Intervista a Militanza Grafica
Intervista a militanza Grafica, progetto artistico antifascista, antisessista ed antirazzista senza un volto
Militanza Grafica è un progetto che si dedica alla creazione di grafiche antifasciste, antisessiste ed antirazziste ma è anche molto altro. Dal podcast che in puntate di 10 minuti racconta eventi politici storici e temi antagonisti, alla realizzazione del fumetto “scusate il disturbo”, Militanza Grafica è capace di comunicare emozioni, storie e lotte con un linguaggio unico e diretto. Jah in Militanza Grafica si sposta solo in treno, sostiene le lotte con svariati benefit, è attent* alle tematiche di genere e ascolta un sacco di musica. Potevamo non intervistarl*?
Radio Punk: Ciao e grazie mille per essere qui! Abbiamo accennato nell’introduzione alcune caratteristiche del progetto Militanza Grafica, raccontaci brevemente come nasce la tua passione per l’arte visiva, nello specifico grafiche e disegni, e come nasce l’esigenza di unire questo alle tematiche politiche.
Jah – Militanza Grafica: Alè e grazie a voi per l’invito! La passione per la grafica, per l’illustrazione e per il disegno nasce fin da ragazzin* quando, in maniera super goffa, taggavo e disegnavo a bomboletta prima e a pennello poi, cose che capitavano nel mio quartiere di periferia, come una jam, un’occupazione, una grande opera distruttiva. L’unione delle tematiche politiche in queste mie attività super embrionali, arrivò in maniera del tutto naturale, quando cominciai a frequentare gli spazi sociali all’età di 15 anni.
Radio Punk: Quest’estate ci siamo conosciut* di persona in occasione di un evento a Bologna in cui siamo stat* vicin* di banchetto. Tra una chiacchiera e l’altra ci hai detto che ascolti musica e anche un po’ di punk! Sei in fissa con qualche gruppo al momento? Quali sono gli album o le band che ti porti nel cuore? Quando disegni ascolti musica?
Jah – Militanza grafica: Il mio grande amore resta e resterà il punk e il punk-hardcore, nello specifico. Ascolto però tantissima altra roba specialmente se arriva dai popoli e da culture lontane fisicamente da me. Dalla musica, dalle sonorità e dalle parole si possono scoprire luoghi lontani e storie dimenticate. È uno dei tanti modi per rompere i confini. Roba come Ska, Dub, Latina, Hip Hop, Musica africana e cubana. Ahm ho un debole per i Massive Attack.
Tornando a noi, cerco di seguire la scena punk hardcore locale e nazionale underground seguendo fanze e siti anni 90. Resto legatissimo a gente come Negazione, Skruigners, Nabat, Nerorogasmo, Kina, Plakkaggio e Fluxus.
Radio Punk: Curiosando qua e là sul tuo sito (che vi linkiamo qui), abbiamo visto che Militanza Grafica racchiude tantissimi progetti e devo dire che abbiamo sentito subito un certo feeling visto che anche noi non riusciamo a darci un contegno da questo punto di vista ahah! Raccontaci un po’ i progetti che hai in corso attualmente.
Jah – Militanza Grafica: Attualmente la mia attività si concentra su due fasi: ascolto e studio. Prima di tutto grazie ai link umani e militanti che ho sviluppato in tutto lo stivale dopo più di 40.000 km di tour in due anni e mezzo, ascolto e raccolgo testimonianze, lotte e prospettive. Dopo aver ascoltato, studio il modo più efficace nel mondo multimediale per divulgare le specificità territoriali. Che sia una vignetta, una grafica, un manifesto, un podcast, progetti benefit o altro. Ora sto studiando il concetto di “gaming” ovvero utilizzare l’arte del gioco per condividere militanza a più gente possibile creando così, o almeno ci spero, più gente sensibile.

Radio Punk: Il tuo podcast “Appunti di militanza” ha subito attirato la nostra attenzione per la tua dote divulgativa e per i contenuti. Hai la capacità di raccontare eventi storici legati all’antagonismo e di affrontare tematiche politiche con un linguaggio efficace, diretto, approfondito nelle fonti ma sintetico allo stesso tempo. Qual è il pubblico al quale ti rivolgi? è un podcast dedicato a chi milita o ha già determinate sensibilità oppure a chi è fuori dal nostro mondo?
