Intervista ai Mad in Ska
Ecco la nostra chiacchierata con il gruppo Ska-punk francese Mad in Ska
A pochi giorni dal loro ritorno in Italia per due date del “Birthday Tour”, che celebra i dieci anni di attività della band francese, abbiamo fatto qualche domanda ai Mad in Ska. Vediamo cosa ci hanno raccontato!
I Mad in Ska suoneranno venerdì 10 maggio all’Eterotopia di San Giuliano Milanese e sabato 11 al CSOA Pinelli di Genova.
RP: Ciao e benvenuti a Radio Punk. Come vi presentereste ai nostri lettori?
MiS: Ciao e grazie! Siamo un gruppo dell’est della Francia. Siamo in 8 sul palco e proponiamo musica Ska/punk/rock. Mescoliamo canzoni impegnate ad altre più divertenti e cerchiamo sempre di trasmettere la nostra energia ad ogni concerto. E il pubblico ce la restituisce.
RP: Perché avete scelto il nome Mad in Ska? Come nasce e che significato ha per voi?
MiS: Fin dall’inizio, sapevamo che lo Ska era quello che volevamo fare. Essendo fan irriducibili degli Ska-P, era inconcepibile per noi fare altro. Per quanto riguarda il nome, volevamo includere la parola “Ska” e mostrare che ne andavamo “pazzi”. Riflettendoci, abbiamo pensato che Mad In Ska suonasse piuttosto bene!
RP: Con il vostro “Birthday Tour” festeggiate il decimo compleanno del gruppo. Riuscite a fare un bilancio di questi 10 anni?
MiS: C’è moltissimo da dire. Molti incontri bellissimi, contatti con persone eccezionali, grandi artisti con i quali abbiamo potuto suonare e condividere il palco, luoghi sublimi dove abbiamo avuto l’opportunità di suonare, festival incredibili e il massimo, l’apertura del concerto degli Ska-P allo Zénith di Parigi. E’ stato magico!
Certo, ci sono anche dei lati negativi e questo è normale! La vita di un gruppo è segnata da alti e bassi. La formazione è cambiata parecchio dall’inizio ma la spina dorsale del gruppo (ovvero i due fratelli Arnaud e Ben, i fondatori) è ancora intatta!
Abbiamo anche pubblicato 2 album e un singolo durante questi 10 anni. Non è male!
RP: Avete suonato in contesti molto differenti, dai piccoli club ai grandi festival, in quale tipo di contesto vi sentite più a vostro agio?
MiS: Non è facile rispondere perché in tutti i posti ci sono pregi e difetti. Nei piccoli club, si è vicini al pubblico e può esserci una grande e bella sintonia. La sala sa subito di sudore e ci si può mescolare con il pubblico, c’è un calore che emana, è stupendo!
E’ anche vero che in un grande festival o in una grande sala, è più serio, più organizzato e a volte ci si trova di fronte a migliaia di spettatori. E’ inquietante, ma molto bello. Abbiamo visto di tutto e in generale ci piace tutto. Il peggio sarebbe una grande sala con 4 persone. Ci sentiremmo subito soli!
RP: Qual è la situazione della scena ska/punk in Francia e quali sono le differenze rispetto ad altri Paesi?
MiS: Il punk sta gradualmente scomparendo in Francia. E anche lo Ska non è molto diffuso. Siamo rimasti in pochi in Francia a fare Ska. Fortunatamente, ci sono ancora alcuni festival e locali che propongono questo tipo di concerti!
RP: In diversi vostri testi ricorre il tema dell’ecologia. Secondo voi quali sono le principali cause della situazione ambientale disastrosa che affligge il pianeta e quali le azioni concrete per correre ai ripari?
MiS: La causa è semplice: chi è responsabile di questo disastro è l’uomo stesso! E’ urgente che l’uomo prenda coscienza della situazione e agisca. Naturalmente, bisogna agire nel proprio piccolo! Gettare le confezioni nella spazzatura, evitare di gettare mozziconi di sigaretta ovunque, piccoli gesti quotidiani che, se fatti da tutti, possono avere un impatto positivo reale. Certo, non saremo mai in grado di combattere contro i mostri d’acciaio che gettano la loro merda nell’atmosfera, è politica e la posta in gioco è alta. Il denaro è la linfa vitale della guerra e purtroppo non sembra avere fine. Bisogna agire individualmente, con piccoli gesti. E’ un buon inizio.
RP: A maggio tornerete in Italia per due date: che rapporto avete col nostro Paese? Siete contenti di tornare?
MiS: In 10 anni, abbiamo attraversato l’Europa per suonare in Germania, Svizzera, Inghilterra, Spagna… In Italia è la terza o quarta volta che torniamo ed è sempre con immenso piacere. L’Italia è davvero un bel paese, la cultura italiana è pazzesca. Siamo sempre molto ben accolti e passiamo dei momenti indimenticabili. I Mad In Ska hanno 2 manager, uno francese e una italiana, Elvira Cuomo, che ringraziamo per il suo lavoro e la sua dedizione. Quindi non c’è da stupirsi se torniamo in Italia così spesso!
RP: E dopo questo importante traguardo dei 10 anni, guardiamo al futuro, avete progetti o qualche sogno che vorreste realizzare come gruppo?
MiS: E’ complicato fare programmi. Il desiderio c’è ancora, ma come molti gruppi, ci facciamo delle domande. Dopo 10 anni, la vita cambia e nascono nuovi (ed eccellenti) gruppi. Devi sempre lavorare sodo per rimanere al top. Ma le famiglie si ingrandiscono e il tempo è poco. Detto questo, siamo ancora in piedi e continuiamo a darci da fare.
Che cosa vorremmo realizzare? Perché no, un altro album, ma è soprattutto la scena che ci dà la nostra dose di adrenalina. Quindi concerti e ancora concerti, e perché no un tour in tutta Italia, da nord a sud!
RP: Siamo ai saluti. Grazie per questa chiacchierata e come di consueto arriva il momento dello spazio libero, cosa vorreste dire ai nostri lettori?
MiS: Andate a vedere i concerti! E’ grazie al pubblico che le band girano e possono suonare la loro musica. I CD vanno bene, ma i live sono un’altra cosa! E poi non voltatevi le spalle a vicenda, condividete cose, parlate, fate scambi, provate emozioni. E’ l’essenza della vita!