Recensione: Nabat – Nati Per Niente
Ristampa per la mitica band bolognese dei Nabat
Uscito in ben quattro versioni, “Nati Per Niente” dei Bolognesi Nabat, originariamente pubblicato nel 1996 per Banda Bonnot, viene ristampato nel 2018 da Hellnation in vinile 12” più CD, stesso anno, tra l’altro, del successivo full-length intitolato “Banda Randagia” della storica band oi!. Non saprei dirvi se al tempo fosse stato un disco di successo oppure no, leggendo qua e là ho trovato pareri contrastanti, tuttavia, io che i Nabat li ho sempre apprezzati di più live – e continuo a ritenerli fantastici in questa dimensione – devo ammettere che ho sempre ascoltato volentieri questo album.
Per la prima volta me lo trovo davanti, come fondamentalismo comanda, in formato vinile, tutta un’altra cosa rispetto al freddo suono di youtube.
I Nabat in questo disco si spostano dall’oi dallo slogan facile dei primi periodi e provano ad arricchire suoni e riff con influenze e giri blues, rendendo il tutto originale e orecchiabile. Il che non è, in mia opinione, un male per il genere infatti ciò lo rende sicuramente accessibile a più gusti musicali e meno scontato. Le canzoni che mi hanno colpito di più sono senza dubbio “Cronaca di un uomo ferito” (poi ripresa in Banda Randagia) e la finale, vero e proprio inno, “Ti Sei Fermato Ad Ascoltare Mai”. Il resto è senza dubbio di qualità come dicevo, ma queste due sono fantastiche.
I testi sono invece sempre di denuncia sociale e riguardano la classe degli sfruttati, scritti come sempre in maniera diretta ma per nulla banale. Bellissima anche la copertina, diversa dall’edizione originale, in cui c’è Steno con gli occhi fuori dalle orbite mentre canta, rabbia oi!
Insomma, un disco da avere, forse non il loro migliore, ma certamente grintoso e di carattere. Grazie a Hellnation che ha riportato l’attenzione su un disco che merita di essere ripreso in mano!
Recensione di Tom