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Intervista ai Rake-Off

Chiacchierata con i Rake-Off, la band punk/metal che ha appena pubblicato il nuovo album “Observing Madness”

I Rake-Off nascono nel 2016 a Roma e hanno all’attivo diversi lavori, l’ultimo dei quali è uscito proprio a inizio gennaio dal titolo “Observing Madness”. Saltate a bordo e allacciatevi le cinture che qua si vola in un universo di velocità e viuuulenza sonora!

Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti nella nostra ‘zine! Prima di tutto, ho scritto le domande mentre riascoltavo sta mina clamorosa di “Observing Madness”, sto ancora tutto scombussolato! Ma che disco è? Pazzesco! Se con “Goin’ Mental” mi avevate convinto, qua siamo a livelli paurosi. Come nasce questo disco, nel senso, ha una grinta paurosa, in che periodo e contesto è stato pensato e scritto?

Rake-Off: Ciao Tom! Ci fa molto piacere che il disco ti sia piaciuto. Negli ultimi due anni, non potendo suonare live per via della pandemia, abbiamo avuto il tempo di concentrarci sulla scrittura. Stilisticamente parlando non è altro che l’evoluzione naturale del sound dei lavori precedenti, che diventava progressivamente più cupo e pesante. Il contesto in cui è stato concepito, quello di un mondo che si lecca le ferite delle proprie contraddizioni e dei propri fallimenti, ha sicuramente inciso sull’atmosfera del disco e su alcune delle tematiche affrontate.

Radio Punk: …ma facciamo un passo indietro, che qua siamo partiti in quarta. Diteci di voi amici! Che fate, di cosa vi occupate nella vita, che altre band avete avuto, se avete altri progetti inerenti il punk o il metal, quando e perché avete deciso di mettere in piedi i Rake-Off…

Rake-Off: Per rispondere in maniera esaustiva a questa domanda bisognerebbe prendersi le ferie, quindi cercheremo di essere sintetici.
Di giorno siamo cinque lavoratori, chi come operaio, chi nel campo dell’informatica, chi in quello audiovisivo.
Anche se non siamo più -ahinoi- dei ragazzini, continuiamo a portare avanti la passione per la musica sotto diverse vesti. Abbiamo e abbiamo avuto una bella quantità di band (Gas Attack, The Fourth Sin, Rise From The Agony, Payback, Mascons, Sect Mark, Glands, Grandtheftage, The Dirty Jobs, ODD, Siege Stompers, Choke Wire, Taste The Floor e parecchie altre), Frank prova a scrivere qualche stronzata su desperatemeasures.it ogni tanto, Banfio si occupa di produzione musicale (registrazione, mixaggio, mastering…) e ha fondato da poco il Crackhole 20 Studio. Diciamo che chi in un modo, chi in un altro, si prova a mantenere accesa la fiamma finché dura.
I Rake-Off nascono nel 2016 da una telefonata tra vecchi amici che non suonavano insieme da diversi anni. Uno dei fondatori è Straccio, che oggi vive a Berlino e canta negli Sputa.
Dopo un paio di cambi di line-up abbiamo trovato l’assetto giusto e tra poco festeggeremo sei anni dalla fondazione della band.

Radio Punk: Non so se sia il vostro reale intento, ma ascoltando i vostri lavori e avendovi visti live, ci siamo fatti un po’ l’idea che siete a cavallo tra la scena punk hardcore e quella metal. Che differenze ci sono a livello di sottocultura/scena? Insomma, cosa ha o manca alla scena metal rispetto a quella punk e viceversa?

Rake-Off: Siamo tutti cresciuti ascoltando indistintamente punk, hardcore e metal e questo ha inciso particolarmente non solo sul sound ma anche sull’intesa che c’è tra noi. A volte capita di suonare con persone con una mentalità settaria e rigida, con conseguenti difficoltà a trovare soluzioni comuni. Per fortuna non è questo il caso.
Dal nostro punto di vista, non esistono aspetti che rendono una scena difettosa rispetto a un’altra per il semplice fatto che non esiste una linea invalicabile che divida i generi in contenitori a tenuta stagna.
Quando una cosa viene dal basso e rappresenta una valida alternativa all’egemonica cultura di consumo, bisogna essere, per quanto possibile, inclusivi e non alzare barriere inutili.
C’è una canzone che dice: “It doesn’t matter how you wear your hair It’s what inside your head […] Skinheads and bangers and punks stand as one Crossover to a final scene”. Questo è l’approccio che abbiamo alla musica che facciamo e al modo di viverla in quanto alternativa culturale e non a caso ogni tanto la suoniamo come cover.

Radio Punk: Quanto conta per voi l’aspetto politico inteso come un insieme di valori anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti, antisessisti e quanto quello DIY in quello che fate? Abbiamo visto ad esempio in ottica DIY che avete fondato la vostra etichetta, il cui primo lavoro è proprio “Observing Madness”. Una scelta audace di questi tempi in cui non si riescono a imbastire concerti e tour, ma che è assolutamente ammirevole! Vi va di parlarcene?

