Intervista alla band Shooting Daggers
Chiacchierata con la band queercore londinese Shooting Daggers
Con il loro queercore carico di rabbia e di passione, il trio londinese Shooting Daggers ha da poco fatto uscire l’album “Love & Rage” (che ci è piaciuto un botto e di cui vi abbiamo parlato qui). Un mix di punk hc, post hardcore, grunge, shoegaze e mille altre influenze, affrontano temi politici e sociali, che per noi di radio punk sono fondamentali, come il transfemminismo, la lotta al patriarcato e l’etica DIY, il tutto a bordo di uno skate!
- Radio Punk: Ciao a tuttə e grazie per essere qui! Dopo aver ascoltato il vostro album “Love & Rage” siamo entrat* in fissa e abbiamo pensato immediatamente di intervistarvi! Raccontate brevemente a chi vi legge chi siete, quando e dove avete iniziato a suonare insieme.
Shooting Daggers:
Sal (she/they): Chitarra e voce
Bea (they/them): Basso e cori
Raquel (she/her): Batteria
Suoniamo con questa formazione dalla fine del 2020. Noi (Sal e Bea) abbiamo fatto conoscenza alla fine del 2018 e abbiamo fondato la band nel 2019 con un altro batterista, Godinha. Abbiamo fatto i primi concerti con lui, ma purtroppo è dovuto tornare in Galizia durante il lockdown. Dopo la pandemia, stavamo cercando di sostituirlo e abbiamo trovato Raquel attraverso amicizie comuni nella scena punk londinese. (Godinha ora suona in due gruppi hardcore, OuttaSpite e Unexist. Spaccano!)
- Radio Punk: Siccome abbiamo mille cose da chiedervi andiamo con ordine e partiamo prendendo spunto dalla prima traccia del vostro ultimo disco. “Dare” parla di Do It Yourself, l’etica che guida le nostre vite personali e che trasferiamo anche qui sulla webzine. Cosa significa per voi DIY? Come cercate di applicarlo nella vita di tutti i giorni e nella vostra band?
Shooting Daggers: D(o) I(t) Y(ourself) per noi significa creare opportunità che molto probabilmente non avremmo mai avuto altrimenti. È libertà di parola senza censura. Si può diffondere un messaggio che probabilmente non sarebbe visto/ascoltato alla televisione nazionale con l’arte, i volantini, le ‘zine, i testi. Il DIY può iniziare dalla singola persona ma poi essere seguito dall’aiuto di una comunità, costruendo un ambiente migliore per le persone che non hanno voce.
DIY è prendere il potere nelle nostre mani quando non siamo d’accordo o quando abbiamo qualcosa da dire. In particolare per le persone nere, le donne, le persone queer, le persone della classe operaia, le persone con disabilità e le persone emarginate in generale. Dobbiamo crearci una vita in cui possiamo esprimerci e vivere senza aspettare che qualche uomo bianco cisgender ce la conceda (perché probabilmente non succederà).
Ecco perché amiamo il punk e la scena punk/hardcore/alternativa. Il DIY è l’essenza di queste comunità. Lo applichiamo nella nostra vita quotidiana come band in molti modi: creando arte, contattando promoter, organizzando i nostri tour. Organizziamo i nostri concerti, a volte con la lineup che vogliamo, scriviamo tutta la nostra musica e ideiamo video e artwork. In quanto gruppo punk, è anche importante partecipare a raccolte di fondi e concerti benefit e promuovere il più possibile gruppi affini. Facciamo del nostro meglio per aiutare la comunità punk, che ha aiutato molto anche noi.
- Radio Punk: Come abbiamo già detto più volte, il vostro album “Love & Rage” ci ha fatto impazzire su tutti i piani: musica, tematiche, concept generale, influenze sonore e anche l’artwork è una vera bomba! Com’è nato questo disco? Con chi avete collaborato per gli aspetti più tecnici come registrazione, produzione e copertina? Raccontateci un po’…
Shooting Daggers: Love & Rage è un album che è venuto fuori in modo abbastanza naturale. Una volta scritto un bel po’ di canzoni, abbiamo capito che mettendole in un certo ordine creavano un messaggio coerente. Non è una cosa che abbiamo pensato in anticipo, anche perchè abbiamo scritto queste canzoni nel giro di pochi mesi e all’epoca prendevamo ispirazione dalla nostra comunità queercore. Volevamo diffondere un messaggio di sorellanza, a differenza del nostro precedente EP “Athames” che era più aggressivo, anche se abbiamo mantenuto la rabbia anche in questo.
