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Intervista a Punk4free

Chiacchierata con la storica webzine punk4free

Chi ci conosce sa benissimo che dobbiamo tantissimo alla webzine punk4free. Ci ha fatto venire voglia di muovere i primi – discontinui – passi ormai nel lontano 2011 ed è stata largamente consultata dai punk di tutta Italia grazie ai suoi articoli, alla sezione download gratuito, quella concerti e altro ancora. La notizia della sua ripartenza ci ha fatto enormemente piacere e così abbiamo sentito Joel, che nel corso di questi ultimi anni abbiamo più volte visto di persona e ci siamo detti “hey! intervistiamo punk4free”. Ed eccoci qua!

  • Radio Punk: Ciao e benvenuti nella nostra ‘zine! Chi non vi conosce credo abbia vissuto sotto un sasso negli ultimi anni, però un bel riassuntino della vostra storia penso che faccia sempre bene…

Joel: Ciao ragazzi e grazie per questo spazio con delle ottime domande e conseguenti inutili risposte! A questa domanda può rispondere meglio il caro sberla54 visto che sono arrivato qualche tempo dopo l’apertura del sito ma, prima di lasciarvi alla sua noiosa e logorroica risposta, faccio un piccolo riassunto. PuNk4free nasce come canale IRC per il file sharing di musica punk, so che per chi è sotto i quaranta quel che ho detto può apparire arabo. Da qui nasce la prima versione del sito nel 2003 da un manipolo di reietti e dall’idea per l’appunto di sberlino che è anche colui che si occupa della parte tecnica del sito. Nel 2006 quando il sito era giunto alla versione 2.0 ho fatto l’esordio e nel breve tempo grazie al mio disturbo ossessivo-compulsivo e di controllo maniacale sono diventato uno degli admin.

Sberla54: In realtà io non ho avuto né l’idea di aprire il canale IRC né quella di creare il sito. Sono sempre stato lo stupido gregario che poi si ritrovava a portare avanti tutto, quando gli altri si rompevano i coglioni. Il canale IRC è nato attorno al 2000. La prima versione del sito, nel 2002 o 2003, la tirò su un mio amico, un utente del canale IRC, Andrea (Swingin82), una delle tante persone con cui ho parlato ore ed ore ma che non ho mai incontrato di persona. Poi nel 2004 ho preso in mano tutto io. È difficile spiegare, a chi non c’era in quegli anni, l’idea che avevamo allora. Non c’era YouTube, non c’erano i Torrent, non c’erano i social, ed eMule era appena arrivato. Inizialmente volevamo solo pubblicare i videoclip che trovavamo in rete (su IRC, WinMX, eMule, o su dei server FTP), poi abbiamo iniziato a registrare e pubblicare qualche live dei concerti (e non avevamo i cellulari). Ma non c’erano neanche Bandcamp, SoundCloud, o Spotify, quindi un po’ per caso abbiamo iniziato a mettere online i dischi dei gruppi che avevano bisogno di uno spazio. La verità è che quella di farvi scaricare i dischi è diventata presto una scusa per farvi leggere quello che avevamo da dire, per adescare un pubblico che avesse una ragione per ascoltarci. Per contare qualcosa. Per fare la nostra parte. Per essere utili. Per essere visti. Adesso, a 40 anni, è difficile dire il perché. È difficile spiegare il senso di urgenza che ci sentivamo addosso.

  • Radio Punk: Facciamo un salto ad oggi, cosa vi ha fatto scattare la molla di riprendere in mano il sito e di cosa vi occuperete? Mi sembra di aver capito che foste soltanto in pausa, per cui ci saranno grandi novità o continuerete sulla scia di quello che avete sempre proposto? 

Joel: In realtà non abbiamo “ripreso in mano” semplicemente, dopo una pausa forzata dovuta all’implosione del fottuto server e conseguenti bestemmie, abbiamo deciso di aggiornare quanto più possibile il sito ma, visti gli impegni di vita dovuti ad età avanzata, abbiamo perso più tempo del previsto. Grandi novità nelle nostre teste ci saranno ma nella pratica non penso che le attueremo mai, è già tanto che con un lustro di ritardo abbiamo aperto una pagina Instagram, quindi direi che continueremo con quello che facevamo ma togliendo spazio ad articoli presi da altri siti, poi chissà cosa accadrà. Intanto cercheremo di far tornare la sezione concerti così come era, in modo tale da mantenere tutte le sedi inserite in passato. Poi poco altro a parte cercare di essere più presenti sul territorio con la distro, riprendere le co-produzioni e magari in futuro tirar fuori una nuova compilation in vinile per festeggiare i 25 anni di attività.

