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Intervista ai Terminal Filth

Chiacchierata con i Terminal Filth, band crust punk / stenchcore di Berlino

Nel 2022 tirano fuori un album pazzesco “Death Driven”, tra i migliori dell’anno, mentre in questo 2024 ritornano con “Traces Towards Oblivion”, nuovo mini-LP uscito sempre per Agipunk (per approfondire, ne abbiamo parlato qui). Stiamo per intervistare i berlinesi Terminal Filth, band che come si evince dal nome prende ispirazione dai leggendari Deviated Instinct. Lasciamo la parola, quindi, a questa band che sta facendo tanto parlare di sé grazie alla loro devastante bravura sia live che in studio.

  • Radio Punk: Ciao! Vi diamo il benvenuto sulla nostra ‘zine. Raccontateci un po’ di voi: la genesi dei Terminal Filth, se avete avuto altre band prima, se fate o facevate parte di altri progetti…

Terminal Filth: Grazie mille per le domande e per averci permesso di parlare un po’ dei Terminal Filth. La band è nata poco prima dell’inizio della pandemia. Abbiamo iniziato a provare intorno all’ottobre del 2019: l’idea era inizialmente quella di suonare una sorta di punk d-beat grezzo e rumoroso stile Napalm Raid, ma dopo qualche sessione di prove ci siamo resi conto che i nostri sforzi comuni ci stavano portando altrove… da lì in poi, ci siamo lasciati sorprendere dal risultato e da come veniva recepita la musica.

Sì, in effetti tutti noi abbiamo fatto parte di altri gruppi: tre di noi hanno suonato insieme in una punk band berlinese chiamata Pestchords per alcuni anni, Christian ha suonato la chitarra e il basso in molte band tedesche (Karbeat, Kotzkrampf, solo per citarne un paio) almeno dalla fine degli anni Novanta, inizio 2000. Isa ha fatto parte dei Nocturnal Scum, un gruppo crust punk internazionale di Berlino, e dei Kriminal, una furia d-beat (entrambi i gruppi non sono più attivi). Alcuni di noi sono attualmente coinvolti in altre band, come gli Speedkobra e i neonati Sewerrage… Nel complesso, sebbene ognuno di noi sia stato o sia coinvolto in progetti diversi (paralleli o meno), Terminal Filth è rimasto il nostro principale obiettivo negli ultimi anni.

  • Radio Punk: Come vi siete conosciuti a Berlino e com’è essere una band crust punk in questa città? Da fuori sembra una città molto attiva sia musicalmente che politicamente, è effettivamente così? Ci sono tanti spazi dove suonare e ti permette di essere collegato e di suonare tanto anche fuori dalla capitale? 

Terminal Filth: Berlino è una città con una scena molto vivace, ed è sicuramente un posto fantastico per fondare una band e per iniziare a muoversi nell’underground diy. Molti collettivi in tutta la città organizzano incessantemente concerti, eventi, manifestazioni, impegnando molte energie e sudore per mantenere vivi luoghi e locali. A volte ci si chiede come questo buco di città possa essere all’altezza della sua stessa reputazione – e a volte è solo una questione di percezione. È tutto fuorché un luogo ideale, e probabilmente uno dei problemi legati a una scena così vivace è che si rischia di rimanere bloccati in una bolla di apparente sicurezza che non rappresenta affatto la complessità della realtà circostante. Per questo è importante interrogarci criticamente sulla “scena” da cui proveniamo, senza dimenticare quanto dobbiamo alle persone, ai luoghi, alle crew, anche perché ci hanno permesso di incontrarci. (Tra l’altro è successo come sempre: tra le persone scatta qualcosa, si sviluppa quasi subito una forte amicizia che si consolida nel tempo in un legame di parentela). È importante aggiungere che la Germania ha molto da offrire anche altrove, e non solo in città come Lipsia, Dresda, Amburgo, ma anche in zone più piccole, in campagna, dove i semi della sedizione non sono meno fertili e pronti a esplodere.

  • Radio Punk: Il vostro nuovo lavoro è impressionante, circa 20 minuti deflagranti e imperiosi. Quello che vi chiediamo è di parlarci della sua composizione, delle sue tematiche (visto che avete citato l’astronomo Carl Sagan) e che cosa volevate aggiungere o in cosa volevate differenziarvi rispetto ai precedenti lavori.