Jah – Militanza Grafica: Sicuramente “Appunti di Militanza” non è un riferimento al popolo che segue Apple, iPhone o cose mainstream e capitalistiche LOL. Ma la formula che ho creato è la più inclusiva che ho immaginato ai tempi e, anche e soprattutto, per tutte quelle singolarità che son curiose di scoprire dei nomi, delle storie, dei fatti e delle lotte che attraversano corpi, corridoi scolastici, fabbriche e tanto altro ancora. Di oggi e di ieri. Il tempo non è su una linea oppure su un’asse fissa e marmorea. È un’area tridimensionale e va navigato in tutte le direzioni.
Radio Punk: Ascoltando le tue interviste, il podcast e parlando con te abbiamo notato la tua attenzione nei confronti del linguaggio neutro (hai anche parlato della schwa in un episodio del podcast). Noi crediamo fermamente che sia necessaria una svolta nel linguaggio proprio in questo senso ma spesso ci troviamo a discutere con chi si oppone nel nome di chissà quale regola grammaticale. Credi che riusciremo un giorno a interiorizzare il neutro nel linguaggio di tutti i giorni? È la lingua che fa la cultura oppure viceversa?
Jah – Militanza Grafica: Stupisce come la lingua parlata e scritta diventi dogma per i protettori della lingua. Una lingua si sviluppa nel tempo e non può restare certamente ancorata ad una visione arcaica della società tutta. La cultura crea la lingua non viceversa, se per cultura la intendiamo completamente tutta. Non solamente quella accademica ma soprattutto quella popolare, quella dal basso, quella delle periferie, quella dei movimenti, quella che per necessità trova ed inventa termini per descrivere il reale non il feticcio.
Radio Punk: Da poco è uscito il tuo fumetto “Scusate il disturbo” ed è totalmente autoprodotto. Racconta a chi ci legge i di cosa parla e come nasce l’idea di creare un fumetto. Noi l’abbiamo letto e ci è piaciuto da matti!
Jah – Militanza grafica: Parla di un periodo storico militante che si sviluppa qualche anno prima del 2008 fra occupazioni, scioperi studenteschi, memoria militante ed amori non binari. Volevo riportare in vita attraverso il disegno chi ha perso la vita per colpa del fuoco amico. Un fuoco amico che denigrava, ghettizzava, violentava. Ridare un volto a tutte quelle singolarità che son state represse a suon di sorveglianza speciale. A quei parchi periferici demoliti per business, soldi e fama politica. Auto-analizzare ciò che son stati quegli anni penso ci possa permettere a tutt*, tutte e tutti un nuovo balzo in avanti. Un nuovo slancio. Non dobbiamo mai più chiedere scusa. Mai più dobbiamo sentirci disturbo.
Radio Punk: Come abbiamo detto prima, hai autoprodotto il tuo fumetto. Noi facciamo del Do It Yourself uno stile di vita e impazziamo per ogni forma di autoproduzione. La tua è una scelta politica o semplicemente ti piace materialmente fare da sol*? Quale degli altri progetti come i poster, il calendario, le t-shirt e il podcast sono autoprodotti?
Jah – Militanza Grafica: Mi alzo la mattina come tante altre persone e se riesco a schivare i colpi del precariato e del capitalismo schiavizzante, mi piazzo con il mio caffè di fronte allo schermo del mio computer a leggere, ascoltare, telefonare. Passo il tempo nelle autoproduzioni da quando mi sveglio a quando vado a dormire. Tutto e dico tutto ciò che nasce da questo progetto è pensato e creato come autoproduzione. È autogestione, orizzontalità ed autoformazione. Che si vuole di più?
Radio Punk: Quando parliamo di un album spesso approfondiamo anche la parte grafica. Hai mai disegnato la copertina di un disco? Se no, ti piacerebbe farlo?
Jah – Militanza Grafica: Sicuramente è una cosa bellissima! Ho creato già qualche artwork per qualche gruppo underground italiano, per il documentario su XM24 di Bologna e per Kissing Gorbaciov per OpenDDB con al suo interno i CCCP. Una piccola curiosità: chiedo sempre prima di accettare l’opera testi, musiche per capire se i contenuti rappresentano anche me, le mie lotte, la mia visione del mondo. Altresì preferisco lasciar perdere. Anche nella musica “di movimento” c’è tanta merda. Siamo sincer*. Che essa sia punk, trap o altro. Ora sto creando, per esempio, l’artwork per la punk band italiana Medium Beer.
Radio Punk: Una delle cose di cui parli spesso è la tua scelta di muoverti solo ed esclusivamente in treno. In un’intervista dicevi che questa decisione deriva sia dalla tua attenzione per l’ambiente e dalla volontà di ripudiare i ritmi troppo veloci del capitalismo dedicando il giusto tempo agli spostamenti avendo anche la possibilità di incontrare persone lungo il viaggio. Che consiglio daresti a chi vuole fare questa scelta ma vive in una zona periferica in cui mancano le infrastrutture? Qualcun*, dopo che hai raccontato la tua esperienza, ha mai seguito il tuo esempio?
