GENOVA DIY: Intervista alla crew di Adescite
Chiacchierata con il collettivo Adescite, da anni attivo nell’organizzazione di concerti DIY a Genova
Il 24, 25, 26 ottobre 2025 si svolgerà il fest di Adescite con diverse band e banchetti di autoproduzioni in tre luoghi diversi di Genova. Questa sarà la decima edizione e abbiamo deciso di fare qualche domanda alla crew di Adescite sul fest, sulla città e sul loro collettivo. Ci vediamo al banchetto, noi ci saremo!

Radio Punk: Ciao a tutte e tutti! Grazie mille per essere qui sulla nostra ‘zine. Ricordiamo con molto calore ogni edizione di Adescite a cui abbiamo partecipato quindi siamo davvero felici di intervistarvi! Partiamo con un po’ di bio: raccontateci come nasce Adescite, da quali anime è formato il collettivo e come si è evoluto in questi 10 anni.
Adescite Crew: Ciao! Adescite nasce inizialmente “solo” come festival punk Diy un po’ per caso, all’interno di uno Spazio occupato nel ponente genovese che tutti ricordiamo con particolare affetto: lo Spazio Libero Utopia. L’ occupazione è durata circa tre anni ed era stata tirata su da ragazzi e ragazze all’epoca ancora relativamente giovani, di età per lo più compresa tra i 20 e i 25 anni, che si erano precedentemente già fatti/e le ossa in collettivi universitari (ReUp) e di altri spazi occupati(uno su tutti il C.S.O.A. Terra Di Nessuno). Il connubio “nuova occupazione in periferia” e “punk fai-da-te” è stato abbastanza naturale e organico, portando a un nuovo fermento tra le realtà punk genovesi e liguri, all’epoca già discretamente attive. Adescite! Fest è stata un po’ la sintesi e una delle espressioni più felici di quel fermento: una buona occasione per mettere in pratica l’esperienza accumulata negli anni precedenti di concerti e iniziative in un contesto nuovo, meno consolidato, ma forse proprio per questo più stimolante e vivo.
Riguardo alle anime che lo compongono…negli anni ha contribuito a consolidare legami di amicizia che perduravano già dall’infanzia o dall’adolescenza e ha aggregato persone che prima, invece, non si conoscevano affatto. Tutte persone che hanno popolato e animato varie sottoculture, accomunate però da uno stesso modo di intendere l’autoproduzione, l’autogestione e le relazioni.
In seguito allo sgombero di Utopia, avvenuto proprio a ridosso della quarta edizione, abbiamo poi scelto di portare avanti Adescite! anche come collettivo vero e proprio, sempre secondo agli stessi principi che animavano anche il festival, collaborando con numerose realtà, occupate e non, che sentiamo in un qualche modo affini.
Radio Punk: Come avete strutturato questi 3 giorni di festival? Parlateci della musica e, siccome definite Adescite come “la sagra delle autoproduzioni”, anche di ciò che farà da contorno come banchetti e altro!
Adescite Crew: Eravamo soliti strutturare il festival su uno o due giornate in uno spazio solo, con magari qualche iniziativa più piccola in luoghi affini nelle giornate precedenti. Negli ultimi anni, la situazione globale degli spazi sociali genovesi (approfondita nella prossima domanda) è cambiata in maniera piuttosto drastica e decisamente in peggio, portandoci a prendere importanti decisioni riguardo a quella che sarà la decima e ultima edizione del festival.
Avrà luogo nell’arco di tre giornate in tre posti diversi che, tutti a modo loro, ricoprono una certa importanza per la storia di Adescite.
Le prime due giornate, venerdì e sabato, si terranno rispettivamente nella nuova sede del C.S.A. Zapata e al C.S.O.A. Pinelli, mentre la chiusura di domenica, si sarà al circolo Perugina, a Certosa.
Come sempre, nella scelta dei gruppi, abbiamo cercato di fare in modo che tutte le anime ed espressioni della musica punk siano degnamente rappresentate. In tal senso, ce n’è per tutti i gusti, dal punk rock più classico, all’ hardcore vecchissima maniera, dallo street punk agli episodi acustici e all’emocore. Incredibilmente, quest’anno c’è pure del metalcore, cosa che per Adescite risulta più unica che rara 🙂
Il tutto sarà complementato dalla consueta carellata di banchetti di autoproduzioni e cibo, che rendono Adescite, appunto, la sagra dell’autoproduzione.
Insomma, tre giornate in cui dormire pochissimo ed aggregarsi molto. Che fate? Ve ne private?



Radio Punk: Adescite è visceralmente connessa agli spazi sociali genovesi. Raccontateci di questo legame e del rapporto che avete con la città della lanterna.
Adescite Crew: Sul rapporto che i genovesi hanno con la loro città natale potremmo spendere fiumi di inchiostro (facciamo più torrenti, che quì si è assai parsimoniosi).
Volendo azzardare una terribile sintesi potremmo dire che tra i lati positivi di Genova c’è senza dubbio la tendenza a cercare di fare le cose nella maniera più semplice, diretta e meno sofisticata possibile. Non ci piace perderci in belinate e preferiamo andare dritti al punto, attitudine riassunta nell’imperativo contenuto in Adescite! stesso, che in dialetto ligure significa “Datti una mossa!”.