Sberla54: Io ho pensato seriamente di mollare il colpo e di lasciar morire tutto. Mia moglie e tutti i miei amici mi dicevano che non aveva senso, che PuNk4free aveva fatto il suo corso, che era un progetto morto e fuori dal tempo. E che rimetterlo in piedi sarebbe stato un lavoro enorme, in un periodo in cui il tempo libero non esiste più ed i soldi certe cose non possono comprarle. Ed il punto è che è tutto vero. È tutto giusto. Ma io non ce l’ho fatta. Lasciar morire PuNk4free avrebbe voluto dire lasciar morire una parte di me, che probabilmente è già morta, ma a cui non sono ancora pronto a fare il funerale. È stato un lavoro lungo, orrendo, noioso, disperato e frustrante. Ma ho ed abbiamo rimesso online PuNk4free per rispetto verso il suo passato, verso il passato di tutti quelli che da PuNk4free ci sono passati e che poi sono spariti chissà dove. Verso la scena punk italiana di quegli anni. È un periodo in cui penso ancora più spesso del solito alla morte, a cosa rimane, a cosa ho lasciato, e sicuramente PuNk4free è un qualcosa che qualcuno, spero, si ricorderà. Per le “Grandi Novità” dovrei licenziarmi, ma sono un servo del capitale e non posso. Con molta calma mi piacerebbe caricare su YouTube una selezione dei nostri dischi migliori, per permettere a tutti di ascoltarli in streaming e per creare una sorta di “Radio PuNk4free”. Ma è un altro lavoro enorme ed orrendo. A breve cercherò almeno di aprire i canali Telegram e WhatsApp per le notifiche dei nuovi articoli.

  • Radio Punk: Com’è cambiata la redazione in questi anni? C’è ancora oggi un interesse e un entusiasmo da parte delle persone per scrivere o c’è l’apatia più assoluta? I gusti musicali all’interno della redazione sono diversi tra loro o siete piuttosto compatti tra di voi? 

Joel: La redazione non è mai stata stabile il che è anche un vantaggio, abbiamo avuto tantissimi collaboratori anche se purtroppo da qualche anno (ben prima della chiusura) si è ridotta all’osso. Al momento siamo pochissimi e siamo aperti a nuove persone sia per quanto riguarda recensioni, interviste e approfondimenti ma sono ben accette nuove idee e proposte di collaborazione, basta scrivere alla nostra mail. I gusti sono sempre stati abbastanza omogenei per quanto riguarda tutto ciò che gravita nell’hardcore punk mentre abbiamo quasi sempre snobbato generi come il punk rock. Personalmente poi ho un ripudio per tutte quelle contaminazioni rap nell’hardcore e tendenzialmente ho sempre “rimbalzato” le richieste di chi propone il genere anche se qualcosa di tanto in tanto è passata sulle nostre pagine.

Sberla54: In realtà all’inizio pubblicavamo anche recensioni hardcore melodico, punk rock, streetpunk oi, pop punk, o di qualsiasi altra cosa punk che suonasse sincera. E mi piacerebbe che fosse ancora così. Ma col mio passare in seconda linea e col ricambio continuo che c’è stato nella redazione, la linea si è effettivamente compattata sul punk hardcore. Ad essere sincero, negli ultimi 14 anni, da quando ho iniziato a lavorare, non sono più riuscito a stare dietro allo staff e non ho avuto modo di conoscere chi ha collaborato con noi, non ci ho nemmeno mai parlato. Ha fatto tutto Joel. Io sono stato il system administrator nell’ombra, che tiene in piedi la parte tecnica. Esattamente e tristemente quello per cui di solito mi pagano. PuNk4free è sopravvissuto come un organismo autonomo, parte di me ma al tempo stesso esterno. Come un tumore.

  • Radio Punk: …e invece da parte di chi legge e si informa sulla controcultura punk, l’enorme fatica con cui diamo via fanzine e la bassa quantità di fanzine e webzine nuove esistenti in Italia fanno un po’ spavento. Che cambiamento avete notato da quando avete iniziato ad oggi? Voi leggete o seguite con assiduità webzine o fanzine e se sì quali?

