Intervista ai Fracture
Chiacchierata con i Fracture, band grindcore / hardcore di Modena
Da pochissimo è uscito il nuovo album dei Fracture, formazione modenese che ha sfornato queste 11 tracce che compongono “Consuming Chaos”, un concentrato di rabbia, violenza e marasma sonoro. A questa coproduzione abbiamo partecipato anche noi, visto che il disco è una cannonata e sin dalla prima volta che li abbiamo visti dal vivo ci avevano convinto parecchio. Andiamo a conoscere di più questa band!
- Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti nella nostra ‘zine. Classica domanda di rito, raccontateci un po’ la vostra storia… Provenite da altre band, collettivi, progetti o ne fate parte tuttora?
Fracture: Ciao raga, innanzitutto grazie per lo spazio che ci state dando e per averci dato una mano col disco!
Dunque, riguardo alla nostra storia è piuttosto breve. Tralasciando la prima lineup di cui non è rimasto nulla se non il nome, la nostra forma attuale è stata concepita sul finire del 2022. Li abbiamo iniziato a scrivere i pezzi e dopo un paio di cambi (Bugni al Posto di Riki e Jolla che è uscito causa vita lavorativa) eccoci a 2025 da poco iniziato e col primo full length “Consuming Chaos” fuori. Veniamo tutti da altre band: Simo e fino a poco fa Jolla dai Jesus Ain’t In Poland, Ado dai First Brawl, Manu dai Last Breath Of Life. Attualmente siamo Simo alla batteria, Bugni al basso (tiene a specificare che non è un bassista) Ado alla chitarra e Manu alla voce. Facciamo chi più chi meno parte di Undernoise Modena Crew, collettivo composto da persone che ai tempi militavano in altri collettivi tra il Modenese e il Bolognese.
- Radio Punk: Parlando del disco, ci raccontate un po’ le tematiche che affronta e un po’ di dietro le quinte, tipo chi ha curato suoni, artwork, quali sono le etichette coinvolte, ecc…
Fracture: La componente politica è ciò che ha ispirato maggiormente i testi dato che probabilmente stiamo vivendo il periodo più buio da parecchi anni a questa parte, almeno per chi come noi si aggira tra la fine dei 30 e la prima metà dei 40. I titoli delle canzoni sono un chiaro spoiler degli argomenti trattati, Indoctrination e Bugs ad esempio parlano di quanto facilmente le “persone comuni” si lascino annebbiare il cervello da TG, TV spazzatura, social ecc. e di come a pochissimi passi per la testa di mettere in dubbio notizie e informazioni solo perché provenienti da canali ufficiali. C’è una grossa mancanza di consapevolezza e autodeterminazione.
Dystopian Nightmare parla di come ci stiamo fottendo con le nostre mani per mezzo della tecnologia. Sembra di vivere in uno sc-ifi alla Terminator, il confine tra digitale e reale pare sempre più sottile, L’ AI è una presenza costante nella vita di molti e se si pensa a chi è il braccio destro di quella merda di Trump… Com’è che si dice? Se tutto va bene siamo rovinati.
Altri pezzi invece sono più personali e parlano di come ci stiamo vivendo tutto questo. Seizure e Feed the Chainsaw sono in parte uno sfogo e in parte un sogno ad occhi aperti, Head Down tratta il tema del lavoro, causa di frustrazione e rabbia che si riversa nella routine e di come ci si spacchi la schiena inutilmente per riempire le tasche di un padrone sfruttatore. Infine c’è la componente dedicata al cinema horror di cui principalmente Simo e Manu sono appassionati. Il finale di Feed the Chainsaw è tratto da “La Casa 2” di Sam Raimi, In The Mouth Of Madness è un tributo a “Il Seme Della Follia” di John Carpenter, così come il parlato che si sente nell’ Outro.