Tra i lati negativi possiamo annoverare sicuramente una tendenza mortifera al nonnismo, che si traduce spesso in realtà chiuse in sè stesse e poco inclini al dialogo. Questo dualismo lo abbiamo spesso osservato anche negli spazi sociali in cui siamo cresciuti e ai quali Adescite! è indissolubilmente legato.
Se da un lato siamo cresciuti in una città che in passato ha avuto un discreto numero di realtà occupate e autogestite diverse, in cui potere sperimentare una libertà di autogestione che altrove, e soprattutto sul fronte istituzionale, era semplicemente assente, è altrettanto vero che le dinamiche umane e interpersonali che ne influenzavano e regolavano poi la vita, non venivano spesso messe in discussione, creando ambienti talvolta stagnanti e incapaci di dialogare efficacemente con generazioni più giovani.
Un errore che si è pagato carissimo negli ultimi anni, in cui le prime giunte di centro destra dai tempi del secondo dopoguerra hanno, pressochè incontrastate, fatto piazza pulita di buona parte delle realtà occupate e autogestite in città. Molte delle scelte che ci stiamo trovando a fare con Adescite! Ultimamente sono legate a questa situazione.
Sarà l’ultima edizione perchè, come abbiamo spiegato in seguito allo sgombero del L.S.O.A. Buridda, la situazione politica attuale è troppo soffocante per permetterci di organizzare il festival secondo alle modalità che predilegiamo. Inoltre, sentiamo che è giunto il momento di lasciare più spazio anche a collettivi più giovani che si stanno affacciando sulla scena ultimamente.
Sarà l’edizione più corale che abbiamo organizzato in termini di spazi inclusi, un po’ per necessità logistiche, ma soprattutto perchè pensiamo che sia il caso che le varie realtà che abbiamo attraversato ieri e attraversiamo oggi, dialoghino il più possibile fra loro. Il nonnismo genovese di cui sopra e l’individualismo sono lussi che oggi nessuno si può più permettere, se vogliamo davvero parlare di aggregazione.
Radio Punk: Vi chiediamo di guardarvi un po’ indietro. Dopo 10 anni sentite di aver lasciato il segno? Cosa pensate di aver costruito a Genova e nella scena punx locale e non? Guardando avanti invece, cosa c’è nel futuro di Adescite?
Adescite Crew: Nostalgia canalgia… Dopo dieci anni di festival, concerti e iniziative varie possiamo senz’altro di dire di avere lasciato un segno indelebile in noi stessi, non tanto o non solo per i concerti in sè, quanto per le innumerevoli occasioni di arricchimento umano che questi ci hanno fornito e che abbiamo cercato di cogliere ove possibile.
Tra le lezioni più grandi c’è che cercare di fare le cose collettivamente è sicuramente più faticoso rispetto all’organizzarsi solo individualmente e fare sempre di testa propria.
Tuttavia, è al contempo un esercizio di empatia fondamentale, che ci ha portato col tempo a fare ragionamenti più profondi su noi stessi e sul nostro modo di relazionarci. Questo, alla fine della fiera, lo riteniamo più importante della musica stessa, che alla fine catalizza e sottolinea soltanto i nostri stati d’animo. Potremmo riassumerlo con uno Strummeriano “Without people you’re nothing”.
Speriamo che fare Adescite! ci abbia reso persone più consapevoli e che questo abbia avuto anche qualche ricaduta positiva sulla “scena punx locale e non”. Che poi…le uniche regole di ogni buona scena sono che la scena non esiste e che il momento migliore per fare le cose è sempre… ORA!
Cosa ci riserva il futuro non lo sappiamo. Sarebbe bello se il futuro ci riservasse la fine del capitalismo e del lavoro salariato.
Radio Punk: Vi ringraziamo ancora tanto e vogliamo chiudere con una domanda che ci regala sempre molte gioie: stupiteci e fateci ridere con l’episodio più grottesco e divertente accaduto durante un vostro concerto!
Adescite Crew: Più divertente di quando ci hanno proposto i Crazy Town?
Beh, una divertente è quella riguardo a un batterista che per privacy chiameremo Joe A. , anzi no, Antares J. È meglio… comunque, si è svegliato la mattina nel dormitorio della Buridda urlando “chi cazzo è che mi ha vomitato sui pantaloni?”. Al primo grido nessuna risposta dalla marmaglia dormiente. “allora, chi è stato che lo ammazzo!?” La prima voce assonnata risponde dalla penombra “sei stato tu…”. Antares J. non ci sta “no, io non sono un pivello alle prime armi, ste cazzate non le faccio, so come si beve e non mi vomito sui pantaloni”. Il coro degli addormentati inizia a svegliarsi e a dire ” si, si, sei stato tu, ora facci dormire”. Il povero Joe A. È tornato a casa con dei pantaloncini corti in prestito, e ancora oggi aleggia il mistero di chi gli abbia vomitato sui pantaloni, che sia stato davvero lui?
Poi ce ne sono troppe da raccontare, storie di cani sul palco, scale a pioli apparse misteriosamente in mezzo al pogo, cori ubriachi di gente che canta “Genova puuuunx” sulle note di Fear of the Dark degli Iron Maiden, chiavi di interi centri sociali sparite con i nostri amplificatori chiusi dentro, dj set trash finiti in abbracci e lacrime di gioia, band così ubriache da non finire il proprio concerto e finite a pisciare nel giardino di Toni Cocks.
Ok, sembra un delirio, ma in realtà il 99% delle cose vanno bene e ci si diverte.
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