Intervista a Mirco Desolei di Here and Now! Records, Double Me e Antisexy
Chiacchierata con Mirco Desolei dell’etichetta Here and Now! Records e cantante di Double Me e Antisexy
Chi non conosce Mirco Desolei e il suo inconfondibile accento padovano? Dai, su… Mirco è attivissimo da anni nel circuito punk, specialmente nel suo lato più estremo e veloce, difatti da anni gestisce l’etichetta Here and Now! dedita specialmente a powerviolence, fastcore e grindcore e attualmente canta nella band powerviolence/grindcore Double Me e in quella fastcore Antisexy. Sentite che ha da dirci!
Radio Punk: Ciao Mirco, grazie per averci dedicato del tempo e benvenuto. Ci conosciamo da qualche anno ormai, dai tempi degli Eat You Alive! Raccontaci un po’ di te, quando e come ti sei avvicinato a questo genere/sottocultura? Ti sei approcciato subito a questo lato estremo o sei arrivato gradualmente, dal metal o dal punk?
Mirco: Ciao Tom! Intanto ringrazio io te e i ragazzi di Radio Punk per avermi dato l’opportunità di fare questa chiacchierata.
Ormai comincio ad essere vecchiotto quindi la memoria un poco vacilla ma direi che le prime volte che ho ascoltato punk in generale è stato alle medie, con i classici Green Day e simili, poi alle superiori avevo dei compagni di classe che mi hanno passato cassette e cd dei vari NOFX, Sick of it All e la è cominciata un’avventura che continua da più di 20 anni.
Abitavo (e abito tuttora) in un paese a 20 km da Padova, internet non era ancora così diffuso e veloce, quindi il mio approccio è stato lento e graduale. Negli anni, tramite amici e casi fortuiti ho cominciato a scoprire nuovi gruppi, sentire voci di concerti, conoscere altre persone del giro ed eccoci qua. Insomma: una serie di casi fortuiti.
Radio Punk: Raccontaci un po’, qual è stato il primo progetto di cui hai fatto parte, sia band che non? E in generale, parlaci dei tuoi progetti, sia attuali che passati…
Mirco: per quanto riguarda le band, alle superiori avevo un gruppo hc californiano, se vogliamo possiamo dire melodico; poi un gruppo di cui mi interessava poco dove facevamo rock/metal (boooh) ma ci cantavo solo perché questi amici non avevano trovato nessuno che cantasse come volevano loro quindi da una situazione passeggera la formazione è rimasta stabile per un paio di anni, poi ci siamo stancati tutti (io lo ero da tempo hehe); all’università ho cominciato a suonare con un gruppo prettamente hc conosciuto pochissimo, pochi concerti ecc. L’unica cosa che resta di quel gruppo è la mail che uso ancora adesso per Here And Now! (stillburns_pdhc ecc, il che mi fa sempre sorridere). Mentre cantavo con questi Stillburns mi hanno contattato dei ragazzi di Padova per un nuovo progetto, così sono nati gli Antisexy. Gli Eat You Alive sono nati in un periodo di pausa degli Antisexy, gruppo che ha toccato quasi i 10 anni di vita. I Double Me invece come già sai sono ancora attivi e quest’anno fanno 10 anni. Chi lo avrebbe mai detto.
In materia di etichette, prima di HAN ho avuto un’etichetta con gente di Milizia Hc e Antisexy, la Shooting Your Knees ma l’interesse era abbastanza basso quindi quasi per caso mi sono ritrovato a partire con una nuova label.
Ho fatto parte di alcuni collettivi per organizzare concerti ma in realtà mi son sempre trovato bene a gestire ste cose da solo. Ora comunque non ne avrei il tempo.
Ho cercato di essere il più conciso possibile, scusatemi hehe.
Radio Punk: Con la tua etichetta sei molto sul pezzo per quel che riguarda sonorità veloci, potenti e distorte. Come nasce e come gestisci Here and Now! Records? Sei molto attivo all’estero e lì che riesci a distribuire maggiormente i tuoi dischi? Che realtà affini alla tua ci sono in giro per il mondo con cui collabori o che consigli di tenere d’occhio?
