immagine per intervista ai bishops green

Intervista ai Bishops Green

Chiacchierata con Greg, cantante dei Bishops Green, band street punk di Vancouver

La band canadese Bishops Green ha recentemente pubblicato il suo nuovo EP “Black Skies” ed è stata in tour in Europa, con date anche in Italia. Colpiti dal loro live a Bologna con Plizzken e Zeman, abbiamo deciso di intervistare la street punk band canadese. Il loro stile inconfondibile e la loro energia deliziano le orecchie di skins e punk dal 2011, e dire che sono devastanti è un eufemismo. Iniziamo l’intervista, siamo pieni di curiosità!

Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti nella nostra webzine. Per chi non vi conosce, raccontateci un po’ di voi. Quando vi siete formati, in quale contesto storico e come vi siete conosciuti? In quali altre band o progetti avete suonato prima dei Bishops Green?

Bishops Green – Greg: Dato che Evan e io avevamo già suonato insieme nei The Lancasters, nel 2011 ho deciso di chiedergli se voleva mettere su qualcosa e così sono nati i Bishops Green. Le band di cui ho fatto parte negli anni sono state The Glorystompers, The Subway Thugs, The Lancasters e Alternate Action. Evan faceva parte anche dei The Authorities. 

Radio Punk: Com’è la scena skinhead e punk a Vancouver? E com’è nel resto del Canada? Com’è essere skinhead e punk dalle vostre parti? Ci sono luoghi di ritrovo, luoghi in cui fate concerti, vi frequentate da qualche parte in città o siete un po’ isolati?

Bishops Green: La scena è piccola ma molto unita e tutti si conoscono. Il Canada è molto esteso, perché è un posto grande, ci vogliono 4 o 5 giorni per attraversarlo in auto. Detto questo, andare in tour in Canada non è per i deboli di cuore, lol. Quando c’è uno show, tutti escono e ci si diverte. 

Radio Punk: Restando sulla scena cittadina, com’è l’interazione tra le diverse sottoculture? Siete uniti tra punk, skinhead, hardcore kids e metallari o ognuno si fa gli affari propri e organizza concerti divisi per sottogeneri?

Bishops Green: A causa della scena più piccola qui, tutti vanno d’accordo e per la maggior parte sono amici. È una scena piuttosto unita e le sottoculture vanno d’accordo. 

Radio Punk: Di recente avete pubblicato “Black Skies”, un lavoro di 7 tracce pubblicato in vinile da Pirates Press. Il vostro stile è unico e molto originale, vi si riconosce dalla prima nota. Cosa pensi che questo nuovo lavoro abbia aggiunto alla tua discografia? Sentite di aver espresso qualcosa che non avete detto nei vostri lavori precedenti?

Bishops Green – Greg: quando il COVID è arrivato, ha creato un certo stato d’animo per la scrittura delle canzoni. Mi sono ritrovato ad andare in sala prove e a passare ore e ore a scrivere canzoni. L’atmosfera era cupa e questo ha dato il tono sia alla musica che ai testi. Mi sembrava che la musica catturasse il segno dei tempi. 

Radio Punk: I vostri temi affrontano spesso questioni sociali e critiche al sistema. Quali lotte e argomenti vi stanno particolarmente a cuore? 

Bishops Green: Per esempio, un verso della canzone “Last Minute Warning” è “take a look at your system, tell me what you see”: il sistema è pieno di buchi e di incertezze, il che ci rende nervosi e a disagio. “‘Too many faces, what about them now”: è come se fossimo solo un numero e che al momento giusto venissimo sostituiti. 

Radio Punk: Rimanendo in tema sociale e politico, in Italia gli skins e i punk tendono ad avere una connotazione antifascista, antirazzista e anticapitalista e tengono molto all’aspetto DIY. Quanto sono importanti questi aspetti per voi? A Vancouver e in Canada in generale, come vivete la “strada”? Ci sono problemi con i nazisti o la polizia, per esempio?