Jah – Militanza Grafica: Rifiuto in maniera categoria il mercato dell’automotive, inquinante e fotografia del capitale con la C maiuscola. Questa mia scelta deriva comunque da uno stato di privilegio: vivere in una grande città italiana ti da la possibilità di avere autobus, metro, funivie, treni e stazioni. Per tutte le persone che vivono nelle periferie del paese Italia, l’unico consiglio che potrei e mi sentirei di condividere è: al netto dello stato di bisogno di utilizzare queste maledette caffettiere di gas tossici, esaltate la mobilità dolce spingendo per la creazione di aree idonee per biciclette e simili, piste ciclabili sicure e lottate a favore delle strade ferrate riportando così in funzione vecchie stazioni ferroviarie. Non servono altre linee consumistiche. Esistono già. Vanno solo riportate in vita. Non servono alte velocità! In questo paese ne siamo pien* di piccole ma utilissime stazioni ferroviarie che prima venivano usate solo per l’aspetto mercantile ed ora sembrano cattedrali nel deserto. Perchè ogni piccolo paesino non ha la sua stazione ferroviaria mi chiedo io!
Radio Punk: Hai girato in lungo e in largo l’Italia e sei stat* in innumerevoli spazi sociali e non, inoltre nel tuo sito hai una pagina in cui elenchi i numerosi benefit che stai sostenendo al momento. A quali idee politiche ti senti più affine? C’è una lotta o uno spazio al quale sei particolarmente legat*?
Jah – Militanza grafica: Sicuramente la lotta nelle scuole, quella contro le violenze di genere, quelle contro un cambiamento climatico derivato dal capitalismo becero, quelle sul e per un lavoro equo e ben pagato per tutt* ma se ne dovessi scegliere una che mi tocca le corde militanti nel profondo, è quella No Borders. Odio i confini in una maniera viscerale. Non posso sopportare in alcun modo di vedere esseri umani trattati come pezze. Persone e singolarità brutalizzate da un sistema che si volta dall’altra parte. È tempo di cambiare, prima che sia troppo tardi. Come idea politica mi considero una singolarità anarchica, collettivista (fui individualista per una parte della mia vita nda.) e di stampo malatestiano.
Radio Punk: Finora abbiamo parlato del progetto “Militanza Grafica”, ma chi è nella vita di tutti i giorni? Quali sono le tue passioni, hobby, lavori che hai fatto o che fai, esperienze particolari che ti va di raccontare a chi legge?
Jah – Militanza Grafica: Durante la vita di tutti i giorni sono una delle tante singolarità precarie nel mondo dell’istruzione accademica ed universitaria. Mi aggiro qua e là nelle aule cercando di avere così un meraviglioso link umano e politico con persone che a livello generazionale, per ovvi motivi, si stanno allontanando dal mio punto d’osservazione. Il tempo passa e io voglio restare ancorato a chi, domani, potrebbe prendere in mano la situazione. Non vado per insegnare, vado lì per condividere e per imparare dai miei studenti, studentesse e student*. Il mio hobby? Cucinare. Lo adoro. Son sincer*. Quando posso mi sforzo di creare frankenstein culinari che a volte escono anche bene. A volte son dei disastri annunciati.
Radio Punk: siamo arrivat* alla fine, ti ringraziamo tantissimo per averci risposto e chiudiamo con un’ultima domanda. Quali altri progetti artistici e/o grafici ti piacciono, ti ispirano o semplicemente ti va di consigliare? Dacci qualche spunto per esplorare il bellissimo mondo dei progetti artistici indipendenti! A presto!
Jah – Militanza Grafica: Ho sempre adorato AKAB come fumettista, ahimè scomparso tempo fa. Sono un grande fan di arte in generale nelle sue più disparate forme che passano dalla vignettistica, alla pittura, al mondo della produzioni musicali e sonore, alla scultura, alla land-art. Odio la Pop-Art e quella merdaccia di Wahrol: la vera arte popolare me la condivide la singolarità del mio quartiere che si inventa un pezzo fra una ferrovia e un fruttivendolo non certamente chi, nell’asse del tempo, vide e fiutò l’affare. L’unico spunto, per salutarvi, che vi posso condividere è: prima disegnate e poi quel che sarà, sarà. A presto e alla prossima birra insieme. Siate sempre rivoltos*!