Abbiamo registrato “Consuming Chaos” all’ Art Distillery studio di Modena. Una bella esperienza e Claudio è super professionale ed intuitivo. Per il mix e il master ci siamo messi nelle mani del Paso allo studio 73 di Ravenna, una garanzia. La copertina invece è una collaborazione tra Simo (che oltre a suonare la batteria con noi e con gli Heretkau, ha il suo progetto solista Ilmut Aksam in cui produce ambient, noise, drone e fotografie) e Matteo Boschini (Bosco). La base è appunto una foto di Simo su cui Bosco ha poi lavorato modificando e aggiungendo elementi fino a raggiungere la forma finale dell’ artwork. Sempre Bosco ha curato anche il layout dell’album e disegnato la nostra prima t-shirt. Le etichette coinvolte nella release che ringraziamo per il prezioso aiuto datoci e per mantenere vivo lo spirito del DIY sono Flames Don’t Judge,Wrong Disk Records, THC DIY prod., Rumori in Cantina Records, Charles Records e ovviamente voi di Radio Punk (vvb).
- Radio Punk: Avete fatto e avete in programma diverse date, c’è in cantiere anche un tour all’estero? Essendo una band con diversa esperienza alle spalle, avreste qualche consiglio da dare ad una giovane band per suonare a manetta in giro?
Fracture: Si, siamo riusciti a chiudere diverse date in situazioni e luoghi piuttosto variegati e questo ci fa davvero piacere. Fare un disco senza portarlo in giro il più possibile non ha alcun senso per noi. Tour veri e propri al momento non ne abbiamo organizzati anche se è facile che esca qualcosa da qui a fine anno ma un paio di date oltre confine sono già fissate. Può essere che esca anche qualche altro weekend, stiamo a vedere! Mah, non è che ci sentiamo in una posizione tale da poter dispensare chissà che buoni consigli se non di essere se stessi, supportare le situazioni e le band che si sentono affini e sbattersi un botto per portare avanti la propria cosa.
- Radio Punk: …sempre parlando di concerti, quali sono le situazioni più grottesche o assurde che vi sono capitate in giro in questi anni? E quali sono i concerti che ricordate con maggior piacere?
Fracture: Coi Fracture abbiamo già girato un po’ ma siamo comunque una band uscita da poco. Fin’ora ci siamo trovati bene ovunque e tra i live che ricordiamo con più piacere ci sono sicuramente il release show in Scintilla assieme a Donald Mortem, Culto Del Cargo, Bobson Dugnutt, Cannibe e Mörtaio (che purtroppo non sono riusciti a suonare). Quello è stato un vero delirio, bei suoni, volumi illegali, un bordello infernale (Vito Wrong Disk che in preda a un raptus Neanderthaliano fracassa a terra un cartello con la scritta “lucido si, lucido no”… grazie diocan!) e soprattutto una serata con un casino di amici. Il Presamale fest è stato una bomba. I regaz di Cagliari Hardcore super ospitali e organizzati, bella location e gente carica. Anche al GRINDORIUM ci siamo divertiti un botto e la situazione si è fatta croccante in fretta. Organizzato dal trittico Wrong Disk/Rumori in Cantina/Gore Grind Academy all’ Officina Amaranta di Fano e con Plague Bomb, Neid, Body Grinder, Terramorta e noi. Pure qui un delirio non indifferente, vecchi e nuovi amici e band davvero trita ossa. Qua è finita che si è fatto festa fino alla fine e al momento di andare in appartamento si era pensato di far guidare Ado visto che non beve, però è pure cieco ed era senza occhiali. Alla fine ha guidato Simo ai 40 all’ora fino in appartamento e si è pensato di finire gli avanzi di Campari, birrette ecc. assieme ai Plague Bomb. Quando abbiamo suonato dagli amici di Grida dai Fienili, a Manu che era con la sua macchina assieme a consorte e ad una amica è rimasto inchiodato il clacson a tutto spiano alle 4 di mattina sulla via del ritorno. Quando si deve mantenere un profilo basso insomma, hahaha. Comunque niente di che, giusto qualche piccolo incidente di percorso. Le cose più assurde, almeno per ora, sono legate alle nostre vecchie band:
Manu: Fine 2017, coi Last Breath e i First Brawl eravamo in tour tra Svizzera, Germania e Belgio, l’ultima data fu proprio il 31/12 al Kopernikus, uno squat di Hannover aimé sgomberato a fine 2024. Succede che ci incrociamo con altre due band italiane, Antidigos e Obscene Revenge e senza dilungarmi troppo sul come e perché, la serata va completamente fuori controllo. Ado va a suonare dietro la cassa con gli occhi fuori dalle orbite mentre si era scatenata una bolgia infernale tra la cucina e il cesso perché era lì che si suonava, con tanto di bottiglie di vetro che esplodevano contro i muri. Gente che planava sulla batteria, col Manfro dei First Brawl che tirava dei porcodii ben distinguibili nonostante i volumi, guerriglia con razzi e fumogeni dalla terrazza allo scoccare della mezzanotte, gare coi carrelli della spesa in strada ovviamente in discesa e un tipo che mentre caricavamo il furgone si mette a cagare per terra di fianco a noi, perdendo l’equilibrio e finendo col culo su di un bengala acceso. Poesia.
