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Tales From The Distro (Ep. 3): Minoranza di Uno / Soviet Order Zero split

Nella terza puntata di Tales From The Distro parleremo dello split tra Minoranza di Uno e Soviet Order Zero con tanto di intervista doppia!

La nostra rubrica Tales From The Distro arriva alla puntata numero 3 dopo aver esplorato due nostre uscite, ovvero il 7″ dei C4 “La Provincia Odia” e lo split tra i Dr. Zaius e gli Small Thing, anch’esso uscito in 7″. Indovinate in che formato esce lo split oggetto della puntata odierna? 7″. Ma guarda un po’!

Vabeh, andiamo avanti, per quei vergognosi che non sanno cos’è Tales From The Distro, qua vi spieghiamo brevemente che diavolo c’è saltato in mente di fare e perché. In pratica parliamo dell’uscita in questione, poi lasciamo la “parola” alla/alle band coinvolte nel disco con un’intervista e infine alleghiamo l’eventuale materiale che c’è riguardo quest’uscita. Il perché è semplice, volevamo supportare le band e allo stesso tempo parlare di dischi che avevamo contribuito a far uscire senza risultare auto-referenziali, ma semplicemente presentandolo e dando voce alle band.

IL DISCO:

Che dire, chi ci conosce sa del legame profondo che ci lega alla Minoranza di Uno dal Friuli Venezia Giulia, prima band co-prodotta da noi ma soprattutto grandi amici. Un vero piacere poter contribuire a sfornare questo bellissimo dischetto uscito in 7″, anche perché dall’altra parte ci sono i Soviet Order Zero da Milano, con in formazione il buon Frisko (ex componente proprio della Minoranza di Uno e degli Spacciatori di Musica Stupefacente, altra band furlana degli anni d’oro). I Soviet Order Zero sono una band che abbiamo visto svariate volte e con cui abbiamo scambiato delle piacevoli chiacchiere proprio dopo i concerti, siamo felicissimi di aver collaborato anche con loro infatti!

Lo split è uscito per le seguenti etichette DIY: Minoranza Autoproduzioni, Ospizio Hc, Fra Il Dì E Il Fà, Saetta Autoproduzioni, Soundtown Imperia, Igorone, Scatti Vorticosi e noi.

Questo bel dischetto contiene due tracce per band, dal lato della Minoranza di Uno si segue il solito splendido schema, punk hardcore pungente e poetico che non lascia scampo. Guglielmo ci delizia con un cantato potente e a tratti con un parlato che ci sta dannatamente bene. I titoli delle canzoni “Molto Rumore Per Tutto” e “Lettera agli Insorti” sono già evocativi della natura politica delle tematiche. Dal lato dei Soviet Order Zero proseguiamo la traiettoria intrapresa dalla Minoranza, con riffoni hardcore, basso straordinerio – come direbbe Sacchi – e ritmi incalzanti coadiuvati da voci e cori urlati e potenti. Alla chitarra c’è ospite il buon Gigi Keller dei Ludd.

L’aspetto più bello di questo split è l’incredibile sinergia tra le due band, che rende questo split meravigliosamente omogeneo, dato che entrambe le band propongono un incredibile miscela tra figli di Kina / Husker Du e l’accaccì più violento ed esplosivo!

Ottima anche per la copertina, semplice, minimale e immediata!

TALES FROM THE DISTRO: Intervista a Minoranza di Uno e Soviet Order Zero

Radio Punk: Ciao ragazzi, benvenuti sulla nostra ‘zine. Raccontatevi un po’ a chi non vi conosce. Chi siete, in che contesto (luoghi e periodo) vi formate e dove volete andare!

Minoranza di Uno: Ciao a tutt*,la Minoranza di uno ha più o meno una decina di anni alle spalle, se ne sente molti di più ma ne dimostra molti di meno, arriva dal profondo nord est italico e non ha volontà alcuna di nessuna meta specifica, l’importante è andare avanti, possibilmente senza perdersi, ma anche se dovesse succedere credo riuscirà a ritrovare la sempre la strada.