Abbiamo incanalato questa rabbia in qualcosa di più positivo e costruttivo per diffondere “amore” per la nostra comunità, da cui il titolo. Ci siamo recatx in studio tre volte per finire l’album, perché avevamo molte date, ma questo ci ha permesso di prenderci il tempo necessario per aggiungere dettagli e rivedere alcune canzoni per migliorarle.
Abbiamo lavorato con Wayne Adam del Bear Bites Horse Studio di Haggerston a Londra, che ci ha aiutato a completare il nostro lavoro con un suono moderno ma grezzo.
L’artwork dell’album è stato disegnato dalla straordinaria Greta Bungle, un’artista spagnola che lavora con tecnica mista e collage. Ha anche creato la copertina del nostro EP “Athames” e ci è piaciuta così tanto che abbiamo deciso di lavorare di nuovo con lei.
- Radio Punk: Il vostro progetto è caratterizzato da una forte attenzione al tema del transfemminismo. Molte persone si avvicinano prima alla musica e poi ai contenuti politici ma c’è anche chi, partendo da un’urgenza, decide di suonare in modo da poter usare la musica come cassa di risonanza per l’attivismo politico-sociale. Qual è stato il vostro percorso (sia personale che come band)?
Shooting Daggers: Noi tre abbiamo una posizione politica e una mentalità chiara. Per noi è sempre stato naturale includere la nostra etica e il nostro pensiero politico nella musica e probabilmente non smetteremo mai di farlo. Alcune persone sembrano pensare che durante l’adolescenza si ha più rabbia verso la società e che crescendo si inizierà a moderarsi, ma noi non la pensiamo così. Più cresciamo come persone, più impariamo e consolidiamo le nostre convinzioni politiche e ci arrabbiamo ancora di più quando non vediamo cambiare le cose.
Pensiamo che non sia obbligatorio parlare di politica nella testi, infatti abbiamo anche scritto canzoni più introspettive e che a volte parlavano delle nostre esperienze di vita. In fin dei conti, Shooting Daggers sono e saranno sempre una band nata da una forte necessità di rappresentanza nella scena punk hardcore e continueremo a lottare perché le donne e le persone queer abbiano voce e potere sul palco.

- Radio Punk: In Italia, all’interno della sottocultura punk, non abbiamo ancora smesso di lottare per rendere gli spazi che frequentiamo posti sicuri in cui le ragazze e le persone queer possano sentirsi a loro agio. Com’è la situazione nella scena londinese? Quanto sono parte attiva le persone queer e le ragazze?
Shooting Daggers: C’è sicuramente una scena queercore in crescita a Londra e nel Regno Unito in generale e ci fa molto piacere.
Però è ancora troppo limitata alla scena underground e pensiamo che ora sia necessario un maggior numero di donne e persone queer nel mondo della musica. Più promoter, tecnicx del suono, producer, agenti, più musicistx queer e donne, e non solo cantanti (con tutto il rispetto per tutte le fantastiche front women e queer delle band che si danno tanto da fare). Per donne e queer è ancora difficile muoversi nell’industria musicale, che è gestita al 90% da uomini cis. Quindi, un grande sì a tutte le fantastiche band queercore che escono ogni giorno nel Regno Unito, ma non vediamo l’ora di vedere un cambiamento radicale nel settore, perché è così che si possono garantire veri spazi sicuri.
Senza tutti questi promoter uomini cis che continuano a far suonare band scadenti con uomini violenti al loro interno e senza produttori e tecnici del suono che fanno mansplaining e ti fanno sentire meno professionista solo perché non sei un uomo. Purtroppo subiamo un’oppressione sistematica e ci stiamo impegnando per farla cessare.
- Radio Punk: Alleggeriamo un po’ la chiacchierata chiedendovi: quale personaggio di Daria vi rispecchia di più?
Shooting Daggers: Sappiamo esattamente come rispondere a questa domanda, visto che sono stati i nostri costumi lo scorso Halloween!
Raquel è Daria, Bea è Jane, Sal è Quinn. E poi siamo tutt* un po’ Trent.