Joel: Che domanda! Rispondendo passo per il vecchio di merda che si lamenta dei tempi che cambiano ancorato ad un passato che non c’è più… ed in effetti è proprio così. Dal mio punto di vista i cambiamenti ci sono stati e purtroppo i lati negativi superano quelli positivi. Tutto è sprofondato in un baratro da quando sono arrivati i social, o per meglio dire l’abuso dei social, che da utili strumenti di aggregazione si sono trasformati in mostri che fagocitano qualsiasi cosa. Tutto corre troppo veloce e noto una superficialità disarmante nelle proposte ed in chi ne usufruisce. Spesso sembra che le persone si fermino ai titoli senza nemmeno prendersi la briga di leggere il contenuto, tutto scivola addosso e questo ha comportato un decadimento con la conseguente morte di tantissime webzine e fanzine. Essendo un amante del feticcio materiale oggi faccio davvero fatica a trovare fanzine interessanti, se la qualità estetica ora è cresciuta grazie a strumenti alla portata di tutti, i contenuti invece li trovo spesso scadenti. Una fanzine come ad esempio Porrozine ad oggi rimane un miraggio. Detto questo cerco di seguire tutto quello che trovo, che è ben poco e, almeno al momento, a parte voi di Radio Punk faccio fatica a seguire altro. Ammetto che è anche un mio limite perché certe webzine come Punkadeka le trovo patinate e adatte ad un mondo punk mainstream e “di moda” che non mi appartiene. Comunque vi ringrazio per i tanti nemici che con le risposte a questa domanda mi sono appena fatto! 

Sberla54: Io sono un nerd e le fanzine cartacee mi hanno sempre interessato poco. Sono belle, le compravo, le ammiravo 10 minuti, e spesso le mettevo in cantina senza neanche finire di leggerle. Non mi mancano, avevano senso quando avevano senso, quando erano l’unico strumento per auto-produrre e mandare in giro quello che avevi da dire. Io è una vita che passo la maggior parte delle mie giornate davanti ad un PC e quello che voglio leggere deve essere dentro ad un PC. In questo senso mi dispiace di aver visto morire un sacco di magazine che speravo sopravvivessero (come PuNk4free), ad esempio Hardcorella Duemila, Troublezine, SkatePunkers, PunkRockVidz, NecessitoHC, Spremi Le Meningi, IoPogo, Blackout69, Heavy Planet, Stoner Rock EU, ed un sacco di altri di cui neanche ricordo il nome. Gli unici sopravvissuti che mi vengono in mente sono proprio quelli di Punkadeka, che personalmente ho sempre rispettato e che sono contento di vedere ancora online. La loro compilation del 2001 l’ho adorata. Ma è chiaro che loro sono altro rispetto a noi, fanno qualcosa di diverso. Anche i giornali generalisti di musica più famosi mi rompono i coglioni, come Rolling Stones, RockIt, SentireAscoltare, Impatto sonoro, LoudWire o Pitchfork. Li seguo, li leggo, e non ci trovo quasi mai un cazzo che mi piaccia. Ma probabilmente sono solo distratto.

  • Radio Punk: Quali sono i contenuti/sezioni più apprezzati da parte di chi vi segue? Recensioni, news, interviste, sezione concerti, sezione download, o altro?

Joel: Questa è facile. Indubbiamente la sezione download, forse la caratteristica principale di PuNk4free, e in passato la sezione concerti. Per quest’ultima però vale il discorso precedente: con l’avvento dei social la ricerca di concerti si è spostata, tant’è che diverse realtà (ad esempio Spremi le Meningi o IoPogo) hanno cessato di esistere e, se ci pensiamo bene, il caro vecchio attacchinaggio di flyer è purtroppo scomparso. Altra sezione che in passato andava per la maggiore era quella dei testi ma vale il discorso appena fatto.

Sberla54: Io vorrei saperlo ma non lo so. Per dirvelo con certezza dovrei avere, per deformazione professionale, dei dati che non ho mai raccolto. Ma a sentimento credo anch’io che la sezione più apprezzata sia quella delle recensioni e dei download. È l’unica di cui la gente parla e che è veramente utile. Anche la sezione concerti piaceva sicuramente molto, lo vedevamo dalla mole di utenti che ci lavorava. Delle sezioni a cui tengo parecchio sono quelle sul cinema, l’arte, i libri ed i racconti ma non so quanto siano mai state cagate, ed ormai sono un po’ abbandonate. Nella sezione “Politica” con le news di attualità ci abbiamo investito moltissimo, ma ora l’abbiamo nuclearizzata, perché in effetti nel 2024 non ha veramente senso usare un sito per ripubblicare articoli di altri siti, toglie solo spazio e visibilità alle cose scritte da noi ed ai gruppi che ci mandano i dischi.

  • Radio Punk: Immaginiamo che in questi anni vi saranno capitate delle situazioni assurde e grottesche e alcune estremamente belle e gratificanti, via mail, via social, di persona… Ce ne raccontate qualcuna?

