Intervista ai Causa
La nostra chiacchierata con i Causa e il video di “Pay”, tratto dal nuovo EP “Nel mondo degli OK”
Ho tra le mani quello che per i più giovani è un reperto archeologico e per noi più, ehm, stagionati, un contenitore di ricordi: una custodia di rullino fotografico. Quella in questione contiene però il nuovo EP dei Causa, “Nel mondo degli OK”, su chiavetta USB arrotolata in un foglietto con i testi, un po’ come le istruzioni per assemblare le sorpresine degli ovetti di cioccolato. Affascinata da questa confezione originale e totalmente DIY, ma anche dall’ascolto del contenuto, ho deciso di fare qualche domanda alla band. Vediamo cosa ci hanno raccontato.
Radio Punk: Ciao, vi diamo il benvenuto nella nostra ‘zine! Raccontateci un po’ di voi. Chi siete, come e quando vi siete conosciuti, come avete deciso di formare una band? Di quali altre band, collettivi, progetti avete fatto parte in passato o fate ancora parte?
Causa: Ciao! Grazie per questa intervista!
Siamo in giro dal 2006, ci siamo conosciuti alle superiori, provavamo di pomeriggio nel garage di Nicco, ovviamente il batterista! In quel garage ci abbiamo scritto le primissime demo e i primi 2 album, “Regole Non Scritte” e “Teledisperati”.
Dopo abbiamo preso una stanza con accanto un ecomostro di tutto rispetto, e ci abbiamo scritto “Venti Nove” che è infatti il civico, e l’ultimo col fiato sospeso in due anni di pandemia “Nel Mondo Degli OK”.
In questi quasi 17 anni abbiamo avuto tutti più o meno anche altre band e progetti paralleli a pieno regime, sempre punk attitude, abbiamo organizzato insieme concerti, feste, robe insomma! Veniamo dalla provincia di Pisa, o le fai o non c’è niente!
Radio Punk: Parlateci di questo nuovo disco, “Nel mondo degli OK”. Come nasce? Cosa ha di diverso dai precedenti sul piano musicale? Quali sono i temi che affrontate nei testi?
Causa: “Nel Mondo degli OK” è stato scritto tutto d’un fiato, sono 5 brani piuttosto sparati senza troppe compositive seghe mentali se paragonato ai precedenti album. Scritto di getto non si può dire, però abbiamo mantenuto l’idea iniziale di ogni brano.
Testi indiretti un po’ ermetici sempre contropotere. Dentro ci sono aneddoti personali e di fantasia, parole dall’esistente sentite e lette e alcune citazioni che vanno un sacco di moda.
Lo abbiamo registrato da Ovi Alessandro Sportelli, è il secondo album che facciamo con lui, date un’occhiata al suo portfolio! 😉
Il nuovo logo del gruppo è stato disegnato da Macca Ipkiss, amico di vecchia data, grande tatuatore handpoke!
Radio Punk: E ora diteci tutto su questo originalissimo formato fisico, disponibile in sole 100 copie numerate a mano. Come vi è venuto in mente? Dove avete trovato le 100 custodie da rullini?
Causa: Ma niente scherzando tra di noi è venuta fuori questa idea dopo mille scartate, ci sembrava fattibile e ganzetto! Già anni fa facemmo delle chiavettine usb indossabili come un braccialetto, era una sorta di raccolta con 2 album 1 split 1 live i videoclip e alcune foto.
Stavolta invece abbiamo fatto delle chiavettine molto piccole con inciso il logo, Pinolo (Chitarra-tromba-voce) che è il nostro grafico di fiducia, ha preparato i file da stampare per fare il libretto, che è praticamente una striscia bassa e lunga a doppia faccia di stampa, quindi: taglia, numera, arrotola, formatta usb, carica album su usb, inserisci tutto nel contenitore, 100 volte ci sembrava ragionevole! Scherzi a parte volevamo qualcosa di nostro senza doversi preoccupare troppo di siae, di grafiche, di cose burocratiche, di minimi di stampa, insomma qualcosa di semplice che fosse utile e tascabile.
I contenitori dei rullini sul DeepWeb.
Radio Punk: Sia dal contenuto dei vostri testi che dalla confezione di questo disco è evidente che per voi l’aspetto politico inteso come insieme di idee anticapitaliste, antifasciste, antisessiste e do it yourself ha una grande importanza… Cosa potete dirci a riguardo?
Causa: Abbiamo sempre portato certe tematiche proprio perché abbiamo sempre vissuto sia individualmente che come band all’interno di contesti antifascisti.
Mettere al centro la partecipazione è l’unico modo giusto che conosciamo, mescolando riflessioni collettive e crucci personali, ci siamo sempre tirati in mezzo. Possiamo dirvi che nonostante la repressione, stiamo vedendo ricambio generazionale, avanti tutta!
Radio Punk: Cosa fanno i Causa quando non suonano? Che passioni e hobby hanno i componenti del gruppo a parte la musica?
Causa: Lavoriamo molto e praticamente a parte il lavoro suoniamo. Abbiamo tirato su un micro home recording dove Cecio (basso e voce) smanetta cavi e microfoni e Panji (chitarra) riprende e monta videoclip.
Come hobby di band curiamo un segretissimo blog (non lo cercate che ancora non è pubblico) chiamato TripPunkAdvisor dove abbiamo inserito foto e descrizione delle mangiate che facciamo quando andiamo a suonare, centri sociali, squat, festivalacci… insomma… chiunque ci abbia ospitato ha la sua scheda, c’è anche il punteggio, e c’è già anche una classifica! Per i nostri 20 anni di carriera o facciamo un documentario o pubblichiamo questo blog.
