Speciale Pirate Crew Records: quattro album, quattro chiacchiere, una etichetta
Nello Speciale Pirate Crew Records parliamo di 4 album usciti per questa etichetta e scambiamo qualche parola con Manuel
Prima di cominciare, Come funziona, un nostro “Speciale”?
L’etichetta ci manda in formato fisico 3 o 4 sue uscite – recenti o anche vecchie – noi le recensiamo brevemente e aggiungiamo anche la nostra uscita preferita dell’etichetta in questione. In più aggiungiamo una mini-intervista all’etichetta/distro in questione.
Se ti piace l’idea e hai un’etichetta DIY, contattaci che ci divertiamo!
Tornando a noi, dopo aver parlato di Punti Scena, Rumagna Sgroza e Impeto, oggi incentriamo questo articolo su Pirate Crew Records, etichetta con base a Cosenza e mandata avanti da Manuel, che porta avanti con costanza anche un canale youtube in cui mette a disposizione del popolo full album di band punk diy e un programma radiofonico su radio ciroma incentrato su punk hardcore e non solo insieme a Mario di Mad Productions. Tempo fa se ben ricordate ci avevano anche intervistati.
Questi i 3 dischi scelti da Manuel!
Amphist – Eschaton:
Gli Amphist possono essere ferro o possono essere piuma, per citare il grande Mario Brega. Ci deliziano con un d-beat/crust punk violento e feroce che a volte rallenta con parti inquiete e cadenzate, mantenendo sempre una certa melodia di fondo. Difatti il paragone con Wolfbrigade e Tragedy ci sta alla grande! Un capolavoro a livello musicale ma anche a livello di artwork (a cura di Claudio, bassista della band) che ci proietta perfettamente nella dimensione del disco. Raramente mi sono trovato davanti a un album e ci sono rimasto così spiazzato da quanto è incredibile. Ogni ascolto, un mondo nuovo. Disponibile in LP grazie a UP the PUNX Rec. (Polonia), D.I.Y Koło Records (Polonia), Bologna Punx, Fresh Outbreak Records, Seaside Suicide Records (Francia), Pirate Crew Records, Mastice Produzioni, Passione Nera Records, L’Home Mort, Quebranta Records (Spagna), Calimocho DIY, Toxic Sele Crew, 100£ Autoprod, Siro Recs. e in cassetta (versione asiatica) grazie a Red Truth Productions.
Due parole della band sul disco:
“Eschaton” descrive la fine dei tempi che stiamo vivendo: il virtuale che prevale sul reale, la sterilità della prospettiva di un progresso illimitato, l’illusione di un “villaggio globale” che si è realizzata nell’isolamento individuale e nella spersonalizzazione. Ma, come per il XIII Arcano, ogni fine è l’humus di un nuovo inizio: spetta a noi smembrare l’attuale apparato coercitivo politico ed economico per lasciar germogliare una nuova umanità.
Mesecina – Esbat:
Tre punx di Milano nel 2017 danno forma a questa band powerviolence 100% antifa e DIY! Esbat esce nel 2019 grazie a Home Mort, Hecatombe Record, Comunidad Del Fuego Ediciones, ¡ZAS! Autoproduzioni, Barbarie Autoproduzioni, Pirate Crew Records. Il disco è un EP 7″ numerato a mano ed è a dir poco stupendo nella sua forma estetica, quanto in quella delle tematiche “Esbat è una conversazione tra amici su storie e pensieri. Lato A pensieri, lato B storie”. 6 canzoni velocissime e potentissime (la più lunga è 1.24 ed è l’outro) che scorrono velocissime e ti lasciano con quella sensazione di vuoto alla fine in cui vorresti dire “ancora, ancora!”. L’avrò ascoltato 150 volte di fila, una mazzata sonora impressionante!
Bestial Vomit – JAPANESE TOURIST PROJECT:
Questo album noise/grindcore è un vero e proprio manifesto per gli amanti del rumore e del frastuono ed è uscito in LP 12″ per le seguenti etichette: DE•EVO•LU•TION RECORDS (Germania), PIRATE CREW RECORDS, DIS-ŠRÖT RECORDS (Repubblica Ceca), Peretta Core, Finte Platten (Germania), No Name Records (Ucraina), Enfermo Distro (Portogallo), Kremlin Pickle (Bulgaria), AKTIVER AUSSTAND IN PLASTIK (Germania), AHORCASSETTES RECORDS (Perú). 28 tracce provenienti dal “Kamikaze tour pt. II”, tour giapponese del 2017 e due inedite fatte in studio. Poco da dire anche in questo album, schiacciate play o mettete la puntina sul giradischi se vi piace il delirio più totale, altrimenti potreste rimanere sotto shock, che poi credo sia il loro reale intento!