Joel: Di grottesche ne sono capitate parecchie, potrei scriverci un libro. Una delle più divertenti, a mio modo di vedere, è accaduta qualche anno fa, quando siamo stati etichettati, tramite mail, con il termine “Fascist4free” per via di una recensione poco lusinghiera. Non sono mancate nemmeno situazioni positive e gratificanti come ad esempio una delle più recenti ovvero l’accoglienza al Margini Fest di Grosseto, apprezzamento e complimenti da tantissime persone per quanto fatto con il sito in questi anni, qualcosa di inaspettato sia per via della lunga chiusura sia perché davvero non avevo mai pensato che per qualcuno quello che facciamo possa essere stato minimamente importante!

Sberla54: Mi ricordo un concerto che avevamo organizzato a Milano nel 2006, in un centro sociale occupato gestito da un collettivo vicino all’ideologia comunista. Ci volevano mettere le mani addosso perché i gruppi si erano portati la birra da soli, invece di comprarla al locale, e perché in scaletta c’era un nostro caro amico che suonava con lo pseudonimo, chiaramente ironico, di “Ebbreo88”. Ad un altro concerto benefit che avevamo organizzato nel 2007 a Genova mi hanno “rubato” lo zaino per sbaglio, costringendomi a tornare a casa in treno senza un cazzo di niente, ed ad iniziare una lunga corrispondenza via mail per farmelo rispedire a casa (a spese mie). Ad un altro concerto che avevamo organizzato a Monza nel 2008 suonavano anche i Self Justice, un gruppo hardcore di miei amici di Imola, la mia città natale. Così io ed i Self Justice ci siamo ritrovati per caso a mezzo metro da un tizio con in mano una tanica di benzina, chino su di un generatore elettrico, intento a riempirlo con una sigaretta in bocca, pronto a farci saltare tutti per aria. Prima di un altro concerto a Milano, io, ThePuNkshOw (storico ometto scena e terza anima di PuNk4free), e Riki Punk abbiamo tamponato un autobus: mi ricorderò per sempre la faccia dell’autista e dei passeggeri alla vista delle loro creste. Poi anni fa un nostro collaboratore è stato arrestato e messo in galera al 41 bis (se non ricordo male) per essersi macchiato del terribile crimine di aver tradotto e diffuso volantini ed altro materiale anarchico. Veramente una brutta storia, di cui alla fine abbiamo saputo poco. Tra le situazioni che ricordo con affetto, invece, c’è sicuramente il “Massacro Punk Hardcore” del 2009 al XM24 di Bologna, quando finalmente riuscimmo a conoscerci quasi tutti di persona. Quella stessa sera Martin degli RFT (ora nei Sempre Peggio) mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia per una recensione super positiva che gli avevo scritto. Una soddisfazione simile l’ho provata quando ho potuto recensire un disco del mio tatuatore dell’epoca, che suonava (e suona) nei Lyon Estates. O quando ho potuto pubblicare i diari dalla Palestina, o i racconti su vecchie partigiane dimenticate, di alcuni miei amici. Sicuramente quando riuscimmo a far uscire nel mondo reale la PuNk4free Compilation, nel 2012 è stato un bellissimo momento che ricordo ancora con incredulità. Un po’ come ogni volta che vedevo il nostro logo sui dischi che co-producevamo.

  • Radio Punk: la domanda che in molte persone ci hanno chiesto: perchè “anarcoposer”?! Altra cosa che ci è stata chiesta di domandarvi è: quanti giga di materiale e quante band sono state sui vostri server? La storia che i server sono a casa vostra e che 2 anni fa avete fritto tutti gli HD è vera?

Joel: Anarcoposer non vuol dire un cazzo di niente, io non so nemmeno di preciso da dove nasca, probabilmente da un’idea malsana di qualcuno dello staff quando il sito è stato messo su negli anni in cui spopolava il termine poser. L’unica cosa che so è il vecchio slogan per intero che era “Anarcoposer Flower File-zine”, direi anche peggiore. Per quanto riguarda il numero di band non lo so con precisione ma tantissime, facendo una stima poco accurata siamo nell’ordine delle 2000, per un totale di 80 GB di materiale scaricabile. La storia del server è vera a metà, non so chi abbia tirato fuori la teoria del server in casa ma questa parte è falsa mentre la parte della frittura purtroppo è verissima, la cosa che ci ha fatto più incazzare è che questo server lo pagavamo profumatamente e, da un giorno all’altro, si è irrimediabilmente distrutto con tutti i dati del sito, ma per nostra fortuna abbiamo sempre fatto dei backup per i fatti nostri ed abbiamo potuto recuperare tutto.

