Disconnection vs Schegge di Rumore: l’hardcore italiano negli anni ‘90
Interviste, storie e storia dell’hardcore italiano negli anni ‘90 nei due libri “Disconnection” e “Schegge di Rumore”
Perchè dovresti leggere entrambi questi volumi usciti tra il 2020 e il 2021? Perché leggere due libri sullo stesso “micro” – che poi tanto micro non è – argomento? La risposta proverò a darla in questo breve articolo, dopo aver letto ed essermi fomentato da questi libri e da queste storie che per età anagrafica non ho vissuto.
Premessa doverosa: non sono uno scrittore, perciò non aspettatevi un articolone. Queste righe che seguono servono principalmente a invogliarvi a leggere questi libri che a me sono piaciuti particolarmente, infatti sentivo il bisogno di scrivere qualcosa, come a voler completare un percorso con me stesso. Quando qualcosa mi piace, vorrei spronare gli altri a prendere e buttarsi nell’avventura dell’ascolto, visione o lettura dell’oggetto in questione.
SCHEGGE DI RUMORE:
Quando nel 2020 è uscito “Schegge di Rumore: storie di hardcore italiano negli anni ‘90” con questo titolone accattivante mi sono fiondato a prenderlo. Scritto da Andrea Capò Corsetti (già autore di “Viterbo Hardcore”) e da Monica Rageàpart Miceli si presenta come un libro snello, 150 pagine circa, di quelli che divori in zero-due. Si tratta principalmente di una mega-intervista – o meglio “Testimonianze” come dice il capitolo del libro – a persone amiche e chiaramente del giro hardcore anni ‘90. Infatti si badi bene alla parola, il titolo è “Storie” con la “E” e non “Storia” con la A. Titolo che trovo azzeccatissimo man mano che scorro nella lettura.
Le ottime e interessanti domande che variano su più fronti e su più contesti, comprendono l’aspetto politico e militante, a dir poco importante dato che negli anni ‘90 sono nate le principali band di questo circuito; ma comprendono ovviamente anche domande inerenti la genesi della propria band, le motivazioni che ne stanno alla base e come si è stati folgorati dal punk hardcore e dal diy.
Le risposte, grazie alle giuste domande, sono molto interessanti e restituiscono delle importanti testimonianze di contesti storici, luoghi, motivazioni e attitudine. Ho apprezzato alla follia le risposte di Max dei Contrasto e di Gallo dei By All Means. Fomento totale! E lì in mezzo ho trovato ragionamenti ponderati, ancora attuali e da prendere, stampare e attaccare ad ogni nostro concerto. Davvero, più in generale, alcune delle risposte e delle storie che sono espresse lì dentro, meritano l’acquisto seduta stante.
Altra cosa che ho apprezzato è l’aver dato voce a persone di più parti d’Italia. C’è lo stesso Capò da Viterbo, Luca dei Frammenti da Torino, Gigio e Luca degli Hobophobic da Taranto, Frankie e Piero degli Affluente da Ascoli Piceno, Luca dei Kafka da Genova, Amedeo dei Sickoids da Napoli, Gallo da Mantova, Fulvio dei Jilted da Alessandria, Mayo dei Sottopressione da Milano, Max dei Contrasto da Cesena, Giordano dei Dissesto da Pescara, Andrea dei Monkeys Factory / Gozzilla & le tre bambine coi baffi da Aprilia e altri ancora.
Insomma, se lo prendete aspettandovi che sia il libro che raccoglie TUTTE le storie dell’hardcore italiano anni ‘90 o che racconti la “STORIA” dell’hardcore italiano negli anni ‘90, rimarrete delusi, delusissimi, perchè non è questo l’obiettivo di “Schegge di Rumore”. Questo è un libro da prendere e leggere tutto d’un fiato, con carico emozionale e trasporto a mille e va preso appunto per un insieme di storie circoscritte e limitate ma assolutamente avvincenti e appassionanti!
DISCONNECTION:
La mia lettura di questo bel tomo uscito per la Tsunami arriva in seguito a “Schegge di Rumore”. “Disconnection” si presenta con un’impaginazione magistrale ed è bello massiccio, circa 400 pagine scritte da Giangiacomo De Stefano (autore del documentario “At The Matinee” e ha fatto parte di band quali Ivory Cage, Ageing, Summer League, The Guilt Show e Cosa Nostra) e Andrea “Ics” Ferraris (ha suonato in band degli anni ‘90 come Permanent Scar, Outright, Burning Defeat e One Fine Day). Oltre a seguire un filo logico partendo dagli anni ‘80 e facendo un’eccellente ricostruzione storica, ho amato particolarmente il fatto di aver dato spazio a tutta una serie di aspetti fondamentali per l’hardcore anni ‘90 quali la parte inerente allo skate, alle fanzine, alla politica, alle etichette (green records e soa vi ringrazierò a vita di essere esistite), ai collegamenti con altri generi, allo straight edge, all’animalismo e al veganesimo e altro ancora.
Le foto, stupende e numerose, mi hanno catapultato in un’altra dimensione e ho adorato alla follia il fatto che le varie testimonianze e racconti fossero preceduti da un breve testo di introduzione e preambolo, facendomi maggiormente apprezzare le parole degli intervistati che sono riusciti a restituirmi un perfetto spaccato dell’argomento che veniva trattato di volta in volta. Altro punto a favore, gli intervistati sono numerosissimi e dalle idee spesso differenti, il che aiuta a ricostruire il “puzzle”.
Dulcis in fundo, per chi come me ha sempre ascoltato più le band coinvolte in “Schegge di Rumore”, ho apprezzato il fatto di mettere la discografia consigliata. Sto scoprendo dei dischi pazzeschi!
Per chiudere, “Disconnection” è un libro da leggere a tutti i costi e che, anche qui, senza la pretesa di voler essere la Bibbia dell’hardcore anni ‘90 in Italia, riesce però a dare un quadro generale importantissimo e, fidatevi, vi innamorerete!
…And the winner is…
Consiglio vivamente la lettura di entrambi, non ho particolari indicazioni su quale leggere prima. Questo perché – ed è la chiave e il responso finale di questo articolo – i due libri sono complementari e nessuno dei due esclude l’altro, anzi! La bellezza di questi due volumi sta nel fatto che troverete racconti ed esperienze che seppur affini si completano a vicenda, sia per contenuti che per persone intervistate, dato che pochissime sono in comune nei due libri.
Troverete un sacco di spunti e di riflessioni in ambito politico su “Schegge di Rumore”, incontrando forse l’ala più “militant”, il che non è poco dato che è un’esperienza nata negli anni ‘90 con Tear Me Down, Contrasto, Affluente e via dicendo. Mentre in “Disconnection”, troverete tutta una serie di cause, effetti e un circuito totalmente diverso, seppur affine. Questo è un libro esaustivo e che parla di un’esperienza diretta e lo fa attraverso una lunghissima schiera di persone delle più disparate micro-scene.
Chiudo dicendo due cose: vorrei tanto vedere una presentazione di entrambi i libri con gli autori insieme, sarebbe fichissimo; e mi raccomando, leggeteli entrambi, vi farete davvero un bel viaggio!
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NOTA: I due libri qui descritti sono presenti anche nella nostra distro!