Tales From The Distro (Ep. 4) Tenia – Altrove
Nella quarta puntata del nostro speciale “Tales From The Distro” facciamo una chiacchierata con i Tenia e vi parliamo del loro disco “Altrove”
Per quei vergognosi che non sanno cos’è “Tales From The Distro” vi spieghiamo brevemente che diavolo c’è saltato in mente di fare e perché. In pratica parliamo dell’uscita in questione, poi lasciamo la “parola” alla/alle band coinvolte nel disco con un’intervista e infine alleghiamo l’eventuale materiale che c’è riguardo quest’uscita. Il perché è semplice, volevamo supportare le band e allo stesso tempo parlare di dischi che avevamo contribuito a far uscire senza risultare auto-referenziali, ma semplicemente presentandolo e dando voce alle band.
IL DISCO:
Quarta puntata della nostra rubrica “Tales From The Distro”! Dopo aver esplorato tre 7″, ovvero C4 “La Provincia Odia” , lo split tra i Dr. Zaius e gli Small Thing, e lo split tra Minoranza di Uno e Soviet Order Zero finalmente giungiamo ad un nuovo formato, anche stavolta “vinilico”, ma stavolta è un bel 12″ mono-lato disponibile nero o verde marmorizzato! Un’uscita davvero notevole per gli amanti del punk hardcore italiano politicizzato, infatti i Tenia, band all’esordio ma con componenti già navigati, sanno il fatto loro e hanno sfoderato un disco davvero interessante sia nell’artwork che nella musica e testi. Con influenze varie e un tiro inconfondibile, dimostrano di avere già le idee chiare.
Note tecniche: l’album è stato registrato da Zacca (Rec Fast Die Young) nel magazzino di Mokke’s, mix e master a cura di Francesco Borrelli, logo e copertina sono a cura di MURALESTREMO.com e le etichette coinvolte in questa uscita, oltre a noi, sono: Annina Records, 100 ₤ Edizioni, Charlie’s Big Ray Gun Records, Dead Invoices, Disastro Sonoro, Forever Dead Punk Distro, Gustosissimo, Impeto Records, L’Oltraggio Autoproduzioni, Lanterna Pirata, Milano DIY HardcorePunk, Minoranza Autoproduzioni, Out Of Thunes, Passione Nera Records, Peretta Core Zine Distro Label, Pirate Crew Records, , Rumori In Cantina Records, Shove Records.
Vi lasciamo all’ascolto e sotto alla chiacchierata con i Tenia!
TALES FROM THE DISTRO: Intervista ai Tenia
Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti nella nostra ‘zine. Presentatevi un po’, in che contesto e luoghi nascono i Tenia?
Tenia: Ciao Radio Punk e grazie per la chiacchierata che ci aspetta.
Come Tenia nasciamo nel 2019 partendo dalla sessione ritmica con Roberto alla batteria e Cosimo al basso a cui poco dopo si sono uniti Nico alla chitarra e alla fine Alvise alla voce.
E’ stato abbastanza naturale decidere di suonare assieme perchè tutti frequentiamo gli stessi spazi e le stesse situazioni: concerti, iniziative e salette autogestite sparse tra Milano e Monza. Il rapporto tra di noi va oltre il gruppo e le nostre strade si sono unite spesso e continuano ad incrociarsi quotidianamente, ogni tanto anche per suonare, ma quello è il meno.
Radio Punk: Di quali altre band, spazi, collettivi, progetti vari avete fatto parte in passato o fate ancora parte?
Tenia: Veniamo tutti da altre esperienze musicali ancora attive e non (Feed Me More, Essere, ZiDima, Kontrau, Cospirazione, ecc…) fatta eccezione per Alvise che è la prima volta che canta in un gruppo, ma come dicevamo ci siamo scelti in maniera naturale non per qualità musicali ma per affinità. Tutti e quattro veniamo da spazi autogestiti, come il COA T28 di Milano e il FOA BOCCACIO di Monza, e anche da esperienze di autogestione un po’ più fluide come erano le 5 Giornate DIY di Milano.