Terminal Filth: Non riusciamo a dire quasi nulla sul processo di composizione, soprattutto perché è qualcosa di sconosciuto a noi stessi, o meglio che accade a nostra insaputa – là dove l’inconscio incontra la magia. Qualcuno ha un’idea, una melodia che rimane impressa nella mente, un pensiero ossessivo, e lavorando insieme, tentativo dopo tentativo, ripetizione dopo ripetizione, o per pura magia, qualcosa accade. A posteriori, possiamo sicuramente identificare alcuni momenti in cui ci siamo resi conto che stava accadendo qualcosa davanti ai nostri occhi. “Through extinction”, per esempio, è nata in un torrido pomeriggio d’estate, mentre stavamo jammando insieme ad Hadmersleben (vicino a Magdeburgo)… Inoltre, a posteriori, possiamo vedere uno schema tematico e stilistico svilupparsi dalle due uscite (in realtà tre, se contiamo il demo) che abbiamo pubblicato: con quest’ultimo disco, credo che abbiamo cercato di dare forma a un paesaggio sonoro, a una visione della Terra dai confini del sistema solare, e di manifestare attraverso i suoni una forma di angoscia e devastazione immaginando il pianeta in totale rovina e abbandono. Questa è ovviamente una delle possibili spiegazioni. La musica è là per essere ascoltata e percepita dagli altri; non ci sentiamo troppo a nostro agio con l’idea di imporre un modello interpretativo. Per rispondere alla tua osservazione su Carl Sagan: è stato indiscutibilmente un’importante fonte di ispirazione. I suoi scritti hanno senza dubbio alimentato la visione e la sua manifestazione, ma quello che abbiamo cercato di fare è stato fare un passo avanti verso la catastrofe, l’oblio e oltre, per vedere cose nuove con gli occhi della musica e toccarle con le sue dita.

  • Radio Punk: Gli artwork dei vostri lavori sono incredibili, vi va di parlarci un po’ del loro significato e del vostro rapporto con Stiv che li ha creati?

Terminal Filth: Stiv ha molti più meriti di quelli che sarebbe disposto ad ammettere personalmente, anche sotto tortura! Ma poiché è un caro amico e non vogliamo che ci prenda a calci nel sedere, la faremo breve e concisa. Il suo incredibile lavoro artistico non è altro che una parte della nostra musica, materializzata e resa visibile dalla musica stessa. Con la sua penna è riuscito a dare consistenza visiva a ciò che cercavamo di dire senza immagini, a quel vuoto da incubo che mormora nell’abisso. La collaborazione con lui è iniziata mentre stavamo sviluppando l’artwork per l’LP “Death Driven” e finora è stata assolutamente gratificante per noi. In effetti, non abbiamo potuto fare a meno di trarre ulteriore ispirazione dal suo lavoro!

Inoltre, vorremmo aggiungere che altri grandi artisti ci hanno affidato le loro creazioni e il loro tempo. Il nostro amico Csaba ha realizzato un incredibile soggetto visibile sulle nostre backpatches, una visione da incubo di un Messia della morte che popola i nostri testi, un profeta della morte che ci fissa con occhi vacui! Inoltre, la nostra amica Rebecca (batterista dei furiosi Electric Masochist) ha realizzato il primo artwork per il nostro demo-tape, battezzando letteralmente i Terminal Filth con inchiostro e sangue con un’immagine chimerica di angoscia.

  • Radio Punk: Sempre rimanendo in tema album, come siete entrati in contatto con Agipunk e com’è lavorare con questa etichetta?

Terminal Filth: Koppa è un’altra persona che, proprio come Stiv, ha reso possibile la nostra avventura. Se non ricordo male, lo contattai nei primi mesi del 2022, chiedendogli se fosse interessato a pubblicare il nostro disco. Era un azzardo, eravamo praticamente una band neonata e sconosciuta, e ricordiamo di essere stati molto incerti sul fatto che potesse piacergli o meno… ma alla fine è andata così. Non avremmo potuto essere più emozionati quando abbiamo letto che Koppa era interessato a pubblicare “Death Driven” con Agipunk. Inoltre, ci ha fornito ottimi suggerimenti per dare il tocco finale all’artwork e alla musica. Dopo un’esperienza così positiva e produttiva, eravamo entusiasti all’idea di proseguire il nostro cammino insieme.

  • Radio Punk: Uscendo un po’ dalla dimensione musicale, parlateci un po’ di voi: chi sono i Terminal Filth fuori dalla band, nella vita di tutti i giorni? Quali sono le vostre passioni, hobby, lavori, ecc?

Terminal Filth: Ah, qui non c’è molto da dire, per molti aspetti siamo quattro persone non eccezionali che hanno ricevuto il dono eccezionale dell’amicizia e la fortuna di suonare. Partecipiamo tutti alla sfida quotidiana da una prospettiva molto, molto privilegiata, e a volte dimentichiamo che lusso sia poter suonare, esibirsi e viaggiare per farlo! Prossima domanda!

  • Radio Punk: Avete suonato in diversi contesti e in diverse città, quali sono le esperienze che ricordate con più piacere? Avete in previsione altri tour magari fuori dall’Europa? E più in generale, cosa c’è nel vostro futuro?

Terminal Filth: Tanti bei ricordi, ogni concerto è un evento a sé per noi, indipendentemente dal risultato! Dal primo nel lontano settembre 2020 – un piccolo concerto in Polonia organizzato per pochi amici durante una gita in moto – all’ultimo tour con i Fractured: abbiamo avuto la fortuna di trovare una montagna di divertimento e grandi amicizie! Sicuramente i momenti salienti del nostro viaggio sono stati il primo tour con i Motron dall’Italia e quello con i Fractured. Il legame che abbiamo creato con queste crew è semplicemente incredibile, anche se molto difficile da esprimere a parole.