Mirco: L’etichetta come dicevo è nata quasi per caso, una scusa per far uscire il primo demo degli Eat You Alive e il primo cd dei Lyon Estates; non credevo di durare 15 anni, ma neppure 5!
La gestione non ha nulla di complicato, più che altro è una questione di tempo da dedicarci.
Bisogna star dietro ai gruppi, alle stampe, fare pubblicità attraverso diversi canali, cercare chi distribuisce le tue uscite, caricare i dischi su varie piattaforme, spedire/fare pacchi nel tempo libero. Più che altro a volte diventa stressante ma non complicato ecco.
Un buon 90% dei dischi come dici giustamente tu vanno all’estero, forse perché c’è un pubblico più interessato a determinate sonorità.
Etichette che mi piacciono particolarmente sono Knochen tapes, Coxinha, Dead Heroes, Lixiviat, No Time, Wise Grind, Rotten To The Core, ma ce ne sarebbero tantissime altre con cui collaboro e di cui ho stima.
Radio Punk: …e invece band del tuo filone che sono imperdibili? In futuro pensi che ci sarà spazio per altri sottogeneri o addirittura proprio altre sonorità nella tua etichetta? Ascolti anche altro o sei piuttosto radicale sugli ascolti?
Mirco: Mah, ti nominerei i classiconi come Infest, Spazz, Lack of Interest, Crossed Out ma anche bands come Sidetracked, Internal, Cut The Shit, Hong Kong Fuck You, Guilt Dispenser, Twitch, Gets Worse…
Non troppo tempo fa ho pensato di avere una parte delle produzioni, magari una seconda etichetta, dove produrre solo gruppi hc stile In My Eyes, Spirits ecc ma onestamente non avrei né il tempo né i fondi. Piuttosto che fare due cose fatte male è meglio farne una fatta discretamente male hahaha.
Onestamente ascolto anche cose che non sono per niente punk, inutile nominare gruppi come i Queen che ascolto ancora adesso da quando ho 10 anni; mi piacciono anche molti gruppi più “britpop” e pop, cosa che non mi vergogno di dire.
Radio Punk: Com’è la situazione a Padova e dintorni? Ci sono stati anni in cui, almeno visto da fuori, la scena padovana era attivissima. Ora com’è? Che differenze riscontri rispetto al passato e qual è stata per te la golden age di questa città?
Mirco: Sì, anni fa era davvero attiva, c’erano concerti ogni fine settimana, abbiamo organizzato gruppi da tutto il mondo in posti assurdi (un concerto è stato fatto davanti ad un kebabbaro per dire). Eravamo in diverse persone a darci da fare e parecchi ci supportavano. Molti della mia età ad un certo punto hanno lasciato spazio ai più giovani ma vuoi che per mancanza di posti piuttosto che di voglia ormai Padova è quasi in miseria.
Insomma penso sia la storia di tutti i posti: se non c’è gente che organizza e gente che supporta la situazione collassa su se stessa e restano solo i ricordi.
Radio Punk: nel mio cellulare sei salvato come Mirco Pizza e credo che tutti sappiano dell’incredibile passione che hai per la pizza. Top 3 pizze preferite? Nei tuoi svariati tour all’estero, hai trovato chi la sa fare fuori dall’Italia?
Mirco: Hahahaha non credo tu sia l’unico ad avermi salvato così.
Non ho una pizza preferita ma devo dire che vado a periodi. Al momento vado di calzone (sempre versione vegetariana nelle sue varie forme).
Mah, in pochi posti ho mangiato pizze buone fuori Italia. Se erano buone, non erano quelle che noi chiamiamo pizze ecco. Devo dire però che in California, in sta cittadina che mi sembra si chiamasse Palmdale, in un posto gestito da messicani, era quasi perfetta.
Radio Punk: ok, la domanda sulla pizza, ovvero la più importante e quella per cui sentivamo più pressione l’abbiamo fatta. Ora è tutto in discesa… Approccio DIY e politico: quanto contano per te nel tuo quotidiano e quanto nelle scelte che fai in campo band/etichetta?
