intervista ai first brawl

Intervista ai First Brawl

Chiacchierata con la band modenese First Brawl che ha da poco pubblicato il nuovo album

Attivi dal 2014, i modenesi First Brawl suonano hardcore senza compromessi e l’anno scorso hanno pubblicato il quarto lavoro dal titolo “Rise From Hate” dopo la Demo del 2014, “Full Of Nothing” del 2016 e “Turning Point” del 2018. Fedelissimi al CD e a Indelirium Records che ha pubblicato questo nuovo lavoro straordinario di 13 tracce!

Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti nella nostra ‘zine. Siete comodi? Partiamo! Raccontateci come e quando decidete di formare i First Brawl? Avevate già esperienze passate in band, vi va di parlacene?

First Brawl: Ciao ragazzi, grazie mille per lo spazio che ci state concedendo!
Allora, la storia dei First Brawl nasce nel 2014 dalle ceneri degli Strange Fear, vecchia gloria dell’Hardcore modenese, nei quali militavano Guido (voce) e Riccardo (chitarra). Chiudevano la prima line up Nico (batteria), ex Truth Start in Lies, e il mitico Vittorio (sciabolo!) dei grandi Daily Grind dalla Calabria. Con questa formazione è stata registrata la prima demo di 2 pezzi, nel 2014; nell’inverno dello stesso anno abbiamo registrato il primo full lenght “Full of Nothing” che però vedrà la luce solo nel 2016 con l’ingresso di Ado (ex Kernel Zero) alla chitarra e Manfro (ex 7BloodyHopes) dietro le pelli.
Nel 2017, dopo un’intensa promozione live del disco, arriviamo alla fine dell’anno in studio; a marzo 2018 abbiamo pubblicato l’EP “Turning Point” che ci ha dato la possibilità di esibirci ancora di più, soprattutto all’estero. Arriviamo al 2019 con l’ingresso di Jolla (ex Jesus ain’t in Poland) al basso e inizia la stesura di ciò che è diventato “Rise from hate”.
Dopo la pubblicazione del disco, Bear è entrato al basso e siamo ad oggi.

Radio Punk: Che ci dite di questo nuovo lavoro, “Rise From Hate”? Parlateci dell’artwork, un disegno incredibilmente solenne lasciatemelo dire. Imperioso come il vostro sound. E raccontateci un po’ le tematiche che affrontate nel disco e in che periodo è stato concepito questo lavoro.

First Brawl: Ci fa molto piacere che vi sia piaciuta la copertina perché anche noi siamo molto soddisfatti del risultato. Ci siamo affidati alle mani esperte di Mirko Gastow che avevamo apprezzato con i lavori, tra gli altri, di Strength Approach e Lastbreath. L’idea era quella di avere una sorta di creatura mitologica, imponente e incazzata! Il periodo che stavamo passando era pieno covid, per intenderci, che ha aiutato nel focalizzare ciò che volevamo trasporre in immagini. Il che si ricollega anche alle tematiche dei testi, che riguardano il contesto dei tempi che percorrono; ad esempio, nel periodo necessario alla stesura dei pezzi ci sono stati episodi come l’assasinio di George Floyd, la reclusione in casa per via della pandemia; ma anche esperienze personali, come la perdita di un’amica o la continua presa di coscienza di quanto tanta gente faccia schifo nella quotidianità di tutti noi.

Radio Punk: …Guido è un grandissimo supporter della nostra distro (e del nostro progetto), tuttavia è un grande appassionato di vinili, mentre voi finora avete fatto solo CD. Una scelta oculata e quasi dogmatica o in futuro ci sarà spazio anche per un bel vinilozzo? Tornando alla questione uscita fisica, com’è lavorare con Indelirium Records? Etichetta di cui abbiamo una grande stima per la mole di HC massiccio che ha fatto uscire!