Soviet Order Zero: DF(voce/chitarra): i Soviet Order Zero nascono fra Milano e Monza a fine 2015. Dopo un periodo iniziale entra Jerry al basso e, assieme a Fabio, restiamo in 3 fino ad oggi. Io arrivavo dagli stessi Minoranza di Uno (Gorizia), che a loro volta nascevano da una fusione fra Spacciatori di Musica Stupefacente e Ilteatrodelleombre…più o meno nel 2011. Entrambi i gruppi avevano ormai perso spinta e motivazione…insomma eravamo su un binario morto. Abbiamo così pensato di unire le forze fra chi era rimasto e abbiamo messo in piedi Minoranza di Uno. Ho suonato per 2-3 anni con loro ma la distanza e gli impegni di lavoro mi hanno costretto a lasciare (io vivo a Monza). A quel punto ho messo da parte i lunghi viaggi in treno per le prove e ho pensato di mettere in piedi un progetto in quella che è oggi la mia zona (Milano-Monza); da qui nascono i Soviet Order Zero. Ci siamo incrociati io, Jerry e Fabio ed eccoci qua. Dove vogliamo andare? Io voglio innanzitutto condividere l’esperienza con persone di cui ho stima e con cui sto bene. Questo porta a creare musica assieme, a fare esperienze ed essere parte di un contesto/scena/movimento con il quale condivido buona parte delle pulsioni e dei principi. Musicalmente parlando mi piace pensare di poter creare assieme qualcosa di stimolante e che piaccia a noi per primi ascoltare, qualcosa che ci faccia sentire bene e che ci rappresenti. Tutto il resto (concerti, riconoscimenti, dischi, ecc) se arriva sono felice, se non arriva va bene lo stesso. 

Radio Punk: Parte preponderante della vostra storia è sicuramente l’aspetto politico. Si potrà mai fare la rivoluzione col punk hardcore? O è soltanto una bellissima scusa? Cosa direste a un giovanotto/una giovanotta che si sta approcciando alla controcultura punk ma è ancora nella fase no future no politica ecc ecc per portarlo dalla nostra? Perchè lo vogliamo portare dalla nostra o si deve arrangiare e viva lo spontaneismo?

Minoranza di Uno: Non credo che con il punk hardcore faremo mai la rivoluzione, può però essere un giusto modo e anche una giusta prassi per veicolare idee, ideali, e anche atteggiamenti che possiamo dire “rivoluzionari”.

Non credo neanche siamo nella posizione di poter dire nulla ad un eventuale ascoltatore, giovane o meno che sia, se non quello che già diciamo nelle nostre canzoni, la consapevolezza deve maturare dentro ognuno di noi in maniera intima e personale senza bisogno della stereotipata figura del “vecchio saggio” (e io aggiungerei cacacazzi) che ti dice cosa fare.

Soviet Order Zero: DF: non mi piace il proselitismo, in ogni sua forma. A un giovanotto che si affaccia a questo mondo non direi granchè; dovrebbe scoprire lui quello che gli piace e quello che non gli piace. Gli direi di essere curioso, rispettare se stesso e gli altri, di darci dentro e di essere creativo.

JE (voce/basso): abbastanza d’accordo con Daniele, e in più citerei i Bad Religion “got no directions from me”. Rimane comunque l’idea di stimolare la curiosità delle persone giovani o non, fare una proposta che possa essere recepita ed elaborata. Per quel che riguarda la “rivoluzione” credo che spetti ai giovani “rottamarci” e cambiare marcia. Per quel che mi riguarda, l’età è, purtroppo, un fardello che si porta appresso altri aspetti della vita a cui non ci si può sottrarre.