Ancora prima, mi pare nel 2012 sostituivo all’ultimo minuto il cantante di una band Milanese per un tour tra Repubblica Ceca e Russia (non arrivammo mai in Russia) e lì ricordo che il chitarrista si era chiuso o qualcuno gli aveva chiuso una mano nella portiera del furgone finendo in ospedale e rischiando di dover rientrare. Altra gag “divertente” durante la data a Praga mi sembra, riguarda l’alloggio. Un appartamento senza riscaldamento, ed era Novembre inoltrato, dove per rompere un po’ il freddo avevano acceso una cosa come 40/50 candele.
Simo: Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare, menzionandone un paio, ricordo ai tempi dei Jesus ain’t in Poland durante il primo tour in terra polacca, appena entrati ci fermammo a baciare il suolo nel primo paesino di provincia. Da lontano vediamo avvicinarsi, con fare barcollante, un tizio ubriaco sulla sessantina che ci chiede da fumare e ci domanda da dove arriviamo e alla risposta Italia gli si illuminano gli occhio urlando: Raaambo!!
Sempre in Polonia, Poznan, 2009 nel centro sociale più importante della città, live infrasettimanale con poca gente ma carichissima, talmente carica che mentre suonavamo sono stato costretto a bloccare il live per via oggetti e liquidi lanciati sul palco, rischiando di spaccarmi la testa con una bottiglia, durante la pausa ci spiegarono fosse un modo conviviale di condividere il concerto, concludendo la serata spiegando ad un black metaller, cattolico, il perché del nome “Jesus ain’t Poland” ..vi lascio immaginare.
2008 circa live Jesus Ain’t In Poland in quel di Padova, un sacco di amici e un compleanno che ci fece sbronzare malissimo prima di salire sul palco… a quel punto preso dal momento mi apparto con un’ amica in bagno, senza pensare che da lì a 10 Min sarei dovuto salire sul palco, quando dal microfono sento urlare il mio nome. Ridendo acceleriamo il ritmo, al ché, uscito dal cesso mi dirigo verso la batteria con passo molto felpato e ghigno rilassato. Il live di quella sera più che grindcore fu reggae/d-beat alla metà dei BPM soliti, gli altri componenti mi guardavano sconcertati ma divertiti, fatto sta che abbiamo capito una cosa sacrosanta: mai scopare prima dei live😅

- Radio Punk: negli ultimi anni una delle domande che facevamo più spesso era quello sul mancato ricambio generazionale e su come si poteva invertire la rotta. Grazie anche ad Undernoise di cui alcuni di voi fanno parte attivamente, notiamo che a Modena e in generale in diverse parti d’italia, qualcosa si muove specie in ambito Crust / grindcore… Cosa pensate che sia cambiato? E in generale com’è la scena modenese attuale rispetto al passato?
