Intervista ai Syndrome 81 (ITA-FRA)
Chiacchierata con la band francese Syndrome 81
Questa band di Brest in Bretagna ha da poco pubblicato “Prisons Imaginaires”, nuovo album uscito per Destructure Records in CD e LP, dopo aver pubblicato diversi singoli, ep e split. Il loro stile è del tutto unico e particolare e unisce punk, post-punk e varie influenze che variano dall’oi! a sfuriate hardcore. Ma basta ciarlare… Qua siam carichi e non vediamo l’ora di cominciare l’intervista!
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Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti nella nostra ‘zine. Raccontateci un po’ di voi: quando, dove e come nasce il vostro progetto?
FAB Syndrome 81: È un progetto che abbiamo iniziato senza pretese Jacky (basso e composizione) e io, Fab (voce), a distanza, e che non era destinato a diventare una vera e propria band. All’epoca io vivevo a Nizza e Jacky a Brest, e l’ho contattato per realizzare un progetto tramite Internet. Infine, abbiamo pubblicato il demo di 5 brani nell’ottobre 2013. Nel frattempo mi sono avvicinato a Brest, e il demo ha avuto un buon riscontro e abbiamo deciso di farne una vera e propria band, chiedendo ad alcuni amici di lunga data della scena punk/hardcore di Brest di unirsi a noi, e così abbiamo fatto il nostro primo concerto nel gennaio 2014. All’inizio volevamo avviare un progetto fast hxc, alla Tear It Up o qualcosa del genere, pensando di avere a disposizione un batterista. Alla fine non eravamo sicuri di avere un batterista disponibile, quindi abbiamo optato per qualcosa di completamente diverso, qualcosa di più mid-tempo, pensando che Jacky si sarebbe occupato della batteria, e anche se ciò significava sperimentare Jacky voleva che provassimo a cantare in francese, il che è stata la prima volta per me.
Radio Punk: Quando e come vi siete avvicinati al mondo punk e DIY? Di quali altre band, collettivi, etichette o progetti vari avete fatto parte?
FAB Syndrome 81: Per quanto mi riguarda, mi ci sono avvicinato alla fine degli anni ’90/inizio 2000. C’erano parecchi gruppi locali e attivisti a Brest, c’era molto movimento nella scena punk/hardcore e mi sono riconosciuto in quel mondo. Non mi interessava andare nei locali notturni all’epoca, al liceo preferivo scambiare dischi e copiarli su cassette piuttosto che discutere di risultati di calcio o mettere a punto il mio scooter. Quindi il passaggio ai concerti locali è stato abbastanza naturale, ma se non fosse stato per le persone che stavano facendo qualcosa nella mia città credo che i Syndrome non esisterebbero… Tutti noi abbiamo organizzato concerti, gestito una webzine, una distro, abbiamo suonato tutti insieme o separatamente in diverse band dagli anni 2000, quando avrò tempo aprirò un canale Youtube: Police Truck, Thrashington DC, Night Stalkers, Grayhound, Shooting the Duck, The Wedge, Patrick Cruel, Litovsk, Le Mamooth, Attaque Souple, Coupe-Gorge, Kaps, Jeanne et Les Calamités, Marée Noire, Black Spirals, Grancheval, CRS Must Die, Jodie Banks, Cross Division, Cynical Bastards, Secteur Pavé, Prisonnier du Temps, e anche altri ancora attivi, Double Peine, Camaret Silens e Les Lopécrêtes, tra gli altri…
Radio Punk: Spesso vi ho sentito nominare accostati all’oi!, non a caso vi ho scoperto parlando con alcune persone della scena skinhead. Però tranne qualche influenza non vi definirei assolutamente una band oi!. Mi sbaglio? Quali sono le vostre influenze maggiori, quali sono le band che vi mettono tutti d’accordo?
FAB Syndrome 81: Hai assolutamente ragione, se fai punk e canti in francese ti classificano come oi!. All’inizio ascoltavamo di più il punk e l’hardcore americano. Quando abbiamo lanciato i Syndrome l’idea era di essere a metà strada tra Blitz, Negative Approach e Criminal Damage.
