Punk Rock Holiday 1.6 – Diario di bordo
Partiamo dal fatto che da anni tutti mi chiedono di andare al punk rock holiday e si stupiscono del fatto che un “ceffo” come me non ci sia ancora stato.
Beh meglio tardi che mai ed ecco che si riesce finalmente ad organizzare la vacanza in Terra Slovena!
Carichi come mine si parte in quattro la domenica pomeriggio per arrivare a Tolmin entro la notte e per trovare un posticino tranquillo dove campeggiare già il giorno prima del Warm Up Party.
Viaggio tranquillo, sosta birra e panino e verso le 22.00 arriviamo a Tolmin, dove ci aspettano all’ entrata del paese Davide (un caro amico di Trieste HC) e la sua ragazza che ci danno anche due dritte logistiche.
Posizionate le tende, via di birre, becchiamo Francesca e Panca, altri due amici della Ferrara rombante e facciamo arrivare notte, per poi buttarci a dormire.
Warm Up Show:
Arriva il giorno del warm up party e scopriamo di avere gli amici bolognesi sempre in balotta continua e presto arriva la sera.
Noi arriviamo nel main stage precisi e puntuali per i Sick Of It All e Lagwagon e rimango estasiato dalla location da paura con atmosfera e pubblico carichi. Sinergia tra bands e pubblico da brivido e stage diving libero. Roba che ti fa uscire un sorriso enorme e ti ipnotizza a dir poco.
2 live e 2 scalette che aizzano il numerosissimo pubblico e fanno riempire il palco in maniera che per vari minuti non si vedesse un cazzo…ma va bene così! Energia e rabbia a go go e ad ogni pezzo di questi 2 concerti, divento sempre più matto! Sono carico come una mina e anche i miei compagni di avventura sono felici come dei bambini. Mi guardo attorno e vedo solo gente presa bene e Milo dei Descendents e Greg dei Bouncing Souls vicini che si godono il concerto e penso ”mamma mia, se stasera va cosi’, domani scoppia tutto”.
Finise il warm up party e si beccano Susy, Pasta e pargoli al seguito, Zaira, altri cari amici compaesani trasferiti lì vicino; si fanno nuove amicizie con altra bella gente del luogo tipo Tiziano, Stella e famiglia al completo e con altri italiani venuti da Napoli e dalla Sicilia. Poi si beve l’ultima birra e tutti a letto o quasi visto che la tenda mia e di Marcello non c’è più, come gli zaini e i vestiti. Bestemmiamo a go go (per fortuna telefono e soldi erano al sicuro con noi) e alla fine ci salvano Serena e Gibo che ci fanno dormire in tenda con loro. Fanculo a chi ci ha fottuto tutto e speriamo siate annegati nella vostra merda…Noi ci siamo divertiti comunque, stronzi! Anche questo è punk rock, più o meno.
Day 1:
Arriva il risveglio del 9 Agosto, il DAY 1 e’ arrivato.
La nostra sveglia e colazione sono divise un po’ all’interno del festival e un po’ in paese.
E qui non posso che soffermarmi dicendo che sia all’interno del festival e sia in paese sono organizzati da dio con l’accoglienza di un esercito di gente. Un paese ed un popolo che ama la gente, stop.
Dentro al festival, 10000 punti ristoro con cibi vari (compreso cibo vegan buonissimo), ristorante indiano, pizza made in Italy e cibo tipico sloveno. Stand gestiti a dovere e gentilezza a palate.
Bisogna assaggiare tutto, altrimenti non sono contento. E comunque, all’interno del fest,i prezzi sono normali, perciò ci si può regolare bene per assaggiare un pò tutto, birra ed alcool compreso.
In paese invece si risparmia assai e tra supermercati e bar del posto, ci si rigenera veramente low cost e ti trattano in maniera superlativa e ti accolgono con un sorriso enorme (loro hanno capito tutto…Noi ancora non tutti eheheh).