Avendo già parlato di tutte le altre produzioni di Pirate Crew Records su radio punk, a questo giro è stata davvero dura scegliere un lavoro su tutti. Ne ho scelto uno di quelli di cui io personalmente non ne avevo ancora detto nulla, così non si offende nessuno:
Speedkobra – Days Of Madness:
Disco molto molto interessante “Days of Madness” degli Speedkobra. 10 tracce devastanti, una pozione velenosa che mescola crust, hardcore, metal e rock n roll, il tutto suonato a velocità sostenuta e impreziosita da un artwork decisamente appropriato! Conosciuti durante il viaggio nella corrierata molesta verso Marci su Roma 2018, mi hanno conquistato quando alle 3 di notte hanno suonato davanti agli zombie punx rimasti. Una band che consiglio sempre agli amici metallari che mi chiedono qualcosa di punk che potrebbe piacergli!
Chiacchierata con Manuel di Pirate Crew Records:
Radio Punk: Ciao Manuel, grazie per averci mandato i dischi e benvenuto! Raccontaci un po’, come nasce l’idea e quali sono gli obiettivi dell’etichetta, della distro, del canale e parlaci un po’ anche del programma radio che fai con Mario su radio ciroma.
Pirate Crew: Ciao a voi di Radio Punk e a chiunque stia leggendo. Innanzitutto parto ringraziandovi per la proposta e per lo spazio dedicato, ma soprattutto per il lavoro e la passione con la quale portate avanti da un sacco di anni il vostro progetto che è ormai diventato un punto di riferimento in tutta Italia.
Per quanto riguarda i miei progetti, nascono come diretta conseguenza del desiderio di portare un contributo attivo nella scena.
Qualche anno dopo aver conosciuto il mondo e il circuito Hardcore e DIY italiano, vista anche la situazione territoriale abbastanza marginale che vive una regione come la Calabria, anche per questo filone, sin da subito ho sentito la necessità di attivarmi per provare a mettere su una realtà che potesse aggiungersi a tutti gli altri tasselli in giro per l’Italia essenziali per la nostra rete sociale, politica e musicale.
Proprio in questa direzione ho iniziato nel 2018 con il canale YouTube “Pirate Crew Underground” che ha lo scopo di pubblicare album non ancora presenti sulla piattaforma per diffonderli il più possibile. L’esordio è stato “Politico Personale” dei Contrasto, una delle mie band preferite e che più hanno avuto un ruolo importante nella mia formazione politico-musicale, scelto volontariamente come una sorta di manifesto per mettere in chiaro fin da subito le intenzioni e l’impostazione che questo strumento di diffusione avrebbe avuto.
Circa un annetto dopo, supportato durante i primi tempi dai compagni di MAD Productions, ho deciso di iniziare l’avventura di Pirate Crew Records, distro ed etichetta che proprio negli ultimi mesi ha raggiunto quota 10 coproduzioni con l’uscita di “Altrove” dei Tenia, un piccolissimo traguardo, ma per me molto significativo.
Gli obiettivi, che penso siano condivisi da chiunque porti avanti un progetto del genere, sono principalmente due: dare una mano alle band che vogliono fare uscire in formato fisico la propria musica e far girare il più possibile dischi e fanzine anche qui in Calabria, a Cosenza.
Per quanto riguarda il programma radio, con Mario abbiamo deciso di partire con TVOR – Tasche Vuote Occhi Rossi l’estate dopo il primo lockdown per non soccombere all’immobilismo che si era andato a creare e con l’intento di strutturare un programma radiofonico che avesse contenuti analoghi alle fanzine, in quanto volevamo adattare un progetto simile ad una nuova forma, specie se attraverso i canali della radio indipendente cittadina. Nelle prime due edizioni abbiamo passato un sacco di musica, recente e meno recente, tantissime info su nuove uscite e concerti, ma soprattutto abbiamo avuto un sacco di ospiti in trasmissione: band, etichette, fanzine, organizzazioni, collettivi musicali e molto altro; con l’intento di confrontare il nostro sguardo da sud con tuttx loro, riguardo gli aspetti politici e musicali della scena e in generale.
