immagine di copertina di Paolo Merenda Anno Senza Estate Racconti & Canzoni

“Racconti & Canzoni” di Paolo Merenda e gli Anno Senza Estate

“Racconti & Canzoni”: l’ultimo libro + CD di Paolo Merenda e gli Anno Senza Estate

Vorrei innanzitutto sfatare il mito secondo il quale Paolo Merenda sarebbe un gran bravo ragazzo, un alfiere del DIY, uno che “ce ne fossero come lui”. Paolo Merenda è un vecchio porco, un masturbomane compulsivo, essenzialmente ficacentrico. Il pelo pubico e la musica sono i suoi unici interessi essendo lui astemio (categoria, gli astemi, dalla quale cerco sempre di guardarmi), legge anche fumetti, ma solo fumetti in cui si vede della fica, quindi siamo nel campo numero uno delle passioni sovra(ec)citate. Perché dico questo? Perché è una persona incredibilmente dedita al punk ma molto più complessa e imprevedibile di come la si dipinge nelle decine di recensioni che hanno accompagnato i suoi molteplici progetti nel corso di ormai 25 anni di onorata carriera punk. Io ho avuto modo di conoscerlo abbastanza bene solo negli ultimi 5 anni e per quanto possa sembrare prevedibile, pacato e a modo, ogni volta che lo incontri tira fuori un coniglio nuovo dal cappello, come non era prevedibile che fosse così appassionato di sesso, non era prevedibile che fosse così appassionato di country, un altro punto per Paul Snack, uomo dalle mille sfaccettature.

Ora che abbiamo finito di sputtanarne l’autore, possiamo approcciare il libercolo e il CD in oggetto avendo sempre ben chiaro il quadro chi ha buttato giù quei 30 racconti da una decina di linee l’uno e quelle 8 canzoni da un paio di minuti. Accantonato per un attimo il punk, Paolo ha guidato verso nuovi orizzonti musicali i suoi A.S.E., Country Rock, il Blues ed Folk americano accompagnano il novello Willie Nelson mandrogno nelle sue avventure tra il Tanaro e il Bormida, che nel suo caso non sono “Whiskey River”, essendo lui, come già detto, un maledetto astemio.


Paolo racconta l’adolescenza sospesa in una città che non è né pienamente campagna né pienamente provincia cittadina, una sorta di Stand by me che a tratti sfocia in SLC Punk, un posto dove c’è sia la noia positiva della campagna che la noia drogata della città, tra tentativi di sditalinaggio, primi amici, amori, vandalismo punk e occupazione. Il libricino si lascia leggere con piacere, 30 haiku punk a tratti personali a tratti universalmente nord italiani, io ho dovuto leggerli tutti di fila per scrivere la recensione ma il formato da comodino si presta ad una lettura saltuaria, basta prendere una caramella quando se ne ha voglia, cacciarla in bocca e gustarla lentamente nella sua brevità zuccherina. Boccio solo l’idea di aggiungere la nota “storia vera” di fianco ad alcuni racconti, non è importante svelare dove Paolo inventa e dove racconta, meglio lasciarsi illudere che i personaggi siano tutti reali e tutti finti allo stesso tempo, un po’ come quando eravamo teenager che giocavano ad essere punk. Adesso mi chiedo chi fossimo: quelli che vandalizzavano e occupavano o quelli che la domenica mangiavano i tagliolini con i funghi della mamma?


Musicalmente ascoltiamo un country rock piuttosto canonico senza troppi fronzoli, il lato garage punk degli A.S.E. è totalmente scomparso, ne ritroviamo una vaga parvenza nel contesto lirico, diretto e semplice. Sarebbe stato più interessante un mix tra i vecchi e nuovi A.S.E., un country più sbilenco? Più veloce? Più distorto? Non saprei, diciamo che lo trovo efficace sul lato comunicativo più che su quello musicale: un omaggio più che una sperimentazione, difficile da digerire per i vecchi fan, forse troppo banale per gli appassionati di country &blues. Consiglio comunque l’acquisto a chiunque abbia voglia di ascoltare e leggere dei racconti in cui è facile immedesimarsi, must have per ogni ragazzo di provincia piemontese, oltre che un ottimo modo per confrontarci con qualcosa di diverso dall’hardcore pur sostenendone lo spirito e la causa.

Libro + CD usciti per Mastice produzioni e Ostia Records

Articolo di Nick Northern

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