Fracture: Fortunatamente da un po’ di tempo a questa parte vediamo tanti giovanissimi ai concerti. Probabilmente è in parte merito di alcune band che grazie alla giovane età dei componenti e una comunicazione che arriva ai propri coetanei sono riusciti a colmare il gap generazionale, mentre in parte sarà anche la solita “ruota che gira”. Come collettivo si cerca sempre di tirare su delle lineup che includano alcune di queste band, a volte anche a discapito dei gusti personali perché così facendo abbiamo visto che i giovani si avvicinano anche ad altre realtà meno facilmente raggiungibili per loro. Si è cominciato a vedere frequentemente facce nuove a determinati concerti e situazioni, questo è l’importante, senza un ricambio prima o poi tutto muore. Per quel che riguarda la scena modenese è di certo diversa rispetto al passato, alcune band si sono sciolte, altre si sono formate. Spesso sono alcuni componenti del giro che a rotazione sfornano progetti nuovi ma c’è anche qualcosa di fresco come i PM2.5, giovane band Crust punk dalla bassa Modenese. Poi ci sono Final Struggle, a breve escono i Distimia (ex Infamia), Divulgator, Brainsore e magari cose nuove di cui non siamo nemmeno a conoscenza, o almeno ce lo auguriamo. Spostandosi un po’ da Modena invece segnaliamo un po’ di band di giovanissimi che spaccano sul serio, sia musicalmente ma importantissimo anche a livello attitudinale come i Systematically Indecent – Grindcore da Reggio Emilia, Vomitum Comedentis – Goregrind da Ravenna, Apoptosi – Raw Punk-hc/Grind da Bergamo e Narkan, Hardcore Punk alla vecchia maniera da Milano. Almeno sotto questo aspetto sembra un buon periodo.
- Radio Punk: Vi ringraziamo per il tempo che ci avete concesso e chiudiamo con un nostro classicone: chi sono i Fracture nella vita di tutti i giorni? Che lavori, hobby, passioni, guilty pleasures avete? Grazie ancora e alla prossima!
Fracture: Grazie infinite a voi di tutto lo spazio e aiuto che ci avete dato! Chi sono i Fracture nel quotidiano, la prima cosa che verrebbe da dire è una manica di idioti hahaha. Dunque, Simo abita a Modena e lavora in un colorificio, come già detto suona la batteria con noi ed Heretkau, e come Ilmut Aksam produce musica elettronica di vari generi: Tekno, Jungle, Harsh Noise, Ambient, Drone. Spesso associa le produzioni musicali a fotografie scattate sempre da lui quando mescola i colori e non solo. Appassionato di cinema Horror e piuttosto festaiolo alle serate.
Bugni abita in culo a Sermide, paesino sperduto in provincia di MN. Soprannominato “l’Ingegnere” perché è difficile che ci sia qualcosa che non sappia fare o che non riesca a inventarsi. Amico di vecchia data di Manu, carrozziere di professione, principalmente chitarrista ma all’occorrenza appunto anche bassista o comunque polistrumentista. Da quel che si sa si è costruito diversi aggeggi tra cui strumenti, effetti e pare anche una barca con pezzi di recupero. Forse più in modalità scienziato pazzo che ingegnere, ma di certo un uomo dalle mille risorse.
Ado fa l’impiegato, abita a Modena praticamente sopra alla sala prove ed è un nerd di chitarre, amplificatori, effetti e programmi vari. Ribattezzato “vecchio sclerotico” perché è diciamo l’ammazza balotte della situazione, fosse per lui andrebbe in branda appena finito di suonare. Fortunatamente non succede quasi mai e se perde il sonno non si addormenta più hahaha.
Manu fa il manutentore e abita a Bologna. Coppia fissa nel chiudere le serate assieme a Simo e va da sé, terrore di Ado da cui è soprannominato “maledetto punkabbestia”. Altro appassionato di cinema Horror e musica brutta, collezionista di cianfrusaglie e giocattoli sempre a sfondo orrorifico anni 80/90. Fosse per lui condurrebbe una vita in stile Beavis e Butthead.
Per quel che riguarda I Guilty Pleasures dipende a chi chiedi. A Bugni, Simo e Ado ad esempio piacciono i Beatles, che Manu non sopporta ma al tempo stesso ama gli Iron Maiden che alcuni degli altri detestano. È successo anche che al ritorno dal Freakout mentre Bugni aspettava i ritardatari (indovina chi) sullo schermo in macchina stesse andando da una chiavetta Bridget Jones. Dice che non è sua ma chissà, magari è uno dei suoi Guilty Pleasures hahaha.
Noi speriamo di non avervi annoiati e soprattutto di beccarci presto in giro. Un abbraccio raga, e grazie di nuovo!
Manu Simo Bugni e Ado
Foto di Molka e Aurora