Piante carnivore for dummies

Breve guida introduttiva alla coltivazione delle piante carnivore

A molti di voi sarà capitato, almeno una volta nella vita, di vedere delle piante carnivore in vendita in un supermercato o da un fiorista. Incuriositi da questi esseri misteriosi e affascinanti, e nella speranza di liberare la casa o il giardino da insetti molesti in maniera completamente biologica, ne avrete acquistata una. Dopo pochi giorni, però, avrete visto la poveretta appassire miseramente. A questo punto, vi sarete trovati a un bivio: abbandonare un compito apparentemente troppo difficile e tornare ad innaffiare i gerani, o decidere di documentarvi e ritentare con cognizione di causa.

Io ho scelto la seconda opzione e, raccogliendo un po’ di informazioni nel magico mondo del web, sono riuscita a far sopravvivere esemplari di diversi generi. Ecco quindi alcuni consigli base da seguire se deciderete di portarvi a casa una pianta carnivora. Premetto che non sono un’esperta, esistono coltivatori informatissimi che possono esservi molto d’aiuto anche per i generi più complicati. Sono solo una principiante che ce l’ha fatta, quanto meno a tenere in vita anche per anni varietà che non richiedono cure eccessive o particolari attrezzature.

Le regole generiche

Prima di elencare le peculiarità di alcuni generi, vediamo innanzitutto le regole base che valgono per tutte le piante carnivore, cioè le cose da fare, anzi, da non fare, per evitare danni irreparabili.

  • Non toccate le trappole

Quasi tutte le piante carnivore sono dotate di trappole, di diverse forme a seconda del genere, per catturare e assimilare le prede. Capisco che è forte la tentazione di provare a mettere un dito nella trappola per vedere la pianta in azione. Bene, non fatelo. Mai. Per azionare una trappola la pianta impiega una grande quantità di energia. Se deve impegnarsi in questo sforzo per… ritrovarsi a bocca asciutta, capite bene che ne resterà danneggiata.

  • Niente acqua di rubinetto

Le piante carnivore sono originarie di terreni molto poveri di nutrimento. Per questo motivo hanno evoluto l’abilità di nutrirsi catturando insetti e non attraverso le radici come gran parte degli altri vegetali. Fornendo loro acqua normale di rubinetto, che contiene una notevole quantità di minerali, le faremmo praticamente morire di indigestione. A parte poche eccezioni, quindi, vanno tutte idratate con acqua demineralizzata (quella per il ferro da stiro, per intenderci, facilmente reperibile al supermercato), o in alternativa acqua piovana.

  • Niente terricci generici né concimi

Per lo stesso motivo del punto precedente, non vanno utilizzati terricci generici, troppo ricchi di nutrimento, né concimi. Il substrato ideale cambia da genere a genere, ma nella maggior parte dei casi si tratta di miscele di torba e perlite, reperibili in negozi specializzati oppure online.

  • Non imboccatele

Non cedete alla tentazione di sentirvi Morticia Addams. Le piante carnivore non sono dei neonati, non vanno imboccate. Sanno cacciare autonomamente e regolarsi a seconda del proprio fabbisogno energetico.

Le regole specifiche

Vediamo ora nel dettaglio tre diversi generi di piante carnivore, i più semplici da coltivare e anche i più facilmente reperibili (N.B.: ogni genere comprende diverse specie. Quando acquistate una pianta, informatevi anche sulla specie a cui appartiene, perché potrebbe avere esigenze particolari rispetto alle altre piante dello stesso genere). Se potete, evitate di acquistarle nei supermercati, catene di bricolage e simili. Sono spesso mal tenute, e a meno che non vi riesca un salvataggio in extremis potrebbero avere breve vita nonostante le vostre amorevoli cure. Rivolgetevi piuttosto a coltivatori specializzati. Se non ne trovate nella vostra zona, attendete qualche fiera del settore florovivaistico (quasi sempre c’è uno stand di carnivore), o considerate l’opzione dell’acquisto online, non prima di esservi informati con una rapida ricerca sulla serietà del venditore.

  • Nepenthes

La nepenthes è originaria del Sud-Est asiatico. E’ quindi una pianta tropicale e non sopporta le basse temperature, perciò d’inverno va tenuta necessariamente in casa, vicino a una finestra perché prenda luce. D’estate può invece essere spostata in balcone o giardino (non in pieno sole), ma se non disponete di uno spazio esterno potete lasciarla in casa, preferibilmente sospesa o su un piedistallo perché le foglie che terminano con le trappole (ascidi) tendono a scendere verso il basso.

Il substrato ideale è una miscela di torba e perlite in parti uguali, ma in alternativa ho provato la fibra di cocco (più facilmente reperibile) e pare andar bene ugualmente. Non effettua riposo invernale, quindi si può rinvasare in qualsiasi periodo dell’anno. Va innaffiata (sempre con acqua demineralizzata) a giorni alterni d’estate, meno frequentemente d’inverno. N.B.: queste regole valgono per le specie di nepenthes più facili da coltivare e trovare in commercio.

  • Dionaea

La dionaea, o venere acchiappamosche, è forse la più nota fra le piante carnivore. Le sue trappole sono molto simili a bocche dentate. E’ originaria del Nordamerica dunque non teme il freddo e va tenuta all’esterno tutto l’anno, perché possa effettuare il riposo invernale. Il rinvaso è consigliato a inizio primavera. Il substrato ideale è la torba acida di sfagno, che può essere miscelata con perlite fino al 50%. Non va innaffiata direttamente: mettete l’acqua (che ve lo dico a fare? Demineralizzata!) nel sottovaso, mantenendo il livello a 2-3 centimetri.

  • Sarracenia

Come la dionaea, anche la sarracenia è originaria del Nordamerica, dunque valgono le stesse regole: tutto l’anno all’esterno, rinvaso a inizio primavera, substrato di torba e perlite, acqua nel sottovaso. E’ però molto diversa anatomicamente, le trappole sono simili a lunghi coni che possono diventare altissimi, ancoratela bene per proteggerla dal vento.

Link e riferimenti utili

Il web mette a disposizione una enorme quantità di risorse per approfondire l’argomento.

Nel nostro Paese, il punto di riferimento principale è l’associazione Italiana Piante Carnivore. Sul loro sito sono presenti schede di coltivazione, un forum per confrontarsi con gli altri utenti e chiedere/fornire consigli e tante altre utili informazioni.

Altra preziosa risorsa è Wikiplants, una vera e propria enciclopedia online dedicata alle piante carnivore.

A livello internazionale, troviamo ICPS, con sito in inglese molto ben curato.

In francese, è possibile consultare il sito dell’associazione Dionée.

Esistono anche numerosi gruppi Facebook in tutte le lingue in cui discutere sull’argomento e ammirare le splendide foto delle piante degli utenti.

Inoltre, potete guardare i bellissimi video del canale Pigliamosche Advisor.

Colonna sonora

Per la colonna sonora di questo articolo scelgo di giocare in casa con «Transilvania Ska» dei genovesi Nimroad FC. Perché?

Innanzitutto, le piante carnivore ascoltano ska-punk. Almeno, le mie sì, volenti o nolenti. E poi perché nell’immaginario collettivo sono spesso associate a scenari di horror semiserio, come appunto l’album, «Quarantotto», da cui è tratta questa canzone.

Elvira Cuomo

Partecipa anche tu alla nostra call con un articolo, un disegno, delle foto… Leggi qui come fare.