Radio Punk: Secondo voi l’hardcore deve essere necessariamente militante anche nei testi oppure l’importante è che ci sia l’attitudine e la prassi quotidiana con testi dalle tematiche non espressamente politiche?
Tenia: L’Hardcore pensiamo che debba essere autentico, non per costrizione ma perchè se lo si fa forzatamente lo si capisce e l’ingranaggio non gira bene. I testi possono essere militanti, intimisti, possono parlare di qualsiasi cosa basta che sia sincera.
Un gruppo non ha bisogno che qualcuno gli attacchi delle stelline per dimostrare quanto sia militante, lo si capisce dagli atteggiamenti. Ma non si può nemmeno ignorare la comunità di cui facciamo parte. L’hardcore italiano nasce e prolifera grazie alla presenza in tutto il paese di esperienze di autogestione e occupazione e dove non ci sono suonare e organizzare è molto più difficile. Crediamo che l’autoproduzione (il DIY) sia quindi strettamente legata alle realtà militanti ed è buono, giusto e onesto starci dentro non per interessi personali ma per prospettive collettive. Questa è la prassi quotidiana a prescindere dalle parole urlate al microfono che molto spesso non sono verificate nei fatti. Poi sta ad ogni gruppo riuscire ad esprimere se stesso a livello artistico senza essere autoreferenziali: hardcore non è solo musica, hardcore non è solo reunion, hardcore non è solo suonare su grandi palchi con grandi nomi. A Milano vediamo quotidianamente quanto l’hardcore possa rafforzare gli spazi ma anche quanto gli spazi diano una forza maggiore ai concerti. Basta starci dentro con reciprocità per capire che nei nostri spazi è sempre e comunque meglio.
Radio Punk: Più in generale, che ruolo ha secondo voi l’hardcore politicizzato nel movimento antagonista? Può rappresentare uno strumento per avvicinare le persone alla lotta o può semplicemente essere una valvola di sfogo per persone già interne alla politica o già sensibili a determinate tematiche?
Tenia: E’ difficile dire se l’hardcore abbia avvicinato le persone al movimento antagonista o se sia stato il contrario. Sicuro è che le due cose possano fortificarsi a vicenda in un’ottica di mutualismo e non di parassitismo. Le lotte portano a conquistare spazi di agibilità e poi tocca ad ogni collettività riempire questi spazi e perchè non farlo anche con i concerti? Lo stesso ragionamento in un certo qual modo può valere anche per i gruppi. Dopo che si è costruito dei bei pezzi perchè non riempirli con dei concetti capaci di animare ed entusiasmare chi ascolta? Alcune volte basta anche solo un breve intervento per dare al concerto un impatto molto più forte emozionando chi sta nel pubblico.
Ad ogni modo alla scena hardcore va riconosciuta la sua natura fortemente solidale nei confronti di chi lotta e ne paga le conseguenze. La sua capacità ma anche la sua necessità di volersi schierare da una precisa parte della barricata.
Radio Punk: Raccontateci un po’ la scena di Milano e dintorni. Quali spazi, collettivi, band, etichette, ecc ci sono? C’è unione fra le varie sottoculture?
Tenia: Ultimamente è uscito un bel documentario autoprodotto dal FOA BOCCACCIO che si chiama “Uragano negli occhi” e racconta, meglio di quanto potremmo fare noi in poche righe, uno spaccato di ciò che è successo a Milano dal 2015 al 2020 mettendo al centro l’esperienza delle 5 Giornate DIY di Milano che erano 5 giorni d’estate, in 5 spazi occupati, con una taz l’ultimo giorno. L’organizzazione era curata da quasi tutti i collettivi e le singole individualità che organizzavano concerti hardcore non solo in quell’occasione ma anche durante il resto dell’anno, e in tre edizioni credo abbiano suonato tutte le decine di gruppi attivi al tempo.
Ormai sono passati un po’ di anni da quella Milano e con il covid, ma forse anche prima, si è andato a sfaldare questo percorso che era stato capace di armonizzare esperienze anche distanti. Per quanto riguarda la nostra città adesso ci sono ancora tanti concerti molto partecipati ma si percepisce una rottura. La sensazione è che negli ultimi anni ci sia chiusi in se stessi e si faccia fatica a ricomporsi. Ma è una fase temporanea che si supererà quando ci si troverà di nuovo ad avere una progettualità e uno scopo comune.