Rake-Off: Ci sono valori come quelli che hai elencato che riteniamo imprescindibili, come band e come singoli. Al netto delle degenerazioni e storture che negli anni si sono viste nel mondo underground, dire che una band metal, hardcore, punk sia antifascista dovrebbe essere persino pleonastico.
L’idea di fondare un’etichetta era già in programma da qualche anno e cercavamo l’occasione giusta per farlo, che si è presentata con Observing Madness.
Per quanto sembri una scelta dettata da questioni di principio, la realtà è che a noi risultava più facile farci tutto da soli, dalla produzione dei pezzi (vedi sopra quando parlavamo di Banfio e di Crackhole 20), alla promozione e distribuzione del disco. Questo sia perché riteniamo di avere gli strumenti e l’esperienza necessari, che per non dipendere da vincoli o scadenze dettate da altri che non fossimo noi stessi.
Il DIY è certamente spinto da intenti e principi nobili ma a volte non è solo una scelta ma soprattutto un’esigenza.
Quando fai certa musica, difficilmente riesci a immaginare di darla in pasto al consumo di massa. Pertanto vengono meno quelle questioni commerciali che ti vincolano ad altri.
Allo stesso tempo è difficile, soprattutto in Italia, trovare qualcuno che per pura filantropia ti aiuti a produrre la tua musica. A questo punto, se sai come funziona il gioco, le cose fattele da solo.
Esistono, inoltre, diversi esempi illustri di dischi che hanno fatto storia e che vengono da percorsi di autoproduzione.
Per puro romanticismo sembra una prerogativa tutta punk, ma la pratica dell’autoproduzione è una realtà diffusa anche in altri contesti. Ad esempio, un amico che suona musica classica autoproduce i dischi con la sua orchestra, li manda in conto vendita a dei piccoli distributori, li vende ai concerti, esattamente come noi che invece facciamo i duri e puri…
Riguardo l’etichetta, abbiamo deciso di approcciare il discorso senza una progettualità rigida. Adesso stiamo facendo il rodaggio con Observing Madness e non ti nascondiamo che ci stiamo divertendo. Nessuno può escludere che in futuro la Raked Records aiuti a qualcun altro a produrre i propri dischi.

Jimmy: in merito all’aspetto politico ha risposto Frank in maniera direi più che esaustiva. Mi permetto solo di aggiungere che per non essere antifascisti, antisessisti ed antirazzisti bisogna essere volutamente stupidi.
E qualcuno, anni fa, disse “we’re anti Stupid”.
In merito al DIY, e questa è una cosa di cui vado particolarmente fiero, possiamo solo dire che abbiamo un produttore musicale che si occupa delle registrazioni, un videomaker che si occupa dei video e un serigrafo che si occupa di tutto quello che riguarda la stampa del merch e non solo. Tutto questo all’interno della band.
Possiamo affermare che il concetto di Do It Yourself, non senza fatica, appartiene alla band in maniera assoluta e del tutto naturale.
E questo già da prima della nascita di Raked Rec., Che è a tutti gli effetti figlia dei tempi ma anche una cosa abbastanza naturale se consideriamo le dinamiche dei Rake-off.

Radio Punk: Notiamo un sacco di influenze diverse nei vostri lavori. Cosa ascoltate di solito oltre a punk e metal? Se veniamo a casa vostra a bere qualche birra, che cosa mettereste di sottofondo?

Rake-Off: Potresti trovarti ad ascoltare (quasi) di tutto: dub, reggae, rap, musica sperimentale, blues, jazz, musica elettronica, cantautori italiani e stranieri, folk norvegese, oltre che ovviamente punk e metal in tutte le loro forme.

Radio Punk: Torniamo a parlare di “produzioni”. Avete pubblicato una cassetta, un CD e un vinilozzo, tra l’altro serigrafato a mano su un lato. E ora un altro CD. C’è stato un boom del vinile, tanto che ora ci sono tempi di attesa infiniti e costi esorbitanti e purtroppo, sta aumentando anche il costo del CD. Che consigli dareste a una giovane band che vuole autoprodursi???

Rake-Off: Come anticipavi tu, la mancanza di materiali e di fabbriche di vinili ha portato a una saturazione improvvisa nella produzione di questo formato e abbiamo quindi deciso di stampare su CD, che comunque preserva ancora una sua dignità, soprattutto dal punto di vista della riproduzione audio.
Stampare su vinile avrebbe comportato tempi di attesa giganteschi e con un disco pronto ormai da mesi non potevamo permetterci di aspettare tutto questo tempo per stampare.
Una giovane band che vuole autoprodursi deve trovare in primo luogo il modo più facile di diffondere la propria musica, possibilmente gratis, e su questo il web ad oggi non ha rivali. Può decidere poi il formato su cui stampare a seconda dell’esigenza del momento, senza badare troppo ai gusti del pubblico e alle mode.