Sberla54: Si, “Anarcoposer” l’ho inventato io. Era un modo per non prenderci troppo sul serio e per dire alla gente di fare altrettanto. In quel periodo erano tutti “Anarcopunk”, in tanti si credevano stocazzo, ma dopo qualche mese sparivano nel nulla. Mentre noi volevamo stare lì, a testa bassa, a fare della legna. E ci divertivamo a farlo, volevo che si capisse. Ma volevo anche che si capisse che, nonostante il nome un po’ “pubblicitario”, eravamo underground, e per noi il punk non era solo musica, era anche tutto il resto. A tenere il sito hostato su un server in casa mia ci ho pensato davvero, attorno al 2003, quando vivevo ancora coi miei, avevo anche comprato l’hardware e preparato le configurazioni di Linux, ma alla fine ho lasciato perdere perché sarebbe stata una complicazione inutile, ed avremmo offerto un servizio di merda, lento ed altalenante, solo per risparmiare quattro lire. L’anno scorso siamo andati offline perché da almeno 10 anni il sito era hostato su un VPS, un server virtuale privato, nel data center di un piccolo provider italiano. Una roba da 400 euro all’anno, non proprio regalata. Ma dato che negli ultimi 10 anni non avevo mai aggiornato la piattaforma software del sito, il nostro server faceva ancora parte della loro linea di prodotti più vecchia, di cui evidentemente non gli fotteva più un cazzo. Un bel giorno i loro hard disk dentro al NAS collegato a quella linea di server si sono rotti, ci hanno detto che non erano ridondati da nessuna parte, che i dati erano persi e che ne approfittavano per chiudere quella linea di prodotti. Veramente dei barbari. Ma se siamo riusciti a rimanere o ritornare online per 20 anni è perché, dal punto di vista informatico, abbiamo sempre fatto le cose per bene, con un approccio professionale, spendendoci soldi e tempo.

  • Radio Punk: Vi ringraziamo e chiudiamo chiedendovi la top 5 (come nel romanzo “Alta Fedeltà”) dei vostri dischi preferiti!

Joel: Top 5 di ognuno di noi per forza di cose, dato che il caro sberla ascolta solo merda tendente al melodico da emo sfigato col ciuffo, peccato che lui sia un pelatino di merda. In ogni caso una classifica non la saprei stilare poichè ascolto tantissima roba hardcore, soprattutto italiana, sia del passato che recente. Posso fare un compromesso con i cinque dischi che al momento ascolto più assiduamente: “SudDisorder – Senza Amor Non Vale Nulla”, “Dalton – Papillon”, “Gli Ultimi – Sine Metu”, “Contrasto – Solo Per Te”, “Fall Of Efafra – Owsla”. Ma potrei continuare ad annoiarvi con gruppi e dischi per ore. 

In chiusura ci tengo a ringraziarvi per aver sprecato tempo e spazio per le nostre inutili parole e per tutto quello che fate, a costo di sembrare melenso (e di scartavetrarmi la lingua contro i vostri giovani culi) siete un faro per l’hardcore punk e spero che rimarrete in sella per tanto tempo!

Sberla54: Io e Joel è un po’ di mesi che non ci vediamo quindi lui non sa che adesso ho i capelli e la barba lunga e sono bello, bello, in modo assurdo. Una “Top 5” è sempre una di quelle domande a cui è impossibile rispondere, per dischi, film, libri, o qualsiasi altra arte. Come fai a sceglierne così pochi? È un insulto a tutti gli altri! E sicuramente fra due giorni hai in testa una classifica diversa. Comunque, per il punk hardcore direi “Finalmente Vi Odio Davvero” degli Skruigners, “Tutti Pazzi” dei Negazione, “Torino Rock’n’Roll Starz” dei Bellicosi, “The Will” dei Kafka, e “Forti Di Incomprensioni Instabili” degli Arsenico. Per tutti gli altri generi ci tengo a dar fastidio a qualcuno dicendo “Let’s Talk About Feelings” dei Lagwagon, “All The Best Songs” dei No Use For A Name, “Blue Skies, Broken Hearts” dei The Ataris, “Something To Write Home About” dei The Get Up Kids, “What It Is To Burn” dei Finch, e “666 Motor Inn” dei Satanic Surfers.

Giovani, grazie di cuore per questa intervista! Sono qui a rispondervi all’una di notte con un mese di ritardo perché questo lo ricorderò sicuramente come uno di quei pochi momenti gratificanti di cui parlavamo sopra. Un abbraccio!