Bishops Green: Il DIY è molto importante nella nostra sottocultura, unisce e mantiene in vita la scena attraverso connessioni, etichette, ecc. Avere una posizione antirazzista e antifascista non solo nella nostra sottocultura, ma anche nella vita quotidiana. Non c’è spazio/tolleranza nella scena per questo. Anni fa avevamo qualche problema, ma ora succede raramente. La polizia qui per la maggior parte ci lascia in pace, a parte qualche chiusura di locali DIY, però mi rende lo stesso nervoso. È stato molto diverso crescere a Edmonton, Alberta: un’esperienza completamente diversa con la polizia, MOLTO difficile. 

Radio Punk: Per creare un suono così unico immagino che ascoltiate molta musica diversa. Quali sono i vostri gruppi/artisti preferiti e cosa ascoltate generalmente a casa, in macchina o in cuffia?

Bishops Green – Greg: Ascolto molti generi diversi, dall’UK82, allo stile 77, alla New Wave dei primi anni ’80, all’Hardcore, è molto difficile individuare gruppi/artisti specifici. Ma per la maggior parte mi faccio influenzare dallo streetpunk dei primi anni ’80/Oi! UK82 e aggiungo un po’ di gusto personale con un po’ di melodia. 

Radio Punk: Parlateci un po’ di voi, avete altre band o progetti al momento? Vi piacerebbe formarne altri? Fate altri lavori o vi guadagnate da vivere con la musica? Quali hobby e passioni avete oltre al punk?

Bishops Green – Greg: Parlando per me, suono anche negli Alternate Action – siamo stati in Europa nel 2019. Mi piace scrivere canzoni e trovare melodie che abbiano un certo “feeling”.  Sì, lavoriamo tutti, ma abbiamo una certa flessibilità con i nostri lavori. Dobbiamo lavorare, ma speriamo di fare sempre più tour in futuro! La vita è breve. Sono anche appassionato di scooter Vespa e Lambretta, e per hobby riparo anche le moto. Mi tiene lontano dai guai! 

Radio Punk: Avendo suonato in così tanti luoghi e paesi diversi, quali sono i tuoi preferiti? Quali differenze avete notato tra la scena canadese e quella di altri paesi?  

Bishops Green – Greg: È davvero difficile individuare un posto specifico, perché ci sono ottime scene e persone fantastiche dappertutto. Mi piace incontrare tutti e fare nuove amicizie. Trovo che le scene dei diversi Paesi condividano ideali e convinzioni simili, nonostante la differenza di lingua e di esperienze di vita. Incontrare persone che condividono la tua sottocultura e sono appassionate della stessa musica/band annulla la barriera linguistica! 

Radio Punk: Cosa ne pensi delle piattaforme di streaming come Spotify? Pensi che possano essere utili per avvicinare le nuove generazioni alla nostra sottocultura?

Bishops Green – Greg: Spotify è un bene e un male. Per esempio, non avremmo mai raggiunto il pubblico che abbiamo senza di esso, in così tanti paesi del mondo – è incredibile la portata che ha dato alle band. Ovviamente sarebbe bello ricevere un ritorno per la nostra musica. 

Radio Punk: Vi ringraziamo molto, vorremmo continuare a riempirvi di domande, ma magari la prossima volta che tornerete in Italia lo faremo davanti a diverse birre! Chiudiamo con una domanda classica per i lettori di Punk Radio. Raccontateci i momenti più belli e grotteschi che avete vissuto in tour!

Bishops Green: Hahahaha, potrei scrivere un romanzo… lol. Avevamo portato il nostro amico Igor nel primo tour europeo nel 2014 e suonavamo “Oi! This is Tegelen”. Mentre salivamo le scale, lui era davanti a me e sganciò il grosso sacco attaccato a una corda che si appende al sipario e me lo fece finire direttamente sull’inguine! Volai in aria e caddi di peso sui polsi! Per fortuna nulla di rotto, tranne il mio orgoglio, hahahaha!

Credit foto: Kuckuck Artworks

Per supportarci:

Siamo un progetto autogestito e puoi sostenerci attivamente, se ti va, in due modi:
-puoi dare un’occhiata al nostro catalogo e ordinare eventualmente dischi, cd, libri, spillette o altro ancora. 
-puoi partecipare alla nostra call sempre aperta con un tuo contenuto inedito.