- Radio Punk: Torniamo a parlare di musica, quali sono i vostri gruppi queercore preferiti? Quali altri generi musicali ascoltate oltre il punk? Consigliateci un po’ di musica!
Shooting Daggers: Limp Wrists, G.L.O.S.S., Dicks, The HIIRS collective, Tribe 8, Against Me!, SeeYouSpaceCowboy, Slutbomb. Band nostre amiche: The Menstrual Cramps, Death Goals, Gender Warfare, Uncertainty, Throlz, Caution Elderly People, Liv Wynter, Es, Traidora, Deadname.
Bea: Ascolto principalmente screamo, posso consigliare Dreamwell, che hanno come cantante una donna trans, e Blind Girls, che sono tra le mie scoperte più recenti. Oltre alla musica alternativa ascolto molto dance elettronica. Adoro particolarmente TR/ST, che fa una dark wave / synth-pop molto bella oppure Bou, che è il mio producer drum n bass preferito al momento.
Sal: Ascolto un po’ di tutto, so che è una risposta banale e so che “è una risposta banale” è stato detto un milione di volte. Non ascolto più tanto l’hardcore e mi ritrovo ad apprezzarlo sempre meno durante i live. La mia musica preferita è quella che mi commuove e, in genere, ha un messaggio femminista o qualcosa con cui mi immedesimo. Comunque, ultimamente mi piace molto la playlist di Kathleen Hanna per il suo libro Rebel Girl. Mi piacciono molto anche i nuovi singoli di Amyl and the Sniffers.
Raquel: I gruppi che ho ascoltato di recente sono Mannequin Pussy, Gouge away, One step closer, abbiamo appena fatto qualche data con loro e mi sono rimaste in testa le loro nuove canzoni! Sto anche ascoltando molto La dispute e Tummyache, con cui non vedo l’ora di suonare tra un paio di settimane!
- Radio Punk: Avete un sound ricco di influenze e di peculiarità, vi facciamo una domanda nerd che interesserà gli/le addett* ai lavori: che tipo di strumentazione e setup usate?
Bea: Suono un Fender Jazz a 5 corde. I miei pedali sono: BOSS chorus, Deluxe Bass Big Muff, Bass Preacher compressore e accordatore. Il mio amplificatore è un Orange Terror Bass.
Sal: uso una stratocaster messicana (con doppio pickup). Uso sia l’accordatura standard che Drop D. Ho una pedaliera piuttosto grande: uno Strymon deco per splittare il suono in due amplificatori, un piccolo Lelhe per passare da un amplificatore all’altro. Ho anche: una distorsione fat metal, un piccolo chorus clone, un pedale MXR delay (che è inutile, non so perché l’ho lasciato sulla pedaliera) un Boss-20 per gli effetti vocali, e un accordatore boss.
Raquel: Il mio set up attuale consiste in una batteria di 3 pezzi, uso un rullante Mapex black panther 14×6.5 Ash Burl Coffee Burst Ltd edition, un pedale singolo Tama Iron Cobra 600, piatti Istanbul Agop Xist (14“ H-Hats, 16” e 18“ Crashes & 20” Ride), un blast block low pitch e un Roland SPD SX.
- Radio Punk: Da poco avete fatto uscire il video della canzone Wipe Out composto da tantissime clip di ragazze su skate e pattini che avete raccolto tramite una call sui social. Che figata! Siete tuttə appassionatə di skate? Tavola o quad? Quanti lividi da rampa avete in questo momento?
Shooting Daggers: Sì! Abbiamo pubblicato alcune storie su Instagram per raccogliere video di donne e persone queer su skate e pattini. È stato molto bello vedere persone di tutto il mondo inviare i loro video.
Sal: In realtà nella band solo io faccio skate (con lo skateboard). Bea andava in longboard e pattini a rotelle qualche anno fa. Devo ammettere che non ho molti lividi da rampa perché non mi sento a mio agio con le rampe (non ancora! Posso imparare tutto, è solo un fatto mentale). È più che altro perché di solito non uso le rampe e non ci faccio molti trick, tranne drop-in, axle stall e con un po’ di fortuna, rock n roll &, fakie rock. Il rock to fakie dovrebbe essere un trick facile per i principianti, ma io penso che sia assolutamente terrificante e che faccia anche male. Non pratico skate da molto tempo, forse da 2 anni, ma voglio davvero tornare a farlo. Abbiamo fatto un tour di 3 giorni con gli One Step Closer e la maggior parte di loro erano skater. Abbiamo fatto solo una piccola sessione alla fine dello spettacolo, ma mi hanno fatto venire voglia di tornare sulla tavola ogni giorno (un caro saluto a questi ragazzi).