Ovviamente abbiamo qualche tocco di oi! ma non abbiamo abbastanza padronanza dei codici per poterci definire così, credo! Le band svedesi hanno influenzato molto Jacky per le composizioni più recenti dei Syndrome 81, questo suono stile Regulations, Masshysteri, Hurula, Vicious, Terrible Feelings, Ebba Grön… Comunque abbiamo gusti abbastanza vasti, se è punk e ci piace, beh, lo ascoltiamo! Siamo appassionati soprattutto di musica, si va da Career Suicide a Government Warning, da Poison Idea a Lebanon Hannover, Drab Majesty passando per Infest, Diat, Low Life e così via…
Radio Punk: Diteci un po’, com’è la scena punk e diy a Brest? Che ci dite della vostra città e territorio, ci sono squat, centri sociali, locali in cui ci si ritrova tra le varie sottoculture? Tra le varie sottoculture (punk, skins, hardcore, ecc) c’è unione?
FAB Syndrome 81: Brest è una città rock nel senso più ampio del termine, con una grande diversità nei suoi sottogeneri, e c’è una tradizione punk che resiste, con alti e bassi, in termini di gruppi e organizzazioni di concerti. Ci sono stati i pionieri negli anni ’80 con Les Collabos, Al Kapott, Barykad, Criminals Damage, l’ondata di hardcore melodico alla fine degli anni ’90/inizio 2000, un’epoca più hardcore, e ci sono ancora parecchie band attive oggi. Potrei citare decine e decine di gruppi punk che esistevano a Brest. Brest è una città di medie dimensioni, ma è un paesino in termini di musica, quindi sì, la città non è abbastanza grande per permettersi di dividere i sottogeneri, tutti sono in contatto con tutti, ci sono ponti tra il punk e il rap, tra il punk e i gruppi rock in senso lato…
Per quanto riguarda i luoghi, i più giovani hanno creato dei centri sociali ma le autorità non li hanno lasciati prosperare. Oggi c’è un posto creato da un gruppo di abitanti di un quartiere di Brest, la cui vocazione principale non è quella di organizzare concerti punk, ma di creare un vero e proprio legame sociale proponendo eventi diversi, e i concerti punk ne fanno parte. Nello stesso quartiere c’è anche un bar gestito da amici che permettono ai punk di organizzare i concerti da loro. Queste sono un po’ le due soluzioni. Ma un collettivo attuale sta tentando di creare un luogo che possa durare nel tempo, il che è molto bello e richiede molta energia.
Radio Punk: Quanto contano per voi l’aspetto politico/sociale e quello DIY? In Italia ad esempio c’è un forte legame tra la scena punk hardcore oi! e gli spazi sociali e l’antifascismo, da voi com’è? Visto che venite dalla Bretagna, avete un interesse verso il movimento indipendentista o comunque vi sentite molto legati alla cultura e alle tradizioni bretoni?
FAB Syndrome 81: Partiamo dal presupposto che la scena DIY deve essere chiaramente antidiscriminatoria, siamo tutti fondamentalmente di sinistra, ma è possibile che lo diamo troppo per scontato e che abbassiamo la guardia, dimenticando di essere più vigili. È lo stesso qui per quanto riguarda i legami tra antifascismo, cultura dei centri sociali e punk-hxc, anche se non siamo i più coinvolti personalmente, ma sosteniamo le iniziative.
Sono combattuto sul tema della cultura bretone, mia figlia ha fatto i primi anni di scuola in una scuola bilingue, ha imparato un po’ di bretone, penso che sia importante che questa lingua non scompaia… lo Stato francese ha fatto di tutto per far scomparire le identità regionali… però, in certi ambienti indipendentisti, ci possono essere anche accenni identitari nauseabondi. È importante conoscere la storia della Bretagna e il suo rapporto con lo Stato centralizzatore.
Radio Punk: Siamo degli inguaribili curiosi, che cosa fate nella vita? Quali hobby, lavori, passioni si celano dietro i vostri componenti?