Radio Punk: Non ci abbiamo capito molto, ma sto split è uscito nel 2020 o nel 2021?! Si chiama EP(Demia) o non ha un titolo?! “I Minoranza” o “La Minoranza”?! è lui o non è lui?! Vabeh minchiate a parte… Cosa rappresenta la copertina? Raccontateci un po’ dell’artwork, dell’aspetto “grafico”, chi ha fatto la copertina e che significato ha per voi…

Minoranza di Uno: Allora che ci chiamino i minoranza di uno o la minoranza di uno è francamente indifferente, anche se io preferisco il nome con l’articolo determinativo femminile, mi sembra funzioni meglio…

Lo spilt era già pronto verso la fine del 2020, infatti sulle piattaforme digitali era già presente poco prima della fine di quell’anno, per le copie fisiche invece abbiamo dovuto aspettare la primavera del 2021 perché purtroppo i tempi di stampa per i vinili sono piuttosto lunghi, e no EPdemia non è il titolo, è solo una boutade che mi era venuta in mente mentre caricavo le canzoni su internet.

Della copertina se ne è occupato un ragazzo di Roma che si chiama Andrea (e cogliamo l’occasione per ringraziarlo e salutarlo), è una semplice foto in bianco e nero di un gruppo di bambini che ridono e mostrano i muscoli, a me personalmente piace il senso di sfida che trasmette quell’immagine, quei ragazzini sembrano dire “ehi, siamo pochi, piccoli e mingherlini ma chissenefrega vi veniamo sotto a testa bassa lo stesso, non ce ne frega un cazzo!”

Soviet Order Zero: DF: lo split è uscito a inizio 2021…credo, ma con questa storia della pandemia gli ultimi 2 anni sono un mucchio di pochi e confusi ricordi. Non ha un titolo specifico e va bene così.

L’idea originale per la copertina era di unità e amicizia; l’essere assieme dopo tanti anni anni ma con lo spirito ancora vivo e curioso. Da qui poi è iniziata una storia di grafica e stampa dischi durata troppo a lungo e che ha portato al risultato finale. Alla fine ne è uscito un bel dischetto. Conservo con piacere il ricordo del week end di resgistrazione al Toxic Basement studio di Carlo Altobelli. Era luglio 2020, ed è stato bello passare quelle giornate assieme.

Radio Punk: Il DIY può davvero essere un’alternativa e una minaccia al capitalismo? Non credete che spesso si usi a sproposito come termine e che a volte distro/band/collettivi/individualità non si impegnino abbastanza e abbiano scambiato il “fare da sè” col “fare male e tanto per”? Oppure dovremmo smettere di bere ombre e birre perchè ci facciamo troppe domande?

Minoranza di Uno: Io nel DIY ci credo molto e sinceramente. Non credo possa essere una minaccia per il capitale ma sicuramente nel nostro piccolo è una alternativa, e anche valida.

Ovvio che come individui e come comunità punx non abbiamo un grosso margine di azione per incidere realmente sullo stato di cose esistenti, ma già il semplice fatto di voler tenere fuori i nostri dischi e i nostri concerti dalle logiche di mercato è una vittoria.

Mille volte meglio uno squat piuttosto che un locale e mille volte meglio una distro che un negozio di dischi.

Poi ovvio, a volte i risultati possono non essere dei migliori, ma l’importante è provarci con sincerità e passione. Sempre.

Soviet Order Zero: DF: mmmh…molto difficile pensare di smettere con le birre 😉 DIY è un’etichetta e può essere interpretata in molti modi e con diversi approcci. Va bene così. Per me significa semplicemente che se voglio qualcosa lo posso fare, anche seguendo strade alternative. È sempre possibile seguire altri percorsi. Al capitalismo non facciamo nemmeno un graffio, altro che sconfiggerlo! Però è importante coltivare pensieri e azioni che possano andare oltre, che possano avere una visione diversa, alternativa. Aiuta noi come persone, aiuta la collettività e in fondo è la deviazione necessaria. Un giorno, molto lontano, il sistema capitalista crollerà e saranno deviazioni come queste che daranno vita a nuovi modi di vivere. In meglio o in peggio non lo so dire.

