Sogno di una notte di pandemia | disegno
Quando la notte devi fare i conti con pensieri e ricordi, in una nuova realtà
È un disegno che punta sulla semplicità rappresentativa fatto con tecnica invertita. Ho voluto riprodurre, tra il reale e l’astratto, una notte-tipo del periodo di quarantena, una situazione molto personale, ma in cui probabilmente anche altri ci si possono vedere. La notte è sempre e comunque quel momento in cui siamo soli con noi stessi e i nostri pensieri, ma nelle ultime settimane abbiamo dovuto fare i conti con una situazione molto diversa.
Distanze, nostalgia, incertezze, rabbia, sconforto, un insieme di emozioni che toglie il sonno. Quindi la notte la passavo con lo schermo acceso da un lato, tra notizie e aggiornamenti che non davano molte speranze, e musica che andava di continuo. Dall’altro lato fogli, matite e penne da disegno, a produrre bozze e lavori più impegnati, mettendo su carta qualsiasi cosa mi passasse per la testa. Spesso tutto questo non era sufficiente a frenare gli stati d’animo e la negatività che giorno dopo giorno aumentava sempre più, non sono state rare le volte in cui a tenermi compagnia c’era la bottiglia di qualcosa, altra protagonista del disegno, insieme a continue emicranie che riuscivo a tenere a bada solo prendendo continuamente ibuprofene. Diciamo che il mio fegato ha fatto gli straordinari.
In tutto questo pensieri e sogni riguardavano ovviamente la vita normale di prima, ricordi di concerti, ricordi di amici, con la continua voglia di rivivere quei momenti, rimpiangendo di non aver fatto certe cose, quando invece sarebbe stato meglio lanciarsi e non perdere opportunità. Da un giorno all’altro ti ritrovi bloccato in casa e capisci che molte seconde occasioni, se mai le avrai, arriveranno solo tra molto tempo. Tutti i piani che ti eri fatto, tutte le aspettative che avevi, si cancellano lentamente. Poi, a livello personale, questa quarantena ha portato ad una infelice regressione, sono tornate incertezze e paure che speravo di aver superato. Non so se riesco a rendere l’idea, ma quei giorni (e notti, soprattutto) sono stati duri e bui, per me come per tutti.

Colonna sonora
Riguardo una canzone da correlare avrei mille idee come nessuna, in realtà. Non c’è un pezzo in cui mi ci riconosca particolarmente, mentre ho avuto il tempo di riascoltare, scoprire, riscoprire o approfondire molti artisti dei generi più vari (dagli Overcharge che non mi stancano mai ai gruppi DSBM più tetri). Potrei però proporre i Martyrdöd, che sono stati una colonna sonora importante di queste nottate, tra cupe melodie combinate con la furia del d-beat. Di loro indubbiamente sceglierei List, title track dell’omonimo album.
Simone Piovesan
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