Attualmente stiamo programmando un tour in Nord America per il prossimo autunno, e condivideremo ulteriori dettagli al più presto.

  • Radio Punk: Tornando alla parte musicale, domanda nerd: visti i suoni oscuri e dal forte impatto, vi chiediamo che strumentazione e setup usate? 

Terminal Filth: Mi dispiace deluderti ancora, ma anche da questo punto di vista non c’è molto da dire. Abbiamo un approccio alla musica molto istintivo e poco tecnico, e tendiamo a tenere ciò che ci piace, senza essere troppo cerebrali. Pedali di distorsione, effetti vocali, cori, amplificatori, non c’è nulla di veramente fuori dal comune. Ci permettiamo di prendere tutta l’ispirazione che vogliamo dai gruppi che amiamo e ammiriamo (Stormcrow, Skaven, Deviated Instinct, Bolt Thrower, Black Curse e molti altri) e cerchiamo di nasconderla reinventando vecchie e grandi idee con il nostro tocco – che è fondamentalmente la chimica che ci unisce in sala prove e fuori. Il suono che potete sentire nei dischi è anche il risultato di un tecnico del suono molto esperto (e paziente), il nostro amico Benno, che ha registrato entrambi i nostri full-length, e di Jack Control, che li ha masterizzati in modo impeccabile. Il resto è pura fortuna e divertimento per tentativi. Ci piace pensare che, cosa che fa naturalmente parte del gioco, non abbiamo molto controllo su ciò che facciamo dal punto di vista del suono, e anche questo è molto divertente, soprattutto quando il risultato è buono!

  • Radio Punk: A livello politico c’è qualcosa che vorreste particolarmente comunicare? C’è qualche lotta a cui tenete maggiormente? Credete che effettivamente si possa cambiare questo mondo o che ormai sia troppo tardi e ci ritroveremo a maledirci tipo scena finale del Pianeta delle Scimmie? 

Terminal Filth: Ci piace pensare di avere una visione tutta nostra delle questioni politiche. Questo non significa affatto che siamo “apolitici”, naturalmente, ma piuttosto che cerchiamo di affrontare le questioni politiche attraverso una “politica del soggetto”, in altre parole, attraverso una prospettiva esistenziale, senza perderci troppo in slogan e soluzioni facili e pronte. Forse c’è troppa fiducia nell’idea che esistano modi semplici per affrontare e risolvere problemi complessi. Questa è una mera illusione, significa ridurre la complessità dell’essere umano a un piano. Problemi e conflitti complessi richiedono una posizione critica ed è impossibile trovare una risposta alle questioni politiche senza comprendere il vero e proprio contesto intricato in cui si esprimono.

  • Radio Punk: Visto il passato della Germania e visto il “movimento” anti-deutsch, com’è la situazione a Berlino e in tutto il paese riguardo alla questione palestinese? E cosa ne pensate voi?


Terminal Filth: Vediamo la realtà della situazione che ci circonda. E la situazione è a dir poco drammatica. A prescindere da ciò che si dice, però, la questione è davvero molto complessa. Una volta gridati gli slogan e innalzate le bandiere, rimane la domanda: “come possiamo risolvere concretamente il conflitto?”.

Qui in Germania la questione è ridicolmente polarizzata e divisa. Il movimento Antideutsche è una parodia, il segnale di una cecità paternalistica e dell’incapacità di criticare un governo. Il governo tedesco sta mettendo a tacere ogni forma di protesta e di pensiero critico, di sostegno e di solidarietà. Questo non è il segnale di una società sana – se mai è esistita – o di una collettività che si confronta seriamente con il problema. Inoltre, troppo spesso si cerca di avere “ragione” contro una controparte in quello che sembra un gigantesco e sterile talk show, invece di stare dalla parte dell’umanità e delle vittime. Di fronte a questo livello di barbarie e cecità, dobbiamo considerare nuovi modi produttivi per spezzare il cerchio della violenza e della distruzione.

  • Radio Punk: Dopo questa carrellata di domande serie, chiudiamo chiedendovi se ci raccontate un evento grottesco e assurdo che vi è successo nella vostra esperienza di concerti. Grazie di aver risposto alle nostre domande, a presto!

Terminal Filth: Credo che una delle situazioni più grottesche e allo stesso tempo divertenti che abbiamo mai vissuto sia stata quella di un concerto in una Wagenplatz di Hannover, verso la fine dell’estate del 2023: all’improvviso, circa 20 minuti prima dell’inizio del concerto, il cantante ha iniziato a sentirsi male, con nausea e una brutta diarrea. In dubbio se cancellare il concerto o provare comunque a suonare, riuscimmo a convincere il cantante a ingurgitare un mix di pillole fornite da amici che erano nelle vicinanze, nella speranza che il risultato fosse catastrofico… Con grande disappunto di tutti gli altri membri della band, che speravano solo di vedere il cantante cagarsi addosso e vomitare dappertutto sul palco, il mix funzionò bene, e il cantante, quel bastardo, non versò una goccia di merda, rovinando lo spettacolo a tutti.

Foto di copertina di Tanya