Syndrome 81: Jacky è insegnante di tecnologia, Timmy è insegnante di scuola primaria, Damien lavora nel settore HVAC, Fab lavora nella contabilità pubblica, Toma si occupa di montaggio video e informatica.
Jacky ha il suo studio casalingo e registra diversi progetti, si prende cura dei suoi gatti e ha appena iniziato a praticare la boxe.
Fab è un topo di biblioteca con una passione per la letteratura e i giochi da tavolo, segue un po’ di calcio per divertimento.
Timmy vive su un’isola, fa parte dell’associazione dei battelli di salvataggio e ama fare puzzle in inverno, e quando il tempo è buono, va a pesca con la sua barca.
Damien ama lo skateboard, il surf e testare ricette vegane.
Toma è un grande appassionato di computer, gli piace fare festa e in questi giorni sta attrezzando il suo furgone che in origine era un carro funebre.
Radio Punk: Riguardo i vostri testi, essendo in francese ho provato a intuirli, ma direi che preferisco chiedervi e non lanciarmi in interpretazioni per il bene dei lettori…Quali sono le tematiche che trattate maggiormente?
FAB Syndrome 81: La città, la città e la città! In questo album si parla del ritorno a vivere nella propria città natale, della scomparsa delle persone che si amano, dello stato sociale della Francia che non sembra migliorare, del vedere la propria città cambiare e del vedere anche se stessi cambiare, di una sorta di fatalismo, della rassegnazione che si può provare di fronte al mondo attuale, anche se non ci si deve rassegnare, e poi della solitudine fisica o morale… È tutto nel titolo dell’album PRISONS IMAGINAIRES, un titolo ispirato alle opere di Piranesi, un artista italiano, ed è stata una scrittrice francese a spiegarlo meglio, Marguerite Yourcenar: “Il vero orrore delle Carceri più che in alcune misteriose scene di tortura, è nell’indifferenza di quelle formiche umane erranti in spazi immensi, e in cui diversi gruppi non sembrano quasi mai comunicare tra loro, o neppure accorgersi della loro rispettiva presenza, e addirittura non notare affatto che in un angolo oscuro si sta suppliziando un condannato”.
È un disco sulle prigioni che ci creiamo o accettiamo, prigioni morali, sociali, psicologiche, familiari, sentimentali…
Radio Punk: Questo disco me lo immagino già suonato live e sono già pronto a lanciarmi dal palco cantando a squarciagola in uno stentatissimo francese… Quindi la domanda è semplice, avete in programma un tour gigantesco in cui toccherete varie nazioni e continenti e magari anche l’Italia o per ora rimarrete a suonare in Francia?
FAB Syndrome 81: È complicato allineare tutti i pianeti per poter fare una tournée, visti gli obblighi personali o familiari di ognuno. Stiamo valutando qualsiasi proposta, siamo stati invitati a suonare ad Atene dai Chain Cult e quindi ci andremo. Dopodiché sì, non siamo i più disponibili al mondo e a Brest siamo lontani da tutto, ma sì, abbiamo voglia di suonare…
Radio Punk: Siamo ai saluti, vi ringraziamo moltissimo e per concludere vi domandiamo cosa ne pensate dell’attuale scena punk DIY. Ultimamente tra mancato ricambio generazionale, sempre meno spazi in cui esprimersi e suonare e repressione costante non ce la passiamo benissimo. Che cosa si può fare per far sì che il punk torni ai fasti di un tempo?
FAB Syndrome 81: Il punk interessa ancora alle giovani generazioni? Formare una band? Ho l’impressione che non interessi più a molti. Però ci sono altri generi o altre forme di espressione di protesta… non si possono forzare le cose, se deve tornare, tornerà, è una cosa ciclica… Ciononostante, c’è ancora bisogno di riunirsi intorno a questo tipo di musica, in luoghi alternativi, ho l’impressione che in tutti questi luoghi punk di tutto il mondo ci siano ancora grandi serate.