Mirco: Contano tantissimo, senza ombra di dubbio. Purtroppo a volte si deve scendere a compromessi nel mondo reale ma di base cerco di mantenere il mio approccio identico, sia nella musica sia nella vita. Per quanto riguarda l’etichetta, essendo l’unico che decide, il 100% è farina del mio sacco e non ho pressioni esterne quindi direi che, per come la vedo io, è DIY al 100%.
Radio Punk: parlaci delle band, che progetti ci sono coi Double Me e con gli Antisexy da qui in avanti? Il periodo è duro, zero concerti, un bel casino. Che si può fare per tener botta?
Mirco: Per tenere botta bisogna avere la curiosità di cercare gruppi nuovi. Non hai il tempo di scoprirli ai concerti? Cercali, ci sono mille modi per trovarli sul web. Facendo così ho trovato dei gruppi che a me son piaciuti un sacco, vedi Deathrun, Suicideforce, Maxxpower, Dry Socket, Afterpill…
Gli Antisexy stanno facendo uscire un nuovo 7”, ora è in stampa. Dopo ci rimetteremo a scrivere qualcosa di nuovo ma non abbiamo fretta.
I Double Me devono entrare in studio a registrare a breve un 7” coi Fuck On The Beach e un Flexi di 15 tracce. Poi abbiano un altro split ma intanto pensiamo a questi. A breve dovrebbe uscire un 5” con canzoni remixate in chiave noise dal nostro amico Jan “C.O.P.Y.”, poi spero i Concussive e i Violencia ci passimo le tracce per degli split che noi abbiamo registrato già un anno fa. Insomma di cose che ne sono, le tempistiche invece sono balorde.
Radio Punk: Era tutto più facile e migliore una volta o era semplicemente diverso? Che ne pensi della situazione attuale, sia italiana che non per quel che riguarda il mondo del punk hardcore in tutte le sue derivazioni? Che differenze noti e che consigli ti senti di dare a chi si approccia in questi tempi?
Mirco: Onestamente credo che molti (non tutti) italiani siano fermi a 30/40 anni fa. Non cercano nulla di nuovo, parlano sempre degli stessi gruppi. La cosa puzza di stantio.
Come in Mainstream si parla sempre di Vasco, Ligabue ecc più pochi nuovi altri, il punk fa lo stesso, il che è tristissimo perché di gruppi validi ce ne sono molti.
Radio Punk: Che ci dici di più su di te al di fuori del campo DIY. Che hobby/passioni hai? Raccontati come se fossi a Verissimo…ahahah
Mirco: hahahahaa mah non c’è molto da dire. Quando sono a casa passo molto tempo a giocare con Zeus (il nostro cane) o esco con Miriana a trovare amici, anche se in questo periodo di restrizioni è stato difficile farlo.
Forse il mio hobby preferito è stare sul divano a vedere serie tv, film demenziali e cartoni animati hahahahaha.
Radio Punk: Chiudiamo in bellezza e ti ringraziamo tantissimo. Concerto più bello e situazione più assurda in cui ti sei trovato? Rimborsi spesa allucinanti, location grottesche e aneddoti sono i benvenuti!
Mirco: Non so se è un bene parlarne… hahaha.
Forse la più assurda è stata una volta a Firenze, molti anni fa, appena ci siamo coricati, un tipo di un altro gruppo (non dirò chi) ha tirato fuori la pistola e diceva che voleva farci fuori, dopo che un suo amico gli ha spiegato che con noi manco aveva parlato allora decise che voleva uccidere degli altri tizi. Insomma un coglione.
Rimborsi non ne parliamo. Una volta ci hanno dato 5€ in tour. Può capitare vero? Certo, peccato che è stato per colpa di un altro gruppo che voleva più soldi degli altri e sono stati accontentati (anche qua non dirò chi sono ma gente che molti conoscono).
Posso dire però che nell’80% dei casi siamo sempre stati trattati benissimo.
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