Arriva il tardo pomeriggio e ahimè per ragioni varie ci perdiamo gli amici X State Ride nel beach stage. Tuttavia abbiamo saputo che hanno tenuto alto il made in Italy e su questo non avevo dubbi. Chapeau per loro.
Arriviamo nel main stage per uno dei miei concerti più attesi, cioè i Flag (poco prima ho avuto la fortuna e onore di incontrare anche Chuck ed ero contento come un bimbo!).
Un’ oretta scarsa di concerto dove Keith, Chuck e soci fanno capire chi comanda ancora.
Bill Stevenson alla batteria è impressionante e mi lascia a bocca aperta, la band tiene il palco alla grande e il pubblico inizia a fare il bordello. Canzoni come Louie Louie, Rise Above, Fix Me, Gimmie Gimmie Gimmie mi fanno drizzare i peli dall’emozioni…e non solo i peli.
Vedere questi padri fondatori del genere ancora carichi sul palco mi fa illuminare gli occhi.
Arriva il turno degli Iron Reagan. Che dire, li fai suonare su un palco di 50 X 50 mt o in una bettola per 15 persone e ti fanno saltare e pogare come un matto in tutti i casi. E anche qui riempiono e accendono il pit in pochi secondi. Concerto tutto tirato senza interruzioni, come piace a me. Davvero impressionanti e attitudine a manetta. (Beccato Tony Foresta dopo il concerto,ci presentiamo, gli dico che sono uno degli organizzatori del Distruggi La Bassa Festival a Ferrara,dove suoneranno pochi giorni dopo,e lui mi risponde cosi’ “P***o D*o, fire fire fire in Ferrara city!”. Immaginate la mia faccia dopo queste parole…
Poi arriva una delle mie band del cuore, i Bouncing Souls, ed io non capisco più un cazzo. Canto tutte le canzoni, bevo acqua perchè la birra non mi va giù da quanto sono emozionato e capisco sempre più perchè li adoro.
Questi hanno un potere di accendere i cuori e le anime di noi punk rockers ad ogni nota e parola e l’invasione di palco continua e massiccia è l’ennesima prova di ciò. Una scaletta dove sono stati inseriti anche vari pezzi del nuovo album “Simplicity” dove il pubblico, compreso me, sa già i brani a memoria e olè! Un’ora di Bouncing Souls è passata e a mio parere ho appena visto uno dei concerti dell’anno.
Infine, rullo di tamburi….Ecco la band che ha dato la spinta letale per portarmi in trasferta qui al PRH.
E’ il turno dei Descendents di Milo e soci. L’area del main stage è piena che non ci si muove, si sente nell’aria un emozione generale rara e appena salgono sul palco è l’apoteosi.
Anche in tal caso rimango senza parole: quasi non mi muovo, mi voglio gustare a pieno ogni minimo secondo di scaletta. Anche sotto un acquazzone pauroso, il pubblico è in delirio, loro fanno una performance impressionante, roba da libri di storia, compreso vari pezzi del nuovo album “Hypercaffium Spazzinate” (opera d’arte a dir poco per me).
L’ ora e un quarto di Descendents vale il costo del biglietto a mio parere.
Concerto finito in un tripudio e senza problemi dico che questo è il concerto della vita.
Day 2:
Il giorno dopo,con una temperatura assai fresca dopo la pioggia caduta per 12 ore a fila, ci apprestiamo a goderci NOFX, Agnostic Front e Strung Out. Ma a causa del polleggio e relax dominante tra campeggio e birre in paese ci perdiamo buona parte della line up sul main stage e anche i bravissimi Thanx For All The Shoes nel beach stage.
Parlando della triade di headliner posso dire che dei 3 sono rimasto impressionato dal concerto quasi perfetto dei NOFX (cosa rara da anni ormai). Anche qui pubblico in visibilio per Fat Mike e soci che come sempre provoca tutto e tutti con i suoi siparietti.
