti fondamentali, lo dimostra la tua storia. Manca un po’ di ricambio generazionale, tantissimi spazi e collettivi sono stati spazzati via da repressione o dissidi interni e più in generale non tira una bella aria. Che bisogna fare affinchè lo spirito continui, sia a livello punk DIY che politico?

Dario: Non lo so, sono più bravo a “fare” che a parlare… vediamoci al bar alle 17 e se a mezzanotte siamo ancora amici vuol dire che la pensiamo alla stessa maniera…


I preferiti di Dario:

Ma dici in generale? È la fine…
Album: Master of Puppets dei Metallica, In Puttanate Sei Speciale dei C.O.V., Ci Vediamo all’Inferno dei Semprefreski, Arise dei Sepultura, Start Today dei Gorilla Biscuits, tutto dei Sottopressione, tutto dei Propagandhi, tutto degli Obituary, tutto degli Anthrax con Belladonna, Tomb of the Mutilated dei Cannibal Corpse, Life on a Plate dei Millencolin, Growing Concern, Alter-Azione, Negazione, As Friends Rust, Face Your Enemy, Bellicosi, Sud Disorder, Carne, Fichissimi… è una domanda di merda, non finirei mai di rispondere!
Film: Goonies, Pulp Fiction, Splatters, tutti gli slasher esistenti al mondo… ma fondamentalmente come sopra!
Libro: American Psycho, Christiane F Una Vasca per Cesso e Altre Storie e vedi sopra…
Progetto: Se continuo a pensarci, finisce che questa intervista ve la mando fra altri 3 mesi…

grazie Radio Punk, vi voglio bene!

Per supportarci:

Siamo un progetto autogestito e puoi sostenerci attivamente, se ti va, in due modi:
-puoi partecipare alla nostra call sempre aperta con un tuo contenuto inedito.
-puoi dare un’occhiata al nostro catalogo e ordinare eventualmente dischi, cd, libri, spillette o altro ancora.