Tantissimi anni fa ricordo suonammo con gli Spacciatori assieme ai Bellicosi…avevo circa 20 anni….eravamo tutti giovani. Fra una birra e l’altra abbiamo parlato delle loro produzioni, dei dischi che ci si scambiava, della scena torinese e molto altro. Per me, ragazzino del nord est è stata un’illuminazione. Si potevano fare delle cose fatte bene, creative, dirompenti e fuori da ogni circuito “ufficiale”. Nel nostro piccolo abbiamo poi scelto istintivamente questa strada. Non c’è stato nulla di premeditato, e in fondo ancora oggi è così.

Il concetto di “fatto male tanto per” non ha senso, perlomeno non lo ha per me. Certo poi le cose fatte male sono capitate, ma evidentemente il quel momento dovevano essere così.

JE: il DIY è quel che ho respirato sin da piccolo. Dal costruire campetti da calcio andando a rubare le assi nei cantieri per far le porte, a inventarsi tornei di un qualsiasi sport da cortile (biglie, macchinine etc). Semplicemente non c’erano tutte le “distrazioni” odierne e anche la tv non è che la cagassi molto. Costruirsi le cose, invece del subirle già preconfezionate da altri, è il nocciolo della questione.

Radio Punk: Venite da due territori nel Nord Italia, Friuli Venezia Giulia la Minoranza di Uno e Milano i Soviet Order Zero. Com’è la vostra scena locale in materia di punk, diy, underground, posti, spazi sociali, band, di tutto e come ve la vivete voi? E invece tra “ieri” e “oggi” sia a livello locale che internazionale come vedete la situazione e come pensate sia cambiata rispetto al passato?

Minoranza di Uno: Il Friuli Venezia Giulia ormai è un deserto per molti aspetti, posti come squat o csa non ce ne sono più da parecchio tempo e anche le band punk sono rimaste poche, vero ci si conosce tutti e ci si supporta ma non credo si possa parlare di una vera e propria scena, proprio perché appunto mancano gli spazi dove poter fare le cose e le situazioni d’incontro, poi due anni di covid hanno ulteriormente inasprito la situazione.

È innegabile che, almeno da queste parti, si stia vivendo un periodo di stagnazione e riflusso, ma io non sono catastrofista, anzi, penso sia solo un periodo di stanca come ce ne possono essere stati altri prima, penso che il futuro sia ancora lungo e che prima o poi tutta questa noia, questa rabbia e questa frustrazione dovranno esplodere nel modo giusto, l’importante è farsi trovare preparati e con la tavola in mano pronti a cavalcare l’onda!

Soviet Order Zero: domanda difficile a cui rispondere. La “scena” dalle parti di Milano è abbastanza attiva, anche se dopo qualche anno di grandi collaborazioni tra i collettivi, mi sembra che negli ultimi periodi (anche pre-pandemia) si stesse tornando alle divisioni di un tempo. Magari è solo un impressione mia. Però il tempo a disposizione scarseggia, e quindi ne sono un po’ fuori.

Radio Punk: una domanda che vorreste rivolgere all’altra band?!

Minoranza di Uno: Ma riusciremo mai a fare un concerto assieme per presentare sto cacchio di split?

Soviet Order Zero: DF: Cosa veramente vi spinge, ancora oggi a suonare HC Punk? E poi….quando suoniamo assieme? 

Radio Punk: Che dire, vi alleghiamo la risposta delle band alla domanda dell’altra!

Minoranza di Uno: Cosa vi spinge a suonare hc punk? Il fatto di essere sempre incazzati. Quando suoniamo assieme? Speriamo presto!

Soviet Order Zero: “preghiamo gli dei del punk di concederci questa occasione” oppure qualcuno che sta leggendo e che conosce qualcuno che ha un amico che suo cuggino organizza concerti, può mettere una buona parola “preghiamo gli dei del punk di concederci questa occasione ” oppure qualcuno che sta leggendo e che conosce qualcuno che ha un amico che suo cuggino organizza concerti, può mettere una buona parola 😁

Radio Punk: Ci sono sempre meno spazi, sempre più repressione e il ricambio generazionale sia nel punk che nell’ambiente politico non sta arrivando come sperato. Che si può fare per invertire la tendenza? 