Agnostic Front sempre una mina di live, con la voce Roger sembrava anche un pelo più in forma di altre volte.Sono quelle band che amo e che riescono sempre a caricarmi e ad accendermi. Come si suol dire, i primi amori non si scordano mai…
Strung Out: premetto che non li ho mai seguiti ed apprezzati tanto poi ma performance di tutto rispetto col pubblico che ha decisamente apprezzato, non guardando tanto il fail vocale di Jason.
Birre e spuntino after concerts, chiacchiere per ore e si va a letto, apprestandoci a vivere l’ ultimo nostro giorno di Festival.
Day 3:
11 Agosto: eccoci arrivati al nostro ultimo giorno qui a Tolmin, facciamo colazione con paste e birra in paese e non vorremmo ripartire più.
Oggi è il turno dei Such Gold nel beach stage e non ce li perdiamo. Giovani e tecnici, non è il mio stile e genere ma li apprezzo veramente tanto, come il numerosissimo pubblico presente e svolazzante sulle nostre teste.
Poi si torna al main stage tra una birra e l’altra e ci gustiamo i The RumJacks.
A me quasi sconosciuti, ma il genere mi piace molto e voglio sottolineare che questi ragazzi australiani, possono senza problemi rubare la scena a tante bands molto più blasonate. La gente qui, a differenza della maggior parte delle volte in Italia, è sempre sotto il palco a far bolgia e ad esplorare anche bands meno famose.
Altra band che mi ha impressionato e che ho adorato sono gli Authority Zero.
La perfezione, l’energia espressa e diffusa in mezzo al pubblico, la rabbia e la passione nei loro occhi, mi hanno lasciato di stucco. Il circle pit con il cantante in mezzo a cantare mi ha dato una carica che non sentivo addosso da un bel po’. Da rivedere presto!
Poi ecco l’headliner della giornata:il seminale Jello Biafra con i suoi Guantanamo School of Medicine.
Concerto strano, mi carico molto con le cover dei Dead Kennedys ma il resto dei brani non mi piacciono tutti. Rimane il fatto che sono felice e soddisfatto di aver visto questa pietra miliare e leggenda vivente cantare sul palco, energico come un ragazzino.
Finita la serata concertistica,beviamo ancora per dimenticare che la mattina dopo,dobbiamo tornare a casa perdendoci l’ultima giornate del festival con Millencolin, gli amici Slander e tanti altri.
Ci svegliamo la mattina del 12,facciamo colazione in paese con pizza e birra, salutiamo tanti amici e verso ora di pranzo ripartiamo verso casa.
Che dire di questa avventura e di questo festival?! Beh, sono tornato a casa rifoccilato, come i miei compagni di avventura e come penso tutti i numerosissimi presenti.
Il PRH ti lascia un’ energia dentro che non ha eguali. I sorrisi incrociati, le amicizie nuove fatte, gli amici di ovunque che ritrovi, le band viste, i paesaggi, l’atmosfera che ti accompagna dal risveglio fino alla buonanotte, il punk rock 24 ore su 24 che ti entra dentro e ti tiene vivo. Tutto questo a mio parere deve essere anche uno stimolo che ci deve far crescere anche qui in Italia nell’ ambito della scena e dei festival. Ma cosa non meno importante, tutto quello scritto qui sopra e che abbiamo vissuto in questi 5 giorni stupendi ed unici ci devono far capire che senza tutto ciò che amiamo e in cui crediamo non saremo quello che ora siamo, ovvero dei sognatori. Peccato non aver visto tutte le band ma era quasi impossibile, un saluto a tutte le band che hanno suonato!
Grazie di cuore Punk Rock Holiday, grazie di cuore Tolmin e grazie di cuore punk hardcore.
P.S.: Ci rivediamo nel 2017 caro PRH. Ci manchi già moltissimo!
Live Report di Francesco Monta Montanari
Traduzione di E.C.