First Brawl: guarda, in realtà la scelta del cd per le nostre uscite è stato un mix di casualità: ad esempio, tutti noi arriviamo dalle nostre esperienze del primo decennio del 2000, quando lo standard per una band era “avere i cd”; se lo unisci al fatto che Indelirium ci ha sempre proposto quel formato e che il costo per la stampa di vinili è impegnativa, la risposta è presto data. Ci piacerebbe ristampare in un unico vinile “Full of nothing” e “Turning point”, con una nuova veste grafica e probabilmente qualche chicca.
Il rapporto con Indelirium è da sempre ottimo, Emiliano è un nostro fan oltre che amico di vecchia data, quindi è molto facile lavorare con lui. Inoltre è un’istituzione dell’hardcore in Italia, quindi per noi è un vero piacere!

Radio Punk: il vostro hardcore violento e rabbioso pare uscito dai bassifondi di New York. Com’è invece Modena? Nel senso, raccontateci un po’ la scena di Modena e dintorni, che locali, spazi sociali, collettivi, etichette, band ci sono ora e com’era una volta? Ha mai avuto una golden age?

First Brawl: Modena, a dispetto della sua proverbiale puzza sotto al naso (che non manca in una buona fetta della popolazione), ha sempre avuto un bel fermento, nel “suo underground”; con alti e bassi, come in tutte le scene, ma non è mai mancato chi organizzava eventi con i pochi mezzi a disposizione, né le band. Ad esempio, a La Scintilla, negli anni 90, suonarono band come Offspring, Propagandhi, Pennywise; anche in provincia, vedi il compianto Fassbinder di Sassuolo, vide sul proprio palco nomi quali Negazione, Neurosis…per dare un’idea.
Adesso i posti in cui godersi un bel concerto a prezzi popolari sono il Libera Officina, La Scintilla, Stella Nera, Centrale66 e la mitica Tenda (tanto love). C’è inoltre la Undernoise Modena Crew che organizza belle serate in collaborazione con i posti sopra citati.
Per quanto riguarda una fantomatica “Golden Age” dobbiamo dire che in realtà in qualsiasi periodo storico Modena ha sfornato grandi nomi partendo dai Paolino Paperino Band, passando per gli Upside, i Lomas; ci sono stati Strange Fear, Jesus ain’t in Poland, At the soundawn; tengono alta la bandiera band come NoWhiteRag e Infamia e comunque ancora oggi ci capita di suonare con band di Modena, guardarli in faccia dire “e questi chi cazzo sono?”, quindi è un buon segno!

Radio Punk: spesso quando si ha a che fare con il vostro filone specifico di hardcore (specie all’estero va detto) c’è una carenza di band con un messaggio sociale e politico chiaro e antifascista e si sfocia spesso in un ridicolo machismo. Voi siete dei grandi sia perchè vi sbattete nel territorio organizzando in spazi sociali, sia perchè non avete mai lasciato spazio ad ambiguità. Che ne pensate? Volete dire qualcosa a quelle band e persone che non si sa da che parte stanno e che pensano che ai concerti si debba far vedere quanto ci si è allenati in palestra durante la settimana?

First Brawl: tanto per cominciare, se anche volessimo fare “i machi” non potremmo perché ci piace bere e mangiare. Scherzi a parte, ci fa molto piacere che tu abbia sottolineato questo aspetto perché ci teniamo molto alla “nostra” prospettiva, che parte sicuramente da un punto di vista antifascista e antagonista, senza nessuna possibilità di fraintendere da che parte stiamo. Alla stessa maniera ci piace condividere il palco con band che hanno lo stesso punto di vista e facciamo caso anche ai locali in cui ci esibiamo. 
Per quanto riguarda la palestra, beh…se oltre al contenitore c’è anche il contenuto, allora va bene così.

Radio Punk: Le vostre influenze sono chiare, quali sono invece i vostri ascolti più frequenti? Tipo che ne so, ci troviamo a bere birra che mettete su? E quali sono invece gli ascolti che da fuori non diremmo mai? Che ne so, tipo jazz, reggae, pop, o magari siete dei fan incalliti di Den Harrow…

First Brawl: wow! qui si apre un mondo! siamo quattro elementi con quattro background differenti, anche se con punti di contatto, ovviamente. come tutte le band, in furgone per andare in tour si ascolta un po’ di tutto, ma ci finisce sempre in mezzo un po’ di dance anni ’90 così come il neomelodico o BelloFigo.
A parte queste note di folklore… Manfro ha una formazione prettamente metal, dal Thrash al Grind; Guido predilige il punk ’77; Bear viene dal Nu Metal e dall’hardcore melodico; Ado è più sul metalcore primi 2000.
Detto ciò, tutti ascoltiamo un buon numero di generi diversi, dall’hard rock dei padrini al grunge/alternative anni 90, per citarne due.

