Recensione: We The Heathens – Approaching Thunder

“It’s time to break the silence, it’s time to get violent!”

E’ tempo di rompere il silenzio, è tempo di essere violenti: non solo una citazione di uno dei pezzi del disco (Crooked Kings), ma la sintesi della trasformazione elettrica dei We The Heathens.
Come annunciato da un precedente articolo, “Approaching Thunder” si presenta con un cambio di stile da parte del gruppo, dal graffiante folk acustico che li caratterizzava la band ha virato con decisione verso sonorità crust punk, mantenendo comunque elementi che li caratterizzano (ad esempio l’utilizzo di violino e violoncello). Non tutti i brani sono inediti, molti sono infatti vecchi pezzi riadattati al nuovo stile: riproporre un pezzo spesso può essere rischioso, chi conosce e apprezza il gruppo ha l’orecchio abituato a un tipo di sonorità, associa le canzoni a determinate atmosfere… beh! Complimenti We The Heathens, avete fatto proprio un bel lavoro!

“Approaching Thunder” parte con un classicone del gruppo, 33 Shots, immediatamente si avverte una nuova tensione elettrica, una breve intesa introduzione strumentale e via, si parte!
Un pezzo dopo l’altro il disco ci trasporta attraverso questa nuova sperimentazione musicale, il gruppo non perde un colpo: i vecchi pezzi assumono nuove vesti, più dirette, più crude mantenendo sempre l’impronta personale del gruppo: basi potenti in cui si inseriscono alla perfezione gli archi, le urla, i cori e gli intermezzi melodici.

I testi, molto poetici ed evocativi, sono carichi di rabbia, introspettivi, alternano elementi di nichilismo: “So take me to my grave because there’s nothing for me to save”/ “Quindi portami alla mia tomba perché non c’è più nulla da salvare per me” (in 33 Shots) o “Utopia is far but the truth is out of reach”/Utopia è lontana ma la verità è irraggiungibile” (in Stutter), con richiami alla necessità di azione e riscatto “Take the knife out of your back, and slit the throat of crooked kings, their reign is going to end, someday they’ll fall like flies”/ “Togli il coltello dalla tua schiena e taglia la gola dei disonesti re, il loro regno sta per finire, un giorno cadranno come mosche” (in Crooked Kings) o “Don’t stand still, tear the roots out from your feet and let the forest set you free Don’t stand still, we are all just bone and dust, wander on!” / “Non stare ancora fermo, strappa le radici dai tuoi piedi e lascia che la foresta ti liberi, non stare ancora fermo, siamo solo ossa e polvere, vai avanti! (in Fallohides). Inoltre talvolta si trovano, con piacere, più o meno diretti riferimenti politici “Parading every fascist ruse, lifeless they live in infamy, we all know the real enemy”/ “sfilano tutti gli stratagemmi fascisti, vivono senza vita nella loro infamia, conosciamo tutti il vero nemico” (sempre in Crooked Kings).

Personalmente già conoscevo ed ascoltavo i lavori dei We The Heathens ed ho particolarmente apprezzato questo cambiamento, le atmosfere del disco sono cariche, ogni pezzo ha la sua particolarità, non risulta ripetitivo.
Il genere può sembrare particolare ma se vi piace, o se questa recensione vi ha lasciato un minimo di curiosità, questo album merita assolutamente più di un ascolto!

Voto 8/10 Max