Radio Punk: Siete riusciti a creare un mix incredibile e assolutamente autentico e originale, tirando fuori un disco hardcore davvero pauroso. Quali sono i vostri ascolti preferiti e quelli che vi mettono tutti d’accordo?
Tenia: Ultimamente in macchina abbiamo ascoltato spesso i Contrasto, che ad oggi sono il miglior gruppo hardcore italiano da vedere dal vivo, “Glow On” dei Turnstile e i Raised Fist.
I nostri ascolti variano dal noise rock alla musica estrema, dai chitarrini al blast beat ma poi nella fase della composizione cerchiamo di semplificare tutto per avere dei brani diretti senza perderci troppo. Il nostro primo e unico disco, “Altrove”, è stato registrato nel magazzino di un service di backline: centinaia di metri quadri stracolmi di strumenti musicali. Questo ci ha molto stimolato e ci ha dato la possibilità di tirare fuori un suono che fosse veramente nostro. Nella ricerca del suono e del nostro stile abbiamo trovato una coerenza che difficilmente troviamo negli ascolti.
Dopo l’uscita ci hanno paragonato a gruppi che tra di loro avevano veramente poco a che fare ma il miglior riassunto è stato fatto da un amico del giro: “sembrate gli At The Gates ma anche i nerorgasmo. E questo non è male.”.
Radio Punk: Vi piacerebbe suonare all’estero e magari fare in futuro un tour fuori dall’Italia? è già nei vostri progetti futuri? E a proposito di futuro, cosa ci dobbiamo aspettare daiTenia?
Tenia: “Altrove” è uscito con una bella cordata di coproduttori anche fuori dall’Italia quindi uscire dai confini è assolutamente nei nostri piani ma il quando non è ancora definito. Il nostro approccio come gruppo è quello di non avere troppe smanie, prendere ciò che viene senza stress. Nell’ultimo anno comunque abbiamo girato abbastanza e non vediamo l’ora di riprendere, magari nelle città meno battute, magari con un disco nuovo.
Radio Punk: Dato che non avete social come band, è una scelta precisa e studiata? Cosa ne pensate dei social network e delle varie piattaforme tipo Spotify? Pensate possano essere utili se sfruttate nel modo corretto o è meglio starne fuori?
Tenia: Abbiamo deciso di comune accordo di non avere nulla tranne che un profilo bandcamp per ascoltare, scaricare o vendere il 12″ e speriamo di poterne fare a meno a breve rimpiazzandolo con un sito nostro evitando intermediazioni.
Il discorso legato all’etica del come poter diffondere la propria musica senza renderla una merce è lungo e complesso ma diciamo che rispetto ai social non pensiamo che possano dare qualcosa in più al nostro progetto. Ciò che più ci interessa è suonare dal vivo, creare rapporti reali e per adesso il non essere presenti sui social non ci sta precludendo queste possibilità. Facciamo punk hardcore e quindi non abbiamo gli stessi problemi di chi sta nel mainstream, di chi deve sgomitare fra migliaia per farsi notare. Abbiamo i nostri circuiti, i nostri festival, i nostri spazi, la nostra nicchia ce la creiamo da soli e anche quando vogliamo uscire dal ghetto lo facciamo a modo nostro. Sui nostri dischi vogliamo i loghi delle etichette che si sbattono e non di tutti i digital store.
Radio Punk: Vi ringraziamo moltissimo e chiudiamo l’intervista chiedendovi di raccontarci un po’ di voi. Fuori dalla band chi sono i componenti dei Tenia e che passioni e hobby hanno?
Tenia: Non abbiamo hobby in comune ma siamo professionisti in sbattimenti.
DICONO DI LORO:
- Recensione su Punk4Free
- Recensione su Salad Days
- Recensione su Disastro Sonoro
- Recensione su Louder Than War (in inglese)
- Recensione su Handstand Records (in inglese)
- Intervista radiofonica su Malaradio
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