Da qualche giorno è iniziata la nuova edizione, nella quale purtroppo noterete la mia assenza, ma che potrete continuare a seguire sulle frequenze 105.7 FM di Radio Ciroma ogni lunedì alle 21:00.
Radio Punk: com’è la scena o meglio la situazione punk, diy, politica dalle tue parti a Cosenza? Com’è essere punk a Cosenza? Ci sono spesso occasioni per mettere fuori la distro o tocca sempre spostarsi per vedere concerti, iniziative, ecc?
Pirate Crew: Posso dire di essere stato fortunato nella sfortuna. Cosenza è un piccolo baluardo in tutta la Calabria, soprattutto per quanto riguarda la situazione politica. Questa città vanta una grandissima storia, basti pensare al grande Centro Sociale Gramna, un punto di riferimento controculturale degli anni ’90 e 2000, importantissimo per la storia dei Lumpen, storica Oi! band cosentina; oppure alla questione di Sud Ribelle svoltasi poco dopo i fatti di Genova.
Tutt’oggi è una delle più importanti città riguardo movimenti sociali e antagonisti in tutto il Sud.
In ambito punk purtroppo la situazione è un po’ meno attiva, ma nonostante limiti e difficoltà varie si cerca di organizzare serate, concerti e iniziative e di garantire un’alternativa musicale al mainstream.
Per quanto riguarda la mia esperienza l’essere punk (anche se tendenzialmente non amo ed evito categorie e definizioni) è strettamente collegato al tipo di attività politica che porto avanti insieme alle mie compagne e ai miei compagni, senza la quale tutto il resto non avrebbe alcun senso e peccherebbe di incoerenza.
Radio Punk: Come nasce una co-produzione Pirate Crew, come scegli chi co-produrre col vil danaro? Sei aperto a tutti i sottogeneri del punk? E ad altri generi?
Pirate Crew: Le co-produzioni nascono generalmente in modo molto causale, più che altro in diversi modi in base alle situazioni e alle occasioni. I requisiti di base tendono a essere una visione politica e un’attitudine condivisa con le persone della band di quello che dovrebbe essere e di quello che dovrebbe rappresentare l’Hardcore. Credo che già dal nome si capisca la mia smisurata passione per la pirateria e per lo spirito anti-autoritario che contraddistingueva questa microsocietà che mise in crisi le potenze europee per più di un mezzo secolo dalla fine del ‘600 alla metà del ‘700. Proprio sulla loro scia, e su quella degli hacker, un principio fondamentale della mia etichetta è quello del rifiuto del copyright e del concetto di autenticità, poiché l’abolizione del copyright non vuol dire annullare l’autorialità, ma far cessare i suoi legami col profitto.
Oltre a questo aspetto prettamente politico, ovviamente tendo a co-produrre generi che ascolto e che mi piacciono, quindi tendenzialmente Hardcore e Crust Punk, l’ultimo in particolare ha sempre suscitato in me un grande interesse soprattutto per il contorno sociale e politico che si porta dietro, essendo la corrente più radicale e più contaminata anche dalla scena Anarcho-Punk, e nella quale negli anni ho trovato varie band ed etichette che sia per concezione politica che per attitudine sono state un modello e un punto di riferimento, penso a Profane Existence, Aus-Rotten, AgiPunk, Contravene ecc…
I gusti musicali ovviamente non sono un limite, infatti ho già più volte co-prodotto diversi sottogeneri, per esempio “Esbat” dei Mesecina (Powerviolence da Milano) oppure “Japanese Tourist Project” dei Bestial Vomit (Grindcore da Roma/Perù).
Radio Punk: come noi finora hai fatto co-produzioni. è nelle tue intenzioni l’idea di produrre autonomamente un lavoro o preferisci rimanere esclusivamente nell’ottica della cospirazione DIY?
Pirate Crew: Sì, finora ho fatto solo co-produzioni per questioni di limiti, di tempo, ma soprattutto di competenze, poiché sarebbe una cosa totalmente nuova che non ho mai fatto, e per questo mi richiederebbe sicuramente tanto impegno e tempo per portare a termine un lavoro di produzione, ma anche di promozione e distribuzione ben fatto.
In ogni caso non escludo che prima o poi mi possa capitare l’occasione o l’opportunità per imparare e iniziare a fare anche lavori del genere.
Radio Punk: cosa ne pensi di webzine e fanzine? Ne leggi qualcuna, hanno senso secondo te nel 2022? Ne vorresti fare una o ne hai già fatto qualcuna in passato? O è meglio spostarsi su cose più moderne come podcast, canali twitch e simili per riuscire a “parlare” a più persone della nostra controcultura?