- Radio Punk: In questo periodo state suonando spesso in UK e noi fremiamo per vedervi Live. Avete mai suonato in Italia? Che tipo di rapporto avete con la scena punk DIY italiana? Ci sono delle band del passato o di oggi che apprezzate particolarmente o alle quali vi ispirate?
Shooting Daggers: Ci piacerebbe molto suonare in Italia! Bea viene dall’Italia, quindi è sicuramente nella nostra lista di cose da fare.
Bea: Ho suonato in band dalle parti di Venezia prima di trasferirmi nel Regno Unito, ma non facevo molto parte della scena. Mi è sempre piaciuto andare al Venezia Hardcore Fest ed è sicuramente un posto dove mi piacerebbe suonare con la band un giorno. Abbiamo contatti con persone della scena hc, come Stormo e Golpe, che sono band incredibili e organizzano a Bologna e Milano. I gruppi a cui mi ispiro di più sono gli Skruigners, i re dello screamo Raein e le leggende del post punk Sick Tamburo. Inoltre, ultimo ma non meno importante, nella band condividiamo un profondo amore per Raffaella Carrà!
Sal: Sono stata al Venezia hardcore ed è stato davvero figo. C’erano band super politicizzate e folli e sembrava di essere in una vera comunità punk DIY. Adoro gli Shoki di Milano, ma non so se suonano ancora. Se sì, spero che un giorno suoneremo con loro.
- Radio Punk: Purtroppo, come sappiamo, anche la nostra piccola nicchia riflette le discriminazioni della società, a voi è mai capitato di sentirvi a disagio in quanto persone queer e/o ragazze nella scena punk? E come band queercore vi è mai capitato di vivere delle situazioni discriminatorie? Quale consiglio dareste alle ragazze e alle persone appartenenti alla comunità Lgbtqia+ che vogliono essere parte attiva della sottocultura punk?
Shooting Daggers: Oh sì, è successo troppe volte, purtroppo. Ci sono state situazioni in cui i promoter hanno dato informazioni sul posto al nostro autista maschio invece che a noi, e altre in cui abbiamo dovuto rinunciare ad alcuni eventi per evitare di suonare con persone ambigue che non prendevano abbastanza sul serio gli abusi. Abbiamo detto ad alcuni organizzatori di festival che non ci sentivamo a nostro agio a suonare nello stesso cartellone di alcuni gruppi perché dei membri erano stati accusati di cose orribili (che persone amiche avevano visto e/o vissuto). Abbiamo subito umiliazione, emarginazione e mansplaining da band, producer o tecnici del suono che ci hanno persino detto come suonare i nostri strumenti… la lista potrebbe andare avanti.
Continuate a essere professionali e fate sentire la vostra voce! Cercate il conforto e uno spazio sicuro con persone di cui vi fidate e a cui volete bene. Create la vostra band e divertitevi! In fin dei conti, ne vale la pena quando ragazze o persone queer tra la folla sentono di ricevere attenzione e di poter fare ciò che desiderano.
Sal: Mi sento ancora a disagio e di troppo nelle scene Hardcore e Punk. Mi sento un po’ meno “preda” tra la folla perché non ho più 18 anni. A volte mi chiedo anche se saremo mai pienamente parte della scena punk/hardcore, per me è più facile costruire una nuova scena in cui poterci esprimere.
Il mio consiglio è: abbiate la stessa sicurezza di un uomo cis, perché dall’interno ci si accorge subito che molte persone suonano pur non avendo gran talento o abilità e che non è l’unica cosa che conta per avere una buona band. Tendiamo a mettere le band su un piedistallo, quando in realtà sono solo persone bizzarre che si esercitano nella loro camera da letto, che amano la musica, scrivono testi, nerd, che decidono di formare una band. Lo fanno solo perché vogliono farlo, finché non riescono davvero bene in quello che fanno grazie al potere della collaborazione. È semplice. Quindi, fai da te, rompi le tue barriere mentali, fai tutto ciò che ti rende felice. In una scena dominata dagli uomini sarà meno accogliente, ma troverai la tua scena e il tuo gruppo di amicizie.