Abbiamo scoperto che anche altre band lo fanno, ognuno col suo nome, gambero marrone, 4 ristagnanti, scortesie per gli ospiti….
Radio Punk: Raccontateci un po’ la scena delle vostre parti. Quali spazi, collettivi, band, etichette, ecc. ci sono? Com’è la situazione rispetto a una volta? Com’è l’interazione tra le diverse sottoculture?
Causa: Venendo dalla provincia, quello che chiami scena, sono una due band.
Già in città Pisa Livorno e Firenze ci sono molte band del giro punk e dintorni, ci conosciamo praticamente tutti, almeno una volta abbiamo suonato insieme nei vari spazi qua in Toscana.
La scena è viva solo grazie ai posti e alle persone che organizzano concerti, non possiamo fare altro che ringraziare spazi come Newroz, Ex Caserma Occupata, Cpa-FiSud, Mondeggi, Casa Rossa, Refugio, K100, per tutte le volte che ci hanno ospitato e non solo, anche altre realtà come circolini e associazioni, su tutte Il Botteghino e La Rossa. Ma queste sono solo alcune alla quale siamo un po’ più legati. Le band del giro sono composte da persone sempre molto disponibili, che dopo una sera insieme a suonare rimani amico forever, chissà se questo succede anche in altre scene, probabilmente è questione di habitat. Se frequenti certi spazi è perché sei fatto in un certo modo.
Radio Punk: Domandona che spesso ci poniamo ma a cui non abbiamo mai trovato una risposta convincente: perché lo ska-punk in Italia non ha lo stesso successo che all’estero?
Causa: che dire, tanti anni fa avevamo una scaletta piuttosto skapunk, e lì insomma fummo dichiarati dal popolo una band skapunk, ma a dirla tutta il nostro era/è una specie di finto ska un po’ veloce, ma quale skapunk.
Noi siamo solo un gruppo punk e tra gli strumenti c’è una tromba.
Comunque per darti una risposta, in Italia si vive di idoli, che possono essere meteore o creatori di nicchie, anche piuttosto ampie. Non esiste nessuna scalata al successo per le band, di qualsiasi genere si parli. O c’è un grosso lavoro per costruire l’idolo, o sennò niente.
Certo che sì, ci sono band con una notevole fan base, ma il genere non conta in quel caso, se una band è forte è forte! 🙂
Quindi perché lo skapunk non ha lo stesso successo che ha all’estero? probabilmente perché non c’è mai stato costruito un idolo.
Lo skapunk e generi affini stavano nel grande mucchio della musica alternativa, ed essa con tutte le sue derivate controculture, sono state distrutte perché divenissero innocue, crediamo sia successo poco dopo il 2000, con un lungo lavoro di ridicolizzazione del messaggio, ghettizzazione del dissenso e dei dissidenti, e canalizzazione del gusto.
Radio Punk: Cosa ne pensate delle piattaforme streaming e dei social? Possono aiutare la diffusione della musica o rischiano di essere più deleteri che altro?
Causa: La musica liquida dipende dalla piattaforma, ognuna ha i suoi pro ed i suoi contro. Alcune peccano sulla qualità audio ma spaccano sulla fruibilità, altre alta qualità audio ma non trovi tutto. Noi siamo su tutte quelle più usate, ogni tanto guardiamo le dashboard e qualche grafico per capire chi è sto qua che ci ascolta dalla Lapponia sarà babbo natale chissà.
E sì alla fine la diffusione con le piattaforme funziona.
Per l’argomento social ci sarebbe da fare una intervista a parte, senza dilungarci però, noi cerchiamo di usare il social network come un cacciavite, uno strumento semplice da usare che fa una sola cosa.
Quello che vediamo però è ben diverso, e trattandosi di un mezzo comunicativo ha cambiato il costume di quasi tutta la popolazione mondiale. Per quello non ci si dovrebbe scherzare, ed invece, viene usato solo per scherzare. E i cacciaviti non sono così divertenti.
Radio Punk: Quali sono i vostri gruppi/artisti di riferimento e cosa ascoltate generalmente a casa, in macchina o in cuffia?
Causa: odiamo dare questa risposta, perché sembra la classica risposta da primo appuntamento. Un po’ di tutto.
Ma è vero, oltre a tutti i sottogeneri del punk, ascoltiamo di tutto, dalla classica alla psytrance. Spesso alle prove improvvisiamo cover veramente improbabili, che alla fine ci lasciano una pulce nella testa, da tutto c’è da imparare!
Radio Punk: Parliamo invece della dimensione live. Qual è il concerto di cui avete il più bel ricordo e qual è invece il posto dei sogni, in cui vorreste un giorno suonare?
Causa: ognuno di noi ha il suo, io Cecio, ho un ricordo bellissimo di una festa alla facoltà di agraria di Firenze, sembrava dovesse piovere, eravamo con gli Ivanoska e insieme al Collettivo di Agraria in un paio d’ore abbiamo installato una copertura antipioggia veramente molto molto molto grande, fortunatamente non venne a piovere, c’erano circa 2 mila persone. Indimenticabile.
Per il posto dei sogni, rimaniamo con i piedi per terra!
Radio Punk: Vi ringraziamo per la chiacchierata e chiudiamo con una domanda ormai classica nelle nostre interviste. Ci raccontate un aneddoto divertente o grottesco nella storia dei Causa? Situazioni allucinanti, rimborsi assurdi e cose così… Grazie ancora, alla prossima!
Causa: saliamo in Piemonte per un concerto di venerdì sera, fiduciosi di ripartire in nottata e rientrare per l’alba del sabato. Siamo tornati il lunedì, abbiamo dormito sul palco per 3 notti. Era all’aperto.
Guarda il video di “Pay”
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