Radio Punk: Moltissime band che passano di qua non hanno minimamente voglia di rendere la musica un lavoro. Voi, come band che sogni avete? Avete il desiderio di fare lunghi tour mondiali e di incidere per un’etichetta grossa o preferite rimanga un hobby e andare di tanto in tanto in tour quando si può? Nell’immediato futuro porterete “Rise From Hate” fuori dall’Italia?

First Brawl: Noi abbiamo l’abitudine di definirci un gruppo di musicanti che però cercano di comportarsi il più possibile come dei professionisti. Riusciamo ad incastrare la nostra vita privata (lavoro, famiglia, figli ecc) all’attività live; fosse per noi, sarebbe una figata essere sempre in giro a suonare, ma ci accontentiamo di poter spaccare tutto quelle volte che ce ne si presenta l’occasione! Per quanto riguarda la promozione all’estero, stiamo cercando di organizzare un minitour in autunno/inverno…vedremo! 

Radio Punk: Ora che siamo in confidenza, come se fosse “Domenica In” ci potete raccontare un po’ chi sono i componenti dei First Brawl fuori dalla musica? Che altri hobby, passioni avete? Che lavori fate? Andate a tifare il Sassuolo o il Modena allo stadio? Andate a rigare le Ferrari di notte a Maranello? Diteci tutto, i nostri lettori sono molto curiosi!

First Brawl: Sempre e solo MODENA! Guido sta risparmiando per comprare una Lamborghini, tanto per rispondere alla domanda sulla Ferrari, Manfro invece ha convissuto con la Rossa per 27 anni, avendo abitato di fianco alla Pista di Fiorano. Aldilà di tutto, Guido è un’operaio in fabbrica ma solo per potersi comprare una grossa mole di vinili,  Ado lavora per una banca e tiene vivo il commercio di chitarre e ampli a livello nazionale (che usa anche con gli altri progetti…Fracture e Fury Dept); Manfro lavora nel settore ceramico, fa il padre e spende un sacco di soldi in piatti per la batteria; Bear si sta godendo un anno sabbatico, beato lui!

Radio Punk: Ragazzi è stato un vero piacere. Vi ringraziamo moltissimo e vi chiediamo: quali sono stati gli scenari e le situazioni più belle e più allucinanti in cui siete incappati suonando in giro? Occhio che prima o poi faremo un libro con queste storie grottesche, giocatevela bene! Ancora grazie e alla prossima!

First Brawl: segnatevi questo posto sulla mappa: Aleksinac, Serbia. Nel 2017 il nostro concerto è stato sospeso ben due volte dalla polizia per eccesso di decibel: la seconda volta, purtroppo, sono risultati abbastanza convincenti…però da li si è scatenato il delirio in pochi mq con qualsiasi persona transitasse da quelle parti. Fantastico! Ma il live più allucinante è stato a capodanno 2018 ad Hannover: posto piccolissimo, ai limiti della claustrofobia, gente presa benissimo e in mezzo a loro un gigante completamente ubriaco che o si scagliava direttamente su di noi (concerto sospeso perché ha scaravoltato la batteria) oppure spingeva gente creando l’effetto “onda” da solo! Da metà concerto in poi, vista la situazione, Ado ha suonato facendosi scudo della sua cassa, mentre Manfro tra un pezzo e l’altro, faceva il segno della “gola sgozzata” al gigante. Allo scoccare della mezzanotte, un uomo nudo in un carrello della spesa percorreva una discesa con un razzo ficcato…beh, avete capito. Poi ci teniamo per noi il resto della nottata per non farvi avere problemi con la digos quando pubblicherete l’intervista.

Grazie a voi, è stato un piacere ricordare alcune scene.

Ci vediamo presto in giro e lunga vita a Radio Punk!

Credit photo Marco Ze Schender

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