Viaggio nella Marsiglia punk e DIY
Un giro nella marsiglia punk e underground tra band, locali, distro ed etichette DIY
Francesco, dell’etichetta DIY xMalammòrex, voce della band fastcore xInquisitionx e di quella crustpunk The Butcher Project, proverà a farci capire quali sono le dinamiche che determinano rapporti sociali, politici e musicali della città, Marsiglia, che lo ospita da ormai 10 anni.
Marsiglia è una porta sul mediterraneo, un vero e proprio cesto della frutta per quanto riguarda le etnie, le culture, le religioni, le musiche, i sapori, i colori, differenze e contrasti e stratificazione sociale fanno di questa città un vero e proprio caso unico in Europa. Marsiglia è Napoli, Tel Aviv, Haifa, Atene, Abidjan, Tunisi, Oran, Istanbul, Buenos Aires e L.A. rimescolate con olio d’oliva e curcuma. Qui, tutto sembra dannatamente vicino e lontano allo stesso tempo e nello stesso spazio. Nello stesso quartiere, quello del centro, vero simbolo dell’identità marsigliese, ostentata ovunque quasi a dispetto dei rarissimi vessilli statali.
Qua tutti viviamo compressi, schiacciati ed in bilico sul vecchio porto, (il mare nostrum quindi), circondati da umidità, sole e vento di maestrale, che spazza l’onnipresente immondizia nelle strade e gli immobili fatiscenti dei vecchi quartieri che, pur se riempiti di topi e scarafaggi, a volte crollano “inspiegabilmente”. Io sono arrivato ormai da 10 anni e, onestamente, sento di essere davvero un marsigliese molto più che torinese, perchè questa città la amo, forse proprio per le sue spettacolari contraddizioni.
10 anni fa qui esisteva un posto, chiamato Enthropy, tenuto da due ragazzi, Dave e Lionhell, nucleo storico della band Filthy Charity, una band che ha attraversato epoche e stili , che ha girato l’Europa a colpi di riff, blastbeat e attitudine punk. L’Enthropy non era solo un posto in cui si avvicendavano band di musica estrema provenienti da tutto il mondo, era un vero e proprio laboratorio sociale dove chiunque poteva incontrare e scambiare idee, concetti, libri, cibo e alcol.
Tutto per me è iniziato da quel meraviglioso luogo. Quando chiuse i battenti, altre realtà hanno preso il testimone, penso alla “Machine à coudre” una sala da concerti associativa underground ricavata da una vecchia fabbrica tessile, anch’essa incastonata nel centro città in prossimità del porto (quartiere Noailles) che adesso non esiste più. La Machine à Coudre è crollata con i vecchi immobili a causa delle forti piogge dell’autunno 2018. Vero e proprio sintomo di come il mercato immobiliare a Marsiglia viene gestito. Nei quartieri popolari si fanno marcire le case mentre nei quartieri bene, destinati ad un certo pubblico di WASP wannabes, immobili di cartongesso vetrinato nuovi di zecca… stranamente, il prezzo degli affitti è quasi lo stesso, chissà perché…
Nei tempi moderni, tra i principali epicentri per la musica qui a Marsiglia, data la terribile assenza di posti occupati (sebbene gli squats abitativi sono sempre per fortuna resistenti) c’è il Molotov, vera e propria sala da concerto che ospita tantissimi eventi, serate a tema ( a volte cumbia ,reggae o trip hop), band che hanno seguito internazionale: penso a Los Fastidios, Iron Reagan, Nashville Pussy, Dirty Fences, Alborosie… tra i molti. Con una vera e propria struttura e con band locali resident abbastanza note nel circuito nazionale (Wake The Dead, Happy Fist, Nebraska, Dirty Wheels, i Cheat x Death) in opening act.
A Marsiglia, a Planète Mars (in assonanza con il pianeta rosso, proprio per distinguerne la lontananza, l’unicità del posto, dei codici e degli usi ad essa adibiti) resistono gli shop dove puoi trovare ancora vinili ed altro materiale resistente. Come fossero moderni villaggi di Asterix che ancora si battono contro Amazon e gli altri avamposti dell’ e-commerce.
Penso a Sabre Tooth del vecchio Stryker (vera e propria memoria storica dell’underground locale) inalterato e riverito fan dei Motorhead e al Lollipop che, oltre a moltissime rarità vintage, offriva spesso degli showcases particolari sia per le band ospitate, sia per l’atmosfera densa di entusiasmo e di suono. Luogo davvero unico nel suo genere è il Cat’s Commodities, che è uno shop di libri e dischi che organizza moltissimi eventi, cocktails di supporto e che include un tattoo shop. Il Cat’s Commodities è gestito da Tchoupi e i suoi The Dirteez, PunkGarage band sopraffina. Avercene.
