Intervista a Jancy del progetto MØAA
Chiacchierata con Jancy Buffington del progetto ethereal wave / post-punk MØAA
MØAA,
MØAA, progetto solista di Jancy Buffington, si muove tra l’ethereal wave e il post-punk, ed è un piccolo ritratto musicale degli Stati Uniti, fuori dalle metropoli. Un area al di fuori di Seattle, dove ha registrato le demo che hanno dato vita al disco d’esordio “Euphoric Recall”, in una cittadina chiamata Issaquah (nello stato di Washington), collocata vicino al paese dove è stato girato Twin Peaks, nel mezzo della foresta. Testi molto personali e privi di connotazioni sociologiche, ma è impossibile immaginare una colonna sonora più adeguata all’atmosfera delle foreste attorno Issaquah.
Radio Punk: Ciao! Domanda di rito per iniziare: come e quando è nato il progetto? Come hai incontrato gli altri musicisti con cui suoni live e, soprattutto, cosa ti ha portato a Venezia, città con cui sembra tu abbia un legame speciale?
Jancy: Ho iniziato a scrivere Euphoric Recall, da sola nel mio studio, nel 2018, mentre vivevo a Issaquah, Washington, con un’interfaccia audio, chitarra, basso e MS2000. Lo stesso anno ho finito di registrare la maggior parte dei demo casalinghi e li ho fatti ascoltare ad Andrea Volpato qualche settimana dopo che ci siamo incontrati a Seattle, mentre lui si trovava in tour.
A quel punto, Andrea e io, abbiamo deciso di lavorare insieme, e allora sono andata a Venezia, dove ha registrato, mixato e prodotto il disco nel suo studio, Fox Studio Venice. Abbiamo anche collaborato nella scrittura di due canzoni, X Marks e Flashlight. Dopo che abbiamo terminato le registrazioni dell’album, ha chiesto al suo amico di vecchia data Gianluca di suonare il basso con noi nei concerti dal vivo.
Radio Punk: Ho avuto il piacere di ascoltarti dal vivo per la prima volta a Mestre, nell’ambito del festival “Indie Sound”, il 17 giugno del 2021, e per me siete stati di gran lunga la migliore band che ha suonato in quelle giornate e una delle più interessanti che ho scoperto negli ultimi anni. Proprio per questo pensavo si trattasse di un gruppo con alle spalle già diversi anni di esperienza, sbagliandomi. Hai già avuto esperienze musicali in passato?
Jancy: Non ho mai suonato dal vivo con una band prima di quella serata a Mestre. Le mie uniche esperienze precedenti sono state le recite in cui suonavo il piano o il violino, tra gli otto e i sedici anni. In ogni caso, Andrea Volpato (chitarra principale) e Gianluca (basso) hanno suonato dal vivo in gruppi sin da quando erano ragazzi. Infatti, in precedenza hanno suonato insieme in una band per molti anni, dunque questo potrebbe aver portato a un’immediata coesione del gruppo nei concerti di MØAA.
Radio Punk: E il nome? Da dov’è sorta l’ispirazione per un nome così inconsueto? Da quel che mi risulta, è ispirato dal gene “MAO-A”?
Jancy: Il gene “MAO-A” è conosciuto anche come il “Gene Guerriero”, perché gli scienziati hanno scoperto che, molto tempo fa, alcune mutazioni nel gene si sono probabilmente sviluppate per consentire ai guerrieri di diventare più aggressivi, così perseveravano nella guerra più di coloro che non hanno queste mutazioni particolari. Oggi questi tratti genetici non sono più utilizzati per guerreggiare, ma sono associati ad alcuni disturbi della salute mentale. Alcune ricerche su questa mutazione la collegano ai serial killer o alla tendenza al crimine violento, e si inoltrano molto nel tema della natura in opposizione all’educazione. È un argomento che mi affascina molto, sono laureata in biologia cellulare e molecolare, con specializzazione in genetica, e sono in lotta contro un disturbo da stress post-traumatico; quindi, la mia musica è molto legata a questi temi.
Radio Punk: Shoegaze, darkwave, post-punk, coldwave, synthwave, new wave, dream pop, indie rock, goth rock, ethereal wave. Pensi che il tuo progetto possa essere annoverato come parte di qualche genere, scena o filone?
Jancy: Mentre scrivevo non stavo pensando a nessun genere, è una coincidenza che alla fine il mio progetto possa essere ascritto in alcune di queste categorie.
Il fatto più strano è che non avevo mai sentito parlare di alcuni di questi generi prima del rilascio di Euphoric Recall, e le persone taggavano l’album con generi come dark wave, ethereal wave, ecc. Ora capisco e apprezzo di più, ma per me è stata decisamente una nuova area, che ho infine esplorato come ascoltatrice.
Radio Punk: potresti dirmi qualcosa sulle tue canzoni? In particolare, sui testi e sul processo creativo che gli sta dietro. Quali sono le tue influenze principali, non soltanto musicali?
Jancy: Scrivo sempre una canzone innanzitutto con una drum machine, poi con la chitarra e il basso e qualche volta con il synth. Dopo aver composto la struttura generale comincio ad aggiungere quella vocale, che solitamente non ha parole, inizialmente, soltanto suoni/melodie. Quando riascolto la parte vocale che ho registrato, comincio a sentire o a immaginare parole diverse e poi inizio a provare diverse opzioni per i testi. È un processo molto divertente per me, in particolare con il nuovo album che stiamo registrando ora. I testi sono molto più chiari e coerenti rispetto al primo disco, però mi sono anch’essi venuti in mente nello stesso modo improvvisato e improvviso… E in qualche modo sono infine divenuti concettualmente congruenti.
Per quanto riguarda le mie influenze principali, cambiano in continuazione. Mentre scrivevo Euphoric Recall ascoltavo i Dead Skeletons, The Brian Jonestown Massacre, Broncho, Dead Can Dance ed Emancipator.
Per quanto riguarda l’ispirazione dei testi… I miei testi sono solitamente più delle sorte di dialoghi che sto avendo con qualcuno che ha fatto parte della mia vita, oppure storie che ho creato e che sono state influenzate da eventi e da persone dal mio passato. Per me scrivere, che si tratti dei testi o della musica, è sempre stato un mezzo per elaborare conflitti o problemi dentro me o sentimenti che provo nei confronti di qualcun altro.
Radio Punk: Nell’ultimo decennio si è assistito a una sorta di revival del post-punk, della darkwave e dell’elettronica old school, con band come i Molchat Doma, She Past Away, Lebanon Hanover, Boy Harsher e Minuit Machine ascoltate anche da persone al di fuori del classico range dei fruitori della musica alternativa e indipendente. Che ne pensi? Com’è la scena musicale alternativa negli Stati Uniti al giorno d’oggi? Ti piacciono alcune band in particolare? E pensi che la scena alternativa sia in crescita o ritieni che il successo di queste band sia soltanto un’eccezione alla regola?
Jancy: Sembra esserci ora un po’ di revival della musica anni Ottanta, come c’è sempre stato un po’ di revival della musica dei decenni precedenti.
Penso che la scena alternativa/underground negli Stati Uniti sia grande, ci sono numerosi progetti che sto ascoltando in questo momento, come Provoker, Gvllow, Drab Majesty, Mareux, Cristoforo Donadi, and Bones.
Radio Punk: Alcuni gruppi connessi alla darkwave e alla scena alternativa sono estremamente legati alla politica, in particolare all’ambito dell’estrema Sinistra non parlamentare, al movimento per i diritti animali, al femminismo e agli anarchici, sebbene l’approccio sia generalmente più riflessivo e meno sloganistico delle band hardcore punk o del rap militante di Sinistra. Per esempio, mi vengono in mente i Rosa Apatrida da New York. Anche band mainstream, che colgono a piene mani ispirazione dai filoni della musica alternativa degli anni Ottanta, utilizzano talvolta le loro canzoni come mezzo per diffondere contenuti di critica sociale e politica, per esempio gli MGMT, di cui uno dei loro più grossi successi, Little Dark Age, è interpretato come critica dell’”era Trumpiana”. Che ne pensi dell’influenza della musica alternativa sulla politica e dell’influenza della politica sulla musica alternativa?
Jancy: Da ascoltatrice e da compositrice, la mia esperienza con la musica è veramente introspettiva e personale per definizione, dunque la politica non mi viene in mente troppo spesso. Comunque, mi piace talvolta ascoltare i System of a Down e gli Immortal Technique, la cui musica è sfacciatamente politicizzata. Ma immagino che la maggior parte di coloro che ascoltano musica alternativa già condividano una prospettiva simile a quella dell’artista; dunque, penso non ci sia troppo impatto quando si tratta di cambiare direttamente le prospettive degli ascoltatori. Forse la musica mainstream ha maggiori possibilità di influenzare la politica.
Radio Punk: Qual è il tuo approccio nei confronti del mercato discografico e del “do it yourself”? Da quel che mi risulta, quello statunitense è il più grosso mercato discografico al mondo, e pertanto immagino non debba essere facile per un gruppo emergente e non lanciato da una grossa casa discografica portare la propria proposta musicale agli eventuali fan, anche se indubbiamente il web ha moltiplicato le possibilità in questo campo.
Jancy: Per quanto riguarda la scena musicale DIY, ne faccio parte perché mi piace avere il controllo sulla maggior parte del mio progetto. Ovviamente il lato finanziario è la parte complicata. Solitamente non presto molta attenzione a quel che manca all’industria musicale in quanto cerco di utilizzare quello che c’è, non potendolo cambiare, e a me interessa soltanto di poter scrivere la mia musica. Ovviamente negli Stati Uniti manca molto, e l’Europa è molto più favorevole ai tour, ecc. Ma non sembra esistere un posto perfetto per quanto riguarda i progetti musicali esordienti.
Radio Punk: Ti dedichi anche ad altre forme di espressione artistica?
Jancy: A volte mi dedico, casualmente, alla pittura con gli acrilici. Oltre a questo, disegno anche la gran parte delle magliette, dei poster e delle grafiche per il progetto MØAA.
Radio Punk: Per finire, ti chiedo qualche anticipazione sul prossimo album e su eventuali progetti futuri, o eventuali altri commenti. Grazie mille, Jancy.
Jancy: Abbiamo quasi finito di registrare le parti vocali del secondo album. Sono molto entusiasta all’idea di condividerlo!
Intervista a cura di Alessio Ecoretti
Credit foto: @lucy_faery
Per supportarci:
Siamo un progetto autogestito e puoi sostenerci attivamente, se ti va, in due modi:
-puoi dare un’occhiata al nostro catalogo e ordinare eventualmente dischi, cd, libri, spillette o altro ancora.
-puoi partecipare alla nostra call sempre aperta con un tuo contenuto inedito.