Radio Punk: Come Rake-Off nascete nel 2016 ma avete un’esperienza non da poco! Come vedete la scena attualmente a Roma? Notate delle differenze rispetto a quando avete iniziato a girare da ragazzini?

Rake-Off: La prima differenza è che, al netto dell’entusiasmo, non siamo più ragazzini.
Dopo questa scontata (e amarissima) verità, possiamo rispondere più seriamente. La scena romana attuale non è cambiata molto. Tante persone girano da 20 è più anni ed aggiungono esperienza all’entusiasmo delle “nuove leve”.
Per il resto la collaborazione e l’unità di intenti, negli anni, non sono mai neanche lontanamente venuti a mancare.
Roma vanta uno storico di band talmente importanti (Bloody Riot, Klaxon nel punk o i Growing concern se parliamo di hardcore) che ha tracciato dei solchi paralleli talmente profondi che, se questo è quello che ami fare, non lo vuoi cambiare. Puoi fare musica diversa, muoverti in maniera differente, ma da dove vieni si sentirà sempre.
Quindi no: possono cambiare le facce, ma grandi differenze rispetto agli anni passati, fortunatamente, non se ne sono viste.

Radio Punk: Ci lasciamo con lo spazio amarcord/risate. Concerto più bello e quello più assurdo in cui avete suonato anche con le precedenti band e rimborso più grottesco ricevuto? Niente nomi, miraccomando, si dice il peccato non il peccatore ahah! Grazie raga alla prossima!

Rake-Off:
Frank (chitarra): Con i Rise From The Agony (vecchia band mia e di Banfio) abbiamo maturato un discreto campionario di situazioni limite.
Nel 2009 suonammo in un piccolo paese in Germania chiamato Rochlitz. Il posto era una specie di baretto nascosto nelle campagne e il gestore viveva in una roulotte adiacente, dentro la quale aveva installato una stufa a legna. Diciamo la situazione più assurda e precaria vista fino ad allora… Dopo essere arrivati al posto, una volta smarcati i convenevoli con gli organizzatori, ci addormentammo nel furgone, un po’ fumati e un po’ stanchi dalle date precedenti del tour. Ci svegliammo qualche ora dopo con il furgone circondato da centinaia di punk (di quelli vecchia scuola con gli spike e la cresta al millimetro) che erano accorsi al concerto. Non sapevamo che quella sera avrebbe suonato un gruppo street punk locale storico, dal nome tedesco impronunciabile, che stava per sciogliersi.
Fu uno dei concerti più epici di sempre e i punk presenti pretesero che suonassimo “Bella Ciao” perché secondo loro era scontato che in quanto italiani la sapessimo suonare. In qualche modo la improvvisammo e fu un discreto successo.
In un’altra data dello stesso tour (a Poznan, in Polonia), il clacson del furgone iniziò a suonare a caso da solo mentre eravamo in mezzo alla città, probabilmente per via del freddo incredibile di quelle parti. Andò avanti così per circa un’ora, durante la quale tutti i polacchi ci guardavano incazzati e ci mandavano a fare in culo.
L’anno dopo, andando verso Budapest rimanemmo bloccati a metà tour in una piccola città austriaca chiamata Wels perché il furgone aveva fottuto la cinghia di trasmissione. Portammo il furgone in un’officina, dove i meccanici dissero, mentendo, che l’avrebbero sistemato entro il giorno dopo. Sperando che ogni giorno fosse quello in cui ci avrebbero riconsegnato il furgone, dormimmo per una settimana in un ostello in cui non c’era nessun cliente oltre a noi. Per disperazione tornammo in treno da quel posto di merda, dove pioveva sempre e per strada non esistevano altri esseri umani se non noi, una specie di scenario alla The Walking Dead.
Non potendo portare in treno la strumentazione, la lasciammo in furgone, nella speranza che nessuno la rubasse o danneggiasse. Il furgone venne recuperato sei mesi dopo…

Valerio (basso): concerto più assurdo, forse, coi Gas Attack allo Zoro Fest nel 2013. Iniziammo lo show davanti ad una marea di persone ed a Massimo, il cantante, venne la bella idea di invitarle sul palco mentre suonavamo.
Lo fecero davvero.
Facemmo metà live dividendoci lo stage in una trentina di persone. Fu tanto difficile quanto divertente suonare.
Chiudemmo tagliando la scaletta perché era partito un enorme pile-on sul palco a cui anche il nostro batterista decise di partecipare.
Concerto più bello, dopo due anni senza suonare dal vivo coi Rake-Off, mi sento di poter dire senza sembrare scontato: “il prossimo che faremo”.
Sui rimborsi nessun aneddoto. Siamo punk, i rimborsi sono punk. Credo, partendo da questo principio, di non aver mai vissuto situazioni grottesche in merito.

Ascolta qui sotto “Observing Madness” dei Rake-Off e se puoi supportali prendendo la copia fisica del CD: