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Recensione: L’Esperimento del Dr. K – S/T

La tua faccia verrà distrutta all’alba

Era una notte buia e tempestosa. La pioggia ricopriva come seta il manto erboso di quel vecchio cimitero e le gocce picchiavano inesorabili contro le lapidi, facendole brillare di una luce pallida, quasi sottratta a forza dai pochi raggi di luna che si facevano largo tra le nubi.

Quando, improvvisamente, dalla cripta su cui troneggia l’incisione “Flamingo Records”, ecco innalzarsi un innaturale crepitio, subito seguito da un crescente e fangoso gorgogliare, sempre più forte, a squarciare quel funereo silenzio.

Pur assomigliando alla sceneggiatura di un film dell’orrore di infima categoria, grondante sangue vermiglio e putridume vario, è più o meno questa l’atmosfera in cui ci fa piombare questo disco de L’Esperimento del Dottor K (ovvero la trasposizione italiana del titolo del film internazionalmente conosciuto come The Fly n.d.a.), un progetto punk rock a tema orrorifico, dichiaratamente ispirato dai leggendari e mai abbastanza incensati Misfits, di cui io stesso sono un fan assolutamente sfegatato. Bene, infiliamoci gli occhiali da sole, prendiamo il badile per profanare le tombe ed addentriamoci in questo mefitico sepolcro!

Come antipasto – rigorosamente a base di carne umana – abbiamo le necrofile visioni del cadavere di Marylin Monroe descritte in Cripta 33 e, una delle mie preferite in assoluto, Let’s Creepy Crawl Again, un macabro incedere in compagnia di un caludicante Elvis semi decomposto, incentrato sugli omicidi compiuti dalla Family di Charles Manson. Provate ad ascoltare anche solo una volta questa canzone e canticchierete il ritornello tutto il giorno. Avanti, provate!

Il corpo centrale di questa abominevole creatura dell’oltremondo è composto da Lei, un riarrangiamento in italiano della classica She dei quattro tombaroli del New Jersey (contenuta nell’album d’esordio Static Age, se non lo conoscete muovete il culo n.d.a.), Notti di Terrore, e Metamorfosi, una vera e propria serenata ad un cadavere, con tanto di tributo all’immenso Buio Omega ed un ritornello di danzighiana memoria; tutto questo è un preludio a quello che, secondo me è l’apice del disco, ovvero La Città Verrà Distrutta all’Alba, a chiudere questo macabro banchetto inanellando l’ennesima citazione ultra cult, assolutamente irresistibile per ogni maniaco dell’ horror e della bassa macelleria cinematografica in generale, il tutto suturato con un potente punk rock “tre accordi e gambe larghe”.

Ora mi scuserete, ma dalla finestra scorgo dei tripodi che sparano bolle verdi, dunque non posso fare altro che ricordarvi come la Flamingo Records sia una realtà vivace ed attuale, scrivetegli due righe, fateci amicizia e pigliatevi qualche bel disco, un po’ come questo. Affrettatevi, prima che il Blob vi fagociti!

Ci vediamo al cimitero a mezzanotte.

Rashad

PS: No Danzig, No Misfits.