Altro bar dove si suona musica dal vivo è L’Intermediare, che è letteralmente un buco, ma dall’atmosfera accogliente e tranquilla, i concerti d’estate sono piacevoli perchè la sala interna è una sorta di corridoio che sfocia in piazza. Giuro che è caratteristico e comunque gradevolissimo.
Arriviamo al mio posto preferito: la Salle Guele. Bar associativo, gestito da persone che lo fanno in modo eccellente, volontario e gratuito. Esempio tra tutti è Audrey: una ragazza straordinaria che adoro e non che ringrazierò mai abbastanza per tutto il bene che fa a questo posto. Due piani, bar al piano terreno, birre e bevande dal mondo intero, cocktails illeciti e ambiente casalingo. Saletta concerti in cantina, servizio di sauna assordante compreso nel prezzo. Ci si diverte da pazzi, bisogna avere manie di grandezza e lobotomia da internet per non apprezzare un posto del genere. Per i miracoli ci si può sempre attrezzare.
Vorrei comunque spendere delle parole per quelli che sono i fautori delle diverse realtà marsigliesi, non solo per rendere atto e merito a chi permette a questa città di esistere e resistere alla gentrificazione ed al modernismo esasperato. Elenco quindi una lista di nomi, nei quali si identificano persone che compongono distro, band, etichette e collettivi. Un minuto di silenzio doveroso e colmo di rispetto per tutte quelle bands che hanno aperto la strada, perchè comunque è grazie a molti di questi se Marsiglia è diventata una tappa piacevole per le band in tour.
Cito: None shall be saved, Odissey, Hate in front, Horned, Apes brigade, A different day, Our roots, 13Fight, Hobo erectus.
Si racconta che tra il 1999 e il 2009 Marsiglia fosse una mini Los Angeles, dal punto di vista sonoro. Nei giorni seguenti, quelli in cui mi sono assimilato a questo posto, non ho avuto il piacere di sentire questi gruppi dal vivo e un po’ mi dispiace, ma il tempo è una linea continua che guarda avanti. Con questo spirito dunque nomino (e ringrazio) Hazem e Fab che reggono il sopracitato Le Molotov.
Olivier Crapoulet, che detiene Crapoulter Records, uno di quelli che ci porta in città band come Reproach o le Anticorpos o Gerks, Antidogmatiks o i mitici Crippled Fox. Giz della Bus Stop Press etichetta anarchica che distribuisce cassette e bassista dei fenomenali Yarostan, post punk di finissima qualità. Bruno della Couneract Records, chitarrista dei Monastr (DoomCrust) e animatore radiofonico di Discorde, un podcast radiofonico colmo di musica estrema dal quale si estrae sempre qualche bel diamante, coadiuvato da Brice voce dei Grusterror, eccelso trio di BlackGrindCore che conta nelle sue file LionHell (fondatore dei Filthy Charity e dell’Enthropy) alla batteria e Juan alla chitarra un genio capace di portare suoni live anche in posti in cui sembra impossibile.
Altre band importantissime sono i Sobers, storica band di punk rock locale che ha sempre girato moltissimo, di Tom (che gestisce l’Old Tree Studio nel e col quale registro con le mie band) e Polo. Canine di Adrien fenomenale band di EmoPunk molto apprezzati in tutto il continente. Rats don’t sink (Punk Rock) di Alex e Pokem e i loro simpaticissimi soci Odd Beast. Geiatrie del meraviglioso Cooki che propongono un noise geniale e fresco. I giovanissimi Cheap Entertainement, sangue fresco nel punk locale. Skapagnie Creole col suo SkaPunk carnevalesco. I poderosi Woest che propongono un Black Metal Industriale dai suoni cupi e pesanti che annoverano Guibz alla voce e Dave alla chitarra ( l’altra colonna dei fu Filthy Charity e dell’Enthropy). Hundred eyes, emopunk devastante e tetro.
Sono quindi molte le band che gravitano intorno a questo pianeta e molti sono quelli che, per dirla semplice, si sbattono per tenerlo vivo. Un plauso particolare va fatto a Lara Pain, che ci ha portato la sua arte macabra fin da Firenze.
Aspettiamo tutti giorni migliori per poter tornare a vivere, perchè, seppur sembra retorico, per me e per tutti coloro che come satelliti gravitano nell’orbita della Planète Mars. Questa è vita.
Articolo a cura di Francesco Ciko xMALAMMÒREx
Foto di copertina: Carreer Suicide a La Salle Gueule 2017
Credit foto: Crapoulet Records
REMINDER:
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