Pirate Crew: Essendo giovane e non avendo vissuto gli anni migliori dell’Hardcore non nascondo di avere un animo un po’ nostalgico e quindi di preferire le pubblicazioni cartacee, fanzine su tutte. Penso che nonostante l’avvento della tecnologia e di metodi di informazioni moderni, le fanzine abbiano ancora tantissimo senso, e proprio per questo ne leggo e supporto un sacco, come RefuseResist, TuttiPazzi, Porrozine, ChargeZine e la mia preferita fanza accidentalmente punk “Lungidame” curata da Zanna, Modì e Lara.
Farne una è uno dei miei desideri più sentiti al momento e spero quanto prima di riuscire a riorganizzare le idee che ho in testa e di metterla nero su bianco il prima possibile.
Nonostante tutto penso che gli strumenti più moderni tipo podcast, canali twitch e simili siano molto importanti per parlare della nostra controcultura con le nuove generazioni, le quali generalmente non sembrano attirate dalle solite pratiche che ereditiamo dagli anni ’80 e ’90 e giustamente cercano qualcosa di nuovo e di innovativo, il che non può che essere solo positivo anche per la scena stessa che a volte risulta fine a stessa.
Radio Punk: inguaribile purista del vinile o viva tutti i formati? Avendo un canale bandcamp e youtube che ne pensi del formato “digitale” e cosa di Spotify ad esempio?
Pirate Crew: Per lo stesso discorso di cui sopra tendo a preferire il vinile per meri gusti personali, e più in generale i formati fisici poiché penso che dietro a una pubblicazione vi sia un grosso lavoro, non solo musicale, ma anche artistico e visivo che alla fine del processo di creazione arriva a dare una visione d’insieme del disco, del CD o della cassetta finita con libretto testi, copertina fisica e tutto il resto del packaging.
Nonostante ciò però penso che anche il formato digitale abbia i suoi punti a favore, quello più importante per quanto mi riguarda è l’essere accessibile e gratuito per chiunque, e proprio questo è un altro aspetto fondamentale del perché ho deciso di aprire un canale YouTube.
Non nego tutte le contraddizioni che questi strumenti vanno a creare con i diritti di copyright, le varie pubblicità che non possono essere evitate o saltate, ecc…, ma penso che siano dei compromessi che vadano accettati nei limiti del possibile per raggiungere quello che è lo scopo principale, e cioè il diffondere la musica e il messaggio politico e sociale che essa porta ed esprime.
Radio Punk: Chiudiamo con una domanda che di solito facciamo ai “veterani”, ma in questo caso riteniamo sia ancora più interessante fare a te. Tu sei molto giovane e ti danni l’anima, complimenti! Credi ci sia poco ricambio generazionale? Noi un minimo allarmati lo siamo – non che siamo anziani eh! Ma cosa dovrebbe fare secondo te la “scena” e l’ambiente militante per avvicinare giovani alla nostra controculture e sensibilizzarli alle nostre lotte?
Pirate Crew: Innanzitutto grazie per i complimenti, anche se a mio parere sono poco meritati!
Sì, purtroppo credo ci sia poco ricambio generazionale, e una delle tante motivazioni penso di averla data sopra parlando degli strumenti di informazione e di espressione, ma soprattutto delle pratiche e dei modi di fare da attuare giornalmente.
Il come avvicinare giovanx alla nostra controcultura e alle nostre lotte è una domanda per niente facile. Penso bisogna partire in primis dall’analizzare i bisogni e le urgenze dex giovanx, viste anche le ultime manifestazioni e proteste studentesche, capire le loro necessità e le tematiche a loro care, penso alle questioni di genere, le tematiche queer e tutto ciò che è collegato all’istruzione e all’ambiente scolastico e universitario.
Nel fare ciò viene meno la controcultura musicale, poiché volenti o nolenti quella dominante non è sicuramente il Punk, tantomeno l’Hardcore, e l’unica cosa che possiamo fare penso sia cercare di portare negli altri ambienti e nelle altre situazioni le pratiche e la socialità che pensiamo sia giusta, e cioè quella libera da qualsiasi forma di sessismo, razzismo e da logiche di mercato e di profitto.
Ancora grazie per lo spazio dedicatomi, un abbraccio a voi e un saluto a chiunque abbia letto e supporta fantastici progetti come Radio Punk! Ciao!
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