- Radio Punk: Online abbiamo trovato parecchie vostre interviste. Fatevi una domanda che avreste voluto ricevere ma non vi ha mai fatto nessuno e datevi una risposta!
Shooting Daggers: Ci abbiamo pensato e la questione è complessa. Siamo vegan e abbiamo lavorato in quasi tutti i locali vegan di Londra. Potremmo parlare per ore di tutto ciò che riguarda il cibo vegan.
Quindi, forse: Qual è il vostro cibo vegan/ristorante vegan/ricetta vegan preferita?
Sal: So tutto sui mac n cheese vegan, non li so fare per niente ma li adoro e probabilmente potrei fare una mappa del Regno Unito su dove trovare i migliori. Adoro anche la pizza al salame piccante vegan con una buona salsa piccante Encoda Carolina Reaper in cui intingere la fetta (se come me amate il piccante). Anche con i nugget vegan questa salsa è una vera delizia.
Bea: c’è così tanto cibo vegan a Londra che è difficile scegliere, ma direi che i miei top 3 sono Vegan Planet (cinese), Purezza (pizza) e LD’S Kitchen (cibo in stile Diner). La migliore ricetta vegan per me è semplice: la pasta e i suoi infiniti modi di cucinarla in modo vegan, la pasta al pesto è il mio comfort food per eccellenza.
Raquel: come ha già detto B., nel Regno Unito e soprattutto a Londra abbiamo l’imbarazzo della scelta. Sarò banale e dirò che adoro le insalate! Con un sacco di verdure grigliate e tutti i tipi di condimenti.
- Radio Punk: Siamo arrivat* alla fine quindi abbiamo anche guadagnato la giusta confidenza per l’ultima, personale, domanda. Chi siete nella vita? Che passioni avete? Fate parte di altre band e/o progetti? Che lavoro fate?
Grazie infinite per essere state sulla nostra webzine e speriamo di vedervi presto in Italia!
Bea: Sono freelance, quindi faccio un po’ di tutto per sopravvivere: traduzioni, ripetizioni, scrivo per una rivista musicale e cucino vegan. Ho una grande passione per le lingue, soprattutto per il cinese mandarino, che ho studiato all’università. Amo gli animali, ho adottato dei gatti e sostengo i diritti degli animali e il veganesimo (come tutta la band). Non vedo l’ora di passare una bella giornata a poltrire a letto, quando posso. Mi piace guardare il wrestling in coppia e adoro le serate queer e le drag.
Non ho altre band al momento, ma mi piacerebbe iniziare a produrre musica elettronica in futuro o avere un progetto screamo.
Sal: Sto attraversando un periodo frenetico. Mi sto trasferendo e sto cercando di trovare una carriera e un ambiente sostenibili. Quindi diciamo che vivo giorno per giorno. Per quanto riguarda le cose belle, invece, a giugno lancerò un workshop sulle zine presso il Greenwich Library Centre e sono molto felice di farlo. Ho un’altra band che si chiama Deathchops, siamo un gruppo y2k punk e dovremmo registrare a breve; io registrerò, mixerò e masterizzerò tutto. Cucino vegan, ma l’attività non va molto bene, quindi sto pensando di proseguire gli studi, è tutto un po’ confuso al momento. Devo prendere delle decisioni serie sulla mia vita.
Raquel: Suono solo in una band al momento, strano a leggersi visto che ho suonato in molte band contemporaneamente per molto tempo, ma abbiamo così tanti impegni che ho scelto di concentrare tutte le mie energie con Shooting Daggers ed è quello che sento giusto in questo momento della mia vita. Sono anche promoter, faccio parte di un collettivo DIY no profit chiamato South London Scum e organizziamo concerti ogni mese. Di giorno lavoro come barista in un piccolo caffè non lontano da casa mia. Quando non lavoro, suono, organizzo concerti o mi esercito. Mi piace trascorrere il tempo libero creando/sperimentando con le arti visive, attualmente sto cercando di imparare l’animazione e approfondendo graphic design e produzione musicale. Mi piace anche leggere, lavorare all’uncinetto e andare al cinema.