Minoranza di Uno: Eh…domanda da un milione di euro che francamente mi pongo spesso e anzi ce la poniamo spesso anche in sala prove ed è un bel cruccio… Francamente non lo so, tutto quello che possiamo fare è cercare di non mollare, di crederci ancora, di essere propositivi e continuare a lottare con ogni mezzo che abbiamo a disposizione.

Soviet Order Zero: JE: probabilmente la “proposta” hc punk inizia ad essere datata e di nicchia, e un ricambio generazionale è difficile, per una cosa nata nell’epoca del ciclostile e del telefono a gettoni. Soluzioni, ahimè, non ne ho. Quel che posso fare io è continuare a proseguire con il non consumare prodotti di massa, coltivare l’orto (ebbene sì, l’ospizio hardcore si manifesta anche così), suonare la mia musica e supportare il più possibile i posti che ancora resistono e che hanno il compito di forgiare nuove coscienze.

Radio Punk: Essendo due band che oltre alla musica lanciano messaggi, con questo split cosa sentite di aver comunicato in più rispetto ai vostri lavori precedenti, sia a livello di testi che a livello musicale?

Minoranza di Uno: Nulla di più e nulla di meno rispetto alle nostre altre uscite. ogni nostra canzone è un’istantanea di come ci sentiamo, di quello che siamo, delle nostre ansie della nostra tristezza, della nostra rabbia, che banalmente sono quelle di tutti. parla di noi a voi su disco o cd e di voi a noi ai concerti quando ci troviamo faccia a faccia a condividere con un sacco di persone il palco e i microfoni.

L’urgenza è la stessa, il mezzo anche. E finché avremo forza continueremo a farlo, tanto non possiamo fare altrimenti.

Soviet Order Zero: DF: a livello musicale penso che abbiamo comunicato più compattezza come gruppo e qualche buona idea da condividere con chi ci ascolta. Il risultato finale per me è soddisfacente. A livello di testi, parlo per me, raramente parto con l’idea di comunicare qualcosa di preciso. Sono più concentrato a dare una visione del mio stato d’animo del momento. Un approccio più istintivo che meditato. Continua a piacermi l’idea che chi ascolta possa ricavarne un messaggio, una suggestione personale.

Radio Punk: chiudiamo in bellezza e vi ringraziamo moltissimo, sto split è una bomba tanto che lo abbiamo finito immediatamente in distro! Diteci un libro, un disco, un film imprescindibili per voi (uno a testa per componente, oggi ci sentiamo buoni!).

Minoranza di Uno:
Beppe:
Libro: La Nausea di Jean Paul Sartre
Disco: Love songs for apocalypse di Johnny Hobo
Film: E morì con un felafel in mano di Richard Lowenstein

Sbingo:
Libro 1984 di George Orwell
Disco: Misfits Static age
Film: Brazil di Terry Gilliam

Guglielmo:
Libro Ragazzo negro di Richard Wright
Disco: Avatara Fra limpidi e disperati desideri
Film: Blues Brothers di John Landis

Camel:
Libro: Italia criminale di Cristiano Armati
Disco: Terra di nessuno Assalti frontali
Film: Qualcuno volò sul nido del cucuclo di Milos Forman

Soviet Order Zero:
DF: grazie davvero per questo spazio e l’entusiasmo che metti in Radio Punk. Ci auguriamo davvero di poterci rivedere presto. Per le preferenze; in ordine: Heart of Darkness, Se ho vinto se ho perso, C’era una volta in America.

JE: grazie a te. Libro: non riesco a pensarne uno solo, direi Lansdale come scrittore. Disco  “suffer” dei bad religion, ma sarebbero anche qui tanti. Film: Frankenstein Jr

DICONO DI LORO:

Qui di seguito vi linkiamo il materiale di altre ‘zine/progetti che parlano dello split:

REMINDER:

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